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enzo70
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martedì 15 marzo 2022
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film delicato ed intelligente
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Commedia italiana di Gabriele Salvatores. Il narratore fuori campo è Ezio, Fabio De Luigi, che interpreta uno scrittore di insuccesso che si innamora di Caterina, una giovane pianista. E proprio Caterina consentirà ad Ezio di entrare nel particolare mondo di due famiglie della buona borghesia milanese alle prese con il desiderio dei due figli, poco più che adolescenti di sposarsi. La storia in realtà è l’occasione per Salvatores per raccontare in modo particolare la società italiana con una leggerezza che dovrebbe essere da esempio per molti registi italiani. E così sulle note delle canzoni di Simon & Garfunkel in una Milano romantica e vivace si intrecciano storie, amori ed amicizie con un cast di eccellenza, Abatantuono, Bentivoglio e Caterina Buy su tutti, per un film veramente gradevole ed intelligente.
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Commedia italiana di Gabriele Salvatores. Il narratore fuori campo è Ezio, Fabio De Luigi, che interpreta uno scrittore di insuccesso che si innamora di Caterina, una giovane pianista. E proprio Caterina consentirà ad Ezio di entrare nel particolare mondo di due famiglie della buona borghesia milanese alle prese con il desiderio dei due figli, poco più che adolescenti di sposarsi. La storia in realtà è l’occasione per Salvatores per raccontare in modo particolare la società italiana con una leggerezza che dovrebbe essere da esempio per molti registi italiani. E così sulle note delle canzoni di Simon & Garfunkel in una Milano romantica e vivace si intrecciano storie, amori ed amicizie con un cast di eccellenza, Abatantuono, Bentivoglio e Caterina Buy su tutti, per un film veramente gradevole ed intelligente.
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enzo70
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martedì 15 marzo 2022
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un film delicato ed intelligente
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Commedia italiana di Gabriele Salvatores. Il narratore fuori campo è Ezio, Fabio De Luigi, che interpreta uno scrittore di insuccesso che si innamora di Caterina, una giovane pianista. E proprio Caterina consentirà ad Ezio di entrare nel particolare mondo di due famiglie della buona borghesia milanese alle prese con il desiderio dei due figli, poco più che adolescenti di sposarsi. La storia in realtà è l’occasione per Salvatores per raccontare in modo particolare la società italiana con una leggerezza che dovrebbe essere da esempio per molti registi italiani. E così sulle note delle canzoni di Simon & Garfunkel in una Milano romantica e vivace si intrecciano storie, amori ed amicizie con un cast di eccellenza, Abatantuono, Bentivoglio e Caterina Buy su tutti, per un film veramente gradevole ed intelligente.
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Commedia italiana di Gabriele Salvatores. Il narratore fuori campo è Ezio, Fabio De Luigi, che interpreta uno scrittore di insuccesso che si innamora di Caterina, una giovane pianista. E proprio Caterina consentirà ad Ezio di entrare nel particolare mondo di due famiglie della buona borghesia milanese alle prese con il desiderio dei due figli, poco più che adolescenti di sposarsi. La storia in realtà è l’occasione per Salvatores per raccontare in modo particolare la società italiana con una leggerezza che dovrebbe essere da esempio per molti registi italiani. E così sulle note delle canzoni di Simon & Garfunkel in una Milano romantica e vivace si intrecciano storie, amori ed amicizie con un cast di eccellenza, Abatantuono, Bentivoglio e Caterina Buy su tutti, per un film veramente gradevole ed intelligente.
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marco petrini
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mercoledì 15 aprile 2020
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acquerello
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Per passare un'ora e mezza in tranquillità sfogliando un libro di fotografie che disegnano una storia, prima interrota e poi integrata da un finale classico e scontato. Si può vedere; interpreti adeguati e regia ... sognante!
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great steven
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sabato 10 gennaio 2015
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l'ultima commedia di salvatores è viva e frizzante
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HAPPY FAMILY (IT, 2010) diretto da GABRIELE SALVATORES. Interpretato da FABIO DE LUIGI, DIEGO ABATANTUONO, FABRIZIO BENTIVOGLIO, MARGHERITA BUY, VALERIA BILELLO, SANDRA MILO, ALICE CROCI, CARLA SIGNORIS, CORINNA AGUSTONI, GIANMARIA BIANCUZZI, UGO CONTI
Ezio è uno sceneggiatore quasi quarantenne, scapolo e in crisi creativa, che improvvisamente si butta a capofitto nella scrittura di un copione cinematografico che ha ambizioni “d’autore”: la storia, precisamente, si incentra su due famiglie che arrivano ad incontrarsi perché i due figli adolescenti delle stesse vogliono sposarsi. Nasceranno equivoci e situazioni tragicomiche tra i due nuclei famigliari, e lo stesso Ezio, dopo che avrà tentato di interrompere la stesura della vicenda asserendo che il film è finito esattamente come voleva lui, si ritroverà catapultato all’interno delle peripezie dei suoi medesimi personaggi, che usciranno dalla pagina scritta e si riveleranno esseri umani in carne ed ossa.
