alcy
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lunedì 16 febbraio 2009
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penoso
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Esistono film che si guardano fino alla fine solo per vedere a che punto si sia potuto arrivare, e Albakiara è senz'altro uno di questi. Potrebbe essere una parodia dei film adolescenziali girata da Mel Brooks, con l'unica differenza che anzichè far ridere fa pena. Recitazione da televendita di materassi, con accenti bolognesi e pugliesi talmente esasperati da sembrare eccessivi persino per i cabarettisti di Zelig, personaggi assurdi e sopra le righe, da spettacolo dei burattini... la liceale talmente oca da non capire la frase "what's your name?", la professoressa di inglese che non parla italiano, il bidello che spaccia liberamente a scuola, il dj che declama al ristorante "nessuno deve sapere che la cocaina l'abbiamo noi", il sonnifero dato alla madre di Chiara che fa effetto in 2 secondi (cos'era, cianuro?), il poliziotto supercattivo che uccide e tortura a suo piacimento, perchè ormai se non c'è qualche tortura in un film, gli adolescenti mica vanno a vederlo! Il personaggio più sano di mente sembra essere la sorella pazza.
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Esistono film che si guardano fino alla fine solo per vedere a che punto si sia potuto arrivare, e Albakiara è senz'altro uno di questi. Potrebbe essere una parodia dei film adolescenziali girata da Mel Brooks, con l'unica differenza che anzichè far ridere fa pena. Recitazione da televendita di materassi, con accenti bolognesi e pugliesi talmente esasperati da sembrare eccessivi persino per i cabarettisti di Zelig, personaggi assurdi e sopra le righe, da spettacolo dei burattini... la liceale talmente oca da non capire la frase "what's your name?", la professoressa di inglese che non parla italiano, il bidello che spaccia liberamente a scuola, il dj che declama al ristorante "nessuno deve sapere che la cocaina l'abbiamo noi", il sonnifero dato alla madre di Chiara che fa effetto in 2 secondi (cos'era, cianuro?), il poliziotto supercattivo che uccide e tortura a suo piacimento, perchè ormai se non c'è qualche tortura in un film, gli adolescenti mica vanno a vederlo! Il personaggio più sano di mente sembra essere la sorella pazza... Colonna sonora realizzata in famiglia, appiccicando un po' a casaccio innumerevoli canzoni di Vasco Rossi, che probabilmente avrà proposto alla produzione il pacchetto completo: figlio e musiche (riciclate) per lo stesso prezzo! Viene da chiedersi perchè un attore di classe come Alessandro Haber abbia potuto accettare di partecipare a questa presa in giro. Tranquilli genitori! Vivo a Bologna e ho due figli adolescenti, e posso assicurarvi che le cose non stanno così.
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[+] i agree
(di cinthia)
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gaidurachi
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giovedì 15 luglio 2010
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illuminante
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Allineandomi alla sensazione che un errore cinematografico di tale portata potrebbe scatenare in uno spettatore, non privo di senso critico ordinario, farei corrispondere il vocabolo OBNUBILANTE. Chi probabilmente non è riuscito ad arrivare alla fine, come il sottoscritto, immagino si sia congedato con un senso di nausea e disorientamento. Colui che sia riuscito ad arrivare alla fine della proiezione credo meriti una medaglia al valore o una nota di demerito; ciò a seconda del motivo scatenante. Di fatto credo che il film sia illuminante, perchè lo ritengo speculare ad un vuoto cosmico interiore, effettivamente dilagante, sopratutto nelle generazioni dei giovanissimi, tradotto con la bassezza dei dialoghi, la volgarità delle situazioni e il pessimo intreccio.
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Allineandomi alla sensazione che un errore cinematografico di tale portata potrebbe scatenare in uno spettatore, non privo di senso critico ordinario, farei corrispondere il vocabolo OBNUBILANTE. Chi probabilmente non è riuscito ad arrivare alla fine, come il sottoscritto, immagino si sia congedato con un senso di nausea e disorientamento. Colui che sia riuscito ad arrivare alla fine della proiezione credo meriti una medaglia al valore o una nota di demerito; ciò a seconda del motivo scatenante. Di fatto credo che il film sia illuminante, perchè lo ritengo speculare ad un vuoto cosmico interiore, effettivamente dilagante, sopratutto nelle generazioni dei giovanissimi, tradotto con la bassezza dei dialoghi, la volgarità delle situazioni e il pessimo intreccio. Preoccupante, perchè dà la misura di quanto si sia ormai inabissato il cinema italiano che, anche solo 20 anni fa, non avrebbe visto adesioni recitative ad un "soggetto" inqualificabile. Concludo catalogando questo abominio relegandolo al reparto "Pellicola Sovraesposta"...
