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luana
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domenica 15 marzo 2009
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cantet è cantet
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Cinema intelligente..non retorico..ho imparato molto sul problema linguaggio-comunicazione..inoltre le psicologie sono finemente descritte...anche quelle degli insegnanti ciechi. Ma che importino questi films francesi e non...invece di raccogliere le masse intorno ai polpettoni hollywoodiani che drogano le teste con immagini finte e grandi temi epici che non sanno affrontare. Iniziare dal piccolo per allargarsi..e non viceversa.
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noir
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venerdì 6 marzo 2009
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la crude realtà
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Finalmente un film realistico sulla scuola. Un film che racconta il mondo scolastico e i giovani così come sono realmente, e forse era meglio che non ci fosse.
E' ironica ovviamente la mia affermazione, perchè il film è uno spaccato generazionale per nulla ottimistico, perchè per nulla ottimistico è il gran parte del mondo giovanile e scolastico attuale.
Ragazzi vuoti dentro, che non hanno nulla da raccontare (apparentemente, si spera) che non hanno nessuna intenzione di comprendere cosa gli sta attorno perchè non sanno chi sono. Questo è il problema principale, non sanno chi sono veramente. Vogliono essere come gli altri, vogliono essere semplicemente giovani credendo di seguire il loro modo di essere, la loro vera essenza, ma la realtà è che dentro di loro non regna la sicurezza di sapere quello che vogliono, ma in realta regna il caos, una serie di regole e impostazioni raccolte dalla realtà che gli fanno credere di avere la risposta al loro modo di vivere, ma che in realtà da raccontare non hanno nulla.
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Finalmente un film realistico sulla scuola. Un film che racconta il mondo scolastico e i giovani così come sono realmente, e forse era meglio che non ci fosse.
E' ironica ovviamente la mia affermazione, perchè il film è uno spaccato generazionale per nulla ottimistico, perchè per nulla ottimistico è il gran parte del mondo giovanile e scolastico attuale.
Ragazzi vuoti dentro, che non hanno nulla da raccontare (apparentemente, si spera) che non hanno nessuna intenzione di comprendere cosa gli sta attorno perchè non sanno chi sono. Questo è il problema principale, non sanno chi sono veramente. Vogliono essere come gli altri, vogliono essere semplicemente giovani credendo di seguire il loro modo di essere, la loro vera essenza, ma la realtà è che dentro di loro non regna la sicurezza di sapere quello che vogliono, ma in realta regna il caos, una serie di regole e impostazioni raccolte dalla realtà che gli fanno credere di avere la risposta al loro modo di vivere, ma che in realtà da raccontare non hanno nulla.
Colpa loro ma colpa, soprattuto, della realtà che li circonda e la scuola ha grandissima colpa non essendo mai stata in grado di insegnare la passione e l'interesse per il mondo e di non esser mai stata in grado di ascoltare veramente. Grammativa, trigonometria, letteratura, storia, scienze sono tutte materie inutili se insegnate a ragazzi che non hanno alcun interesse a comprenderle.
Che senso ha far leggere (in Italia) "I promessi sposi" o i "Malavoglia" a ragazzi che non hanno mai preso in mano un libro? La scuola dovrebbe insegnare la passione per la lettura, in quei 3 anni di scuola media e 5 di superiori. Dovrebbe far nascere in loro la voglia di prendere in mano un libro. Se poi si riesce in questo saranno loro da grandi a leggersi "I promessi sposi" se vorranno.
Che senso ha insegnare date, avvenimenti storici, personaggi a ragazzi che non sanno neanche chi sono loro stessi e cosa succede nella loro città e nella loro nazione?
La scuola deve insegnare la passione per le cose non le nozioni che nella vita non serviranno a nulla. Non me ne frega niente di ricordarmi vagamente alcuni frammenti della Divina Commedia, mi interessa aver imparato che cosa può esserci di bello nella letteratura e se mi interesserà prenderò in mano la Divina Commedia una volta cresciuto o altrimenti leggerò milioni di altri libri. Non me ne frega niente sapere quando è morto Napoleone, ma è importante che in me ci sia la curiosità di voler capire qualcosa di più del passato, andando a informarmi e magari poi a scoprire quando è morto Napoleone.
