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martedì 10 aprile 2012
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marchal e auteuil, che altro?
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Con questo cupo, triste e delirante "polar" Olivier Marchal si conferma degno erede di Melville, che con "Frank Costello faccia d'angelo" e "I senza nome" raggiunse le vette più alte del "noir" francese anni '60. Marchal va ancora oltre con il personaggio di Louis Schneider (Daniel Auteuil), un uomo alla deriva deluso, arrabbiato, colpito nei suoi affetti e tormentato dai fantasmi del passato che lo torturano impedendogli di condurre una vita serena, di vedere con lucidità il futuro davanti a lui. Il suo tempo non è più scandito neppure dall'orologio ma dalla... bottiglia. Daniel Auteuil si conferma grande impersonando il protagonista, il poliziotto Schneider, odiato da Kovalski e aiutato dalla splendida Marie (Catherine Marchal) e dal fido Georges, gli unici due pronti a scommettere ancora su di lui prima dell'arrivo della triste Justine, preoccupata per l'uscita dal carcere dell'assassino che massacrò la sua famiglia rovinandole l'esistenza.
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Con questo cupo, triste e delirante "polar" Olivier Marchal si conferma degno erede di Melville, che con "Frank Costello faccia d'angelo" e "I senza nome" raggiunse le vette più alte del "noir" francese anni '60. Marchal va ancora oltre con il personaggio di Louis Schneider (Daniel Auteuil), un uomo alla deriva deluso, arrabbiato, colpito nei suoi affetti e tormentato dai fantasmi del passato che lo torturano impedendogli di condurre una vita serena, di vedere con lucidità il futuro davanti a lui. Il suo tempo non è più scandito neppure dall'orologio ma dalla... bottiglia. Daniel Auteuil si conferma grande impersonando il protagonista, il poliziotto Schneider, odiato da Kovalski e aiutato dalla splendida Marie (Catherine Marchal) e dal fido Georges, gli unici due pronti a scommettere ancora su di lui prima dell'arrivo della triste Justine, preoccupata per l'uscita dal carcere dell'assassino che massacrò la sua famiglia rovinandole l'esistenza. Per Schneider una motivazione in più, confortare la ragazza e trovare questo "fantasma" probabilmente ancora pericoloso. La pioggia è spesso presente e insieme al cielo scuro aumenta il senso d'inquietudine di tutta la pellicola. Comunque la dipendenza dall'alcool non impedisce al poliziotto di avere intuizioni vincenti (tutte le vittime del serial killer a cui deve dare la caccia, prima ufficialmente e poi ufficiosamente, avevano un animale domestico...) e riesce anche ad aiutare Justine (Olivia Bonamy), cha alla fine si appoggia totalmente a lui, rimasta anche lei sola, proprio sola. Marchal è davvero bravo, forse un paio di scene sono troppo lunghe e violente, ma d'altronde ha anche un'idea geniale e vincente. Il film è girato in epoca attuale, ma sceglie come auto personale di Schneider una vecchia Volvo degli anni '60, seppure ben conservata e con il volante sportivo... Questa vettura si integra a meraviglia con la personalità del protagonista, è un complemento ideale per Schneider/Auteuil, così dimesso, a volte barcollante e con la barba sempre incolta. Bellissima la scena in cui esce dalla pensione, sale sulla Volvo posteggiata in strada e accende il motore, partendo per proseguire le indagini. Anche la vettura di Justine, una BMW degli anni '70, è una scelta atipica e dà un tocco "retro" al parco macchine dei protagonisti, un valore aggiunto in termini di originalità. Straordinario Auteuil quando, parlando con Marie del dramma più grande che sta vivendo, esclama - "Nessuno lo ha voluto, però è successo..."- Si poteva approfondire di più la figura di Georges, dal momento che moglie e figlia non si vedono mai, nè prima nè... dopo. Ma è un dettaglio marginale, il film regge benissimo così. Per gli appassionati di "polar" davvero imperdibile, da vedere senza interruzioni e in silenzio. - di "Joss" -
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denzel for ever
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venerdì 10 febbraio 2012
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mi aspettavo qualcosa di piu
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un po lento......si accende nel finale....ma si aspettavo decisamente di piu
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ultimoboyscout
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domenica 15 novembre 2009
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davvero bello.
