epiere
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venerdì 29 aprile 2011
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non annoia
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Film che si vede volentieri per tutte le due ore abbondanti,senza cali di tensione.Certo non ha la potenza di Crash,ma quello era un capolavoro difficilmente ripetibile e questo "solamente" un buon film che Haggis porta abilmente a conclusione con un ottimo Russell Crowe .Da capire invece che bisogno c'era di disturbare Liam Neeson per una particina di neanche 5 minuti...
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(di hollyver07)
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karmaelo
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venerdì 29 aprile 2011
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les trois jours suivants
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Un film sulla verità e sul senso di giustizia, negata da una società superficiale, terrorizzata, che non indaga seguendo l'unica pista plausibile, l'animo umano.Il professor Brennan conosce bene la moglie, le sue virtù e nn ha bisogno di rileggere le prove con un occhio "più oggettivo", come suggerito dall'avvocato, per essere certo della sua innocenza. E così, deluso e rassegnato da un sistema che condanna chi si sporca di sangue ma non l'anima, il nostro professore comincia ad incarnare un eroe donchisciottiano moderno che parte per la sua impresa visionaria : tirar fuori dal carcere la moglie (non a caso Haggis cita Cervantes durante una lezione all'università “Il sangue si eredita, ma la virtù si acquista, e la virtù vale di per sé quel che il sangue non vale).
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Un film sulla verità e sul senso di giustizia, negata da una società superficiale, terrorizzata, che non indaga seguendo l'unica pista plausibile, l'animo umano.Il professor Brennan conosce bene la moglie, le sue virtù e nn ha bisogno di rileggere le prove con un occhio "più oggettivo", come suggerito dall'avvocato, per essere certo della sua innocenza. E così, deluso e rassegnato da un sistema che condanna chi si sporca di sangue ma non l'anima, il nostro professore comincia ad incarnare un eroe donchisciottiano moderno che parte per la sua impresa visionaria : tirar fuori dal carcere la moglie (non a caso Haggis cita Cervantes durante una lezione all'università “Il sangue si eredita, ma la virtù si acquista, e la virtù vale di per sé quel che il sangue non vale). Per il remake di "Pour Elle" Haggis dosa perfettamente azione e sentimento, mostrando le sue grandi doti di sceneggiatore, peccando un pò sulle immagini che non osano. Ottimo lo sviluppo della figura del protagonista che nel tentativo di elevare la moglie ad innocente, cade sempre più giù, fino a toccare con mano la malavita dei bassifondi. Pessima la scelta di riproporre Crowe di fronte ad una parete piena di enigmi che la sua "Beatiful Mind" potrà risolvere. Tempo e spazio sono perfettamente calcolati e il regista riesce a coinvolgere lo spettatore nella morsa del 3-3-3 e dei cerchi tracciati sulla città, che separano il protagonista dalla libertà.
Azzeccatissima la scelta di Russell Crowe, perfetto nei ruoli di duro dal cuore tenero. Marginali le interpretazione del resto del cast, Neeson incluso.
Grandi sceneggiatori crescono...
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iohovistocosechevoiumani
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giovedì 28 luglio 2011
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perchè questo film merita di essere visto
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Magistrale interpretazione di Russel Crowe nella parte difficile di un modesto professore che piano piano si trasforma in uno spietato "esecutore" per liberare la moglie che ritiene innocente, pur se questa gli instilla non pochi dubbi. La tensione permane per tutta la durata del film e la sua particolarità è che ciò che accade non è mai scontato. Assistiamo alla metamorfosi di una persona assolutamente normale. La genialità della sceneggiatura e del montaggio del film è che proprio fino agli ultimi fotogrammi "tutto può accadere".
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cineedo
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martedì 26 aprile 2011
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the next three days
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Ecco un avvincente performance di Russell Crowe nell'interpretare il ruolo del padre di famiglia, con l'intento di liberare sua moglie Lara (Elizabeth Banks),precedentemente arrestata e condannata per un omicidio che sostiene di non aver commesso. A tre anni dalla condanna,cercadi dimostrare l'innocenza della moglie esaminando prove su prove, ma cerca di crescere il loro unico figlio, Luke (Ty Simpkins) e a svolgere il suo lavoro di insegnante in un college pubblico in modo regolare. Viene presentato un appello alla corte Suprema ma quando viene respinto, Lara tenta il suicidio e John decide che è rimasta solamente una soluzione possibile: organizzare l'evasione della moglie dalla prigione.
