laur3nt1us1983
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mercoledì 16 novembre 2011
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l'arte che non vedo
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Il tema non è inedito. L'arte vive di mercanti d'aura e d'inganni perenni. Le regola del commecio è inversamente proporzionale alla qualità. Il documentario non dice solo questo, non si limita ad osservare ragazzi che cavalcano le strade delle città per provare il brivido dell'espressione creativa. Giocare a nascondino con la malsana legge del reato di affissione graffiti sul muro. Inizia così ma da semplice registrazione diventa analisi per immagini della falsa luce artistica. Si esprime così Thierry all'apice della sua fama: "col tempo vedrete la mia creatività...", preludio dell'infinita attesa di ciò che non può essere.
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Il tema non è inedito. L'arte vive di mercanti d'aura e d'inganni perenni. Le regola del commecio è inversamente proporzionale alla qualità. Il documentario non dice solo questo, non si limita ad osservare ragazzi che cavalcano le strade delle città per provare il brivido dell'espressione creativa. Giocare a nascondino con la malsana legge del reato di affissione graffiti sul muro. Inizia così ma da semplice registrazione diventa analisi per immagini della falsa luce artistica. Si esprime così Thierry all'apice della sua fama: "col tempo vedrete la mia creatività...", preludio dell'infinita attesa di ciò che non può essere. Bansky vede in lui un uomo che filmava come in uno stato di dipendenza cronica, voleva girare un documentario sulla sua arte, pur non riuscendovi, ma che ha sfruttato quell'arte "a modo suo" per salire nel novero dei ricchi e famosi. Quel banale riciclo di pop art in una riedizione di Andy Warhol è lo specchio parallelo di uno sistema mediatico che riproduce i suoi successi, tanto frivoli quanto impercettibili dal pubblico. L'orgia di persone assiepate alla prima mostra di Thierry è il triste epilogo di un'ilusione da sempre covata anche dagli artisti: avvicinare il pubblico alla conoscenza dell'opera artistica, alla sua interiorizzazione. Invece, come tutte le espressioni di creatività umane, per essere autentiche, si offrono a chi le desidera, a chi ne percepisce l'intrinseca forza estetica e vitale.
L'eccezionalità di questa produzione è il modo in cui si arriva a capire la provocazione tra arte e contraffazione. È racchiusa in una narrazione a cornice dove, nei primi minuti Thierry è "fuori scena" con la sua videocamera e gli artisti sono i protagonisti. Quindi dall'incontro con Bansky diventa mano a mano il protagonista, dato che quest'ultimo lo motiva per provare a fare street art. Da fuori contesto a dentro il contesto. Anni passati a vedere da vicino altre esibizioni lo hanno reso edotto sulle formalità di produzione dell'opera. Aggiunge però altre caratteristiche: la creazione di un marchio, mr Brainwash, il richiamo al pop del passato, la promozione offerta dagli artisti veri, realizzando un percorso completo di marketing odierno. Senza rendersi conto è diventato un'industriale dell'arte, mentre ancora sta cercando qualcosa che assomigli ad un'Arte.
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domenica 11 settembre 2011
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street art e perfetta confusione
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Il film di Banksy è una cosa molto più articolata di un documentario su di sé o sulla street art. Ma è anche il modo più appropriato ed efficace per fare un documentario su Banksy e la street art, rispecchiandone lo spirito situazionista.
Thierry Guetta, francese trapiantato a Los Angeles, registra compulsivamente tutto ciò che vede e che vive, riprende ogni cosa, colleziona centinaia di nastri da chiudere dentro degli scatoloni e non rivedere mai più. Per un caso della vita diventa amico degli street artisti più importanti dell’occidente, e la prima parte di Exit Through the Gift Shop li segue al lavoro; sono bravi, divertenti, danno un piacevole senso di libertà e impegno creativo.
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Il film di Banksy è una cosa molto più articolata di un documentario su di sé o sulla street art. Ma è anche il modo più appropriato ed efficace per fare un documentario su Banksy e la street art, rispecchiandone lo spirito situazionista.
