writer58
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lunedì 7 maggio 2012
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tristi tropici
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Sono andato a vedere "The rum diary" senza alcun pregiudizio, sperando di trovarmi di fronte non certo a un capolavoro, ma a un'opera ben confezionata e stimolante, un film che tiene incatenata l'attenzione e che non fa rimpiangere i soldi spesi per il biglietto. Purtroppo, le mie speranze erano malriposte. Il film di Robinson non solo è un prodotto assolutamente convenzionale, ma mette in scena un insieme di luoghi comuni e di stereotipi visti decine di volte nei film di serie "b": dai giornalisti che bevono come spugne all'inseguimento in macchina che culmina con una disastrosa discesa su una scalinata; dal losco speculatore immobiliare che vuole cementificare un piccolo paradiso circondato dalle trasparenze del mar dei Caraibi alla ribellione del protagonista (un inguardabile Johnny Depp, performance pessima la sua) che non accetta di coprire mediaticamente l'operazione, s'innamora della ragazza dello speculatore e convola con lei verso un tremendo "happy end", come si apprende nelle imbarazzanti didascalie finali.
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Sono andato a vedere "The rum diary" senza alcun pregiudizio, sperando di trovarmi di fronte non certo a un capolavoro, ma a un'opera ben confezionata e stimolante, un film che tiene incatenata l'attenzione e che non fa rimpiangere i soldi spesi per il biglietto. Purtroppo, le mie speranze erano malriposte. Il film di Robinson non solo è un prodotto assolutamente convenzionale, ma mette in scena un insieme di luoghi comuni e di stereotipi visti decine di volte nei film di serie "b": dai giornalisti che bevono come spugne all'inseguimento in macchina che culmina con una disastrosa discesa su una scalinata; dal losco speculatore immobiliare che vuole cementificare un piccolo paradiso circondato dalle trasparenze del mar dei Caraibi alla ribellione del protagonista (un inguardabile Johnny Depp, performance pessima la sua) che non accetta di coprire mediaticamente l'operazione, s'innamora della ragazza dello speculatore e convola con lei verso un tremendo "happy end", come si apprende nelle imbarazzanti didascalie finali.
La Portorico ritratta nel film (gli eventi si svolgono nel 1960) è una via di mezzo tra un depliant turistico che esalta la bellezza delle spiagge e dei palmeti e una ricostruzione di maniera delle disparità che affliggono l'isola, con la penetrazione massiccia di capitali nordamericani per costruire la nascente industria turistica contrapposta alla miseria e alla marginalità della popolazione locale. In "The rum diary" tutto appare falso, di cartone, un universo di latta che mescola caratterizzazioni improbabili (il redattore con la collezione dei discorsi di Hitler),combattimenti di galli, curanderos ermafroditi esperti di magia nera, turisti americani obesi che giocano a bowling e non mettono piede fuori dal loro albergo, droghe psichedeliche che si assumono come un collirio, in un caleidoscopio di banalità cinematografiche riciclate.
Generalmente non sconsiglio mai la visione di un film, ritengo che gli spettatori decidano in piena autonomia cosa vedere e cosa evitare e può anche darsi che questo lavoro possa piacere a qualcuno. Tuttavia, lasciatemi ribadire che, a mio giudizio, questa pellicola non vale il tempo speso per guardarla.
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donni romani
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domenica 6 maggio 2012
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johnny depp ai caraibi e ritorno
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Johnny Depp è stato per anni amico dello scrittore Hunter S. Thompson, tanto che prese parte al documentario dedicato alla vita di Thompson e quindi non stupisce che la sua casa di produzione abbia acquistato i diritti di "The Rum Diary" e che lui abbia interpretato il protagonista di questa pellicola che ci trasporta a Puerto Rico alla fine degli Anni 50. Magnifica ricostruzione d'ambiente e di un'epoca, Rum Diary narra le tragicomiche avventure del giornalista Paul Kemp che si trasferisce a Puerto Rico da New York per collaborare con il giornale locale, diretto da Letterman, prototipo divertente (il parrucchino sbilenco lo caratterizza perfettamente) stanco e disamorato quanto aggressivo e rancoroso.