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gicuz
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martedì 6 marzo 2012
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un remake molto riuscito
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La curiosità per vedere questo film firmato Haggis che deve ringraziare (come i titoli di coda fanno) il precedente Pour Elle era tanta anche perchè già il film di Cavayé era discreto e la storia accattivante.
Così come è già successo con Brothers, remake de "non desiderare la donna d'altri di Susanne Bier , il cinema americano si dimostra più effciente e professionale nella realizzazione di opere di cui non possiede la originalità, quasi come a dire ...tu dammi un buon soggetto e io ti faccio il miglior film. Anche il remake della serie di Stig Larsson sembtra seguire la stessa via ed è quasi un ribaltamento di soluzioni del passato.
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La curiosità per vedere questo film firmato Haggis che deve ringraziare (come i titoli di coda fanno) il precedente Pour Elle era tanta anche perchè già il film di Cavayé era discreto e la storia accattivante.
Così come è già successo con Brothers, remake de "non desiderare la donna d'altri di Susanne Bier , il cinema americano si dimostra più effciente e professionale nella realizzazione di opere di cui non possiede la originalità, quasi come a dire ...tu dammi un buon soggetto e io ti faccio il miglior film. Anche il remake della serie di Stig Larsson sembtra seguire la stessa via ed è quasi un ribaltamento di soluzioni del passato.
Rispetto a Vincent Lindon poi Russell Crowe offre una interpretazione delle migliori e di gran lunga superiore. Tutto il contesto appare ben costruito ed anche i dettagli vengono arricchiti ed approfonditi.
Un film molto godibile e molto fedele all'originale ma quel tocco in più del maestro Haggis.
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intothewild4ever
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martedì 26 aprile 2011
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the next three ***
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Fare paragoni non è mai una scelta felice, ma vista la portata del precedente film di Paul Haggis "CRASH" è doveroso quantomeno fare una consecutio. Crash è un film potente, di forte impatto emotivo, crudo... "The Next Three Days" è un bel film, ma che di tanto in tanto cade in uno stile commerciale che mal si sposa con lo stile "Haggis" mostratoci sinora! La rincorsa dell'ispettore delle carrozze della Metro e la sbandata colossale da fiato sospeso, con scontro con Tir evitato di un soffio, ad esempio, sono scene in pieno stile Tony Scott, che possono andar bene per quest'ultimo, ma che non sono degne di Haggis, il quale ci aveva abituato a scelte più coraggiose.
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Fare paragoni non è mai una scelta felice, ma vista la portata del precedente film di Paul Haggis "CRASH" è doveroso quantomeno fare una consecutio. Crash è un film potente, di forte impatto emotivo, crudo... "The Next Three Days" è un bel film, ma che di tanto in tanto cade in uno stile commerciale che mal si sposa con lo stile "Haggis" mostratoci sinora! La rincorsa dell'ispettore delle carrozze della Metro e la sbandata colossale da fiato sospeso, con scontro con Tir evitato di un soffio, ad esempio, sono scene in pieno stile Tony Scott, che possono andar bene per quest'ultimo, ma che non sono degne di Haggis, il quale ci aveva abituato a scelte più coraggiose. Tali scelte però, nonostante tutto, ci sono comunque state... la scelta del finale ad esempio, con la facile deduzione di ciò che succederà dopo, a mio avviso innalza da sola il film al di sopra della media. Il tema trattato era delicato, e si sarebbe potuti cadere facilmente nel paradossale, ma benchè Paul abbia molto giocato sul filo del rasoio, alla fine ,come un medio equilibrista, ha barcollato spesso ma ne è uscito indenne, lasciando allo spettatore non troppo attento l'illusione della veridicità di una storia come quella messa sullo schermo e allo spettatore più attento, la godibilità di una storia verosimile. Aldilà di tutto ciò, il film resta assolutamente da vedere, se non altro per il grande Russel Crow, che mostra di non aver perso la sua grande classe di attore negli anni, ma anzi, se possibile l'ha accresciuta di pari passo alla sua mole...
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mikahel369
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giovedì 8 settembre 2011
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un film che si trasforma in cio che non ti aspetti
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Un film che va oltre ciò che lo spettatore o la critica banale si aspetta! Il film va guardato in una chiave parossistica che va oltre al dramma in se per se rappresentato e sfocia in un spirale che porta alla comprensione della spiritualità umana.
Nel guardare, o forse sarebbe meglio dire nello studiare il film, bisogna quindi trascendere il soggetto ed il ruolo dei protagonisti, solo in questo modo si possono scorgere i messaggi che si celano all'interno; ovvero la rappresentazione del dramma umano e della sua infinita lotta contro il suo lato oscuro per scoprire il vero Io.
