jaylee
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domenica 19 febbraio 2012
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l’arcipelago degli affetti
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Attesissima nuova opera di Alexander Payne, uno dei più originali e caratteristici registi statunitensi degli ultimi quindici anni (seppur non particolarmente prolifico), Paradiso Amaro è la storia di una fine e di un inizio.
Matt King (George Clooney), avvocato e ricco proprietario terriero alle Hawaii in rappresentanza di una ricca famiglia di cugini uniti però soltanto dalla ricca proprietà comune, sta per chiudere la prima parte della sua vita: sua moglie sta per morire in seguito ad un incidente e, prima di staccare le macchine che la tengono in vita, deve avvertire tutti coloro che la amavano. Scopre però che la moglie aveva una relazione clandestina, e stava per chiedergli il divorzio…
Ambientata alle Hawaii, il film vedrà Matt impegnato a recuperare il rapporto con le figlie, ormai parzialmente compromesso (soprattutto con la maggiore), cercare di portare a buon fine la vendita di un angolo di paradiso spinto dai cugini, e, infine, incontrare quello che era stato l’amante della moglie.
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Attesissima nuova opera di Alexander Payne, uno dei più originali e caratteristici registi statunitensi degli ultimi quindici anni (seppur non particolarmente prolifico), Paradiso Amaro è la storia di una fine e di un inizio.
Matt King (George Clooney), avvocato e ricco proprietario terriero alle Hawaii in rappresentanza di una ricca famiglia di cugini uniti però soltanto dalla ricca proprietà comune, sta per chiudere la prima parte della sua vita: sua moglie sta per morire in seguito ad un incidente e, prima di staccare le macchine che la tengono in vita, deve avvertire tutti coloro che la amavano. Scopre però che la moglie aveva una relazione clandestina, e stava per chiedergli il divorzio…
Ambientata alle Hawaii, il film vedrà Matt impegnato a recuperare il rapporto con le figlie, ormai parzialmente compromesso (soprattutto con la maggiore), cercare di portare a buon fine la vendita di un angolo di paradiso spinto dai cugini, e, infine, incontrare quello che era stato l’amante della moglie. Paradiso Amaro è un film che parla di legami, quelli meramente formali del sangue, e quelli invece creati e coltivati giorno dopo giorno… non perché siamo nati da uno stesso progenitore siamo legati, ma nell’energia che ognuno dedica all’altro, per il tempo che si passa assieme. Non incidentalmente, come ribadito nel film, il film è ambientato in un arcipelago, metafora dei nostri affetti, non cristallizzati, non dovuti… ognuno è un’isola che, in mancanza di quella energia, tende ad allontanarsi dalle altre. Una reazione esogena, dove ognuno dà e riceve. Alla fine della pellicola, sarà molto più “famiglia” Sid (amico apparentemente superficiale della figlia, ma con una ingenua e sincera saggezza di fondo) che qualsiasi dei cugini di Matt, che addirittura festeggiano la vendita della proprietà mentre la moglie di Matt muore.
Molto intensa la performance di George Clooney, qui un imbolsito Giobbe mimetizzato con sformate camicie a fiori in mezzo alla popolazione locale, ma che imprime al suo personaggio un misto di amarezza per il tempo perso e di volontà nel far funzionare le cose per le persone che ama… è di fronte ad un nuovo inizio, consapevole di quanta energia sarà necessaria. Nomination all’oscar meritata, interessante vedere se bisserà il premio ottenuto con Syriana. Molto più simile a A Proposito di Schmidt piuttosto che Sideways, Paradiso Amaro rappresenta una storia intensa e reale… Curiosa la scelta di non tradurre il titolo originale The Descendants (ovvero i Discendenti o Gli Eredi, sia nel senso della famiglia stretta che dei cugini che discendevano dallo stesso proprietario terriero), che ovviamente ha tutt’altra capacità evocativa. Da comprendere nel suo senso più profondo ed universale.