Thierry Guetta, francese trapiantato a Los Angeles, registra compulsivamente tutto ciò che vede e che vive, riprende ogni cosa, colleziona centinaia di nastri da chiudere dentro degli scatoloni e non rivedere mai più. Per un caso della vita diventa amico degli street artisti più importanti dell’occidente, e la prima parte di Exit Through the Gift Shop li segue al lavoro; sono bravi, divertenti, danno un piacevole senso di libertà e impegno creativo. Col giro di boa Thierry prende sempre più il sopravvento e il film diventa un documento sulla nascita del suo alter ego Mr. Brainwash, deciso a diventare immediatamente una star sfruttando le sue amicizie e allestendo una grossa mostra immediatamente autocelebrativa. Probabilmente non ho svelato niente di essenziale, perché il confine fra realtà e finzione è diversamente identificabile da ognuno.
Se in parte l’operazione ricorda l’ottimo Incident at Loch Ness, lì il gioco è scopertamente falso, per quanto utile a ritrarre il vero Herzog, mentre Exit riporta un intreccio di realtà e finzione raffinato e sostanzialmente inestricabile, fra ambigui filmati di repertorio e la creazione in diretta di eventi prestabiliti che il film trasforma in realtà. Il tutto a formare una critica dell’arte (specialmente del suo mercato) dando vita a un riuscito prodotto artistico che tutto sommato rientra nelle sue tentacolari regole, che prevedono l’accettazione di tutto quanto riesca a far parlare di sé. L’altro ruolo nel dialogo è ricoperto dal pubblico, dapprima indifferenziato nel suo imbattersi casualmente in quadri e installazioni metropolitane che recuperano il valore dell’idea e del figurativo (dipingi un monocromo sul muro di un palazzo e avrai un muro riverniciato), quindi sempre più consapevole e selezionato, in un processo che vede inevitabilmente il crearsi di una riconoscibilità, l’uscita dall’anonimato e la costruzione di nuovi luoghi che conferiscano valore a ciò che contengono.
Tutto questo in un film divertito e divertente, che mostra i protagonisti arrampicarsi sui palazzi di mezzo mondo per lasciare le loro opere, o in sortite provocatorie dentro musei e parchi giochi, racconta le loro storie e contemporaneamente costruisce i personaggi, in una spirale d’idee che porta alla perfetta confusione dei punti di vista e delle possibilità di lettura. slowfilm.splinder.com
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marica romolini
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martedì 2 ottobre 2012
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una docu-opera d'artista
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Il film di Banksy è un documentario sul documentarista che gira un documentario su di lui. La vocazione provocatoria e la creatività critica ad alta ipertestualità semantica dello street artist di Bristol sono già tutte qui.
In realtà il protagonista, Thierry Guetta, un francese gestore di un negozio di vestiti vintage a Los Angeles con la passione della videocamera, si limita ad affastellare maniacalmente registrazioni sulle guerrilla performance dei maggiori nomi dello starsystem graffitaro. Coerentemente con lo spirito delle proprie opere, Banksy riusa quel materiale, sfornando un prodotto ben diverso dall'autocelebrazione o da una panoramica sulla Street Art.
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Il film di Banksy è un documentario sul documentarista che gira un documentario su di lui. La vocazione provocatoria e la creatività critica ad alta ipertestualità semantica dello street artist di Bristol sono già tutte qui.
In realtà il protagonista, Thierry Guetta, un francese gestore di un negozio di vestiti vintage a Los Angeles con la passione della videocamera, si limita ad affastellare maniacalmente registrazioni sulle guerrilla performance dei maggiori nomi dello starsystem graffitaro. Coerentemente con lo spirito delle proprie opere, Banksy riusa quel materiale, sfornando un prodotto ben diverso dall'autocelebrazione o da una panoramica sulla Street Art. Alla testimonianza delle incursioni nei musei per appendere faux-exprès settecenteschi in versione maschera antigas e delle scalate nottetempo di edifici vertiginosi si affianca infatti una riflessione sull'arte e sul mercato che la regola. Anzi, una realizzazione in fieri di un'opera: Mr. Brainwash, quotato alter ego pop di Thierry, che si appropria delle regole del marketing per diventare a sua volta un artista, con tanto di location espositiva e promozione da parte deglistreet artist che ha filmato, in un continuo, irriverente, antirassicurante scambio di ruoli.