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Che brava Daniel Auteil!! Interpretare un ruolo così difficile, un personaggio così caratterizzato non è roba da tutti i giorni. Convincente il film, duro, aspro, spigoloso, a tratti estremamente crudo, che senza avere ritmi frenetici mantiene sempre vivo l'interessi dello spettatore. Da vedere.
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carter
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lunedì 25 maggio 2009
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buon film
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Buon film, molto ben girato e ben recitato; bella la livida Marsiglia invernale di sfondo. Il difetto è che è appesantito da toni (di sceneggiatura e direzione) spesso eccessivi, direi a tinte forti(ssime). E' un merito (come qualcuno sostiene) o una limitazione?
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serpico
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venerdì 22 maggio 2009
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veramente bello
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FILM MOLTO BELLO DA VEDERE SICURAMETE
BRAVI GLI ATTORI OTTIMA LA REGIA
CONDIVIDO PIENAMENTE LA SCELTA FINALE
MI HA STUPITO Auteuil VERAMENE DA OSCAR
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leo pellegrini
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martedì 17 marzo 2009
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analisi spietata dei traumi che la vita infierisce
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Al suo terzo lungometraggio Oliver Marchal (produttore sceneggiatore attore nonché ex-poliziotto) si conferma maestro nel polar, genere tipicamente francese che intreccia giallo poliziesco noir. Nessuno come lui sa dipingere atmosfere cupe e laceranti, personaggi dilaniati e tormentati…
Una Marsiglia desolata e desolante, resa magistralmente da una fotografia livida al massimo e che quasi disturba la vista, espressione di una realtà senza speranza dove ogni forma di moralità sembra bandita, un mondo che vede il male trionfare e gli esseri umani profondamente feriti nel corpo e nell’anima.
Un intreccio dalle molte trame parallele che può disorientare lo spettatore ma che lo avvince dall’inizio alla fine, in un clima di tensione a volte quasi insopportabile.
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Al suo terzo lungometraggio Oliver Marchal (produttore sceneggiatore attore nonché ex-poliziotto) si conferma maestro nel polar, genere tipicamente francese che intreccia giallo poliziesco noir. Nessuno come lui sa dipingere atmosfere cupe e laceranti, personaggi dilaniati e tormentati…
Una Marsiglia desolata e desolante, resa magistralmente da una fotografia livida al massimo e che quasi disturba la vista, espressione di una realtà senza speranza dove ogni forma di moralità sembra bandita, un mondo che vede il male trionfare e gli esseri umani profondamente feriti nel corpo e nell’anima.
Un intreccio dalle molte trame parallele che può disorientare lo spettatore ma che lo avvince dall’inizio alla fine, in un clima di tensione a volte quasi insopportabile.
In L’ultima missione non è importante l’azione ma il dramma dei protagonisti (fragili esseri umani consumati dal dolore), l’analisi spietata dei loro tormenti, dei traumi che la vita infierisce continuamente. Un lavoro assimilabile più a una tragedia greca che a un puro e semplice thriller.
Un film sconsigliato a chi non ha lo stomaco forte, un film crudo e dissacrante come pochi, che parla di solitudine corruzione disperazione…
Un film che vede un grande Daniel Auteuil, eccezionale nella rappresentazione di un uomo alla deriva, vera e propria maschera di dolore dannazione e autodistruttività.
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uito
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sabato 24 gennaio 2009
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come nella miglior tradizione del "nero"
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atmosfera sempre cupa....ossessiva..una disperazione catartica...tra fumo e alcool.. un noir che ti fa soffrire..da vedere!!
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vittorio
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lunedì 17 novembre 2008
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bel film profondo!!
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Bel thriller alla francese, profondo, con molto significato, a volte pesante e lento ma complessivamente ben fatto e ben interpretato dagli attori!! Bello e con un finale struggente!!
Da vedere....
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dario
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domenica 9 novembre 2008
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pasticcio
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Un noir francese di mediocrissima qualità, girato a singhiozzo, superficiale, convenzionale, risaputo.
Pessimo Auteuil, sempre con la sigaretta in bocca e il whisky alle labbra. Film noioso, pasticciato (quasi peggio di Quai des Orfevres), assurdo: un brutto tributo ad una storia presa da fatti autentici, a quanto pare.
Molto meglio gli americani in certe cose.
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