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ashtray_bliss
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giovedì 12 marzo 2015
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contaminazione d'idee per una giovane naziskin.
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Kriegerin è un film piuttosto duro, ruvido, amaro come la realtà nella sua forma più realistica (o iper-realistica), un film che elude sentimentalismi o qualsiavoglia forma di imbellimenti e vezzosità, che ti immerge in modo brutale fatto di bieca violenza, aggressività, rabbia e ovviamente tanta alienazione. La pellicola infatti si concentra nel rappresentare la vita di un gruppo di giovani naziskin nella Germania di oggi; gruppo formato da nazionalisti, che si ubriacano di birra e ideologia nazista e che osservano il degrado della società contemporanea facendo cadere le colpe di tutta questa decadenza sugli immigrati, gli ebrei e ovviamente i poliziotti.
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Kriegerin è un film piuttosto duro, ruvido, amaro come la realtà nella sua forma più realistica (o iper-realistica), un film che elude sentimentalismi o qualsiavoglia forma di imbellimenti e vezzosità, che ti immerge in modo brutale fatto di bieca violenza, aggressività, rabbia e ovviamente tanta alienazione. La pellicola infatti si concentra nel rappresentare la vita di un gruppo di giovani naziskin nella Germania di oggi; gruppo formato da nazionalisti, che si ubriacano di birra e ideologia nazista e che osservano il degrado della società contemporanea facendo cadere le colpe di tutta questa decadenza sugli immigrati, gli ebrei e ovviamente i poliziotti. ACAB è difatti l'acronimo che uno di loro ha tatuato sulle nocche della mano, insieme a tanti altri tattoo inneggianti alla xenofobia e al nazionalismo tedesco d'altri tempi.
Parte di questo improbabile gruppo è anche Marisa, una ventenne tedesca, dalla capigliatura punk (sfoggia il tipico Chelsea haircut). Anch'essa è una radicale, indistruttibile, tenacie, forte, audace. Non a caso è chiamata da tutti, ma specialmente dal nonno materno col quale riesce ad avere un vero e genuino rapporto affettivo, Kriegerin. Una combattente e una lottatrice che non molla mai e sa andare fino in fondo per i suoi ideali. In un contesto così duro e spaesato della periferia tedesca, Marisa si vede protagonista di un incidente stradale, nel quale investe di proposito due ragazzini afgani per un danno causatole all'auto. Ma da quel momento in poi qualcosa in Marisa è destinato a cambiare. Quel singolore episodio innesta una serie di dubbi e interrgativi sulla sua stessa appartenenza ad un gruppo di estremisti, e ai valori sui quali basano il loro legame ma anche la loro ideologia politica. Ragazzi che tra l'altro si divertivano a sbeffeggiare immigrati, a fare bulli con la gente comune salvo poi radunarsi nei loro appartamenti per delle serate all'insegna della birra e della propaganda nazista.
Marisa invece subisce un cambiamento, lieve all'inizio ma che si scava una strada sempre più profonda facendola avvicinare, quasi scontrarsi con quello che lei considera il nemico, ovvero il ragazzo afgano più piccolo col quale cerca oltretutto di sdebitarsi. Abbattendo i muri ideologici che la separano umanamente e ideologicamente dall ''altro'', dal ''diverso'', la Kriegerin è l'unica che cerca di aprire uno spiraglio di speranza per se stessa e per lo spettatore. Ma se Marisa è destinata a intraprendere la strada della de-radicalizzazione, un'altra giovane 'recluta', Svenja, è destinata a entrar a far parte del gruppo e andare nella direzione opposta della protagonista.
Quest'ultima infatti è una quindicenne vispa e intelligente, la migliore della sua classe che però la famiglia e la routine tradizionale la annoiano e trova la sua via di fuga all'interno del piccolo nucleo naziskin sopracitato. Due realtà diverse ma che sono le due faccie della stessa medaglia. Due realtà destinate a scontrarsi e a lasciare poco spazio alla speranza in un futuro migliore, o in un cambiamento verso il meglio, il progresso, l'inclusività.
Il film è cupo, nichilista, ruvido, aggressivo proprio come i personaggi boderline che rappresenta. Così si mantine per tutto il tempo, venendo sempre meno alle aspettative riguardo un risvolto positivo della trama o un esito speranzoso. Kriegerin si mantiene fedele alla sua natura più aspra e malinconica, lasciandoti un senso di disagio e disorientamento alla fine della visione.
Un film freddo e duro come l'accaio che però nella sua natura riesce a catturare in pieno lo spettatore e metterlo al corrente di una realtà non troppo conosciuta ormai della Germania di oggi, che sà ancora coltivare e nascondere i fantasmi del passato fatti di guerra, intolleranza, di razzismo.