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HAPPY FAMILY (IT, 2010) diretto da GABRIELE SALVATORES. Interpretato da FABIO DE LUIGI, DIEGO ABATANTUONO, FABRIZIO BENTIVOGLIO, MARGHERITA BUY, VALERIA BILELLO, SANDRA MILO, ALICE CROCI, CARLA SIGNORIS, CORINNA AGUSTONI, GIANMARIA BIANCUZZI, UGO CONTI
Ezio è uno sceneggiatore quasi quarantenne, scapolo e in crisi creativa, che improvvisamente si butta a capofitto nella scrittura di un copione cinematografico che ha ambizioni “d’autore”: la storia, precisamente, si incentra su due famiglie che arrivano ad incontrarsi perché i due figli adolescenti delle stesse vogliono sposarsi. Nasceranno equivoci e situazioni tragicomiche tra i due nuclei famigliari, e lo stesso Ezio, dopo che avrà tentato di interrompere la stesura della vicenda asserendo che il film è finito esattamente come voleva lui, si ritroverà catapultato all’interno delle peripezie dei suoi medesimi personaggi, che usciranno dalla pagina scritta e si riveleranno esseri umani in carne ed ossa. Finora è l’ultimo film commedia del prolifico G. Salvatores (1950), e ha all’attivo una certa quantità di difetti e pregi, per cui passiamo ad analizzarli approfonditamente. Le pecche: 1) Il pirandellismo orecchiato e non sviluppato con adeguatezza, in quanto i riferimenti all’eccelso testo teatrale Sei personaggi in cerca d’autore appaiono ma rimangono una semplice eco, priva poi di un suo angolo di espressione anche minimo; 2) Si può anche far ridere sull’Alzheimer, ma qui ci si marcia davvero troppo: è un espediente moralmente lecito?; 3) Si riscontrano alcune cadute di ritmo che arrivano ad abbondare pericolosamente, in particolare nella prima parte, dove si concentrano alcune gag non troppo felici e certe situazioni artisticamente imbarazzanti (l’episodio della massaggiatrice cinese e la digressione sul gabbiano in città). All’attivo troviamo invece: 1) Una compagnia di attori tutti affiatati e bravissimi, con una M. Buy misurata e sobriamente calibrata come sempre, la cui prestazione va puntualmente al di là di ogni canone ordinario, e un D. Abatantuono che da anni non trovava un personaggio così congeniale che stringe un’amicizia con F. Bentivoglio (malato d’un tumore maligno, nel film) basata sugli spinelli e sul mare; 2) Una colonna sonora deliziosa con musiche di Simon & Garfunkel e una sonata per piano composta da Chopin che pervade l’atmosfera divertente e spassosa della pellicola nel sottofinale; 3) Un’ambientazione coerente e decisiva che sfrutta a pieno i vantaggi positivi della scenografia e della fotografia, rappresentando uno scenario allegro in cui i caratteri si muovono senza difficoltà e incontrando novità piacevoli e trastullamenti sublimi. La regia di Salvatores non si smentisce neanche stavolta, e certamente le sue corde comiche hanno qualcosa di magico, che fa scattare il lampo di genio ad ogni raffigurazione audiovisiva di concetti, tipi umani e situazioni paradossali con cui il regista si cimenta, e con i quali ama sicuramente avere a che fare. F. De Luigi indossa il vestito del protagonista (ruolo per lui non così frequente) con la simpatia e l’autoironia di un attore preparato che sa divertire gli spettatori con la sua imbranataggine e il suo involontario e grottesco sense of humour. Le scene più riuscite e azzeccate: il giro in bicicletta presso le vie sgombre della città assolata; la cena in cui tutti i personaggi si ritrovano ed Ezio presenta il suo lavoro di scrittore; il giro in barca in una splendida giornata; l’esecuzione al pianoforte della Bilello su un palcoscenico buio e suggestivo.