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[+] generazione parziale
(di nadielosabe)
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mignon
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mercoledì 17 giugno 2009
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vuoto, confuso, fa acqua da tutte le parti!
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Già prima di vedere questo film avevo il sospetto che si trattasse di un´"italianata", con le caratteristiche peggiori del termine. Dopo averlo visto devo dire che non solo ha confermato ma anche superato le mie aspettative in questo senso. Infatti non ho trovato un solo elemento che lo riscattasse: è un film confuso, sconclusionato, e per di più volgare e violento. Manca secondo me una vera caratterizzazione dei personaggi, tranne forse della protagonista, che ci appare subito per quello che è: giovane, ignorante, disinibita, poco furba. Poi c`è la sorella squilibrata, di cui nessuno si preoccupa, neanche lo sceneggiatore si preoccupa di farci almeno un po´capire perché è cosí e come si rapporta agli altri.
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Già prima di vedere questo film avevo il sospetto che si trattasse di un´"italianata", con le caratteristiche peggiori del termine. Dopo averlo visto devo dire che non solo ha confermato ma anche superato le mie aspettative in questo senso. Infatti non ho trovato un solo elemento che lo riscattasse: è un film confuso, sconclusionato, e per di più volgare e violento. Manca secondo me una vera caratterizzazione dei personaggi, tranne forse della protagonista, che ci appare subito per quello che è: giovane, ignorante, disinibita, poco furba. Poi c`è la sorella squilibrata, di cui nessuno si preoccupa, neanche lo sceneggiatore si preoccupa di farci almeno un po´capire perché è cosí e come si rapporta agli altri. La prof. di inglese scrive frammenti di romanzo su una vecchia macchina da scrivere... a dire il vero all´inizio credevo che questo elemento, le parole che di tanto in tanto comparivano e ci riassumevano la situazione, alla fine si sarebbe collegato a qualcosa, sarebbe stato una chiave... ma in questo film non c´era niente da capire. QUello che c´è si vede (anche troppo), e dietro è vuoto. E in mezzo alla volgarità e la violenza talvolta gratuita, compaiono all´inizio fumetti colorati che rappresentano le SMS della protagonista.... allora, è un cartone animato o pulp fiction? Quanto agli attori... non mi sembra che qualcuno di loro brilli particolarmente. Raz Degan, poi, fa pieno onore al gioco di parole a cui si presta il suo nome: va bé che era il cattivo, ma i tratti cosí esagerati lo rendevano una caricatura. E poi l´omicidio della sua collega incinta mentre lei dice "chissà di che colore avrà gli occhi il mio bambino" si poteva anche evitare, tanto più che con la trama non c´entrava nulla. E poi sarò curiosa, ma allora avrei voluto sapere di più sul motivo per cui la uccide.
Insomma, se Albakiara voleva portare sullo schermo la realtà della gioventù di oggi, non ci è riuscito Non perché queste cose non esistano, ma perché le rappresenta nel modo peggiore. Ho avuto l´impressione che in questo film si volesse mettere di tutto un po´, mentre forse sarebbe valsa la pena di concentrarsi su poche cose essenziali, e queste svilupparle fino in fondo.
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gioxd
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giovedì 4 giugno 2009
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film mediocre e quasi totalmente stereotipato
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Ho appena finito di vedere "Albakiara". All'inizio ero incuriosito da un film potenzialmente icona di una generazione e per giunta di un giovane regista. Son partito senza pregiudizi, ma sono stati sufficienti 4 minuti per distogliere lo sguardo come quando ci si trova in una situazione noiosa, in un deja vu. Bene, mi son detto, continuiamo. Peccato che il deja vu ha continuato a balenarmi nella mente. Personaggi quasi fiabeschi: la muta "veggente", l'eroe senza macchia, il cattivo senza sfumature, il poliziotto scaltro ma poco credibile, la principessa buona. Ora, su quest'ultima noto uno sforzo da parte del regista (o dello sceneggiatore o del produttore?) di contestualizzarla e di farle assumere tinte tipiche di una generazione di attuali teenager, ma ha solo peggiorato la situazione.