La scuola, e il film di Cantet lo racconta bene, non sa parlare ai ragazzi, non sa arrivare alle loro stesse lunghezze d'onda, ma si ferma a una visione della scuola che è una e basta costringendo i ragazzi ad adattarsi, ma la scuola non è una palestra di vita, è una palestra per noi stessi, per capire e comprendere noi stessi (studenti) e accrescerci. E "La classe" è un perfetto esempio di tutto questo. Un film pessimista, perchè reale, che si chiude sulla frase di una studentessa "Io non ho imparato nulla" che è emblematico dei giovani d'oggi e della società che gli adulti stanno modellando intorno a loro.
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roby
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venerdì 30 gennaio 2009
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tra le mura
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il titolo francese se si traducesse letteralmente, renderebbe l'idea sul senso di claustrofobia che trova lo spettatore nelle due ore di film. E' un ottimo film che ci pone di fronte alle problematiche emergenti in una classe e evidenzia, soprattutto, la difficoltà nel gestirla. Mio figlio è stato portato, nel vederlo, alla giusta riflessione su come può uscire esausto ed impotente un professore con ragazzi che sono poco inclini al rispetto e alla disciplina. Ben venga, quindi, questo microscopico film a costo zero, se serve a far riflettere pure solo 1 adolescente. Per quanto mi riguarda è, ripeto, un ottimo film ma il connubio tra la traduzione letterale del titolo e effettivamente l'intero svolgimento dello stesso in un unico istituto scolastico, mi ha anche inconsciamente soffocato.
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il titolo francese se si traducesse letteralmente, renderebbe l'idea sul senso di claustrofobia che trova lo spettatore nelle due ore di film. E' un ottimo film che ci pone di fronte alle problematiche emergenti in una classe e evidenzia, soprattutto, la difficoltà nel gestirla. Mio figlio è stato portato, nel vederlo, alla giusta riflessione su come può uscire esausto ed impotente un professore con ragazzi che sono poco inclini al rispetto e alla disciplina. Ben venga, quindi, questo microscopico film a costo zero, se serve a far riflettere pure solo 1 adolescente. Per quanto mi riguarda è, ripeto, un ottimo film ma il connubio tra la traduzione letterale del titolo e effettivamente l'intero svolgimento dello stesso in un unico istituto scolastico, mi ha anche inconsciamente soffocato.Solo alla fine, infatti, mi sono resa conto della felicità di essermi liberata di quelle 4 mura!
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l
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lunedì 26 gennaio 2009
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l
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marte51
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venerdì 2 gennaio 2009
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perchè il mondo gira
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Vinceremo...vinceremo...il film sfuma.Vinceranno comunque i ragazzi fuori delle mura della scuola, quello che hanno imparato là dentro, bene o male, servirà.La passione dell'insegnante che va dall'insegnare l'imperfetto al proporre l'autoritratto, la sua quasi solitudine nel momento delle difficoltà,lo sforzo di capire i ragazzi avranno la meglio.
Anche se non vedremo il dopo di quell'anno di scuola sappiamo che alla fine il numero di chi si perde è inferiore a quello di chi trova un equilibrio nella propria vita, alla faccia delle differenze di etnia e cultura .Insegnare è sognare senza confini. senza
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beghemot
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lunedì 29 dicembre 2008
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ma cosa si insegna in francia?
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In una equivalente di una nostra quarta ginnasio l'insegnante di lettere fa leggere qualche riga del Diario di Anna Frank (letteratura), cerca di far coniugare il congiuntivo (morfologia), si sforza di mostrare la corretta sillabazione (ortografia). Il suo maggior impegno lo riserva all'autoritratto dei suoi studenti, ma dissente dal suo collega che vorrebbe far leggere Candide di Voltaire, perchè troppo "impegnativo". Però a fine pellicola si scopre che una "sgallettata" della classe si è letto di sua iniziativa nientemeno che il De republica" di Platone. Ma dove sono i programmi ministeriali? E' lasciato così grande spazio alle iniziative dei singoli insegnanti? O è una imbrogliatura del film, nel quale, riflettendo a posteriori, ci si accorge che di questi ragazzi noi ne sappiamo quasi quanto ne sapevamo dopo i primi cinque minuti di proiezione: un appassionato di matematica che non sa il teorema di Pitagora, una africanetta che mogia mogia confessa al professore che in tutto l'anno non ha imparato nulla e così via.
