Matrimoni e altri disastri |
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Un film di Nina Di Majo.
Con Margherita Buy, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Francesca Inaudi, Marisa Berenson.
continua»
Commedia,
durata 102 min.
- Italia 2010.
- 01 Distribution
uscita venerdì 23 aprile 2010.
MYMONETRO
Matrimoni e altri disastri
valutazione media:
2,68
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'armata Di Majodi sirioFeedback: 277 | altri commenti e recensioni di sirio |
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giovedì 6 maggio 2010 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Prendete degli attori potenzialmente piuttosto bravi, alcuni dei quali già noti al grande pubblico; prendete una città elegante e raffinata ma difficile da trattare; prendete un genere, il dramma borghese, già affrontato da stelle di prima grandezza della cinematografia di ogni tempo (Bergman, Visconti, Monicelli per dirne solo alcuni); prendete infine un regista sulla cresta dell'onda... versate il tutto nel frullatore per quanto tempo vi pare e servite così come viene sul vassoio di una sceneggiatura povera e farraginosa: otterrete "Matrimoni ed altri disastri". Per un paio d'ore scarse assistiamo alle vicende di una famiglia dell'altissima borghesia -tutti abitano in palazzi quattro-cinquecententeschi - apparentemente felice e tesa a rimirare le proprie conquiste: Nanà, la protagonista, spenta pseudo-intellettuale che dall'alto del suo attico in Oltrarno rimira la sua triste esistenza, non si sa come viva, alternando la sua attività di libraia a misere ripetizioni al classico rampollo aristocratico-nullafacente, in cui la brava Margherita Buy cerca come può di dare spessore ad un personaggio monocorde e insulso; Benedetta (Luciana Littizzetto), potenziale "spalla" d'eccezione relegata in un angolo nella parte della sfigata cronica - ossessionata dall'essere single al punto di accettare - per sua stessa affermazione - anche cani e porci purché respirino che si innamora di un intellettuale stereotipato da commediaccia all'italiana alla Pierino; Alessandro (Fabio Volo),un sedicente guascone "tombeur de femmes" con sogni di "buffo caricato" che appare decisamente patetico e poco elaborato; Beatrice (Francesca Inaudi), l'unica che parla un fiorentino decente, limitata alla parte del deus ex machina al momento di rivelare il dramma di un ménage-à-trois fra suo padre anagrafico, sua madre e il padre naturale; Marisa Berenson che interpreta una donna incentrata sulla sua bellezza ormai sul viale del tramonto, senza per questo fare l'abbonamento al chirurgo plastico... tutti personaggi appena abbozzati, monocordi, spenti e tristi nella loro monotonia. Vedendo il film pensavo all'inquietante "Gruppo di famiglia in un interno" di Visconti, ai "Parenti serpenti" del leggendario Monicelli, all'ironia soffusa e dissacrante dell' "Angelo sterminatore" o del "Fascino discreto della borghesia" di Luis Bunuel, o perfino all'eversivo "Scene di lotta di classe a Beverly Hills" di Paul Bartel: pensiamo a Fernando Rey che già ferito a morte addenta con ferocia una fetta di salame pur di arraffare anche quella, Helmut Berger che disperato mette la testa nel forno sperando che il vecchio professore lo soccorra, Jacqueline Bisset ossessionata dal cameriere perverso... dove sono finiti? Forse nei dialoghi inutili e stereotipati tra la protagonista e la madre, o peggio in quell'orrenda sequenza in cui, dopo aver assistito alla Tosca, l'ignorantissimo Alessandro viene sottoposto ad una tortura morale da parte degli amici intellettualissimi di Nanà o in quell'addio al celibato così poco verosimile... Ma poi come finisce? Che alla fine la moralissima Nanà si porta a letto il bell'Alessandro la sera avanti le nozze, entrando così anche lei a pieno nella famiglia, dove l'importante è mantenere l'esteriorità: ma che bella morale... Ma dove è finita la devastazione quotidiana di "Casomai"? Nei titoli di coda appare la dicitura "Film di interesse culturale" (sic!). "Matrimoni ed altri disastri": forse l'unico disastro vero è proprio la sceneggiatura.
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