movies-master
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domenica 30 settembre 2012
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in cerca di emozioni...
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È sempre difficile recensire film tratti da videogiochi, forse perché di solito si pretende l'assoluta fedeltà alla serie videoludica, o forse perché spesso non si riesce a vedere in esso quello che si vede nel videogioco. Beh, per Resident Evil la situazione è estremizzata, ed è ormai noto a tutti quanto il titolo si distacchi dalla saga videoludica. Ma allora come sarà l'universo creato da Anderson, vagamente ispirato da quello che conosciamo come Resident Evil? La saga cinematografica ha avuto sempre una forte spinta action, ma con Retribution si è toccato il colmo, non è tanto il problema dell'azione, che ormai diamo per scontata in questa saga, ma è la sola e unica presenza di essa e quindi l'inevitabile isolamento di tutte le altre qualità che un film può offrire.
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È sempre difficile recensire film tratti da videogiochi, forse perché di solito si pretende l'assoluta fedeltà alla serie videoludica, o forse perché spesso non si riesce a vedere in esso quello che si vede nel videogioco. Beh, per Resident Evil la situazione è estremizzata, ed è ormai noto a tutti quanto il titolo si distacchi dalla saga videoludica. Ma allora come sarà l'universo creato da Anderson, vagamente ispirato da quello che conosciamo come Resident Evil? La saga cinematografica ha avuto sempre una forte spinta action, ma con Retribution si è toccato il colmo, non è tanto il problema dell'azione, che ormai diamo per scontata in questa saga, ma è la sola e unica presenza di essa e quindi l'inevitabile isolamento di tutte le altre qualità che un film può offrire.
Se esaminiamo il suo (unico) pregio, ovvero la qualità delle scene d'azione, capiamo subito che Retribution è un film estremamente curato su questo, anche se talvolta esagerato, con l'ausilio di slow motion e acrobazie, senza contare la qualità impeccabile delle creature (non solo gli zombie) si può dire che è un film estremamente adrenalinico. Ma molto spesso, si sente la mancanza piuttosto forte di un appassionamento ad esso, magari perché non ci sono scene drammatiche, colpi di scena, o l'assoluta anti-carismaticità dei personaggi che non trasmettono assolutamente nulla, cose che vanno assolutamente in controtendenza con la saga videoludica dove, soprattutto nel sesto capitolo, si è curata estremamente la narrazione e la trama.
Resident Evil Retribution manca di emozione, di passione, di carismaticità, e per una lunga saga durata più di 10 anni che è quasi in dirittura d'arrivo, questo è il colmo, e anche alla fine del film ci si rende conto che si è visto soltanto "90 minuti di sparatorie" senza un minimo di appassionamento ad una trama e a dei personaggi che passano totalmente in secondo piano.
Sia chiaro, si parla comunque di un film molto curato, ma che pensa sempre e solo a scene d'azione trascurando tutto il resto, e quindi non rimarrà nel cuore di nessuno. Sarà meglio che Anderson si prepari a fare un gran finale che conterrà anche altro, perché così non è abbastanza...
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gabriele.vertullo
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martedì 2 ottobre 2012
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5 film di una saga ai confini della saturazione
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Già dalla pedante sequenza iniziale in slow-motion e rewind, si dilegua ogni dubbio su cosa e come sarà il 5 capitolo cinematografico della famosa saga di videogames: un pittoresco giocattolo in cui il regista Paul W. S. Anderson indossa le vesti dell’ architetto, divertendosi a giocare con le location, con i suoi personaggi, ma soprattutto con gli spettatori.
Ritroviamo l’ ammazza-zombie Alice nello stesso punto e nella stessa situazione in cui l’avevamo lasciata: sulla nave Arcadia che subisce l’attacco aereo dell’ esercito dell’ Umbrella capitanato da Jill Valentine. Fatta prigioniera viene trasportata in un laboratorio Umbrella di massima sicurezza sotto i ghiacciai siberiani, dove avvenivano (e avvengono) esercitazioni belliche e sperimantazioni di diffusione virale dell’ ormai noto T-virus, Alice viene liberata inaspettatamente per volere di Albert Wesker.
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Già dalla pedante sequenza iniziale in slow-motion e rewind, si dilegua ogni dubbio su cosa e come sarà il 5 capitolo cinematografico della famosa saga di videogames: un pittoresco giocattolo in cui il regista Paul W. S. Anderson indossa le vesti dell’ architetto, divertendosi a giocare con le location, con i suoi personaggi, ma soprattutto con gli spettatori.