Il marchio finisce per precedere il contenuto cui dovrebbe alludere. Diventa contenuto. In una sempre più difficile districabilità tra arte e sedicenza artistica. Secondo un processo che vede incessantemente rientrare dalla finestra ciò che si caccia dalla porta: riconoscibilità, autorialità, istituzionalizzazione, commercializzazione. Del resto, come dichiara il titolo, un museo non può esimersi dall'avere un'exit through the gift shop.
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arsgratiaartis
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giovedì 10 febbraio 2011
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giustizieri della notte
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Incredibile. Il film di Banksy -una spece di V (di Vendetta) con bombolette spray al posto dei coltelli- intrattiene e delinea l'origine di una delle più belle arti contemporanei e di alcuni dei più grandi artisti viventi, come ad esempio Shepard Fairey, tanto caro a Obama.
Thierry Guetta è un giovane immigrato francese con una grande ossessione per voler catturare tutto e tutti con la propria videocamera. Un giorno incontra abbastanza casualmente un artista con il nome d'arte di 'Space Invader' che mostra lui il suo lavoro.
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Incredibile. Il film di Banksy -una spece di V (di Vendetta) con bombolette spray al posto dei coltelli- intrattiene e delinea l'origine di una delle più belle arti contemporanei e di alcuni dei più grandi artisti viventi, come ad esempio Shepard Fairey, tanto caro a Obama.
Thierry Guetta è un giovane immigrato francese con una grande ossessione per voler catturare tutto e tutti con la propria videocamera. Un giorno incontra abbastanza casualmente un artista con il nome d'arte di 'Space Invader' che mostra lui il suo lavoro. Inizia così un viaggio attraverso la nascente arte che ha preso piede negli ultimi anni, arrivando a contattare con 'teppisti' (detti anche geni) del calibro di Shepard Fairey e persino il misterioso Banksy. Lo stesso Thierry sceglierà di diventare lui stesso un artista di strada, riscontrando un enorme successo di pubblico e critica con la sua prima mostra a Los Angeles. Nel finale tutti gli artisti che hanno conosciuto Thierry dipingono un velo di melanconia sulla storia, che mostra come gli uomini spesso rinneghino le proprie origini umili sprofondando nella presunzione.
Il film, formato da un montaggio di scene 'fatte in casa', confuse che però non disorientano quasi mai, è un divertente excursus che rivela il 'dietro le quinte' dell'arte, e dimostra come per lasciare il segno basti una buona idea, molto coraggio ma soprattutto molta vernice.
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dandy
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lunedì 13 ottobre 2014
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impara l'arte,metti gli altri da parte.
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Ancora non si riesce ad appurare se il debutto alla regia del famosissimo e fantomatico street artist(che appare senza mostrare il viso e con la voce alterata)sia un documentario effettivo o una sorta di rivalsa per il "torto" subito.Sta di fatto che è innegabilmente un interessante,affascinante e talvolta divertente ritratto del mondo inedito della street art e di alcuni dei suoi esponenti più noti(Space Invader,Shepard Fairey).Arte semiclandestina la cui fama si basa sulle ardite prodezze(non di rado fuorilegge:quella a Disneyland è spettacolare)di geniali graffittari,disegnatori,scultori e pittori che esprimono la propria arte al difuori delle gallerie e aldilà degli schemi classici e commerciali.
