La banda Baader Meinhof |
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Un film di Uli Edel.
Con Martina Gedeck, Moritz Bleibtreu, Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Johanna Wokalek.
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Titolo originale Der Baader Meinhof Komplex.
Drammatico,
durata 149 min.
- Germania 2008.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 31 ottobre 2008.
MYMONETRO
La banda Baader Meinhof
valutazione media:
3,13
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ritratto sincero ed appassionatodi Luca D'AmbrosioFeedback: 0 |
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giovedì 13 novembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ritratto sincero (mi è sembrato sufficentemente obiettivo, almeno per le poche informazioni di cui dispongo sull’argomento) ed appassionato degli anni dell’illusione della possibilità di cambiare il mondo in un mondo migliore, anni in cui si poteva ancora pensare che l’azione e l’impegno del singolo fossero importanti e determinanti per la realizzazione di un mondo altro, in cui le persone non fanno più finta di non vedere girando la testa dall’altra parte (citando “blowing in the wind”, canzone su cui scorrono i titoli di coda del film, di Bob Dylan) e continuano a condurre per ignavia o viltà le loro (le nostre) miserabili vite pensando sempre che tutto ciò che accade non li riguardi e vi penserà sempre qualcun altro. Un mondo altro, alternativo al consumismo, al capitalismo ed alla globalizzazione, mali così lucidamente (soprattutto nei loro effetti sulle persone) profeticamente e prematuramente descritti dal sempre mai compianto abbastanza Pier Paolo Pasolini. La regia del film e di Uli Edel (che ricordo per la regia di “Cristiana F. – noi i ragazzi dello zoo di berlino”) che caratterizza, a mio avviso, il film, come già aveva fatto con Cristiana F., impregnandolo di un tangibile realismo, libero da orpelli e fronzoli (tipici della cinematografia americana) che fa risultare adddirittura estremamente sintetico (e qui mi sarebbe piaciuto un maggiore approfondimento dei personaggi, ma di più non si poteva fare a meno di non trasformare il film in una fiction a puntate, operazione che comunque ritengo potesse risultare forse anche gradita) un film di 2 ore e mezza che non annoia mai lo spettatore, ma anzi lo avvince sempre di più, trascinandolo (all’inizio) da un sentimento liberatorio, di una energia repressa libera finalmente di fluire fino a (verso la fine) ad una sensazione di claustrofobia (in tutti i sensi) di un pugno allo sterno. E’ un film coinvolgente, sentimentalmente doloroso, da qualsiasi punto di vista lo si osservi. Era dai tempi di “Terra e Liberta” di Ken Loach o di “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana che non vedevo un film così interessante, con tanti spunti di riflessione. Ben scelti e tutti bravi gli attori del film. Il montaggio è veloce ma non da videoclip come va di moda adesso, e la colonna sonora non copre i dialoghi (come sempre più spesso accade oggi in pellicole dove si sopperisce con la colonna sonora alla mancanza di idee degli sceneggiatori, registi ecc.) Nel film vi è anche un' ottima interpretazione di Bruno Ganz ((è l'attore che ha interpretato hitler nel film "la caduta" ed interpretava il cameriere colto nel bellissimo film di Silvio Soldini "Pane e Tulipani") nei panni del capo della polizia tedesca.
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