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In una equivalente di una nostra quarta ginnasio l'insegnante di lettere fa leggere qualche riga del Diario di Anna Frank (letteratura), cerca di far coniugare il congiuntivo (morfologia), si sforza di mostrare la corretta sillabazione (ortografia). Il suo maggior impegno lo riserva all'autoritratto dei suoi studenti, ma dissente dal suo collega che vorrebbe far leggere Candide di Voltaire, perchè troppo "impegnativo". Però a fine pellicola si scopre che una "sgallettata" della classe si è letto di sua iniziativa nientemeno che il De republica" di Platone. Ma dove sono i programmi ministeriali? E' lasciato così grande spazio alle iniziative dei singoli insegnanti? O è una imbrogliatura del film, nel quale, riflettendo a posteriori, ci si accorge che di questi ragazzi noi ne sappiamo quasi quanto ne sapevamo dopo i primi cinque minuti di proiezione: un appassionato di matematica che non sa il teorema di Pitagora, una africanetta che mogia mogia confessa al professore che in tutto l'anno non ha imparato nulla e così via. Anche noi spettatori forse non abbiamo capito nulla, men che meno una Palma d'oro a Cannes.
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lky rock
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domenica 21 dicembre 2008
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dentro le mura...
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Entre les murs è uno dei lungometraggi più difficili e intensi dell'ultimo anno. Finite le vacanze una classe di terza media appartenente ad una scuola francese è pronta a ritornare sui banchi, Il professore François si ritrova con metà classe che già dovrebbe conoscere mentre l'altra metà gli è totalmente sconosciuta. Il film di Laurent Cantet è molto lento e difficile da comprendere(non si esce mai dall'edificio scolastico) ma regala saggezze sull'andamento odierno della scuola e sulla relazione professore-studente che soltanto alla fine troverà un pò di luce. Certo a volte può risultare esagerato nonostante tutto è un ottimo film, il quale non esce dall'argomento principale e ne ricava i minimi dettagli.
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Entre les murs è uno dei lungometraggi più difficili e intensi dell'ultimo anno. Finite le vacanze una classe di terza media appartenente ad una scuola francese è pronta a ritornare sui banchi, Il professore François si ritrova con metà classe che già dovrebbe conoscere mentre l'altra metà gli è totalmente sconosciuta. Il film di Laurent Cantet è molto lento e difficile da comprendere(non si esce mai dall'edificio scolastico) ma regala saggezze sull'andamento odierno della scuola e sulla relazione professore-studente che soltanto alla fine troverà un pò di luce. Certo a volte può risultare esagerato nonostante tutto è un ottimo film, il quale non esce dall'argomento principale e ne ricava i minimi dettagli. La scena finale rappresenta tutto l'anno scolastico in sè.
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speranza
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sabato 13 dicembre 2008
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film ben fatto..
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Film ben fatto che spiega bene la difficoltà di insegnare e l'atteggiamento di alcuni ragazzi nei confronti della scuola e degli insegnanti..qualche appunto al film,però è doveroso...esistono ancora insegnanti idealisti che fanno questo lavoro con passione, ma la fetta di coloro che sono frustrati e hanno atteggiamenti meno benevoli di quelli rappresentati è sempre più grossa..la figura del preside, che ormai è diventato un burocrate,così compassato e inamidato,mi sembra poco realistica..infine il finale mi ha lasciato male..cosa significa quell'aula vuota con le sedie buttate qua e là e quelle voci che gridano "vinceremo"..chi vincerà...la maleducazione e i fancazzisti o la parte buona e motivata dei ragazzi che hanno ancora voglia di studiare e di rispettare chi lo merita?
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sermex
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mercoledì 10 dicembre 2008
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...che classe!
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mi e' piaciuto un sacco!
piu' di 2 ore che volano, tiene attaccati alla sedia e per di piu' e' svolto esclusivamente entro le 4 mura della scuola e del suo cortile
bravissimi gli studenti, che tra l'altro non sono nemmeno attori professionisti
altrettanto bravo il mitico prof di lettere
unica figura un po' insulsa il preside
dico che io che fatica andare a lavorare la mattina a quelle condizioni...! eppure in molti casi e' la dura realta'
assolutamente da vedere...anzi rivedere!
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anna
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sabato 6 dicembre 2008
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che film strano
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ho visto questo film con la scuola. mi sono sforzata di capirne il senso, ma non ci sono riuscita. siamo d'accordo sul fatto che descrive una realtà dura come quella della scuola, i comportamenti che spesso hanno gli alunni, menefreghisti ignoranti maleducati ecc...
ma c'era davvero bisogno di farne un film? è una situazione che tutti conosciamo.. l'unica cosa che mi è piaciuta sono i personaggi.. il film non ha neanche una trama, e poi il finale è orrendo. peccato, poteva essere fatto meglio
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