Russel Crow, alias l'intelletto umano alias Adamo, rappresentato in un ruolo di placido insegnante e tutt'altro che vivace e reattivo nelle sue azioni quotidiane viene continuamente sferzato dalla moglie, alias l'ego umano alias Eva, che e' in continua rivolta contro il mondo che le e' affianco e per questo rimane vittima dello stesso.
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Un film che va oltre ciò che lo spettatore o la critica banale si aspetta! Il film va guardato in una chiave parossistica che va oltre al dramma in se per se rappresentato e sfocia in un spirale che porta alla comprensione della spiritualità umana.
Nel guardare, o forse sarebbe meglio dire nello studiare il film, bisogna quindi trascendere il soggetto ed il ruolo dei protagonisti, solo in questo modo si possono scorgere i messaggi che si celano all'interno; ovvero la rappresentazione del dramma umano e della sua infinita lotta contro il suo lato oscuro per scoprire il vero Io.
Russel Crow, alias l'intelletto umano alias Adamo, rappresentato in un ruolo di placido insegnante e tutt'altro che vivace e reattivo nelle sue azioni quotidiane viene continuamente sferzato dalla moglie, alias l'ego umano alias Eva, che e' in continua rivolta contro il mondo che le e' affianco e per questo rimane vittima dello stesso. Entrambi nel loro ruolo dimenticano il figlio, alias l'anima umana il collegamento Divino, che fino a che le cose non si complicano e' abbandonato tra scuola e baby-sitter. Il momento di prigionia della moglie e l'estremo tentativo del marito (Eva che stimola Adamo nella ricerca del suo io interiore) portano i due a riconsiderare il tutto e quindi a ricongiungersi al figlio non più per pochi attimi ma per sempre (Intelletto ed Ego uniti ritrovano la luce dell'anima, suggestivamente evidenziato dall'ottimo regista nella sua scena finale, in cui Russel scattando una foto, mette in evidenza la luce del Figlio rispetto alla piu' (o)scura presenza della moglie).
Invito "tutti i critici" a rivedere il film in questa ottica e quindi a rivedere il proprio giudizio che e' molto ingiusto.
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giorpost
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giovedì 18 aprile 2013
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giustizialismo e coraggio: russel crowe vs usa
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Siamo nell’ America post-11 settembre, quella fatta di giustizialismo e frenesia forense in un quadro ove la necessità è quella di snellire l’ enorme massa di processi vigenti in tutti gli Stati dell’ unione.
John Brennan è un mite professore universitario di Pittsburgh, prototipo di americano medio, tutto sommato felice di ciò che ha con una bella moglie ed un figlio che ama moltissimo, bella casa, un fratello col quale ha un buon feeling. Unico neo, non parla più col padre da diverso tempo.
La tranquilla vita di John e Lara viene sconvolta all’ improvviso con un evento tragico: la morte per omicidio della datrice di lavoro di Lara.
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Siamo nell’ America post-11 settembre, quella fatta di giustizialismo e frenesia forense in un quadro ove la necessità è quella di snellire l’ enorme massa di processi vigenti in tutti gli Stati dell’ unione.
John Brennan è un mite professore universitario di Pittsburgh, prototipo di americano medio, tutto sommato felice di ciò che ha con una bella moglie ed un figlio che ama moltissimo, bella casa, un fratello col quale ha un buon feeling. Unico neo, non parla più col padre da diverso tempo.
La tranquilla vita di John e Lara viene sconvolta all’ improvviso con un evento tragico: la morte per omicidio della datrice di lavoro di Lara. Il plot mette subito lo spettatore dinanzi ad una serie di dubbi, iniziando il film con un acceso diverbio a cena tra Lara e sua cognata, sfociato in epiteti piuttosto violenti e minacce personali, susseguite ad una serie di affermazioni sulla rivalità tra donne ed in particolare sul rapporto poco amichevole proprio tra Lara ed il suo capo.
Dopo anni di Cinema e telefilm made in USA conosciamo a fondo le modalità della polizia a stelle strisce la quale nella scena successiva irrompe in casa dei coniugi senza dare troppe spiegazioni arrestando Lara per omicidio, il tutto subito dopo che la stessa aveva lavato una macchia di sangue dalla camicia che indossava quel giorno a lavoro ed essersi iniettata in una coscia una non meglio specificata sostanza.