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Johnny Depp è stato per anni amico dello scrittore Hunter S. Thompson, tanto che prese parte al documentario dedicato alla vita di Thompson e quindi non stupisce che la sua casa di produzione abbia acquistato i diritti di "The Rum Diary" e che lui abbia interpretato il protagonista di questa pellicola che ci trasporta a Puerto Rico alla fine degli Anni 50. Magnifica ricostruzione d'ambiente e di un'epoca, Rum Diary narra le tragicomiche avventure del giornalista Paul Kemp che si trasferisce a Puerto Rico da New York per collaborare con il giornale locale, diretto da Letterman, prototipo divertente (il parrucchino sbilenco lo caratterizza perfettamente) stanco e disamorato quanto aggressivo e rancoroso. I colleghi sono un campionario di tipi spiaggiati ai Caraibi e insabbiati in carriere perse e prospettive nulle, in cui Kemp si inserisce con un pizzico di scetticismo tentando inizialmente di proporre articoli con qualche contenuto ma adagiandosi ben presto all'andamento lento dell'isola, dove si va "per giocare a golf e non per leggere di scioperi e miseria" come gli ricorda il direttore. L'alcool scorre a fiumi, le prime esperienze con l'LSD sono al limite del comico e le avventure che coinvolgono Kemp e soci si fanno sempre più pericolose, tanto che finiscono anche in tribunale e nelle grinfie di affaristi senza scrupoli. In sottofinale ci sarà anche spazio per un rigurgito di orgoglio che dovrebbe portare alla pubblicazione di un articolo esplosivo e che invece finirà con l'ennesima sconfitta. Si sorride molto in alcune scene - e le espressioni di Depp, gigione da par suo, aiutano in tal senso - e soprattutto si gusta l'ambientazione che evoca il mito dello scrittore maledetto tutto alcool e droga che cerca la propria strada e la propria identità in un'isola sperduta ma che allo stesso tempo lo destruttura con scene esilaranti e con situazioni paradossali. Depp alla fine del mondo e ritorno, per omaggiare un'epoca letteraria ed alcolica che rimane unica.
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verniks
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venerdì 4 maggio 2012
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schietto!
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La delusione che The rum diary causa nello spettatore è dovuto al fatto che il titolo trae in inganno. Si parte con l'idea che il film sia la "cronaca di una passione". Non si può dire che non sia vero, ma la passione in questione è rivolta alla vita in generale, perchè il protagonista pur essendo sconsiderato e dedito all'alcol è un uomo appassionato. Ha passione nelle sue convinzioni e nel suo lavoro, nonostante le varie afflizioni sociali tentino di indurlo a distaccarsene. Il tema principale è proprio una polemica sociale. Per questo motivo non sembra esserci una vera e proprio trama. La storia è immobile, ma al tempo stesso schietta, rapida, immediata.
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La delusione che The rum diary causa nello spettatore è dovuto al fatto che il titolo trae in inganno. Si parte con l'idea che il film sia la "cronaca di una passione". Non si può dire che non sia vero, ma la passione in questione è rivolta alla vita in generale, perchè il protagonista pur essendo sconsiderato e dedito all'alcol è un uomo appassionato. Ha passione nelle sue convinzioni e nel suo lavoro, nonostante le varie afflizioni sociali tentino di indurlo a distaccarsene. Il tema principale è proprio una polemica sociale. Per questo motivo non sembra esserci una vera e proprio trama. La storia è immobile, ma al tempo stesso schietta, rapida, immediata. Sicuramente non è un film emozionante o avvincente. E non aiuta il fatto che la storia d'amore del protagonista con la perfetta Amber Heard è posta solo sullo sfondo con un pò di amarezza per lo spettatore. Gli si concede che è una scelta per nulla banale, volendo far emergere una critica della società senza perdersi in sentimentalismi. Quel che c'è di sentimentale da trasmettere è ben concentrato in momenti brevi quanto intensi, e in fondo Depp è maestro indiscusso nell'esprimere una passione d'amore con un solo sguardo. Il film è tutt'altro che banale, anche rivelatore.
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tuo zio
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giovedì 3 maggio 2012
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vergognoso
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Un film semplicemente orrendo, senza un baricentro dall'inizio alla fine. La trama è senza dubbio il problema maggiore: smarrito fra suggestioni comiche (alcune scene sono effettivamente simpatiche), sentimentali e di impegno sociale, il regista non riesce a dare un taglio preciso al suo lavoro creando un disastroso minestrone senza ne capo ne coda. I personaggi, a malapena accennati, non comunicano assolutamente nulla, vuoi perché la trama certamente non aiuta, vuoi perché la recitazione di tutto il cast è semplicemente vergognosa. Il film pullula di scene assolutamente irrilevanti che contribuiscono alla frammentazione di una trama già di per se incapace di comunicare alcunché. E' semplicemente allucinante vedere critiche positive (e ne ho, purtroppo, lette diverse) su uno dei film più brutti, insensati e peggio recitati che abbia mai visto.
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Un film semplicemente orrendo, senza un baricentro dall'inizio alla fine. La trama è senza dubbio il problema maggiore: smarrito fra suggestioni comiche (alcune scene sono effettivamente simpatiche), sentimentali e di impegno sociale, il regista non riesce a dare un taglio preciso al suo lavoro creando un disastroso minestrone senza ne capo ne coda. I personaggi, a malapena accennati, non comunicano assolutamente nulla, vuoi perché la trama certamente non aiuta, vuoi perché la recitazione di tutto il cast è semplicemente vergognosa. Il film pullula di scene assolutamente irrilevanti che contribuiscono alla frammentazione di una trama già di per se incapace di comunicare alcunché. E' semplicemente allucinante vedere critiche positive (e ne ho, purtroppo, lette diverse) su uno dei film più brutti, insensati e peggio recitati che abbia mai visto. Non conosco il romanzo da cui è tratto, ma mi auguro che sia un lavoro più serio della sua trasposizione su pellicola. Fatevi un favore e non andate a vedere questa porcheria.