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Ancora non si riesce ad appurare se il debutto alla regia del famosissimo e fantomatico street artist(che appare senza mostrare il viso e con la voce alterata)sia un documentario effettivo o una sorta di rivalsa per il "torto" subito.Sta di fatto che è innegabilmente un interessante,affascinante e talvolta divertente ritratto del mondo inedito della street art e di alcuni dei suoi esponenti più noti(Space Invader,Shepard Fairey).Arte semiclandestina la cui fama si basa sulle ardite prodezze(non di rado fuorilegge:quella a Disneyland è spettacolare)di geniali graffittari,disegnatori,scultori e pittori che esprimono la propria arte al difuori delle gallerie e aldilà degli schemi classici e commerciali.Questo almeno prima che nascesse Mr.Brainwash...Ex-commerciante francese con una sorta di bisogno compulsivo di filmare ogni cosa,Thierry Guetta finisce per trasformarsi da fedele cronista e amico di quelle persone(Banksy incluso)cui aveva promesso un documentario accurato in un novello Frankenstein e il regista nel suo involontario creatore.Oggi figura chiaccherata nel mondo dell'arte contemporanea,Mr.Brainwash è l'emblema del concetto artistico nella società odierna e non(pochi ma acuti i commenti su Andy Wahrol).Un'arte votata al profitto,i cui valori originali si sono irrimediabilmente dissolti.Ma non c'è odio nella descrizione di Guetta(risentimento si però).La sua epopea dall'anonimato al successo è descritta in modo coinvolgente e ammirato,ed è un personaggio indubbiamente simpatico oltre che talentuoso e geniale.Il fatto è che si è rivelato pure opportunista e ruffiano...Giustamente non viene tralasciata l'osservazione sul potere dei media di creare miti dal nulla.Anche se c è chi afferma che in realtà sia stata tutta una trovata di Banksy e Fairey,e che Mr.Brainwash sia soltanto il loro prestanome.Nell'originale la voce narrante è di Rhys Ifans.Brevi apparizioni di Beck,Brad Pitt,Angelina Jolie,Noel e Liam Gallagher,Christina Aguilera,Jude Law e Shaquille O'Neal.Il titolo allude ironicamente al fatto che nei musei spesso,per uscire si deve passare dal negozio deli articoli regalo(the gift shop).
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arsgratiaartis
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giovedì 10 febbraio 2011
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giustizieri della notte
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Incredibile. Il film di Banksy -una spece di V (di Vendetta) con bombolette spray al posto dei coltelli- intrattiene e delinea l'origine di una delle più belle arti contemporanei e di alcuni dei più grandi artisti viventi, come ad esempio Shepard Fairey, tanto caro a Obama.
Thierry Guetta è un giovane immigrato francese con una grande ossessione per voler catturare tutto e tutti con la propria videocamera. Un giorno incontra abbastanza casualmente un artista con il nome d'arte di 'Space Invader' che mostra lui il suo lavoro. Inizia così un viaggio attraverso la nascente arte che ha preso piede negli ultimi anni, arrivando a contattare con 'teppisti' (detti anche geni) del calibro di Shepard Fairey e persino il misterioso Banksy.
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Incredibile. Il film di Banksy -una spece di V (di Vendetta) con bombolette spray al posto dei coltelli- intrattiene e delinea l'origine di una delle più belle arti contemporanei e di alcuni dei più grandi artisti viventi, come ad esempio Shepard Fairey, tanto caro a Obama.
Thierry Guetta è un giovane immigrato francese con una grande ossessione per voler catturare tutto e tutti con la propria videocamera. Un giorno incontra abbastanza casualmente un artista con il nome d'arte di 'Space Invader' che mostra lui il suo lavoro. Inizia così un viaggio attraverso la nascente arte che ha preso piede negli ultimi anni, arrivando a contattare con 'teppisti' (detti anche geni) del calibro di Shepard Fairey e persino il misterioso Banksy. Lo stesso Thierry sceglierà di diventare lui stesso un artista di strada, riscontrando un enorme successo di pubblico e critica con la sua prima mostra a Los Angeles. Nel finale tutti gli artisti che hanno conosciuto Thierry dipingono un velo di melanconia sulla storia, che mostra come gli uomini spesso rinneghino le proprie origini umili sprofondando nella presunzione.
Il film, formato da un montaggio di scene 'fatte in casa', confuse che però non disorientano quasi mai, è un divertente excursus che rivela il 'dietro le quinte' dell'arte, e dimostra come per lasciare il segno basti una buona idea, molto coraggio e soprattutto molta vernice.
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