(www.versionekowalski.it)
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glenn_glee
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lunedì 12 marzo 2012
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l'antitesi del paradiso
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Quello che ci presenta Payne è un mondo apparentemente perfetto, un luogo da cartolina, eppure per tutti i suoi abitanti quello non è altro che "casa", un posto dove si vive, si ride, si piange, si lavora, ci si diverte, dove accadono tragedie. Quante volte noi ci fermiamo all'apparenza per giudicare le cose o gli eventi e non andiamo oltre alla superficie? Apparentemente la famiglia di Clooney era perfetta: due figlie, una bella moglie, un bel lavoro, una bella casa, erede di una terra vasta, in un' isola da sogno. Eppure tutto si incrina pian piano, svelando problemi che prima venivano ignorati ma che dal momento dell'incidente devono essere affrontati per scoprire la verità, per capire la famiglia in cui si vive e che non si conosce più.
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Quello che ci presenta Payne è un mondo apparentemente perfetto, un luogo da cartolina, eppure per tutti i suoi abitanti quello non è altro che "casa", un posto dove si vive, si ride, si piange, si lavora, ci si diverte, dove accadono tragedie. Quante volte noi ci fermiamo all'apparenza per giudicare le cose o gli eventi e non andiamo oltre alla superficie? Apparentemente la famiglia di Clooney era perfetta: due figlie, una bella moglie, un bel lavoro, una bella casa, erede di una terra vasta, in un' isola da sogno. Eppure tutto si incrina pian piano, svelando problemi che prima venivano ignorati ma che dal momento dell'incidente devono essere affrontati per scoprire la verità, per capire la famiglia in cui si vive e che non si conosce più. Un uomo che è sempre stato lontano dai problemi dentro le mura di casa ma che si trova pieno di responsabilità che non sa affrontare, che scopre il tradimento della moglie, ma che alla fine si trova cambiato, cresciuto, pronto a prendere le decisioni che vuole senza farsi condizionare dagli altri. La musica hawaiana ci accompagna per tutto il film, contrapponendosi alle vicende difficili che deve affrontare questa famiglia distrutta ma che paradossalmente si ricostituirà dopo la perdita della donna. Un film che fa sorridere, ma che arriva a far commuovere in una delle scene finali, quando Clooney finalmente perdona la moglie, sua pena, sua gioia.
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ale.francini
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martedì 8 maggio 2012
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un affresco famigliare commovente e spassoso
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Una bella donna sorridente è passeggera di un motoscafo che sfreccia sul mare delle Hawaii, paradiso terrestre dell'immaginario collettivo. E' la stessa introduzione con la voce fuori campo del protagonista che ce lo dice. Matt King (George Clooney) ci spiega che la gente di tutto il mondo è convinta che in un posto come quello, dove fanno da sfondo obbligato le palme, le perfette donne in bikini e gli scultorei surfisti, non possa mai accadere nulla di troppo triste o doloroso. Tutti pensano che in un posto così l'ineluttabile e la morte non riescano certo a varcare la soglia di quelle ville meravigliose con ordinati giardini abitati dal verde più brillante e da piscine lagunari blu cobalto.
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Una bella donna sorridente è passeggera di un motoscafo che sfreccia sul mare delle Hawaii, paradiso terrestre dell'immaginario collettivo. E' la stessa introduzione con la voce fuori campo del protagonista che ce lo dice. Matt King (George Clooney) ci spiega che la gente di tutto il mondo è convinta che in un posto come quello, dove fanno da sfondo obbligato le palme, le perfette donne in bikini e gli scultorei surfisti, non possa mai accadere nulla di troppo triste o doloroso. Tutti pensano che in un posto così l'ineluttabile e la morte non riescano certo a varcare la soglia di quelle ville meravigliose con ordinati giardini abitati dal verde più brillante e da piscine lagunari blu cobalto. Persino le tipiche camicie floreali di tutti i colori che gli uomini d'affari portano normalmente in ufficio possono sembrare corazze che respingono qualsiasi tipo di tormento e che immergono chi le indossa in un'aura di spensieratezza e serenità alimentata dai quotidiani raggi del sole. Invece non è così. Almeno non quanto e come tutti pensano. Matt King le camicie coi fiori a maniche corte le indossa solo per abitudine e la sua laguna artificiale è blu solo quando viene "l'uomo della piscina" a pulirla dalle foglie che cadono dagli alberi del suo giardino ordinario; e la sua vita non è affatto serena e spensierata. Sua moglie Elizabeth è in un coma profondo che si scoprirà poi irreversibile ed è la stessa donna che alcune