chriss
|
venerdì 15 ottobre 2010
|
giù le maschere e le corazze...
|
|
|
|
'L' estate d' inverno', del giovanissimo Davide Sibaldi, e' un film molto interessante dal punto di vista psicologico e sociale. La storia (tranne il finale) si svolge interamente in una stanza di un motel di Copenaghen. Fuori piove, ma presto comincerà a piovere anche dentro l' anima dei due personaggi, ben scandagliati dal promettente regista ("Continua così"). I protagonisti sono due italiani in terra straniera: un ragazzo molto giovane ed una prostituta di mezza età. Il ragazzo, diretto in Norvegia (ad Hammerfest, l' insediamento umano più a Nord del Mondo) in cerca della madre, decide di pagare la prostituta per un' ora di dialogo.
[+]
'L' estate d' inverno', del giovanissimo Davide Sibaldi, e' un film molto interessante dal punto di vista psicologico e sociale. La storia (tranne il finale) si svolge interamente in una stanza di un motel di Copenaghen. Fuori piove, ma presto comincerà a piovere anche dentro l' anima dei due personaggi, ben scandagliati dal promettente regista ("Continua così"). I protagonisti sono due italiani in terra straniera: un ragazzo molto giovane ed una prostituta di mezza età. Il ragazzo, diretto in Norvegia (ad Hammerfest, l' insediamento umano più a Nord del Mondo) in cerca della madre, decide di pagare la prostituta per un' ora di dialogo. La donna accetta, nonostante in un primo momento avesse rifiutato. Dopo il sesso, finalmente si parla e si ascolta. Lo spettatore viene immediatamente risucchiato in un unico ambiente, chiuso e desolato, proprio come l' anima della prostituta (in realtà è molto più complessa di quello che sembra). L' incontro si trasformerà in uno scontro verbale (e fisico) ed infine in un confronto. Il ragazzo, fissato con le fotografie e le imperfezioni ("Le imperfezioni rendono perfetta una cosa"), è evidentemente in cerca di risposte da una persona più grande e più matura. La prostituta, fissata con le rotte degli aerei, ha viaggiato molto ed intrapreso una breve carriera di porno-attrice. Viene da Prizzi, un comune in provincia di Palermo. L' oscura siciliana, che dichiara di non avere più sogni per sé, in realtà una volta ne aveva uno: recitare in un musical. Durante il dialogo si scopre che la donna era stata abbandonata dal padre. "A nessuno piace essere abbandonato", dirà con tono secco (e seccato). Inevitabilmente, anche lei, in un passato più recente, ha finito per abbandonare qualcuno: il marito ed il bambino (ed altri due amanti). 'Dimenticare (e seppellire) il passato è il suo credo'. Sembra il modo più sicuro per non soffrire. Anche il ragazzo era stato abbandonato da piccolo dalla madre, fuggita in un posto freddo e lontanissimo ("D' estate c' era il ghiaccio", da qui il titolo del film). I demoni del presente cominciano a lacerare pure l' anima del ragazzo, che ha appena abbandonato qualcuno (Giulia ed il bambino). Ora che le due anime sono completamente nude, prive della maschera e della corazza che li proteggeva, comincia il vero scontro: il ragazzo vede la figura di sua madre nella donna che ha di fronte (la prostituta abbandonata che, a sua volta, ha abbandonato più di qualcuno); la donna vede la figura di suo padre nell' uomo che ha di fronte. Le anime finiscono per specchiarsi e riflettersi una dentro l' altra. Il finale, girato in esterna, lascia una qualche speranza ad entrambi i protagonisti: più al ragazzo, atteso da Giulia e dal suo bambino (e forse dalla madre, se la ritroverà). Il ragazzo pregherà la prostituta di tornare dal padre. Spero che sia ipoteticamente finita così. Tre stelle: una ai due attori provenienti dal teatro (più brava lei), una al giovane regista ed una alla storia. A volte basta poco per scaldare e spogliare due anime. Viva il cinema italiano, anche se fatto con pochi mezzi e pochi soldi a disposizione. Data l' ora (sono le 2 di notte passate), non ho potuto fare di più. Grazie a Mymovies per la splendida anteprima. Palmieri Christian...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a chriss »
[ - ] lascia un commento a chriss »
|
|
d'accordo? |
|
laulilla
|
venerdì 15 ottobre 2010
|
mettersi davvero a nudo
|
|
|
|
Un giovane chiede a una prostituta, dopo che si è incontrato con lei in una camera d'albergo, di fermarsi a parlare con lui. Il colloquio fra i due accettato con molta riluttanza dalla donna, mette a nudo le rispettive angosce, che si potrebbero definire, forse, da "abbandono". Si apprende, infatti, che alla radice dei rispettivi problemi, é l'abbandono che la donna ha subito, da parte del padre e quello che il giovane ha subito da parte della madre; i loro successivi comportamenti ripetono esattamente la stessa situazione, poiché ciascuno di loro, a sua volta, ha abbandonato i figli da piccoli. Il disvelamento avviene nel tempo del film, così come il luogo dell'azione del film è principalmente la stanza d'albergo.
