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francesco2
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martedì 15 novembre 2011
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che invidia queste donne
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Nel 1990 il regista russo Belikov realizzò il film "Raspad" ("Disfacimento" fu una delle 2papabili" traduzioni in Italiano), opera in concorso a Venezia, dove oltretutto si aggiudicò la medaglia del Senato per il film che maggiormente tutelava valori come il progresso dei popoli. belikov dichiarò che un film "a soggetto" avrebbe potuto meglio rendere una certa situazione rispettoa d un documentario.
La strada scelta in questo caso sembra oscillare tra le due tendenze. Certo queste donne della Cina (E non solo, oltretutto: pensiamo al recentissimo "Poetry") suscitano davvero invidia, nel senso positivio beninteso: anche in quest'opera ne trovaiamo alcune che lottano contro una burocrazia cieca, o ancor peggio ipocrita, senza bisogno di girare (Qiu Ju) o lottare all'interno di una struttura "chiusa" ( Il celebre "Lanterne rosse", girato da Zimou stesso l'anno precedente).
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Nel 1990 il regista russo Belikov realizzò il film "Raspad" ("Disfacimento" fu una delle 2papabili" traduzioni in Italiano), opera in concorso a Venezia, dove oltretutto si aggiudicò la medaglia del Senato per il film che maggiormente tutelava valori come il progresso dei popoli. belikov dichiarò che un film "a soggetto" avrebbe potuto meglio rendere una certa situazione rispettoa d un documentario.
La strada scelta in questo caso sembra oscillare tra le due tendenze. Certo queste donne della Cina (E non solo, oltretutto: pensiamo al recentissimo "Poetry") suscitano davvero invidia, nel senso positivio beninteso: anche in quest'opera ne trovaiamo alcune che lottano contro una burocrazia cieca, o ancor peggio ipocrita, senza bisogno di girare (Qiu Ju) o lottare all'interno di una struttura "chiusa" ( Il celebre "Lanterne rosse", girato da Zimou stesso l'anno precedente).
La discontinua opera raccoglie secondo chi scrive, suggestioni dal cinema di Jia Zhangke (Più che nel (troppo) celebrato "Still Life", nel bellissimo "Platform", che fonde la dimensione teatrale e quella realistica, ove qui si (con?) fondono realtà e documentario). Van Luyn, secondo una logica paradossale (Ma per davvero?), nel ritrarre avvenimenti gravi appare distante quando vuole osservare la dimensione privata delle persone. Vuoi per un'eleganza che sembra avere imparato dai cinesi veri, vuoi forse perché i protagonisti più che "Personaggi" nel senso stretto, sono piccole (Ed a volte impotenti) tessere di un mosaico più grande di loro. Del resto, quale mosaico è più vasto della Cina? E poi, non dimentichiamocelo, è un documentario.
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rongiu
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sabato 5 novembre 2011
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oslo: "il nobel sostituito dall'ignobel".
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C'è poco da dire e molto da fare. La Cina, la grande immensa Cina sta perdendo pezzi. Sfido qualsiasi economista mondiale a dire che il modello Cinese è da prendere come esempio per creare una società giusta. Il film documentario di Floris-Jan van Luyn, ci mostra un paese non solo a pezzi ma che ti fa a pezzi. E' una storia triste, molto triste che andrebbe divulgata nei salotti e nei palazzi che contano. A proposito di salotti e palazzi che contano, ma cosa si decide lì dentro? E soprattutto per chi si decide? Ed ancora, documentari del genere, gli abitanti dei palazzi hanno tempo per vederli o meglio studiarli? Nutro qualche serio dubbio.
La strada della seta è diventata la strada della monnezza.
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C'è poco da dire e molto da fare. La Cina, la grande immensa Cina sta perdendo pezzi. Sfido qualsiasi economista mondiale a dire che il modello Cinese è da prendere come esempio per creare una società giusta. Il film documentario di Floris-Jan van Luyn, ci mostra un paese non solo a pezzi ma che ti fa a pezzi. E' una storia triste, molto triste che andrebbe divulgata nei salotti e nei palazzi che contano. A proposito di salotti e palazzi che contano, ma cosa si decide lì dentro? E soprattutto per chi si decide? Ed ancora, documentari del genere, gli abitanti dei palazzi hanno tempo per vederli o meglio studiarli? Nutro qualche serio dubbio.
La strada della seta è diventata la strada della monnezza. E guai a ribellarsi. Io, poi, che vivo in una zona d'Italia dove la monnezza la fa da padrona sotto tutti gli aspetti, percorro chilometri con monnezza che mi tiene compagnia a destra e sinistra della strada, posso ben capire lo spirito che anima i quattro attivisti cinesi. In questo l'Italia e la Cina si somigliano moltissimo. La monnezza annulla le distanze. A proposito, ma quanti cinesi vivono in Italia? Dopo tanti anni d'Italia cosa pensano del loro paese? Cosa dicono di noi ai parenti quando telefonano o scrivono o rientrano per le ferie?
Rainmakers - guerrieri a difesa dell'ambiente.
Il primo ministro Wn Jiabao fa notare che la Cina supera gli obiettivi economici degli ultimi piani quinquennali, ma non è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi ambientali. La tutela dell'ambiente è un punto debole e merita un livello elevato di vigilanza. Dobbiamo attuare un piano ambientale globale... Dobbiamo migliorare il livello delle acque reflue... Dovremmo... Dovremmo ...
C'è un detto cinese: "Leisheng da, yudian xiao". La voce del tuono è grande, ma poca pioggia cade. Cioè, tutte chiacchere e niente fatti.
Il documentario prende in considerazione quattro elementi della natura. L'aria, l'acqua, l sabbia ed il fuoco. E quattro città che "subiscono" questi elementi. I cittadini di Changsha hanno un grave problema con l'aria che respirano; la sabbia del deserto Tengger e la sua avanzata; il fiume Qiatang e la sua acqua sporca; Pechino ed il suo inceneritore.
E l'Occidente? L'occidente non sta a guardare, fa di tutto per superare la Cina, per non farla sentire sola. Ma ci sono soluzioni idonee? Sembra di si, ogni anno si spendono milioni di dollari per parlare di soluzioni idonee per questo pianeta; i maggiori esperti si riuniscono e blablablabla... forse sono nascoste in qualche cassetto. Apriamoli allora questi cassetti e proviamo ad adottarle queste soluzioni. Siete d'accordo. Dicono tutti di si. Intanto, l'automobilista che mi precede ha una buona idea per liberarsi del pacchetto di sigarette vuoto. Apre il finestrino e via.
Ho un'idea, diamo il Nobel a tutti i dissidenti ambientalisti del mondo e l'Ignobel a chi non fa niente per non farli dissentire? Intanto che vanno i titoli di coda ho una lattina da metter via; cosa faccio, prendo esempio dall'automobilista? Apro la finestra e via. Ma no, la mia piccola comunità ha imparato a farla la differenziata. A pensarci bene non ci vuole poi tanto, basta un pochino di buona volontà. E' questo mi par di capire il messaggio augurale inviatoci dal regista;
Un'ultima cosa? Sono stati invitati a Roma i protagonisti cinesi del documentario?
Good Click!
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