settimane prima sedeva radiosa sul quel motoscafo causa della tragedia. Quella brutta caduta in acqua ha trasformato il suo viso prima bellissimo e sorridente in un volto che ha ormai la sola gelida maschera del sonno senza ritorno nel quale è sprofondata. Già prima della tragedia Matt ed Elizabeth avevano smesso di comunicare perchè il loro matrimonio era in crisi da mesi. Matt King/Clooney quindi ce lo dice chiaramente e con voce sicura: quel paradiso che noi tutti sognamo, sia esso alle Hawaii o in cielo, "può andare a farsi fottere" per quel che lo riguarda. Da qui inizia il percorso a due corsie che porterà Matt a rielaborare e a capire da una parte il rapporto vissuto con la moglie e dall'altra quello con le due figlie. Sarà infatti la più grande Alexandra (Shailene Woodley) a confidargli il motivo per cui negli ultimi tempi lei e la madre si scontravano continuamente con furiose litigate. Quella confessione farà scattare in Matt King la scintilla che stravolgerà tutte le sue presunte convinzioni coniugali e lo metterà, accompagnato dalle due figlie e da uno stralunato e irriverente amico di Alexandra, alla ricerca dell'uomo che la moglie pochi mesi prima dell'incidente aveva conosciuto e cominciato ad amare. A complicargli le cose un'importante decisione che dovrà prendere a breve: cosa fare di un vastissimo appezzamento immerso nel verde del quale lui e i suoi tanti cugini sono i proprietari e che questi vorrebbero vendere per il grande ritorno economico in ballo. La disperata situazione della moglie unita allo strano percorso di avvicinamento al misterioso amante di lei, faranno sì che Matt e le figlie avranno modo finalmente di conoscersi a fondo e di provare a recuperare il tempo perduto.
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xquadro
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domenica 18 marzo 2012
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la
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La pellicola ha rivelato un'attrice sicuramente dotata, Shailene Woodley. A tal punto da far scivolare in secondo piano, in qualche punto del film, la presenza e la recitazione di George Clooney,l'ex medico di E.R. che ha deciso di sdoppiare la sua attività cinematografica vestendo, talvolta contemporaneamente, i ruoli di attore e di regista. In questo lavoro firmato Alexander Payne Clooney è l'attore protagonista in una commedia malinconica, non proprio leggera. Clooney ci prova ma non sempre si presenta con l'espressione giusta al momento giusto. Talvolta l'effetto pesce in barile, con quello sguardo fisso e un po' opaco, non mette in risalto le sue qualità. 'Paradiso amaro' parla di luoghi e di affetti: la casa, la strada, la spiaggia, il giardino, la piscina, ma anche di amore per i figli, per la moglie, per il marito, tutto fuso in una storia che condensa nel presente passato e futuro, ricordi e orizzonti, di paesaggio e di vita.
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La pellicola ha rivelato un'attrice sicuramente dotata, Shailene Woodley. A tal punto da far scivolare in secondo piano, in qualche punto del film, la presenza e la recitazione di George Clooney,l'ex medico di E.R. che ha deciso di sdoppiare la sua attività cinematografica vestendo, talvolta contemporaneamente, i ruoli di attore e di regista. In questo lavoro firmato Alexander Payne Clooney è l'attore protagonista in una commedia malinconica, non proprio leggera. Clooney ci prova ma non sempre si presenta con l'espressione giusta al momento giusto. Talvolta l'effetto pesce in barile, con quello sguardo fisso e un po' opaco, non mette in risalto le sue qualità. 'Paradiso amaro' parla di luoghi e di affetti: la casa, la strada, la spiaggia, il giardino, la piscina, ma anche di amore per i figli, per la moglie, per il marito, tutto fuso in una storia che condensa nel presente passato e futuro, ricordi e orizzonti, di paesaggio e di vita. Parla anche di tradimento e di vendetta. Si può tradire una persona,come la propria terra. Si può anche essere traditi ed è difficile poi accettare la realtà, come è difficile perdonare. Eppure, sembra voler dire il film, in ogni persona c'è qualcosa di buono, un motivo per ricordare, qualche volta per dimenticare: è la vita che ci mette alla prova. Se si ha la fortuna di amare, quell'amore non bisogna darlo per scontato. Ci si può invaghire di un posto, di una persona, scoprire che i figli non stimano più i padri (o le madri), e qualche volta hanno ragione. Nella vita si può anche soffrire, e molto. Oppure ridere (e il film offre qualche scenetta gustosa). Quello che non bisognerebbe fare è chiudere la porta al mondo, rifugiarsi in un comodo tran tran, nel lavoro, nelle sicurezze che appaiono più scontate. 'Paradiso amaro' è un film idealista ed 'ecolofilo', dove valgono più i sentimenti e la propria coscienza, del denaro che vuole tutto appiattire in un deserto di puro cemento. Se fosse possibile votare con le mezze stelle ne varrebbe due e mezzo.