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Ho appena finito di vedere "Albakiara". All'inizio ero incuriosito da un film potenzialmente icona di una generazione e per giunta di un giovane regista. Son partito senza pregiudizi, ma sono stati sufficienti 4 minuti per distogliere lo sguardo come quando ci si trova in una situazione noiosa, in un deja vu. Bene, mi son detto, continuiamo. Peccato che il deja vu ha continuato a balenarmi nella mente. Personaggi quasi fiabeschi: la muta "veggente", l'eroe senza macchia, il cattivo senza sfumature, il poliziotto scaltro ma poco credibile, la principessa buona. Ora, su quest'ultima noto uno sforzo da parte del regista (o dello sceneggiatore o del produttore?) di contestualizzarla e di farle assumere tinte tipiche di una generazione di attuali teenager, ma ha solo peggiorato la situazione. Le scene, poi, parevano ispirate ai film di quentin tarantino, con un risultato mediocre, perchè le sfumature alla pulp fiction sono difficili da imitare se non si possiede la visione d'insieme e la sensibilità dell'umile, di chi non esagera con le tinte e gli effetti. Le musiche, sembravano cucite con lo spago sulle emozioni dei personaggi o sulle situazioni clou; con lo spago perchè anche queste, al pari delle scene di cui parlavo prima, sono esagerate. Anche qui un gusto del pacchiano, un tentativo di enfatizzare situazioni, personaggi e stati d'animo già da sè sufficienti a farsi comprendere dallo spettatore.
Non voglio dar giudizi sul contesto sociale, perchè mi perderei in osservazioni semi-scientifiche, commenti e valutazioni decisamente inappropriati e approssimativi: conosco la generazione "K" così come la conosce un fratello maggiore, un cuginone, uno zio o anche un padre: dall'esterno; inoltre con la consapevolezza che nonostante la globalizzazione del decadimento dei costumi e della perdita di morale collettiva, sono sì reali, ma variabili da strato sociale a strato sociale e da territorio a territorio; dunque non faccio commenti, ma dico che quello del film è un contesto sociale "estremo" e non rispondente alla realtà. Non tutta almeno. Ma si sa, nel raccontare una generazione spesso si prescinde da certe sottigliezze, ecco perchè non tutti i registi lo fanno. Almeno non quelli giudicati dal pubblico o dalla critica "bravi e capaci" ed ecco perchè certi altri registi prendono pezzi di simboli generazionali e li incolla quà e là giusto per tentare di contestualizzare ancora di più e di tentare di dare credibilità a ciò che si sta raccontando.
L'unica cosa che mi ha colpito nel film è il "finale a sorpresa", ma a pensarci bene...il finale a sorpresa è anche un clichè banale; tuttavia dalla trama del film non ci si aspetterebbe un finale del genere. Unico sussulto in una lunghissima serie di sbadigli e di risate di commiserazione.
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atreyu83
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domenica 27 febbraio 2011
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irritante
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Orribile, inguardabile, irritante. Il cinema italiano è davvero caduto così in basso? In questo film è difficile trovare qualcosa di positivo, a incominciare dalla protagonista, Chiara, che è stupida, ignorante (lo si capisce dall'interrogazione di inglese, in cui Shakespeare diventa "Shesper") e decisamente di facili costumi. La scena più rivoltante, però, è quella del bagno, dove le amichette di Chiara si sono radunate per parlare di come si fa una fellatio. E nella scena successiva le vediamo in azione. Scena raccapricciante.
Dopo tutto questo orrore, però, c'è la catarsi, con il poliziotto Raz De Gan che finalmente uccide Chiara - davvero un personaggio insopportabile, così come tutti gli altri, patetici - a cui dice: "E' finito il tempo delle mele, puttana!".