E anche quando Marisa, attorno al quale ruota l'intera vicenda narrata, cerca di scostarsi e allontanarsi dal gruppo viene punita dai suoi stessi compagni, i quali non dimostrano la benchè minima empatia o solidarietà, ma colgono l'occasione per scatenare contro di lei tutta la violenza, rabbia e ostilità che li accomuna.
Regia soliida, lineare, schietta e asciutta senza sfronzoli e privo di leziosità o sentimentalismi ci immerge in un mondo parallelo al nostro ma dal quale si distacca abilmente. Un mondo fatto di eccessi e di estremismi che lascia poco spazio alla speranza per un cambiamento sapendo che esistono persone tra di noi disposte a uccidere per degli ideali e delle dottrine, che potrebbero essere anche sbagliate ma che nessuno osa mettere in discussione. Persone disposte a sacrificare vite umane in nome dell'ideologia, della propaganda e della radicalizzazione. Perchè quello che si preannuncia essere un lieto infine, inverte la rotta di 180 gradi e col colpo di scena finale tutto si conclude proprio come inizia: a suon di rabbia e di violenza. Con sottofondo la musica Punk.
Ottime, convincenti e autentiche le interpretazione di tutti i giovani attori schierati che riescono a emanare quel disagio giovanile che li porta a scelte estreme ed estremiste.
Da vedere assolutamente e riflettere. Altro esempio di cinema europeo, fieramente indipendente e virtuosamente riuscito.
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loscrondo
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domenica 31 agosto 2014
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combat girls – kriegerin (2011)
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Anche stamani stavo girovagando su uno dei tanti siti di cinema in streamig quando ad un tratto mi trovo davanti la locandina di questo film,Combat Girls.Un film tedesco del 2011 di David Wendt che istantaneamente ha catturato la mia curiosità.
La trama: Marisa è una giovane ragazza tedesca appartenente ad un gruppo neo nazi incazz**e con tutti coloro che secondo lei stanno mandando in malora la Germania: ebrei,gay,drogati ecc ecc ; in tutto questo si inserisce Svenja una ragazzina quindicenne che si unirà al gruppo prendendola come punto di riferimento.
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Anche stamani stavo girovagando su uno dei tanti siti di cinema in streamig quando ad un tratto mi trovo davanti la locandina di questo film,Combat Girls.Un film tedesco del 2011 di David Wendt che istantaneamente ha catturato la mia curiosità.
La trama: Marisa è una giovane ragazza tedesca appartenente ad un gruppo neo nazi incazz**e con tutti coloro che secondo lei stanno mandando in malora la Germania: ebrei,gay,drogati ecc ecc ; in tutto questo si inserisce Svenja una ragazzina quindicenne che si unirà al gruppo prendendola come punto di riferimento. Tutto questo suo odio comincerà a vacillare solo quando farà amicizia con Rasul un giovane ragazzo rifugiato dell Afghanistan.
Che dire...è un film niente male,un po cupo che più volte mi ha riportato alla mente American History X,soprattutto per l'idea di base ovvero della nazi che pian piano si dissocia dalle sue convinzioni.Il rapporto di Marisa col nonno malato è forse la cosa più bella del film.Il nonno è l'unica persona (rifugiato afgano a parte) con cui Marisa sembra aprirsi e mettere da parte un po della sua durezza.Parallelamente a lei troviamo Svenja,l'altra protagonista,una ragazzina un po secchioncella che entra a far parte di questo mondo forse per ribellione nei confronti dei genitori più che per vera convizione politica...insomma una specie di nazi-poser...se posso usare questo termine.
Onestamente prima di vedere questo film me lo immaginavo più "duro" nel senso più crudo del termine,ossia pieno di scene di pestaggi e cose varie,scene che in effetti non ci sono...salvo un pestaggio su un treno ad inizio film.Anzi questo devo dire mi ha reso il film meno prevedibile,quindi tutto sommato va bene,sarebbe stato troppo ovvio un film sui nazi e pieno di pestaggi...ammettiamolo.
Fra le scene che ho apprezzato maggiormente direi il momento in cui Marisa seguendo il ragazzino afgano si procura una ferita al piede e lui la aiuta a medicarsi..ed è credo il momento in cui si instaura trai due una specie di amicizia.
Io consiglio la visione soprattutto se avete amato un film come American History X o se in generale vi piacciono le storie un po cosi...borderline diciamo,anche se non so se è il termine esatto. A me comunque è piaciuto.
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