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catcarlo
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lunedì 4 giugno 2012
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paradiso amaro
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Anche in paradiso si soffre. Subito in apertura, la voce fuori campo del protagonista Matt King si premura di farci sapere che pure alle Hawaii la vita sa fare male. Ricco sfondato eppure affetto da braccino corto, il nostro vive un’esistenza immersa in se stesso e nel lavoro mentre attorno la moglie cerca consolazione e le figlie non sono altro che delle estranee. L’incidente della consorte e la necessità di staccare la spina (testamento biologico, nel Pacifico sì che sono avanti) costringe Matt a confrontarsi finalmente con la realtà e, non bastandogli la fatica di aprire gli occhi, nel frattempo deve gestire, per conto della suo numerosissimo parentado, la vendita di un incontaminato angolo di natura destinato alla speculazione immobiliare.
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Anche in paradiso si soffre. Subito in apertura, la voce fuori campo del protagonista Matt King si premura di farci sapere che pure alle Hawaii la vita sa fare male. Ricco sfondato eppure affetto da braccino corto, il nostro vive un’esistenza immersa in se stesso e nel lavoro mentre attorno la moglie cerca consolazione e le figlie non sono altro che delle estranee. L’incidente della consorte e la necessità di staccare la spina (testamento biologico, nel Pacifico sì che sono avanti) costringe Matt a confrontarsi finalmente con la realtà e, non bastandogli la fatica di aprire gli occhi, nel frattempo deve gestire, per conto della suo numerosissimo parentado, la vendita di un incontaminato angolo di natura destinato alla speculazione immobiliare. Sarebbe troppo facile, a questo punto, modificare la prima frase in ‘anche i ricchi piangono’, ma è un’accusa che il bel film di Alexander Payne non merita. Certo, le situazioni lacrimogene non mancano e l’emotività dello spettatore è costantemente sollecitata, ma sceneggiatura e regia tengono con sicurezza la barra dritta, riuscendo a frenare quando è il momento e imponendo un ritmo ben scandito che evita i cali di tensione lungo le quasi due ore di durata complessiva: un lavoro che ha fruttato l’unico Oscar vinto – sceneggiatura non originale tratta da un romanzo di Kaui Hart Hemmings – a fronte di cinque nomination. Il racconto di formazione ritardata (nel senso che si parla di un adulto, non di un adolescente) è costruito attorno alla bella prova di uno scarruffato Clooney, impegnato a dimostrare ancora una volta di essere un vero attore e non il bello di ‘E.R.’ prestato al cinema: malgrado un paio di espressioni da ‘Nespresso, what else?’, il suo Matt funziona, sia quando si deve confrontare con un suocero che non lo sopporta, sia quando si mette alla ricerca del suo rivale in amore. Ad accompagnarlo sono le figlie – anche Shailene Woodley viene dalla televisione – e un amico della maggiore: la presenza di questo Sid risulta un po’ incongrua e, malgrado ogni tanto serva ad alleggerire l’atmosfera o a far da balia alla piccola Scotty quando altrimenti non si saprebbe dove metterla, finisce per essere uno dei punti deboli della pellicola insieme a un clima che, tra nuvole e umidità, più che alle Hawaii fa pensare al nord dell’Inghilterra (va bene l’adesione all’atmosfera generale, ma quando è troppo, è troppo). Affrontando una prova e l’altra e l’altra ancora, Matt finisce per crescere sul serio e si cava anche qualche soddisfazione in un finale in cui, inzuppati i fazzoletti, ogni cosa va sistemandosi: la fedifraga defunge, la natura viene salvaguardata, l’amante subisce un’esemplare punizione e la famiglia King si ritrova sul divano a guardare ‘La marcia dei pinguini’.