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Orribile, inguardabile, irritante. Il cinema italiano è davvero caduto così in basso? In questo film è difficile trovare qualcosa di positivo, a incominciare dalla protagonista, Chiara, che è stupida, ignorante (lo si capisce dall'interrogazione di inglese, in cui Shakespeare diventa "Shesper") e decisamente di facili costumi. La scena più rivoltante, però, è quella del bagno, dove le amichette di Chiara si sono radunate per parlare di come si fa una fellatio. E nella scena successiva le vediamo in azione. Scena raccapricciante.
Dopo tutto questo orrore, però, c'è la catarsi, con il poliziotto Raz De Gan che finalmente uccide Chiara - davvero un personaggio insopportabile, così come tutti gli altri, patetici - a cui dice: "E' finito il tempo delle mele, puttana!".
Uno zero è perfino troppo. Meriterebbe un voto con numeri relativi. Meno un miliardo sarebbe anche troppo.
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adoro adoro
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mercoledì 16 gennaio 2013
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film pretenzioso ,ma troppo brutto
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Il problema principale di AlbaKiara è nella scelta di linguaggio, nel mischiare troppi stili e generi: si passa dalle teen comedies al fantasy, dal thriller (Lucarelli firma la sceneggiatura) all’horror, inserendo qua e là venature pulp. E strizzando l’occhio un po’ a tutti. Forse con un dosaggio diverso, eliminando qualcuno di questi riferimenti (come il fantasy, puro pretesto per immagini patinate) e puntando su altri (come il pulp) si sarebbe raggiunto un prodotto, se non proprio coerente, meno furbesco. Dell’intero film varrebbe la pena vedere solo l’ultima mezz’ora, in cui prende il sopravvento lo stile fumettistico. E quel finale dove lo schizoide personaggio di Raz Degan uccide la protagonista sull’esilarante battuta «è finito il tempo delle mele» merita tutta l’approvazione dello spettatore, ormai logorato dalla voce da gattina e dalle fusa lolitesche di quella Chiara.
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mikelangelo
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sabato 28 marzo 2009
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gioventù bruciata
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Dopo i numerosissimi musical adolescenziali made in USA impregnati di saccarosio (i vari High School Musical e Camp Rock) e le commediole italiane frivole e melense (Tre Metri Sopra il Cielo, Ho voglia di te, Scusa ma ti chiamo Amore) ecco un film che vorrebbe rispecchiare tutta la nuova gioventù bruciata che con James Dean non c'entra assolutamente nulla. I nostri due giovani protagonisti passano le loro "serate gangsta" nella più completa e felice goduria dionisiaca, o detto in altri termini, scopando a più non posso. I video delle loro performance li mettono tutti su internet, in modo da dare la possibilità a ragazzi più sfortunati di loro, di fare da soli quel che loro fanno in coppia. Molto spesso anche in tris e in doppia coppia.
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Dopo i numerosissimi musical adolescenziali made in USA impregnati di saccarosio (i vari High School Musical e Camp Rock) e le commediole italiane frivole e melense (Tre Metri Sopra il Cielo, Ho voglia di te, Scusa ma ti chiamo Amore) ecco un film che vorrebbe rispecchiare tutta la nuova gioventù bruciata che con James Dean non c'entra assolutamente nulla. I nostri due giovani protagonisti passano le loro "serate gangsta" nella più completa e felice goduria dionisiaca, o detto in altri termini, scopando a più non posso. I video delle loro performance li mettono tutti su internet, in modo da dare la possibilità a ragazzi più sfortunati di loro, di fare da soli quel che loro fanno in coppia. Molto spesso anche in tris e in doppia coppia. Passano felici le loro giornate. Fino a quando un evento inatteso (guarda caso c'entra la droga), non sconvolge le loro vite, tra lettrici di inglese e bidelli che fanno i pusher. A parte gli attori da oratorio, la cosa che più di tutte sconvolge lo spettatore, è lo scopo didattico che vorrebbe avere il film. E' vero. Grazie a questa pellicola abbiamo l'esempio lampante dell'aurea di nichilismo che avvolge i giovani, e che molti filosofi catto-contemporanei hanno la tendenza a denunciare. Ma non è forse questa l'arma sbagliata per combattere uno stile di vita erroneo nel suo precario e sbagliato modo di vivere l'edonismo? Non è forse sbagliato moraleggiare tanto con ciò che in fondo è mostrato con piacere vouyeristico? La risposta ce la potrebbe fornire il finale, più melenso di quello che sembra. Le opinioni seppure negative, vanno espresse, e questa volta l'ardua sentenza del pubblico si è rivelata più crudele di quel che avrebbero voluto i produttori di questo film. L'ennesima sassata sul volto dell'adolescenza.
