vinniemetaller
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mercoledì 6 febbraio 2013
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decisamente meglio dei compagni
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Sinceramente non mi è dispiaciuto affatto questo film, sarà forse perchè è indipendente rispetto agli altri minestroni USA. Scene molto accattivanti, i salti dalla poltrona non mancano e la storia è simpatica, di tipica ambientazione giapponese. Decisamente godibile, se si vuole apprezzare almeno un pezzo di questo franchise orrendo, direi che questo è il film giusto!
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lady hawk eyes
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lunedì 8 ottobre 2012
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una paranormal versione oriente!
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Lo trovo un film con degli ottimi contenuti orrorifici, anche se alcune scene lasciano a desiderare, la maggior parte del film è strepitosa. Adoro il fatto che si utilizza la tecnica della telecamera che, sebbene abusata in molti film, rende quasi reale ciò che accade. Sembra quasi di potersi immergere nel film, come se ciò che accade ai due protagonisti, possa succedere anche a noi. Pieno di buone scene e recitato molto bene, secondo me, il migliore dei Paranormal. Ovviamente le versioni orientali, mettono sempre quella nota di enigma e mistero, che a volte manca ad altri.
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gianlorenzofranzi@
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martedì 27 marzo 2012
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remake al contrario
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Strano vedere un film americano rifatto all'orientale, specie in tempi dove siamo stati abituati al J Horror rifatto in salsa yankee (vedi le infinte declinazioni di GRUDGE e RING). Eppure, Toshikazu Nagae crede di far bene riprendendo i temi, lo stile e la grafia dei blockbuster PARANORMAL ACTIVITY e girare un nuovo film: al di la del fatto che PARANORMAL ACTIVITY: TOKYO NIGHT è irrimediabilmente brutto, resta il dubbio sul profondo senso cinematografico della cosa. Gia gli originali pongono assillanti domande circa la natura del franchise: se il mockumentàry (nato in tempi non sospetti, decenni fa, con HANNIBAL HOLOCAUST dell'italico e sopravvalutao Ruggero Deodto, osannato piu del dovuto dal cinema bis) ha trovato nuova linfa negli anni Zero, la saga ideata da Oren Peli mostra il fiato corto, a livello narrativo e teoretico prima ancora che cinefilo.
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Strano vedere un film americano rifatto all'orientale, specie in tempi dove siamo stati abituati al J Horror rifatto in salsa yankee (vedi le infinte declinazioni di GRUDGE e RING). Eppure, Toshikazu Nagae crede di far bene riprendendo i temi, lo stile e la grafia dei blockbuster PARANORMAL ACTIVITY e girare un nuovo film: al di la del fatto che PARANORMAL ACTIVITY: TOKYO NIGHT è irrimediabilmente brutto, resta il dubbio sul profondo senso cinematografico della cosa. Gia gli originali pongono assillanti domande circa la natura del franchise: se il mockumentàry (nato in tempi non sospetti, decenni fa, con HANNIBAL HOLOCAUST dell'italico e sopravvalutao Ruggero Deodto, osannato piu del dovuto dal cinema bis) ha trovato nuova linfa negli anni Zero, la saga ideata da Oren Peli mostra il fiato corto, a livello narrativo e teoretico prima ancora che cinefilo. Infatti, benché il terzo episodio originario (PÀRANORMAL ACTIVITY 3) sia il piu spaventoso dei tre, ha fatto sprgere il dubbio su che senso abbia per lo spettatore smaliziato e per quello non, per il ciritico, per il cinema, sfornare film che nascono sul pretesto ormai asfittico dei "nastri ritrovati". Finita la novità, esaurita la ricerca a livello testuale, prosciugata la vena su un piano stilistico, cosa resta del mockumentàry in salsa horror? TOKYO NIGHT certo non rispondealle domande, anche perché è troppo occupato ad annoiare e a riprendere i suoi poveri attori impegnati a ripetere allo sfinimento le stesse battute. Il film nasce stanco, non trova profondità, non appassiona, e -peccato mortale per un horror- non fa assolutamente paura. Sempre che la paura della morte per noia non si conti.
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