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dario
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mercoledì 13 maggio 2015
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ammirevole
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C'è qualche compiacimento sotteraneo di troppo, ma qui siamo di fronte a un signor film che va diritto allo scopo. Che è quello di raccointare una storia ordinaria con sguardo straordinario. Divismo cointenuto, Clooney al meglio, intenso e sincero. Forse troppo lungo, certo un po' ripetitivo. Sostanzialmente ammirevole.
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shanks
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giovedì 1 marzo 2012
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vita di tutti i giorni
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Come fare ad instaurare un rapporto con i proprio figli mentre la moglie sta morendo in un letto d'ospedale ed è in atto un importante vendita di un colossale territorio in cui sono implicati decine di familiari? E' questa la premessa del nuovo Payne, un intricata tela di emozioni in cui Matt King dovrà spendere tempo ed energie.
Siamo in un luogo da sogno, le Hawaii, dove tutto sembra paradisiaco e i problemi, tra spiagge da urlo e panorami mozzafiato, sembrano non esistere; per fortuna la voce narrante ci riporta immediatamente con i piedi per terra, ricordandoci che in queste terre incidenti, elaborazioni del lutto e collegamenti per ristabilire il rapporto tra genitori e figli sono gli stessi di qualsiasi altra parte del mondo.
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Come fare ad instaurare un rapporto con i proprio figli mentre la moglie sta morendo in un letto d'ospedale ed è in atto un importante vendita di un colossale territorio in cui sono implicati decine di familiari? E' questa la premessa del nuovo Payne, un intricata tela di emozioni in cui Matt King dovrà spendere tempo ed energie.
Siamo in un luogo da sogno, le Hawaii, dove tutto sembra paradisiaco e i problemi, tra spiagge da urlo e panorami mozzafiato, sembrano non esistere; per fortuna la voce narrante ci riporta immediatamente con i piedi per terra, ricordandoci che in queste terre incidenti, elaborazioni del lutto e collegamenti per ristabilire il rapporto tra genitori e figli sono gli stessi di qualsiasi altra parte del mondo.Una prova quella degli attori superba, dove spicca un immenso George Clooney (un giorno, in Italia, impareremo a conoscere la sua professionalità invece delle solite voci "gossippiane"), capace di trainare il giovane cast ( eccezionale Shailene Woodley) a performance mai sopra le righe e convincenti nell'elaborare i tormenti del mondo giovanile.
Continua nella sua striscia positiva il regista americano, abile nel cucire ruoli tragicomici al protagonista di turno, lasciando comunque ampio respiro alla location, in modo da regalare allo spettatore uno spiraglio per entrare nella pieghe della storia. Un cinema "di tutti i giorni"; niente effetti speciali, suoni invadenti o mattatori che rubano la scena. Vita vera
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francescoambrosino
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lunedì 19 marzo 2012
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paradiso amaro: bel film, ma...
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Ieri finalmente ho visto Paradiso Amaro (The Descendants), il film con George Clooney che ha fatto incetta di premi e nomination in giro per il mondo. E' un bel film, ma ha anche molti difetti. Prima di iniziare con la mia analisi, vediamo un po' la trama. Matt King (Clooney) è un uomo ricco, discendente di una facoltosa famiglia hawaiiana. Durante la trattativa per la vendita della più grande proprietà di famiglia, la sua vita viene scossa da una tragedia.
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Ieri finalmente ho visto Paradiso Amaro (The Descendants), il film con George Clooney che ha fatto incetta di premi e nomination in giro per il mondo. E' un bel film, ma ha anche molti difetti. Prima di iniziare con la mia analisi, vediamo un po' la trama. Matt King (Clooney) è un uomo ricco, discendente di una facoltosa famiglia hawaiiana. Durante la trattativa per la vendita della più grande proprietà di famiglia, la sua vita viene scossa da una tragedia. La moglie Elisabeth, dopo un incidente nautico, entra in coma irreversibile. Così, Matt si ritrova a dover gestire la situazione e badare alle sue figlie, Alexandra e Scottie, alle quali non ha mai dedicato molto tempo. A rendere le cose più difficili sarà la scoperta del tradimento della moglie.