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ombri
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giovedì 3 maggio 2012
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assolutamente dimenticabile
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Grande, cocente delusione. Fotografia super-patinata e meravigliose locations tropicali, ma stringi stringi...il nulla. Johnny Depp sempre bravissimo (anche se a mio parere surclassato dall'ancora una volta strepitoso Giovanni Ribisi, eccezionale caratterista il cui personaggio del tutto sopra le righe non viene adeguatamente sfruttato, bensì lasciato a fare da semplice macchietta), ma non riesce da solo a giustificare l'inutile prolissità del film e la fiacchezza della trama. Di "gonzo" tra l'altro qui non c'è proprio nulla, anzi la vicenda viaggia piatta, monocorde e prevedibile tanto nello svolgimento dei fatti quanto nello stile con cui vengono narrati.
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Grande, cocente delusione. Fotografia super-patinata e meravigliose locations tropicali, ma stringi stringi...il nulla. Johnny Depp sempre bravissimo (anche se a mio parere surclassato dall'ancora una volta strepitoso Giovanni Ribisi, eccezionale caratterista il cui personaggio del tutto sopra le righe non viene adeguatamente sfruttato, bensì lasciato a fare da semplice macchietta), ma non riesce da solo a giustificare l'inutile prolissità del film e la fiacchezza della trama. Di "gonzo" tra l'altro qui non c'è proprio nulla, anzi la vicenda viaggia piatta, monocorde e prevedibile tanto nello svolgimento dei fatti quanto nello stile con cui vengono narrati. Anzi, non si può parlare di alcuna vicenda poiché in realtà nelle 2 ore di proiezione non succede proprio NIENTE! Non aggiungo dettagli nel rispetto di chi eventualmente volesse vedere il film,anche se personalmente suggerirei di evitarlo.
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lalli
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giovedì 3 maggio 2012
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meraviglioso depp
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un bel film con un Depp bravissimo come sempre, ma sinceramente sono uscita dalla sala un po' annoiata...un po' troppo lungo..ma cmq da vedere..paura e delirio a Puerto Rico;)
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flyanto
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mercoledì 2 maggio 2012
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le vicende iìdi un giornalista pieno di ideali ed
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Film tratto da un romanzo giovanile dello scrittore Hunter S. Thompson (deceduto nel 2005) dove vengono raccontate il soggiorno e le avventure a Puerto Rico nei primi anni '60 di un giornalista intriso di nobili ideali per cui battersi e di molto alcool. Qui, nella descrizione della coppia giornalista e fotografo, si evince già quella della futura coppia giornalista-avvocato delineata sempre da Thompson nel suo romanzo posteriore "Paura e Delirio a Las Vegas", da cui venne tratto l'omonimo film di Terry Gilliaminterpretato sempre ottimamente da Johnny Depp. Anche in questa pellicola è da ammirare la recitazione di questo attore ed ancor di più la ricostruzione storica ed ambientale della città dio Puerto Rico degli anni '60.
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Film tratto da un romanzo giovanile dello scrittore Hunter S. Thompson (deceduto nel 2005) dove vengono raccontate il soggiorno e le avventure a Puerto Rico nei primi anni '60 di un giornalista intriso di nobili ideali per cui battersi e di molto alcool. Qui, nella descrizione della coppia giornalista e fotografo, si evince già quella della futura coppia giornalista-avvocato delineata sempre da Thompson nel suo romanzo posteriore "Paura e Delirio a Las Vegas", da cui venne tratto l'omonimo film di Terry Gilliaminterpretato sempre ottimamente da Johnny Depp. Anche in questa pellicola è da ammirare la recitazione di questo attore ed ancor di più la ricostruzione storica ed ambientale della città dio Puerto Rico degli anni '60. Il regista Robinson non raggiunge i livelli artistici di Terry Gilliam ma il suo lavoro comunque è degno di menzione e di essere visto ed apprezzato.
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sevenik
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martedì 1 maggio 2012
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ncs ... non ci siamo !!!
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Comincio dicendo che il film a me non è affatto piaciuto !! Dal mio punto di vista era privo di spunti interessanti e con una trama scialba e monotona, insomma ... ho fatto fatica a rimanere sveglio per tutti e 120 min del film !!!
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maurì
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lunedì 30 aprile 2012
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poca hollywood-per fortuna
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Non è un flop ma neppure un film d'autore, noioso e con ritmi blandi a tratti ma tenuto su da una bella storia (ispirata da una vera e da un romanzo di Hunter S. Thompson) e da un Johnny Depp bravo, carismatico e come sempre "sfonda" video! Un film che comunque a mio modesto parere non incide più di tanto ed il risultato finale è poca Hollywood (per fortuna), ma tanto Puerto Rico e soprattutto tanto rum...
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