andyflash77
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martedì 31 luglio 2012
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modesto film girato in una bara
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Un'ora e mezza in una bara, senza vedere altro che Ryan Reynolds alle prese con una lunga sequenza di scene a tratti assolutamente inverosimili ambientate nel circoscritto spazio di quelle quattro travi di legno. Un rimando annacquato ad una scena di Tarantino che non vale il prezzo del biglietto...
Trama (comingsoon): "Paul (Ryan Reynolds) si ritrova rinchiuso in una cassa di legno a 3 metri sotto terra e con in tasca un cellulare, una matita e un accendino. Grazie a questi 3 elementi, deve capire come è finito in quella cassa, per quale motivo e come fare a guidare i soccorritori fino a lui per poterlo liberare. Mentre i 90 minuti di aria a disposizione scorrono, mantenere la calma è sempre più difficile.
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Un'ora e mezza in una bara, senza vedere altro che Ryan Reynolds alle prese con una lunga sequenza di scene a tratti assolutamente inverosimili ambientate nel circoscritto spazio di quelle quattro travi di legno. Un rimando annacquato ad una scena di Tarantino che non vale il prezzo del biglietto...
Trama (comingsoon): "Paul (Ryan Reynolds) si ritrova rinchiuso in una cassa di legno a 3 metri sotto terra e con in tasca un cellulare, una matita e un accendino. Grazie a questi 3 elementi, deve capire come è finito in quella cassa, per quale motivo e come fare a guidare i soccorritori fino a lui per poterlo liberare. Mentre i 90 minuti di aria a disposizione scorrono, mantenere la calma è sempre più difficile."
L'idea mi piaceva, ed ammetto che è stata proprio questa a condurmi al cinema a vedere questo lavoro. Più di altro era tanta la curiosità nel pensare come un regista avrebbe saputo reggere un ora e mezza ambientata esclusivamente in una bara chiusa. E devo ammettere che in alcune scene la situazione risulta molto viva e le scene riuscite, se lo scopo era quello di creare un senso d'ansia e di claustrofobia il regista ci riesce in più di un paio d'occasioni.
Positivo anche l'utilizzo di alcuni stratagemmi per "cambiare" in parte la visuale ed evitare la noia dello spettatore, come l'utilizzo di differenti colori di luce (l'accendino zippo, la lampada verde, la luce blu del cellulare, la pila) o di alcune inquadrature interessanti.
Tuttavia al di là di questo, bisogna ammettere che le cose fattibili in una bara sono effettivamente poche, e di questo ne risente il ritmo del film che a volte sfocia nel noioso. Senza nulla togliere poi al lavoro, trovo che molte scene siano state particolarmente prevedibili e prevedute, nel senso che il regista ha ricreato molte situazioni che ci si poteva effettivamente aspettare.
Oltre a queste però, ce ne sono molte altre che (bisogna riconoscerlo) sono assolutamente inaspettate. Inaspettate nel senso più negativo del termine trattandosi di scene veramente brutte o addirittura irritanti. Lo spettatore è infatti forzato in maniera quasi patetica a provare sdegno per ciò che succede al protagonista. L'intento è chiarissimo, ovvero quello di fare una denuncia alla guerra in Iraq (elemento che chissà perché non viene sottolineato nel trailer e nella pubblicizzazione). Ma se questa denuncia passa dalla retorica e da esternazioni veramente eccessive e inverosimili perde completamente di credibilità.
Insomma, c'è un uomo sepolto vivo che chiama l'FBI, il dipartimento di stato, le forze speciali. E tutti che sembrano essere preoccupati molto modestamente della cosa, tutti che assorbono le denunce verbali della vittima del tipo "per voi io non sono niente", "al governo interessa solo che non si sappia" etc come se stessero bevendo amabilmente un tè in giardino. Ora, capisco che si voglia rappresentare l'America nella maniera più negativa possibile, ma questo è francamente troppo.
