brando fioravanti
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sabato 31 marzo 2012
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da vedere
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Micheal Jackson è il cantante che ha venduto più dischi in assoluto, il ballerino più innovativo e apprezzato del mondo, trasgressivo e romantico nello stesso momento. Il film non è un vero documentario, non si entra nella sua vita privata, ci si limita ha vederlo nella preparazione di un suo concerto. Entrando a contatto con quello che è il suo vero rapporto con lo spettacolo si possono vedere gli aspetti più umani di un persona vista come una vera leggenda. Disponibile e carismatico verso gli altri, sensa mai accentuare la sua performance nettamente migliore degli altri ballerini. Questo è tutto, non cè nient'altro da dire su un artista che ormai si conosce per le sue grandi opere.
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Micheal Jackson è il cantante che ha venduto più dischi in assoluto, il ballerino più innovativo e apprezzato del mondo, trasgressivo e romantico nello stesso momento. Il film non è un vero documentario, non si entra nella sua vita privata, ci si limita ha vederlo nella preparazione di un suo concerto. Entrando a contatto con quello che è il suo vero rapporto con lo spettacolo si possono vedere gli aspetti più umani di un persona vista come una vera leggenda. Disponibile e carismatico verso gli altri, sensa mai accentuare la sua performance nettamente migliore degli altri ballerini. Questo è tutto, non cè nient'altro da dire su un artista che ormai si conosce per le sue grandi opere.
Recensione dedicata alla ballerina Sara Proietti
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xxmoonwalkxx
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lunedì 7 marzo 2011
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questo è veramente tutto?
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C'è ben poco da spiegare di questo film...niente è recitato! Quello che viene proposto è semplicemente Michael Jackson e il corpo di ballo (le sue estensioni).
Michael Jackson muore il 25 giugno 2009, lasciando un vuoto incolmabile ai fan e un piccolo assaggio ai fan post-mortem. Ed è così, credendo o meno alla morte del Re, che il Performer ci lascia la sua ultima Opera: Se stesso!
Ciò che vediamo è un Michael Jackson perfezionista, educato e soprattutto professionale! E' agile e la voce (anche se molto più fragile) è quella dei vecchi tempi!
E' un film/documentario montato molto bene che dona meraviglia e stupore ai fan e sia a coloro che nemmeno conoscevano il personaggio nel lato artistico.
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C'è ben poco da spiegare di questo film...niente è recitato! Quello che viene proposto è semplicemente Michael Jackson e il corpo di ballo (le sue estensioni).
Michael Jackson muore il 25 giugno 2009, lasciando un vuoto incolmabile ai fan e un piccolo assaggio ai fan post-mortem. Ed è così, credendo o meno alla morte del Re, che il Performer ci lascia la sua ultima Opera: Se stesso!
Ciò che vediamo è un Michael Jackson perfezionista, educato e soprattutto professionale! E' agile e la voce (anche se molto più fragile) è quella dei vecchi tempi!
E' un film/documentario montato molto bene che dona meraviglia e stupore ai fan e sia a coloro che nemmeno conoscevano il personaggio nel lato artistico.
Lasciatevi travolgere da quest'ultimo viaggio, diciamo, incompiuto...Michael voleva questo: stupirci con la sua semplicità fanciullesca!
voto del film: 7.5
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francesco2
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domenica 17 ottobre 2010
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bambini forever
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Gli artisti a volte rimangono per tutta la vita bambini, almeno questa è un'ipotesi. Non nel senso di immaturità, ma perché conservano la purezza dello sguardo(Quella stessa rimproverata a certa cinefilia, fino a veri o presunti risvolti psicoanalitici in base ai quali il "Bianco" dello lo schermo avrebbe addirittura implicazioni materne).
Più semplicemente, ma neanche tanto, non credo bisogna cadere negli stessi giudizi "Emotivi" che rischiano di condiionare l'esltazione del "Postino" di Radford-Troisi. Del resto Ortega non è un "Regista", non è Van Sant che fa vero cinema con "Milk" e le immagini di repertorio. Né Jackson è Van Sant, né in altri punti "This is it" è abile nel dipingere altri momenti dello spettacolo; del resto, sono loro stessi a dire che i ballerini fungevano da coreografia.
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Gli artisti a volte rimangono per tutta la vita bambini, almeno questa è un'ipotesi. Non nel senso di immaturità, ma perché conservano la purezza dello sguardo(Quella stessa rimproverata a certa cinefilia, fino a veri o presunti risvolti psicoanalitici in base ai quali il "Bianco" dello lo schermo avrebbe addirittura implicazioni materne).
Più semplicemente, ma neanche tanto, non credo bisogna cadere negli stessi giudizi "Emotivi" che rischiano di condiionare l'esltazione del "Postino" di Radford-Troisi. Del resto Ortega non è un "Regista", non è Van Sant che fa vero cinema con "Milk" e le immagini di repertorio. Né Jackson è Van Sant, né in altri punti "This is it" è abile nel dipingere altri momenti dello spettacolo; del resto, sono loro stessi a dire che i ballerini fungevano da coreografia.
Ben più abile, però, è il "Regista" nel catturare lo sguardo di Jackson, di chi -Appunto- non è mai "cresciuto2, forse perché -Altra contraddizione- ha venduto milioni di dischi, senza capire forse fino in fondo le leggi del suo ambiente. Occhi pieni di amore puro e sommesso per questo lavoro come -Forse- per questo pubblico. Come anche nel dipingere il perfezionismo di una persona che tanti guai ha avuto(Ma chi di noi non ha le sue contraddizioni, e poi tra gli artisti a volte vengono definiti perfezionisti persone da cui non te l'aspetteresti).
Ci sono momenti commoventi eche suscitano al contempo riflessione, come il duetto con una cantante il cui nome mi sfugge. Ma vi è soprattutto, alla fine, il senso di una missione che Michael si era prefisso: salvare la terra. Peccato non sia riuscito a salvare prima di tutto sé stesso, peccato persone attendibili -credo- dicano che, a differenza di quanto può apparire, era un uomo triste. Ma la sua dichiarazione di intenti finale richiama, per certi versi, proprio quella di Penn in "Milk". Due eroi maledetti, anche se hanno avuto più fortuna rispetto a quello che Forman dipinge nel suo "Man in the moon". Lui era un personaggio che non sarebbe stato capito, loro, nella loro sfortuna(O irresponsabilità), hanno almeno la fortuna di aver lanciato un messaggio alle folle.
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