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evildevin87
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lunedì 23 dicembre 2013
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mamma mia
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Uno dei capitoli più bui della storia del cinema italiano. Talmente basso il livello che risulta difficile anche apprezzare lo sforzo di osare da parte del regista. Morali sbagliatissime, generi messi insieme alla rinfusa e parti decisamente confusionarie che si mescolano insieme per offrirci questo: un prodotto di scarsissimo livello nonchè un'offesa al mondo giovanile odierno. Ci può stare il voler mostrare uno spaccato generazionale, per carità, ma qui si calca decisamente troppo la mano dipingendo i giovani di oggi come dei disagiati che pensano solo al sesso e alla droga e in maniera tutt'altro che fedele alla realtà. I personaggi sono uno più odioso dell'altro e buona parte del film fondamentalmente fa da riempitivo per raggiungere i 90 minuti di durata.
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Uno dei capitoli più bui della storia del cinema italiano. Talmente basso il livello che risulta difficile anche apprezzare lo sforzo di osare da parte del regista. Morali sbagliatissime, generi messi insieme alla rinfusa e parti decisamente confusionarie che si mescolano insieme per offrirci questo: un prodotto di scarsissimo livello nonchè un'offesa al mondo giovanile odierno. Ci può stare il voler mostrare uno spaccato generazionale, per carità, ma qui si calca decisamente troppo la mano dipingendo i giovani di oggi come dei disagiati che pensano solo al sesso e alla droga e in maniera tutt'altro che fedele alla realtà. I personaggi sono uno più odioso dell'altro e buona parte del film fondamentalmente fa da riempitivo per raggiungere i 90 minuti di durata. E fa rabbia tutto ciò: qui in Italia le cose le sapremmo anche fare, il problema è che le fa solo chi non le sa fare. E questo non fa altro che alimentare le dicerie circa il fatto che in Italia sappiamo solo sfornare mediocrità al solo scopo di fare soldi. Questi, signore e signori, sono i film che ci scoraggiano e ci spingono lasciare che la baracca la portino avanti sempre i soliti che ogni anno ci proprinano le stesse minestre riscaldate, che torniamo puntualmente a mangiare nel momento in cui l'incompetente di turno sforna l'ennesimo abominio formato pellicola che prova apparentemente a smorzare questa monotonia, cosa fatta quasi apposta per portarci ad arrenderci definitivamente. Ma riusciremo mai a venirne fuori?
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nadielosabe
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giovedì 21 maggio 2015
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così brutto da essere bello!
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Spiegare un film come AlbaKiara non è semplice. Cooperano al risultato una sceneggiatura incoerente, scadente sino al ridicolo, personaggi che sembrano costruiti ad hoc per essere fastidiosi, intrecci che non hanno sviluppo né vengono giustificati (che ca...volo di problemi ha la sorella della protagonista? Che senso ha il suo personaggio?), regia che lascia molto a desiderare e soprattutto una serie di "effetti speciali" - se così vogliamo chiamarli - gratuiti non meno che orrendi.
Durante ill film, scelto in una serata dedicata alla visione di pellicole rinomatamente trash, la reazione è di stupore continuo, ogni scena riesce incredibilmente ad essere peggiore della precedente, ogni sviluppo della trama (o delle semi-mezze-trame lasciate a metà) riesce a rendere più surreale, nonsense, incoerente la vicenda, che è questa: Chiara è un'adolescente irritante, stupida e superficiale che intrattiene rapporti di amicizia con amiche con le sue medesime caratteristiche, una relazione d'amore con un dj; ha una sorella con dei non specificati disturbi, la quale ama dipingere aironi e spesso si perde in fantasie allucinatorie mal realizzate tramite effetti speciali e trova - complice una rapina gestita da Raz Degan commissario corrotto - nel suo scantinato una spropositata quantità di cocaina.