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no_data
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venerdì 24 ottobre 2014
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citazioni o copiature
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il film mi e piaciuto specialmente mi sono piaciuti alla follia sia il favoloso mondo di ameli, che i tenenbaum film che secondo me salvatores si e ispirato moltissimo quasi al punto del copiato e fare un incrocio tra di essi
comunque il film e bello e particolare e si lascia vedere tranquillamente ,bentivoglio e abatantuono bravissimi.
anche la regia molto ispirata a wes anderson .
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federico riccardo
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giovedì 19 giugno 2014
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c'era una volta salvatores
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Tra omaggi a Wes Anderson e Pirandello, tra autocitazione e adattamento cinematografico, “Happy Family” di Gabriele Salvatores non funziona pienamente, ma ha il pregio di riuscire a rappresentare una Milano, sì approssimativa ma più “contenutistica” rispetto a quella vista in altri film che pretendono di raccontarla.
Si vedono i Navigli, si vede Paolo Sarpi, la zona Isola e Garibaldi, e per una volta non si vede il Duomo, ormai stanco di essere esposto quale monumento fotografico sufficiente per descrivere il capoluogo lombardo.
In questa Milano si vede il sole, finalmente.
E’ già un passo avanti, ma purtroppo il film è debole, retto bene dalle interpretazioni dei protagonisti, bravissimi ma pur sempre sprecati.
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Tra omaggi a Wes Anderson e Pirandello, tra autocitazione e adattamento cinematografico, “Happy Family” di Gabriele Salvatores non funziona pienamente, ma ha il pregio di riuscire a rappresentare una Milano, sì approssimativa ma più “contenutistica” rispetto a quella vista in altri film che pretendono di raccontarla.
Si vedono i Navigli, si vede Paolo Sarpi, la zona Isola e Garibaldi, e per una volta non si vede il Duomo, ormai stanco di essere esposto quale monumento fotografico sufficiente per descrivere il capoluogo lombardo.
In questa Milano si vede il sole, finalmente.
E’ già un passo avanti, ma purtroppo il film è debole, retto bene dalle interpretazioni dei protagonisti, bravissimi ma pur sempre sprecati.
Fabio De Luigi è uno sceneggiatore chiuso a scrivere nel suo loft una storia d’amore/non amore tra due ragazzini sedicenni che vogliono sposarsi (un “Moonrise Kingdom” ante-litteram ? ); Diego Abatantuono e Fabrizio Bentivoglio sono i genitori dei due ragazzini, e quindi consuoceri (entrambi i ruoli sono puro stile Salvatores); le bellissime Carla Signoris e Margherita Buy vestono i panni delle due madri, e Valeria Bilello è Anna, la figliastra di Bentivoglio (molto Gwyneth Paltrow ne “I Tenembaum”) , di cui De Luigi autore si innamora, tanto da diventare anch’egli personaggio, e motivo per cui la sceneggiatura che sta scrivendo non riesce a concludersi.
Ma un po’ per le lamentele dei personaggi, che iniziano a occupare la mente dello sceneggiatore e non si accontentano di essere lasciati a loro stessi ( e qui c’è da dire che ai sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello accadeva il contrario, ovvero si lamentavano di essere “rappresentati”) , un po’ perché “il film va finito”, ecco che il finale coincide con l’inizio della storia d’amore tra lo sceneggiatore e Anna, e ciò gli darà poi l’impulso per trovare il coraggio di affrontare la vera Anna nella realtà, la sua vicina di casa.
Si ride e si riflette sulla vita, come sempre nei film di Salvatores (qui alla sua quattordicesima regia cinematografica, e reduce dal successo di “Come Dio comanda”, dell’anno prima), ma senza originalità (oltre a Pirandello, il tema è stato ripreso da molti registi del Novecento, uno su tutti Woody Allen ne “La rosa purpurea del Cario”) e con un po’ tanti slogan da spot pubblicitari e luoghi comuni, che fanno perdere senso all’intera messa in scena.
Il finale è tirato, e campato in aria, e inoltre manca la vera curiosità e il vero amore nei confronti dei personaggi, cosa assolutamente fondamentale quando si ha a che fare con un film corale.
Rientra in quel gruppo di film di Salvatores che purtroppo risultano mal riusciti (vedi anche “Nirvana” e “Denti”), idee carine in apparenza , ma che si perdono nel corso della loro realizzazione.
Il film è dedicato “a chi ha paura”, ma senza un motivo apparente, non ha lo stesso fascino che la “trilogia della fuga” di vent’anni prima (composto da “Marrakech Express”, “Mediterraneo” e “Turnè”) riusciva a descrivere pienamente.
