At the End of the Day - Un giorno senza fine |
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Un film di Cosimo Alemà.
Con Andrew Harwood Mills, Sam Cohan, Valene Kane, Neil Linpow, Daniel Vivian.
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Titolo originale At the End of the Day.
Thriller,
durata 93 min.
- Italia 2010.
- Bolero Film
uscita venerdì 22 luglio 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
At the End of the Day - Un giorno senza fine
valutazione media:
2,56
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gioco al massacro
di Roberto Escobar L'Espresso
La storia è vera, o quasi. Nel 1992, da qualche parte nella ex Jugoslavia un gruppo di tranquilli (si fa per dire) appassionati di guerra simulata - uomini e donne che si divertono a passare la domenica sparandosi addosso pallottole di plastica - si imbatte in un altro gruppo, questa volta di assassini "professionali". Da quel fattaccio di cronaca hanno preso spunto Cosimo Alemà e i suoi cosceneggiatori Romana Meggiolaro e Daniele Persica per realizzare "At the End of the Day - Un giorno senza fine" (Italia, 2010, 93').
Quando il film inizia, la macchina da presa sta addosso a due uomini in divisa - si saprà poi che sono poliziotti - intenti a scavare sotto la pioggia. Con professionalità, appunto, uno di loro piazza nel fango un paio di mine antiuomo, e intanto istruisce l'altro. Da quelle parti qualche tempo prima c'è stato una sorta di campo di prigionia, e lì il più "esperto" dei due ha torturato e ammazzato con grande soddisfazione. Ora però tutto il divertimento si riduce a fare la posta a qualche ignaro hobbista della caccia all'uomo. Ed eccoli, gli hobbisti: da un furgone ne scendono sette, fra maschi e femmine. I meschini immaginano che tutto si ridurrà a qualche ora di gioco, e che poi se ne torneranno alla tranquillità della vita civile. Ma così non accade. All'improvviso, e poi sempre più tragicamente, si trovano sotto il tiro dei due fanatici, cui se ne aggiunge un terzo.
Gira bene, Cosimo Alemà. Il suo racconto non ha indecisioni. Anche la recitazione (in inglese, nell'originale) è più che accettabile. Ma al film manca qualcosa, e certo non si tratta né della cupezza d'atmosfera né dell'estetica degli arti maciullati o delle gole tagliate. Anzi, una volta messo in moto il gioco di massacro, regia e sceneggiatura non si risparmiano niente: i cattivi sono cattivissimi, ovviamente, ma anche i buoni non scherzano. E alla fine ci si convince (quasi) che il male sia una sorta di terribile assoluto della condizione umana.
Che sia così, o che non lo sia, in ogni caso "At the End of the Day" si limita a raccontarlo dall'esterno. Non c'è commozione nelle sue immagini, e non c'è orrore che non sia superficialmente e immediatamente visivo. Se anche la vicenda narrata è vera, nello sviluppo del racconto mancano le verità più decisive: quella dell'odio che muove i persecutori, e quella della paura che schiaccia le vittime. Di questo avrebbe bisogno il film: del coraggio o anche solo della voglia di mostrare un suo punto di vista, una sua "passione".
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