Odiose anche le telefonate che il protagonista fa negli USA: una serie interminabile di segreterie telefoniche, di gente che lo lascia in attesa, di telefoni che squillano senza risposta. Mi domando, perché rendere la sua già tragica situazione ancora più tragica da diventare oltre che inverosimile tragicomica? In questo la palma regis va certamente alla telefonata del direttore del personale della ditta per cui il protagonista lavora, che a conoscenza della terribile situazione dell'uomo pensa bene di chiamarlo per licenziarlo finche questo è sepolto vivo sotto un metro di terra. Credo che questa scena mi rimarrà impressa per il cattivissimo gusto nei prossimi anni!
Odiose anche le sviolinate di buonismo e retorica quando il giovane dalla bara chiama negli USA per parlare con la mamma malata di alzheimer (che quindi non lo riconosce e non parla effettivamente con lui); bel modo per sprecare batteria del cellulare e tempo in un momento del genere! Per non parlare di quando riesce a contattare la moglie e del video-messaggio "strappalacrime" che le lascia. Terribile...
Del finale non voglio nemmeno parlare perché mi torna alla mente il nervoso che ho provato in quel momento.
Non avrei mai pensato di dirlo ma un prodotto del genere che si mette in totale ed assoluta antitesi rispetto alla filmografia di Michael Bay con i suoi inni all'America liberatrice e le tonnellate di effetti speciali, risulta brutto quasi quanto la sua nemesi. Gli estremi in questi casi, non sono certamente fruttuosi...
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purplerain
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domenica 13 gennaio 2013
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cosa siamo?
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Cosa siamo noi? Niente!! Dei semplici esseri viventi, per lo stato siamo solo persone che pagano le tasse. Eppure ce ne sono tante di persone che le pagano, per cui viene da pensare che siamo solo numeri, ecco SOLO NUMERI!!! La vita di una persona intrappolata in una bara dispersa non si sa bene dove in Iraq è legata a quella di un’altra persona comodamente seduta dall’altra parte del telefono, con il suo pacchetto di crackers posato sulla scrivania in attesa che si faccia ora per tornare a casa, magari trascorrendo la mattinata totalmente annoiata ascoltando le frustrazioni della gente e pensando a quanto sia noiosa la sua vita!! E bisogna anche essere gentili con certe persone, altrimenti si offendono e chiudono il telefono.
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Cosa siamo noi? Niente!! Dei semplici esseri viventi, per lo stato siamo solo persone che pagano le tasse. Eppure ce ne sono tante di persone che le pagano, per cui viene da pensare che siamo solo numeri, ecco SOLO NUMERI!!! La vita di una persona intrappolata in una bara dispersa non si sa bene dove in Iraq è legata a quella di un’altra persona comodamente seduta dall’altra parte del telefono, con il suo pacchetto di crackers posato sulla scrivania in attesa che si faccia ora per tornare a casa, magari trascorrendo la mattinata totalmente annoiata ascoltando le frustrazioni della gente e pensando a quanto sia noiosa la sua vita!! E bisogna anche essere gentili con certe persone, altrimenti si offendono e chiudono il telefono.
Questo è il senso del film: un uomo intrappolato che trascorre tutto il film a sperare e sognare la sua salvezza, tenuto in vita dalla speranza legata a un maledetto telefono, mentre la società per cui lavora lo accusa di avere una relazione con un’altra dipendente e lo licenzia!! E’ proprio questa situazione che ci fa capire quanto poco valga la nostra vita nella società moderna, sono subito pronti a metterti da parte perché c’è subito pronto un altro a prendere il tuo posto!! Molto carino il film, claustrofobico il giusto, anche ironico se si pensa che mentre un uomo sta morendo dall’altra parte c’è una segreteria che ci dice di attendere, ma del resto questa è la realtà anche quando chiamiamo il pronto soccorso!! Abbastanza ben sviluppata la trama, magari la scena del serpente è un tantino esagerata, ma rende l’idea di come ci si attacchi a qualsiasi speranza in certe situazioni!! Ottima la prova del protagonista!! Il resto sono solo voci!!