La fotografia di Italo Petriccione che, come accennato, restituisce piena dignità a una città raffigurata da sempre come grigia e razzista, assieme alle riprese di Salvatores e le interpretazioni degli attori, è l’unico elemento di forza di questo film. Ma non salva un prodotto dalla trama scontata e banale.
Curiosità: Diego Abatantuono e Fabrizio Bentivoglio, in una battuta del film ritengono di essersi già visti in Marocco. E’ un chiaro omaggio a “Marrakech Express”, uno dei film più belli di Salvatores, nel quale i due partono alla volta di Marrakech per salvare l’amico Rudy. Ma quello (e l’anno successivo lo avrebbe dimostrato vincendo il premio Oscar per il Miglior Film straniero con “Mediterraneo”) era un altro Salvatores.
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matteo fedele
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mercoledì 16 ottobre 2013
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triste
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La trasposizione da un medium a un altro è sempre problematica, specialmente quando il cinema prende a piene mani da fumetti, letteratura e teatro. Da un palcoscenico di intensa ispirazione pirandelliana giunge questa commediola di Salvatores, cognome altisonante che qui delude prontamente le aspettative. "Happy Family" (non è dato sapere perchè in inglese) non si preoccupa di coinvolgere, non riesce a emozionare e diverte veramente poco (con pretesti seriamente squallidi, vedi la morte della prima moglie di Bentivoglio). A dispetto di un materiale di base interessante (degna di nota l'idea di far litigare personaggi e sceneggiatore) e di una regia non priva di trovate godibili, la sceneggiatura scarica sullo speranzoso spettatore una profusione di monologhi nè poeticamente ispirati nè filosoficamente pregevoli, volgarità inutili, canne (la quint'essenza della comicità!) e complete idiozie, riuscendo nella non trascurabile impresa di rendere antipatici tutti i personaggi (protagonista-burattinaio incluso).
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La trasposizione da un medium a un altro è sempre problematica, specialmente quando il cinema prende a piene mani da fumetti, letteratura e teatro. Da un palcoscenico di intensa ispirazione pirandelliana giunge questa commediola di Salvatores, cognome altisonante che qui delude prontamente le aspettative. "Happy Family" (non è dato sapere perchè in inglese) non si preoccupa di coinvolgere, non riesce a emozionare e diverte veramente poco (con pretesti seriamente squallidi, vedi la morte della prima moglie di Bentivoglio). A dispetto di un materiale di base interessante (degna di nota l'idea di far litigare personaggi e sceneggiatore) e di una regia non priva di trovate godibili, la sceneggiatura scarica sullo speranzoso spettatore una profusione di monologhi nè poeticamente ispirati nè filosoficamente pregevoli, volgarità inutili, canne (la quint'essenza della comicità!) e complete idiozie, riuscendo nella non trascurabile impresa di rendere antipatici tutti i personaggi (protagonista-burattinaio incluso). Che può fare una bella regia se la sceneggiatura non le regge il gioco? E' un peccato che nemmeno la presenza di bravi attori (la Buy e il già citato Bentivoglio) e di abili comici (Abatantuono e De Luigi) riscatti un film stilisticamente innovativo ma indigente nei contenuti e noioso per quasi tutta la sua durata. Perchè bisogna fare ironia su una vecchia con l'Alzheimer? Perchè gli scambi di battute devono essere vuoti e inconcludenti per ricalcare il parlare comune? Perchè rappresentare l'incomprensibile mondo degli adolescenti (quelli sconosciuti) con due creaturine completamente piatte che più tipizzate non si può? Perchè la trovata di maggiore ilarità dev'essere la rapida erezione di De Luigi in seguito a un massaggio tra i glutei? Protagonisti tutti e regista hanno fatto molto di meglio.
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aratos
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sabato 13 ottobre 2012
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e il film dove sarebbe?
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Sono rimasto basito dalle votazioni del film dopo averlo visto. Un film che mi fa solo dire "embè?".
Tre famiglie, una più inverosimile e assurda dell'altra, tutte incredibilmente spente e anonime.. Che si intrecciano per una cena abbastanza assurda (tu vieni investito da un tipo e lo inviti alla cena organizzata per conoscere i genitori della ragazza di tuo figlio??), in un'atmosfera freddissima e di nuovo inverosimile, probabilmente molto mal interpretata dal mediocre cast (si salva solo Abatantuono), ma senza dubbio diretta con un ritmo imbarazzante che, nell'evolvere del film, ti fa chiedere per quale motivo tu abbia deciso di spendere dei soldi per perdere quest'ora e mezzo scarsa.