Le incertezze sul personaggio di Lara sovvengono, specialmente per chi non ha visto il film francese “Pour elle” dal quale il regista Paul Haggis ne ha tratto questo remake. Brennan (un convincente Russel Crowe), dopo aver smaltito lo shock e l’ incredulità si dedica anima e corpo alla difesa della moglie, credendola senza esitazioni innocente e vittima di un clamoroso errore giudiziario. Gli eventi della pellicola si susseguono attraverso una linea temporale sfalsata di alcuni anni (3 per la precisione) iniziando con un flash forward di un John impegnato alla guida della sua auto mentre un uomo muore al suo fianco, proseguendo attraverso lunghi sbalzi di tempo dove il numero 3 è la costante: gli ultimi 3 anni, gli ultimi 3 mesi, gli ultimi 3 giorni.
Dopo la sentenza d’ appello che conferma la colpevolezza di Lara ed il conseguente carcere a vita, John spinge l’ avvocato verso la Corte Suprema, ultima spiaggia per la giustizia americana, ma le cose vanno male e in una delle visite in carcere Lara accusa John di non averle neanche mai chiesto se fosse colpevole in un drammatico faccia a faccia separato solo dal vetro. Brennan è persuaso dall’ innocenza della moglie, è disperato, suo figlio sono ormai 3 anni che ha lo sguardo basso, parla poco e l’ unico momento di svago è la visita settimanale al parco. Tutto sta andando a rotoli e a quel punto il protagonista della storia cede alle vie traverse, quelle che solitamente si scelgono come soluzione estrema: si finge giornalista ed intervista Damon, un pluripregiudicato evaso 7 volte da varie carceri si massima sicurezza, cameo interpretato da Liam Neeson (scelto presumibilmente sulla scia del successo di “Io vi troverò”). Damon gli svelerà tutti i sotterfugi utili per portare a termine un piano di evasione, sottolineando ogni minimo dettaglio ed è a questo punto che il film cresce d’ intensità e prende una piega “action”, ma senza cedere troppo al genere.
La discesa di John nell’ inferno è lenta ma inesorabile, fatta di prove e tentativi, tra chiavi ad urto e furgoni da scassinare con una pallina da tennis, di rischi alti ma di un gioco che vale la libertà della donna amata al punto da rifiutare le avances di Nicole, bellissima ragazza - madre (la glaciale Olivia Wilde), trovando però il tempo di passare a salutare i genitori, con un commovente abbraccio col padre George (silenzioso ma esperto Brian Dennehy). Si mette sulle sue tracce il tenente Nabulsi (il buon caratterista Lennie James) dal momento che la moglie viene trasferita in ospedale causa valori di insulina alterati ad arte, fatto che ci spiega l’ iniezione di Lara, affetta da diabete. Sul filo del rasoio John mette in opera il piano, lasciando il figlio in custodia a Nicole per una festa. La fuga è hollywoodiana, il tempo stringe e John viene a sapere che la festa non è casa di Nicole ma allo zoo (troppo preso dall’ organizzazione si distrae non leggendo attentamente il biglietto d’ invito) e per non rischiare di rimanere intrappolati nella rete di sicurezza che la polizia sta allestendo, sceglie di lasciare il figlio in città per poi “trovare un modo per riprenderselo”. Lara si sporge fuori dall’ auto in fuga rischiando la vita in un gesto estremo per opporsi al marito: mai avrebbe raggiunto la libertà senza suo figlio. Cambio di programma, passaggio allo zoo, il piccolo è in auto, c’è tempo anche per uno sguardo solidale tra le 2 donne che avrebbero potuto essere rivali. Il Canada è a pochi chilometri, i depistaggi sono continui e lucidamente studiati, documenti falsi, soldi a palate procurati in modi illecitamente inaspettati, ci scappa anche il morto (ma era un cattivo, quello del flash forward) e poi…Poi il lieto fine, quello che t’ aspetti e che in questa occasione non lo reputi banale, lo cerchi, lo vuoi, perché la sceneggiatura lo esige in uno strappo verso la fine quando l’ altro poliziotto inquirente, il detective Quinn (Jason Beghe), quello che crede nella giustizia e all’ innocenza delle persone fino a prova contraria, si pone domande e torna sul luogo del delitto di 3 anni prima, ha un intuito, riesamina il processo ricordando un particolare (il leit motiv dell’ opera) riguardante un bottone, un bottone finito in un tombino. Lara era innocente, l’ omicidio fu per rapina e commesso da un’ altra persona che l’ ha fatta franca. Il Sud America è lì che aspetta con le sue regole sull’ estradizione per accogliere 2 fuggitivi colpevolmente innocenti.
