Valzer con Bashir

Un'animazione scarna ma efficace racconta la guerra in Libano e un passato rimosso

Il mondo finisce male, in metropoli livide e ingrigite dalla polluzione, sulle spiagge libanesi rosse di fuoco e di sangue, nelle celle squallide e a volte luride di carceri troppo affollate. È un mondo pieno di incubi, a un passo dall'apocalisse, quello raccontato nelle prime giornate del Festival di Cannes. Un mondo che muore immerso nel bagliore bianco dell'umanità che sta perdendo progressivamente la vista, nella megalopoli senza nome (un miscuglio di San Paolo e Montevideo) ricreata con destrezza fin troppo estetizzante da Fernando Meirelles in Blindness (da Cecità di José Saramago), che ha aperto il festival; o che si autodistrugge meno metaforicamente nelle felpate immagini animate di Waltz with Bashir, il documentario dell'israeliano Ari Folman che ricostruisce il massacro del 1982 dei profughi palestinesi dei campi di Sabra e Chatila, nella parte occidentale di Beirut, da parte dei falangisti cristiani. [...]

di Emanuela Martini, articolo completo (2089 caratteri spazi inclusi) su Film TV 18 maggio 2008