renato volpone
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martedì 14 agosto 2012
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la ricerca della libertà
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Essere sociali e mantenere uno status elevato logora, soprattutto quando si è dipendenti dal volere altrui. Unica soluzione la fuga verso realtà lontane dai canoni classici. Così i protagonisti di questo film finiscono in una comune dove sperimentano nuove sensazioni e aspirano ad una vita migliore. La comune ricorda molto quella de "la fuga di Martha", anche se il film porta verso sentieri Meno violenti e più umoristici, senza riuscirci peraltro. Un modo di vivere costellato dall'uso di oppiacei e droghe esotiche, non violenza, poesia e nudità (il nudista a dire il vero è uno solo) il tutto condito da vecchi e ormai provati stereotipi.
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Essere sociali e mantenere uno status elevato logora, soprattutto quando si è dipendenti dal volere altrui. Unica soluzione la fuga verso realtà lontane dai canoni classici. Così i protagonisti di questo film finiscono in una comune dove sperimentano nuove sensazioni e aspirano ad una vita migliore. La comune ricorda molto quella de "la fuga di Martha", anche se il film porta verso sentieri Meno violenti e più umoristici, senza riuscirci peraltro. Un modo di vivere costellato dall'uso di oppiacei e droghe esotiche, non violenza, poesia e nudità (il nudista a dire il vero è uno solo) il tutto condito da vecchi e ormai provati stereotipi. La sceneggiatura è scarna, adatta ad un pubblico leggero, ma la risata non prende mai il volo. La Aniston sempre uguale a se stessa e Rudd pesantemente ingenuo. Il tempo passa, ma si ha l'impressione di averlo sprecato.
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ultimoboyscout
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martedì 25 marzo 2014
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hippie 2.0, peace & love.
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Film onestamente e desolatamente fiacco, è "Quell'idiota di nostro fratello" al contrario: la dove Rudd era l'unico hippie in una società chiusa, cinica e calcolatrice, qui interpreta un borghese piuttosto diffidente che si ritrova in una piccola comunità di fricchettoni. A momenti si riderebbe pure, ci sono attimi (col contagocce) di divertimento ed eccentricità, gli incravattati del talk show vengono fatti apparire come ottusi e sessisti, le capre spuntano all'improvviso ma il risultato è molto, molto prevedibile e la presa in giro degli hippie e del loro stile di vita è ampiamente fuori tempo massimo. Pellicola prodotta dal buon Apatow che ultimamente sta prendendo più di qualche abbaglio causa il suo voler stupire a tutti i costi, il voler ribaltare per forza il politically correct e il voler scompigliare il non scompigliabile.
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Film onestamente e desolatamente fiacco, è "Quell'idiota di nostro fratello" al contrario: la dove Rudd era l'unico hippie in una società chiusa, cinica e calcolatrice, qui interpreta un borghese piuttosto diffidente che si ritrova in una piccola comunità di fricchettoni. A momenti si riderebbe pure, ci sono attimi (col contagocce) di divertimento ed eccentricità, gli incravattati del talk show vengono fatti apparire come ottusi e sessisti, le capre spuntano all'improvviso ma il risultato è molto, molto prevedibile e la presa in giro degli hippie e del loro stile di vita è ampiamente fuori tempo massimo. Pellicola prodotta dal buon Apatow che ultimamente sta prendendo più di qualche abbaglio causa il suo voler stupire a tutti i costi, il voler ribaltare per forza il politically correct e il voler scompigliare il non scompigliabile. Crisi economica, libertà (ma di che tipo di libertà parla?) e convivenza civile dovrebbero essere i temi centrali del film ma tutto è troppo superficiale e preso sotto gamba, la sceneggiatura è debolissima e mai credibile e logica, il lieto fine è annunciatissimo e le buone occasioni non vengono mai sfruttate. Oltre alle volgarità che abbondano. In tutto questo marasma si salva il cast, bravo Rudd, uno dei re di genere sempre ampiamente sottovalutato, ben utilizzata la Aniston, vengono dignitosamente spalleggiati da Justin Theroux e Malin Akerman, ottimo antagonista il primo mentre la seconda fornisce gli spunti per le buone occasioni (mancate) di cui sopra. Poche le gag e le situazioni comiche, il resto è solo noia, tette fatte solo immaginare e una struttura narrativa incerta che non porta a nulla per un film anonimo, men che mediocre che non sa nemmeno a quale genere o filone appartenere che è stato un flop anche al botteghino. Non basta essere nudi per essere felici.
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lordben
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venerdì 21 aprile 2017
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amo le porte!!!
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Ok, non sarà un capolavoro, ma fra le commedie americane non è male. La leggerezza a tratti demenziale nella sceneggiatura (che diventa un po’ astrusa nel momento di “training autogeno” di George davanti allo specchio) è secondo me uno dei punti di forza di questo film. Simpatica la Aniston. A volte un po’ di brutale franchezza può fare del bene (George e il libro scritto da Wayne) e poi, come dice il vecchio - non così rimbambito - fondatore della comunità “Elysium” : “Non puoi vivere di quella m**** di tofu macrobiotico per tutta la vita!”.
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Ok, non sarà un capolavoro, ma fra le commedie americane non è male. La leggerezza a tratti demenziale nella sceneggiatura (che diventa un po’ astrusa nel momento di “training autogeno” di George davanti allo specchio) è secondo me uno dei punti di forza di questo film. Simpatica la Aniston. A volte un po’ di brutale franchezza può fare del bene (George e il libro scritto da Wayne) e poi, come dice il vecchio - non così rimbambito - fondatore della comunità “Elysium” : “Non puoi vivere di quella m**** di tofu macrobiotico per tutta la vita!”. Quindi sì alla carne ed evviva le porte!
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