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vjarkiv
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domenica 26 gennaio 2014
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bell'esempio di cinema indipendente
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Bell'esempio di cinema indipendente.Presentato al Sundance Film Festival nel 2010, ottenne da subito l'interesse del pubblico e della critica. La scommessa del regista spagnolo Rodrigo Cortés, alla sua prima produzione, di far rimane al loro posto gli spettatori proponendo una storia "al limite", ha funzionato. Grazie ad una sceneggiatura che ha reso "dinamico" lo spazio e il tempo di una situazione totalmente claustrofobica, tradotta mirabilmente in immagini dal regista che ha anche curato il montaggio, fondamentale per non staticizzare il tutto. Calibrata ed efficace, infine, l'interpretazione dell'unico protagonista: Ryan Reynolds.
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nick castle
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mercoledì 10 novembre 2010
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mmm (espressione incerta a seguire...)...
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Ci lascia un po' strani, questo film, all'uscita dalla sala. S'è parlato tanto di originalità della storia, ma la stampa lo sappiamo che è spiritosa quindi, sorvoliamo... Il film sicuramente non ha il suo punto forte nella storia, approfondita laddove non c'era necessità e lasciata sola a se stessa dove più aveva bisogno (ad esempio, con la questione del licenziamento di Paul si scade proprio nel banale). La pellicola sostanzialmente delude, ma delude perchè poteva essere un bel film è purtroppo non lo è. Però in tutto il brutto c'è un po' di bello, quà il brutto è decente e il bello è formidabile, se la storia e il montaggio sono per così dire brutti, la fotografia e la regia sono formidabili, infatti più che la composizione dell'inquadratura, è l'illuminazione il punto forte della superba fotografia di Eduard Grau, a mio parere da premiare con l'Oscar, mentre Rodrigo Cortès che come regista è semplicemente inimitabile, lo è un bel po' meno come montatore, che infischiandosene di tutte le regole sui tagli e raccordi, riesce a non disorientare lo spettatore solo perchè c'è un unico attore a recitare.
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Ci lascia un po' strani, questo film, all'uscita dalla sala. S'è parlato tanto di originalità della storia, ma la stampa lo sappiamo che è spiritosa quindi, sorvoliamo... Il film sicuramente non ha il suo punto forte nella storia, approfondita laddove non c'era necessità e lasciata sola a se stessa dove più aveva bisogno (ad esempio, con la questione del licenziamento di Paul si scade proprio nel banale). La pellicola sostanzialmente delude, ma delude perchè poteva essere un bel film è purtroppo non lo è. Però in tutto il brutto c'è un po' di bello, quà il brutto è decente e il bello è formidabile, se la storia e il montaggio sono per così dire brutti, la fotografia e la regia sono formidabili, infatti più che la composizione dell'inquadratura, è l'illuminazione il punto forte della superba fotografia di Eduard Grau, a mio parere da premiare con l'Oscar, mentre Rodrigo Cortès che come regista è semplicemente inimitabile, lo è un bel po' meno come montatore, che infischiandosene di tutte le regole sui tagli e raccordi, riesce a non disorientare lo spettatore solo perchè c'è un unico attore a recitare. A proposito di attore, mai mi sarei aspettato un Ryan Reynolds così, devo dire proprio al massimo delle sue potenzialità. Insomma, come ho già detto il film delude e non poco, 95 minuti, che oltre ad essere troppi per una sola ambientazione, non tengono per niente la tensione, l'ideale sarebbero stati 80 minuti compresi titoli di testa e coda. In più la tensione si perde facilmente anche per un uso inadeguato delle musiche. Ci sarebbe voluto un colpaccio di scena finale per risollevare l'interesse del pubblico, anche se non manca del tutto. Ma c'è qualche interrogativo, a detta di Dan Brenner, Mark White, un ostaggio come lui che però venne salvato è vivo e libero, mentre alla fine del film, durante la ricerca di Paul, Dan Brenner al telefono comunica di aver trovato non la cassa di Paul ma quella di Mark White, il chè tradisce l'affermazione precedente di Brenner, rivelandone la falsità, ma il punto è, Brenner ha detto a Paul di aver trovato la cassa di Mark White invece che la sua, durante un vero tentativo di salvataggio? O glielo ha detto solo per dargli una falsa speranza, per non dirgli che nessuno sarebbe andato a salvarlo? A voi la scelta... Comunque, parlare di cult è esagerato sia oggi sia in un futuro prossimo. Però una cosa fa piacere in questi film, diretto da uno spagnolo, produzione: Francia, Stati Uniti, Spagna, recitato da un attore canadese, sceneggiato da uno statunitense, con musiche condotte da un cecoslovacco, se questa non è internazionalizzazione del cinema io sono un vero critico!