Ritroviamo l’ ammazza-zombie Alice nello stesso punto e nella stessa situazione in cui l’avevamo lasciata: sulla nave Arcadia che subisce l’attacco aereo dell’ esercito dell’ Umbrella capitanato da Jill Valentine. Fatta prigioniera viene trasportata in un laboratorio Umbrella di massima sicurezza sotto i ghiacciai siberiani, dove avvenivano (e avvengono) esercitazioni belliche e sperimantazioni di diffusione virale dell’ ormai noto T-virus, Alice viene liberata inaspettatamente per volere di Albert Wesker. Incomincia così una battaglia all’ interno di ricostruzioni digitali delle principali piazze mondiali, tra coalizioni inaspettate, personaggi conosciuti, e i soliti zombie.
Sicuramente il capitolo più esplicativo e illustrativo della saga, molti nodi storici e tematici accumulati nel corso dei precedenti film vengono qui dipanati, ma sostanzialmente si rileva privo di spunti innovativi o di qualche freschezza. Probabilmente il più ripetitivo dei 5: un enorme minestrone di (quasi) tutti i personaggi (e cloni) conosciuti, spesso identiche ambientazioni ( il ponte della nave Arcadia ,e l’identica ricostruzione delle scena iniziale in Tokyo),il solito risveglio seminudo di Milla Jovovich, ma soprattutto le stesse singole razze di zombie.
C’è un tentativo da parte del registaAnderson di innestare personaggi collaterali di potenziale interesse, ma se questi si rivelano un’ ostacolante figlia fantoccio appartenente ad un altro sistema virtuale, un manipolo di spietati zombies comunisti (strizzando l’occhio ai fantasma-nazisti di Snyder in Sucker Punch), una Michelle Rodriguez d’acciaio(nel senso materiale del termine) che offre al regista Anderson la possibilità di radiografare le ossa rotte dei suoi personaggi: l’esperimento si scopre piuttosto ambizioso e stiracchiato.
Non ci resta che apprezzare il sofisticato taglio visivo impresso al film, sul modello di Resident Evil Afterlife, che riprende costrutti e stilemi tipici del linguaggio visivo andersoniano, qui spinti nella direzione di realtà virtuali e ricostruzioni olografiche. I più contenti saranno sicuramente gli appassionati del regista e della saga, mentre non sarà difficile riscontrare riprovazioni da parte dei più integralisti e nostalgici del genere, per la presenza di zombie sempre più veloci e potenti.
Ciò che indiscutibilmente lascia a tutti è la sensazione che questa guerra sia sostanzialmente senza progressi, e che durerà molto e molto ancora ( nella speranza che non sia sempre uguale).
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renato volpone
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domenica 30 settembre 2012
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livelli di gioco scontati
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Trasposizione cinematografica di un "playgame": Alice si trova priogioniera al centro di un mondo artificiale costruito per creare armi di distruzioni di massa e deve attraversare i vari settori per portarsi in salvo al di fuori, sui ghiacci polari. In questa avventura verrà aiutata da un'altra "agente speciale" e da una squadra di soccorso. Le armi di distruzione di fatto sono un esercito di mostri che, praticamente indistruttibili, lei riesce ad uccidere. Di fatto la morte divernta un emento irrilevante e non impietosisce nemmeno quando muoiono i buoni eroi, sembra tutto così artificiale che poi si non riesce più a distinguere tra umani e cloni.
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Trasposizione cinematografica di un "playgame": Alice si trova priogioniera al centro di un mondo artificiale costruito per creare armi di distruzioni di massa e deve attraversare i vari settori per portarsi in salvo al di fuori, sui ghiacci polari. In questa avventura verrà aiutata da un'altra "agente speciale" e da una squadra di soccorso. Le armi di distruzione di fatto sono un esercito di mostri che, praticamente indistruttibili, lei riesce ad uccidere. Di fatto la morte divernta un emento irrilevante e non impietosisce nemmeno quando muoiono i buoni eroi, sembra tutto così artificiale che poi si non riesce più a distinguere tra umani e cloni. Il film non riesce quindi ad emozionare, ma nemmeno a sorprendere e, sebbene non annoia, è prevedibile e scontato. Gli effetti speciali sono efficaci, ma abbiamo già visto un po' tutto, quindi nessuna novità. L'effetto musica per spaventare è un po' sorpassato, sopratutto quando poi non riesce a tenere alta l'attenzione dello spettatore, ad esempio quando la benzina scorre sul terreno e ci vogliono cinque minuti di scena per farla incendiare. La recitazione è un fattore totalmente superfluo, basta la bellezza degli attori a riempire la scena. Il film poi è tutto proteso ad un finale che avverrà solo nel sequel, e la saga continua.
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