Il film segna il ritorno alla regia di Alexander Payne, a sei anni di distanza dall'ottimo Sideways - In viaggio con Jack, ed è basato sul romanzo di Kaui Hart Hemmings "Eredi di un mondo sbagliato". Come premesso, il film presenta diversi difetti che indicherò di seguito. Il primo è senza dubbio la durata, eccessiva se si tiene conto della successione di eventi raccontati. I tempi sono dilatati, e alcune scene sono troppo lunghe. Questo, ovviamente, comporta un rallentamento del ritmo della narrazione. Un altro difetto è l'inserimento, nella storia, di personaggi, a mio avviso, superflui e poco funzionali, come, ad esempio, il compagno di Alexandra, Sid, che non arricchisce in alcun modo il film. Infine, a deludermi non poco è stata la regia, eccessivamente statica e a tratti fredda, quasi distante da quello che si sta cercando di raccontare. Bisogna, ovviamente, precisare che Payne non è mai stato un regista particolarmente estroso e dinamico dal punto di vista stilistico. Nonostante tutto, però, il film mi è piaciuto perché è decisamente sincero, struggente, commovente e, per certi versi, anche coraggioso. Trattare temi come il coma, il testamento biologico e l'eutanasia non è mai facile, e Payne lo fa con apprezzabile leggerezza, senza calcare troppo la mano. Sicuramente fiore all'occhiello del film è l'interpretazione eccellente di George Clooney, uomo ridicolo alle prese con la propria vita.
Nei suoi primi piani si legge la sensazione di inadeguatezza provata dal suo personaggio, Matt, un uomo comune raccontato nel suo momento peggiore, perso tra il dolore della perdita e la rabbia del tradimento. I suoi sguardi persi nel vuoto, gli scatti con la testa, tipici della sua recitazione, il modo di gesticolare, il modo buffo di correre, la capacità di riempire la scena con i suoi silenzi, fanno di Matt una delle sue migliori interpretazioni, giustamente premiata in diversi festival e concorsi. Ma l'elemento principale del film è il modo di vivere il dolore, condizione comune a tutti gli esseri umani. Chiunque abbia nella propria vita vissuto un lutto sa perfettamente che nessuno lo affronta nella stessa maniera nella quale lo farebbe qualcun'altro. E questo è raccontato molto bene nel film, sottolineando le reazioni diverse dei tre personaggi principali, Matt, Alexandra e la piccola Scottie. Interessante anche la capacità di combinare due generi molto distanti tra loro, come il melò, la commedia amara e il road movie. Il viaggio, elemento costante nella produzione di Payne, riesce a conferire una accelerazione nel ritmo, altrimenti, come detto in precedenza, eccessivamente lento. Molto belle anche le musiche e la fotografia. Devo ammettere, inoltre, che l'interpretazione di Shailene Woodley, star tv del telefilm "Vita di ua teenager americana", mi ha veramente colpito. Non la conoscevo, non avendo mai seguito la serie, ma è stata una piacevole sopresa.
Nel complesso, comunque, Paradiso Amaro è un film che merita sicuramente una occasione.
www.francescoambrosino.blogspot.com
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kondor17
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martedì 25 dicembre 2012
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al capezzale di un corpo morente la vita cambia
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Matt King è un affermato legalista americano di lontane origini hawayane, specializzato nel campo immobiliare. La tragedia familiare che lo colpisce (la moglie è in coma per un incidente) lo obbliga a rivedere molti aspetti della sua vita: il rapporto con figlie, innanzitutto, ma anche quello con gli amici e, non ultimo, coi numerosi cugini, coproprietari di una mega-tenuta sul mare (25000 acri) di cui lui è il fiduciario ed a cui spetta, in ultima analisi, il destino finale (vendere, a chi, a quanto - oppure tenerla). Matt decide così di andare, con la piccola Scottie, a prelevare da un costoso college l'altra figlia Alexandra, ddiciassettenne, per coinvolgerla nella situazione e rivalutare la sua relazione con la madre, con cui aveva avuto un profondo dissidio, dopo aver scoperto che tradiva il padre.