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[+] e perché gli dai tre stelle....
(di francesco2)
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paride86
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domenica 30 gennaio 2011
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intelligente e originale
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Non l'ho trovato molto coinvolgente, ma non posso ignorarne l'intelligenza e non condividerne il messaggio.
"Buried" è innanzitutto un film contro la guerra che mette in evidenza il cinismo degli stati e delle organizzazioni nei confronti degli individui.
Memorabli le conversazioni con il capo del dipartimento della sicurezza e, soprattutto, quella col direttore del personale.
[+] stavolta....
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natan_drake93
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mercoledì 26 gennaio 2011
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come fissare una scatola ed esserne affascinati
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Se mi avessero detto che era possibile fare un film (buono) in una location con un attore e solo tre oggetti di uso quotidiano,avrei pensato a una presa in giro.
Mi devo ricredere dunque. Incerto se visionare o meno il film per le critiche negative,ho voluto lo stesso dare un tentativo,con ottimi risultati. La storia è semplice ma allo stesso tempo per strutturata: Un uomo in medio oriente che durante il suo lavoro di camionista viene assalito messo in una bara per il riscatto. Cosi con questi pochi elementi si è riuscito a trovare l'inizio del filo conduttore per un film che non stanca. Poca batteria nel telefono,spazi stretti e continui problemi non banali,fanno di questo claustrofobico film un buon prodotto.
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Se mi avessero detto che era possibile fare un film (buono) in una location con un attore e solo tre oggetti di uso quotidiano,avrei pensato a una presa in giro.
Mi devo ricredere dunque. Incerto se visionare o meno il film per le critiche negative,ho voluto lo stesso dare un tentativo,con ottimi risultati. La storia è semplice ma allo stesso tempo per strutturata: Un uomo in medio oriente che durante il suo lavoro di camionista viene assalito messo in una bara per il riscatto. Cosi con questi pochi elementi si è riuscito a trovare l'inizio del filo conduttore per un film che non stanca. Poca batteria nel telefono,spazi stretti e continui problemi non banali,fanno di questo claustrofobico film un buon prodotto. la recitazione dell'attore è buona e un po lo si compiange per tutto quello che sta subendo. Il finale,per nulla banale, lascia di stucco.
In conclusione consiglio la visione del film anche per osservare un prodotto diverso che può piacere o meno,ma non si può negare la sua originalità.
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beabla
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giovedì 27 gennaio 2011
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veramente ben fatto!
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Film fatto molto bene. Film, trama e finale per niente scontati. Idea molto interessante: un unico personaggio e un'unica ambientazione uniti nel dare forte tensione che rimane durante tutto il film e che si esalta nel finale. 90 minuti che scorrono velocemente e senza alcun momento di noia raccontano la guerra vista da un punto di vista differente e in maniera non convenzionale! Veramente molto bello e consigliato... un film diverso dagli altri! Bravi!
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giudor
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lunedì 9 maggio 2011
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un thriller che supera le aspettative
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La visione di questo film è stata sicuramente una bella sorpresa: non mi aspettavo un risultato del genere visti il luogo in cui si ambientava e la presenza di un solo attore!Già dalle prime scene il film si fa davvero interessante; ci viene presentata una situazione assurda: un uomo che si sveglia imbavagliato e sepolto vivo, con le mani legate, che ha per volontà degli stessi che lo hanno seppellito una diversità di oggetti tra cui un telefono cellulare come unico "contatto" con l'esterno!Lui è un camionista americano, sepolto in chissà qual deserto dell'Iraq, finitoci solo per lavoro, che dovrà negoziare in prima persona per la sua liberazione.
