Ultimamente mi sono resa conto che quello che più cerco in un film è la capacità di farmi riflettere, di darmi nuovi spunti e altri punti di vista sulle cose che accadono. Questo film rispecchia appieno ciò che cerco, e dopo averlo visto la prima volta ho deciso di vederlo di nuovo, questo perché ad una prima visione possono sfuggire dei particolari che in un secondo momento risultano più chiari. Quindi sicuramente è uno di quei film che va visto e rivisto. Il regista ci presenta Antoine, giovane uomo che vive a Montreal (2011) con la sua famiglia apparentemente perfetta, la sua compagna e donna della sua vita, i genitori e le figlie. Nella sua esistenza ( come in tutto il film, invero) la musica ha un ruolo fondamentale: senza di essa lui non vivrebbe.
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Ultimamente mi sono resa conto che quello che più cerco in un film è la capacità di farmi riflettere, di darmi nuovi spunti e altri punti di vista sulle cose che accadono. Questo film rispecchia appieno ciò che cerco, e dopo averlo visto la prima volta ho deciso di vederlo di nuovo, questo perché ad una prima visione possono sfuggire dei particolari che in un secondo momento risultano più chiari. Quindi sicuramente è uno di quei film che va visto e rivisto. Il regista ci presenta Antoine, giovane uomo che vive a Montreal (2011) con la sua famiglia apparentemente perfetta, la sua compagna e donna della sua vita, i genitori e le figlie. Nella sua esistenza ( come in tutto il film, invero) la musica ha un ruolo fondamentale: senza di essa lui non vivrebbe. In un secondo momento capiremo che ciò che sembra perfetto non sempre lo è davvero. Infatti Antoine ha lasciato l'ex compagna di una vita per la bella Rose, conosciuta in circostanze fortuite. Siamo quindi di fronte ad una tragedia familiare piuttosto che ad una bella favola, come all'inizio siamo portati a credere. Antoine continua a soffrire per aver ferito la moglie per cui nutre ancora dei forti sentimenti, per questo va da uno psicologo a cui confida le sue paure i suoi desideri e a cui confessa verità che non vorrebbe confessare nemmeno a se stesso. L'ex moglie soffre e non si da pace, è certa che lei e l'ex marito siano legati da qualcosa di ultraterreno, di indistruttibile. Soffre inoltre di sonnambulismo e di notte ha un incubo ricorrente: un bambino che seduto nella sua auto urla e si dispera. Parallelamente ci viene presentata la storia di Jacqueline, una mamma coraggiosa che negli anni 60 cresce con le sue sole forze il piccolo Laurent affetto da sindrome di Down. La loro vita scorre serena tra i sacrifici di Jacqueline e l'amore che figlio e madre hanno l'uno per l'altra. A distruggere questo equilibrio fatto di piccole cose e di "caffè" alla mattina, è l'arrivo nella classe di Laurent di Veronique, una dolce bambina anch'essa affetta da sindrome di Down. Tra i due si instaura subito un rapporto meraviglioso ostacolato dalla folle gelosia della madre nei confronti del bambino. Le due storie alla fine convergeranno nel più inaspettato tra i finali, un epilogo da pelle d'oca. Consiglio vivamente il film a tutti coloro che hanno voglia di guardare le cose da un altro punto di vista, che sentono il bisogno di guardare un film che lasci qualche domanda in più e che lasci sognare sull'amore e sulla forza con cui, a volte, sono legate due anime.
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