Bella prova, senza fronzoli, buono per 2 ore di thriller garbatamente d’ azione che parla di giustizialisti e garantisti ma soprattutto di coraggio e disperazione.
Voto: 6,5
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enzo70
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mercoledì 19 febbraio 2014
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thriller mozzafiato denso di significati
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Russel Crowe nella veste di giustiziere, disposto a tutto pur di liberare la moglie condannata all’ergastolo per un omicidio che non ha commesso. Thriller mozzafiato, ben diretto da un regista di esperienza come Paul Haggis, the next three days è un film che non si dimenticherà con facilità. Due ore di massima tensione, l’adrenalina al massimo e tutti a tifare per John Brennan ed il suo amore infinito per la moglie. L’evasione è uno dei soggetti tipici della storia del cinema, Papillon su tutti, ma questo film ha il merito non secondario di avere un taglio diverso, gli ingredienti sono i soliti, per carità, il coraggio, la follia, e la consueta rincorsa sul tempo, che scorre come una tagliola.
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Russel Crowe nella veste di giustiziere, disposto a tutto pur di liberare la moglie condannata all’ergastolo per un omicidio che non ha commesso. Thriller mozzafiato, ben diretto da un regista di esperienza come Paul Haggis, the next three days è un film che non si dimenticherà con facilità. Due ore di massima tensione, l’adrenalina al massimo e tutti a tifare per John Brennan ed il suo amore infinito per la moglie. L’evasione è uno dei soggetti tipici della storia del cinema, Papillon su tutti, ma questo film ha il merito non secondario di avere un taglio diverso, gli ingredienti sono i soliti, per carità, il coraggio, la follia, e la consueta rincorsa sul tempo, che scorre come una tagliola. La programmazione dell’evasione da parte di John è meticolosa, perfetta, le variabili vengono tutte considerare, la logica ricorda quello del genio della matematica di beautiful mind. E sullo sfondo rimangono problemi irrisolti dell’uomo, come il rischio che per punire un colpevole si devasti la vita di un innocente e della sua famiglia. Ma anche il contorno rafforza la protagonista, le figure del padre e della madre, quell’abbraccio di un arrivederci che prelude all’addio è perfetto. Il risultato è un film riuscito che si fa forte della consueta splendida interpretazione di Russel Crowe.
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fabio 3121
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domenica 13 dicembre 2020
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72 ore per una evasione e fuga adrenalinica!
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Lara Brennan (Elizabeth Banks) viene arrestata e accusata di aver ucciso in un parcheggio di auto il suo capoufficio donna. Condannata all'ergastolo perché tutte le prove sembrano schiaccianti nei suoi confronti, il marito John Brennan (Russel Crowe) convinto dell'innocenza della moglie, contatta un esperto di evasioni dalle carceri e inizia ad organizzare nei minimi dettagli un piano per far evadere la moglie dal penitenziario di Pittsburgh. La prima parte del film scorre in modo più lento dove John professore di college si cimenta nel trovare dei passaporti falsi per sè, per la moglie e per il loro figlio piccolo, e nel recarsi a trovare la moglie per trovare una falla all'istituto penitenziario.
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Lara Brennan (Elizabeth Banks) viene arrestata e accusata di aver ucciso in un parcheggio di auto il suo capoufficio donna. Condannata all'ergastolo perché tutte le prove sembrano schiaccianti nei suoi confronti, il marito John Brennan (Russel Crowe) convinto dell'innocenza della moglie, contatta un esperto di evasioni dalle carceri e inizia ad organizzare nei minimi dettagli un piano per far evadere la moglie dal penitenziario di Pittsburgh. La prima parte del film scorre in modo più lento dove John professore di college si cimenta nel trovare dei passaporti falsi per sè, per la moglie e per il loro figlio piccolo, e nel recarsi a trovare la moglie per trovare una falla all'istituto penitenziario. La forza della pellicola sta però nella seconda parte dove assistiamo all'evasione e alla fuga rocambolesca e adrenalica dei 2 coniugi. Russel Crowe protagonista assoluto del film è credibile e convincente nella sua interpretazione. Buono tutto il cast di attori, anche per quelli che appaiono in poche scene (Liam Neeson e Olivia Wilde). La regia ed il connesso montaggio serrato creano una tensione crescente con alcune sequenze tipiche di un action/movie ma senza strafare; insomma un film tutto sommato discreto accompagnato da un'ottima musica soprattutto nelle scene di maggiore suspense.
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