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Matt King è un affermato legalista americano di lontane origini hawayane, specializzato nel campo immobiliare. La tragedia familiare che lo colpisce (la moglie è in coma per un incidente) lo obbliga a rivedere molti aspetti della sua vita: il rapporto con figlie, innanzitutto, ma anche quello con gli amici e, non ultimo, coi numerosi cugini, coproprietari di una mega-tenuta sul mare (25000 acri) di cui lui è il fiduciario ed a cui spetta, in ultima analisi, il destino finale (vendere, a chi, a quanto - oppure tenerla). Matt decide così di andare, con la piccola Scottie, a prelevare da un costoso college l'altra figlia Alexandra, ddiciassettenne, per coinvolgerla nella situazione e rivalutare la sua relazione con la madre, con cui aveva avuto un profondo dissidio, dopo aver scoperto che tradiva il padre. Venutone a conoscenza dalla figlia in un momento di sconforto, tale notizia sconvolge ancor di più la sua vita e il desiderio di conoscere e di avvisare l'amante della cosa, diventa il pretesto per intraprendere, con le figlie e l'amico di Alessandra, Sid, un viaggio alla sua ricerca e alla ricerca di se stesso e della verità.
Sullo sfondo di panorami mozzafiato, con bellissime musiche ed eccellenti interpretazioni ( non solo di Gerge Clooney, sempre più maturo), il dramma, la beffa e la ricerca trasformano il film in un godibile road movie, in cui emergono poi i valori di affetto, di unità familiare, di ripensamenti, di attaccamento ai parenti e alla terra, origine di tutto. Sintomatica la scena silenziosa in cui Matt, prima della decisione finale sulla tenuta, guarda le foto appese nel soggiorno della casa dei genitori, ripercorrendo in pochi minuti la sua e la loro esistenza, legata quanto mai a quella splendida terra, simbolo di paradiso, ma non per tutti tale.
Assolutamente vedibile e decisamente originale!
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jacopo b98
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giovedì 2 maggio 2013
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payne ritorna al cinema è ci lascia a bocca aperta
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Matt King (Clooney) è un avvocato e vive alle Hawaii. La moglie è in coma da ventitré giorni perché è caduta dalla barca, quando viene a sapere dalla figlia (Woodley) che lei lo tradiva con un altro. Inoltre Matt deve anche decidere se e a chi vendere della terra, che renderà lui e i suoi cugini tutti molto ricchi (come se non lo fossero già). Deve inoltre occuparsi delle due figlie che a mala pena conosce. Tutto questo lo cambierà nel profondo. Tratto dal romanzo di Kaui Hart Hemmings, sceneggiato dal regista con Nat Faxon e Jim Rash, il quinto film di Payne è il migliore della sua carriera. Le Hawaii, di cui lo spettatore si innamora, sono riprese non certo nei loro posti più belli, infatti il film denuncia anche l’eccessiva cementificazione.
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Matt King (Clooney) è un avvocato e vive alle Hawaii. La moglie è in coma da ventitré giorni perché è caduta dalla barca, quando viene a sapere dalla figlia (Woodley) che lei lo tradiva con un altro. Inoltre Matt deve anche decidere se e a chi vendere della terra, che renderà lui e i suoi cugini tutti molto ricchi (come se non lo fossero già). Deve inoltre occuparsi delle due figlie che a mala pena conosce. Tutto questo lo cambierà nel profondo. Tratto dal romanzo di Kaui Hart Hemmings, sceneggiato dal regista con Nat Faxon e Jim Rash, il quinto film di Payne è il migliore della sua carriera. Le Hawaii, di cui lo spettatore si innamora, sono riprese non certo nei loro posti più belli, infatti il film denuncia anche l’eccessiva cementificazione. I personaggi vivono vicende del nostro mondo, in un qualche modo comuni e per questo la pellicola tocca come poche altre. Il regista riprende la storia di un uomo che forse tanto uomo non è; “seduto in quell’ufficio ad ammucchiare contanti”, come dice il genero; e del suo processo per diventare “un marito e un padre vero”. La storia è raccontata con impietosità, dura ma bellissima la scena in cui Matt dice alla moglie morente “mio amore, mia pena…”, ma anche con leggerezza, personificata nel personaggio di Sid, il fidanzato idiota della figlia. Interessante l’apertura del film con il protagonista che fa notare che lo stereotipo dell’hawaiano, sulla tavola da surf oppure sdraiato sotto l’ombrellone, è totalmente sbagliato, dato che anche là si lavora e si muore tutti i giorni. Ottima fotografia di Phedon Papamichael. Tutti gli attori sono bravissimi, con un Clooney, genitore comune, straordinario. La Woodley è decisamente promettente. Cinque nomination all’Oscar e solo una vittoria per la miglior sceneggiatura non originale.
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