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Spiegare un film come AlbaKiara non è semplice. Cooperano al risultato una sceneggiatura incoerente, scadente sino al ridicolo, personaggi che sembrano costruiti ad hoc per essere fastidiosi, intrecci che non hanno sviluppo né vengono giustificati (che ca...volo di problemi ha la sorella della protagonista? Che senso ha il suo personaggio?), regia che lascia molto a desiderare e soprattutto una serie di "effetti speciali" - se così vogliamo chiamarli - gratuiti non meno che orrendi.
Durante ill film, scelto in una serata dedicata alla visione di pellicole rinomatamente trash, la reazione è di stupore continuo, ogni scena riesce incredibilmente ad essere peggiore della precedente, ogni sviluppo della trama (o delle semi-mezze-trame lasciate a metà) riesce a rendere più surreale, nonsense, incoerente la vicenda, che è questa: Chiara è un'adolescente irritante, stupida e superficiale che intrattiene rapporti di amicizia con amiche con le sue medesime caratteristiche, una relazione d'amore con un dj; ha una sorella con dei non specificati disturbi, la quale ama dipingere aironi e spesso si perde in fantasie allucinatorie mal realizzate tramite effetti speciali e trova - complice una rapina gestita da Raz Degan commissario corrotto - nel suo scantinato una spropositata quantità di cocaina. Ben felice del guadagno facile, così come le amiche e il suo ragazzo a sua insaputa gestiscono un sito di porno live, decide di spacciare in società con un bidello-pusher. Raz Degan è sulle tracce della cocaina - come autore del furto e non come poliziotto - mentre è ricattato da un misterioso socio in affari di nome "K", una professoressina aspirante scrittrice raccoglie materiale per un libro filmando le dichiarazioni hot della sua alunna e il regista ci offre uno spaccato di vita di alcuni giovani, estendendo alla generazione intera, il vuoto interiore dei "campioni" e presentandoci una gioventù venale, superficiale, irresponsabile, ignorante, ricattatrice e chi più ne ha più ne metta.
Un film davvero brutto, al punto che merita di essere visto, che diventa bello perché è talmente ridicolo e privo di senso, infarcito di scene inutili che variano dal disturbante al penoso, che va preso come un prodotto di cui ridere.
Da inserire nella lista dei film spazzatura imperdibili!
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matteobenassi
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domenica 12 aprile 2015
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cattiveria / bontà o superficialità?
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Il mio punto di vista si distacca da tutte le recensioni che ho letto. Ritengo che sia un ottimo film perché a differenza di quasi tutte le persone che hanno avuto la fortuna/sfortuna (io ovviamente la considero fortuna) di aver visto Albakiara interpreto la naturalità con la quale i personaggi si approcciano ai comportamenti deplorevoli trattati non come denuncia di comportamenti dominanti nelle nuove generazioni con conseguente apparenza di stereotipazione e generalizzazione ma bensì come avvertimento a non lasciarsi prendere dal "gioco innocente" innocente dovrei virgolettarlo ulteriormente, ma l'aggettivo l'ho scelto a proposito perché escluso l'ispettore per tutti gli altri personaggi è il filo conduttore di tutta la loro breve esistenza.
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Il mio punto di vista si distacca da tutte le recensioni che ho letto. Ritengo che sia un ottimo film perché a differenza di quasi tutte le persone che hanno avuto la fortuna/sfortuna (io ovviamente la considero fortuna) di aver visto Albakiara interpreto la naturalità con la quale i personaggi si approcciano ai comportamenti deplorevoli trattati non come denuncia di comportamenti dominanti nelle nuove generazioni con conseguente apparenza di stereotipazione e generalizzazione ma bensì come avvertimento a non lasciarsi prendere dal "gioco innocente" innocente dovrei virgolettarlo ulteriormente, ma l'aggettivo l'ho scelto a proposito perché escluso l'ispettore per tutti gli altri personaggi è il filo conduttore di tutta la loro breve esistenza.
Per la disarmonia tra comicità / drammaticità anche qui dissento dalle recensioni, anzi dal mio punto di vista finalmente un film che fa riflettere senza essere un mattone.
Per l'interpretazione le influenze dialettali sono pesanti, ma sicuramente volute.
Saluti, buona visione, io ovviamente lo consiglio.
Matteo
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