[+]
Un giovane chiede a una prostituta, dopo che si è incontrato con lei in una camera d'albergo, di fermarsi a parlare con lui. Il colloquio fra i due accettato con molta riluttanza dalla donna, mette a nudo le rispettive angosce, che si potrebbero definire, forse, da "abbandono". Si apprende, infatti, che alla radice dei rispettivi problemi, é l'abbandono che la donna ha subito, da parte del padre e quello che il giovane ha subito da parte della madre; i loro successivi comportamenti ripetono esattamente la stessa situazione, poiché ciascuno di loro, a sua volta, ha abbandonato i figli da piccoli. Il disvelamento avviene nel tempo del film, così come il luogo dell'azione del film è principalmente la stanza d'albergo. Sembrerebbe perciò un film che rispetta le "regole aristoteliche" dell'unità di tempo, di luogo ed azione, discostandosene solo per brevi momenti: all'inizio e alla fine della pellicola, che vengono girati in esterno, e per qualche brevissimo flash back. Il dialogo è interessante e mostra un solido testo, non banale, su cui si costruisce la scena, evidenziando raffinata cultura e ottime conoscenze tecniche da parte del regista, che è giovane ed ha ancora molto tempo per migliorare. Il miglioramento, però, è necessario, perché un film come questo, che pure va apprezzato e sostenuto, ha una struttura un po' debole, più adatta a un'opera teatrale (al teatro erano dirette le "regole aristoteliche, infatti). Vorrei ricordare, però, alcune cose molto belle e significative: il trucco come maschera, il significato simbolico perciò del lento struccarsi di lei, o del riflettersi nello specchio, attraverso il quale lui la vede e la ascolta. Si vede,insomma, che il lavoro è di qualità e accurato e perciò che il regista merita fiducia per il futuro , nonché tutto il successo che gli auguriamo di cuore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a laulilla »
[ - ] lascia un commento a laulilla »
|
|
d'accordo? |
|
renato volpone
|
sabato 16 ottobre 2010
|
meglio a teatro
|
|
|
|
Nonostante venga spiegato non si capisce il titolo, forse doveva essere il contrario. Si tratta di un film corto, particolare, lentissimo, ma si può vedere, il soggetto è interessante, ma non perfetto, sicuramente perfetto per il palco di un teatro, ma non per il cinema. gli attori sono solo due, lei brava, lui giovane un po' così. La storia si svolge in una stanza d'albergo dove una prostituta ed un ragazzo giovane , su richiesta del ragazzo parlano delle rispettive angosce...il loro rapporto potrebbe essere molto più stretto di quanto possa a prima vista sembrare....non mi dispiace averlo visto, non lo rivedrei.
|
|
[+] lascia un commento a renato volpone »
[ - ] lascia un commento a renato volpone »
|
|
d'accordo? |
|
|