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La visione di questo film è stata sicuramente una bella sorpresa: non mi aspettavo un risultato del genere visti il luogo in cui si ambientava e la presenza di un solo attore!Già dalle prime scene il film si fa davvero interessante; ci viene presentata una situazione assurda: un uomo che si sveglia imbavagliato e sepolto vivo, con le mani legate, che ha per volontà degli stessi che lo hanno seppellito una diversità di oggetti tra cui un telefono cellulare come unico "contatto" con l'esterno!Lui è un camionista americano, sepolto in chissà qual deserto dell'Iraq, finitoci solo per lavoro, che dovrà negoziare in prima persona per la sua liberazione. Un film pieno di sorprese, pieno di suspence, capace anche di sorprendere in determinate situazioni (cosa per niente facile vista la logistica);straordinario Ryan Reynolds nell'interpretare le più svariate sensazioni dovute a quella situazione: dall'angoscia iniziale sino al terrore finale quando oramai inizia a perdere la speranza di sopravvivere. Un'altra cosa che colpisce è la spettacolarità di una serie di inquadrature che mettono lo spettatore nella condizione di rivedersi e di rivivivere sulla propria pelle le stesse sensazioni. Un cenno va al messaggio subliminale che ha voluto dare , a parer mio, il regista a proposito della guerra in Iraq, annientandone la sua utilità, le sue verità, e considerandola una guerra persa perlomeno sotto il profilo delle vite umane. Con un finale alquanto spiazzante, Cortés conclude un’opera molto interessante, originale e incredibilmente riuscita, girata in appena 17 giorni, costata solo 3 milioni di dollari. Un'ottimo risultato!
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epidemic
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lunedì 18 ottobre 2010
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forse se fosse stato un corto!
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L'idea (seppur già sviluppata da altri grandi autori) è avvincente. Bisogna riflettere se un lungometraggio non pesi troppo al pubblico, che è vero che viene trascinato in un'ambiente claustrofobico e ne risente, ma è alresì vero che forse qualche ripresa d'esterno avrebbe giovato al film anche perché a parte il co-protagonista blackberry il film pecca di qualche dilungamento. Sinceramente il soggetto era più adatto a un cortometraggio di 15-20 minuti. Ottimo il finale.
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mystyle.asso88
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martedì 19 ottobre 2010
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sepolti nella trama
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Il film di Rodrigo Cortés è sicuramente uno dei più innovativi degli ultimi tempi: una sola location,un solo attore e una trama davvero particolare.E' gia perchè ,come dal titolo Buried-Sepolto,si svolge interamente all' interno di una bara dove è stato sepolto appunto, il povero Paul (Ryan Reynolds) per qualche sconosciuto motivo.Il giovane dunque in novanta minuti dovrà capire come è finito li sotto prima di finire l'ossigeno;gli unici aiuti un telefono cellullare,una matita e un accendino.La storia sicuramente incuriosisce anche se il film è un pò lento e si svolge in un unico punto,il pubblico rimmarrà sicuramente coinvolto.
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Il film di Rodrigo Cortés è sicuramente uno dei più innovativi degli ultimi tempi: una sola location,un solo attore e una trama davvero particolare.E' gia perchè ,come dal titolo Buried-Sepolto,si svolge interamente all' interno di una bara dove è stato sepolto appunto, il povero Paul (Ryan Reynolds) per qualche sconosciuto motivo.Il giovane dunque in novanta minuti dovrà capire come è finito li sotto prima di finire l'ossigeno;gli unici aiuti un telefono cellullare,una matita e un accendino.La storia sicuramente incuriosisce anche se il film è un pò lento e si svolge in un unico punto,il pubblico rimmarrà sicuramente coinvolto.Merito soprattutto della bravura di Ryan Reynolds, molto credibile che,riesce anche a far sorridere in alcuni momenti spezzando la tensione.Molto abile anche il regista che riesce proprio a far cogliere il senso di claustrofobia vissuta dal povero malcapitato nella bara,grazie ad inquadrature e giochi di luce molto efficaci.Il pubblico potrà comprendere anche un messaggio all'interno della vicenda raccontata che,una volta conclusa la visione del film farà riflettere sicuramente.Dunque chi volesse provare a vedere qualcosa fuori dal comune questo è il film adatto con tanto di finale che lascierà a bocca aperta.
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