Finale abbastanza patetico e scontato, privo di emozioni.
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Sono rimasto basito dalle votazioni del film dopo averlo visto. Un film che mi fa solo dire "embè?".
Tre famiglie, una più inverosimile e assurda dell'altra, tutte incredibilmente spente e anonime.. Che si intrecciano per una cena abbastanza assurda (tu vieni investito da un tipo e lo inviti alla cena organizzata per conoscere i genitori della ragazza di tuo figlio??), in un'atmosfera freddissima e di nuovo inverosimile, probabilmente molto mal interpretata dal mediocre cast (si salva solo Abatantuono), ma senza dubbio diretta con un ritmo imbarazzante che, nell'evolvere del film, ti fa chiedere per quale motivo tu abbia deciso di spendere dei soldi per perdere quest'ora e mezzo scarsa.
Finale abbastanza patetico e scontato, privo di emozioni. Ci sarebbe molto altro da dire per descrivere la mediocrità di questo film, ma non penso sia il caso di dedicarvi altro tempo.
Guardatelo se avete voglia di qualcosa di molto banale.
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baets
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giovedì 19 gennaio 2012
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allora qual'è la vostra paura
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Humor inglese e situazioni stravaganti per un film di Gabriele Salvatores.
Devo dire che, man mano che guardavo questo film, mi veniva sempre più spontaneo chiedermi ,”Ma è veramente un film italiano?”. Questa domanda dopotutto è più che giustificata insomma per come sono costruiti i personaggi e per la qualità delle riprese non ti verrebbe mai da pensare ad un film italiano , ma a un film di Woody Allen, e invece no dietro la macchina c'è lui Gabriele Salvatores e propone uno strepitoso film dalla storia originale ,o quasi.
Strabiliante la performance di Fabio De Luigi che riesce a vestire perfettamente i panni di uno scrittore che si relaziona a tal punto con i personaggi e con la storia che sta scrivendo fino ad entrare in prima persona in essa .
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Humor inglese e situazioni stravaganti per un film di Gabriele Salvatores.
Devo dire che, man mano che guardavo questo film, mi veniva sempre più spontaneo chiedermi ,”Ma è veramente un film italiano?”. Questa domanda dopotutto è più che giustificata insomma per come sono costruiti i personaggi e per la qualità delle riprese non ti verrebbe mai da pensare ad un film italiano , ma a un film di Woody Allen, e invece no dietro la macchina c'è lui Gabriele Salvatores e propone uno strepitoso film dalla storia originale ,o quasi.
Strabiliante la performance di Fabio De Luigi che riesce a vestire perfettamente i panni di uno scrittore che si relaziona a tal punto con i personaggi e con la storia che sta scrivendo fino ad entrare in prima persona in essa . Poi lo seguono a ruota Valeria Bilello nella parte di una “rossa” con l'autostima sotto terra ,Diego Abatantuono che invece interpreta il ruolo di un genitore agnostico ,un figlio degl' anni '60 che va ancora in giro in vespa e si fuma le canne e Fabrizio Bentivoglio ricco avvocato in punto di morte che si gode la vita con il suo nuovo amico (Diego Abatantuono).
Parte del film che a mio parere colpisce di più è quella dove :Valeria Bilello (Caterina) si esibisce ad un concerto per solo piano , precisamente Chopin Notturno N°20 , e mentre lei suona vengono proposte in puro stile “Manhattan” delle riprese di Milano in bianco e nero riprese fatte per omaggiare la città che ,a poco a poco, si sta trasformando nella New York italiana .
Bello ,e soprattutto attuale ,è anche il monologo sulla paura che Fabio De Luigi recita ,mentre gira in bicicletta sulle note di anji de Simon & Garfunkel, all'inizio del film .
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onil79
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domenica 11 dicembre 2011
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un film visto a metà...
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Voglio essere onesto ho visto solo i primi 40 minuti poi non ho retto più. Una commedia che a metà del film non mi ha fatto fare neanche un sorriso (NON SI PUO' VEDERE) Film lento e dicisamente inutile, molti come me ne avrebbero fatto a meno. Non riesco a capire i recensori da 3 stelle in su cosa abbiano trovato di così "SPECIALE". Molti di voi (senza offesa) sembrano essere stati attratti più dalla diversità che ha Salvatores (Che comunque ho apprezzato in altri suoi film di ben altro spessore) nella regia rispetto ad altir registi italiani che non al prodotto in se per se. Personalmente lo sconsiglio.
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