paperino
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venerdì 29 luglio 2011
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un film prezioso trovato per caso...
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Nella scelta del film è stata determinante la presenza come inerprete di Lo Cascio che condiero un ottimo attore e uno dei miei preferiti. Il film è stata una piacevole sorpresa: realistico ma senza indulgere in scene truculente il tocco particolare è dato dall'ironia ( la scena della rapina con traduzione dal siciliano all'italiano ) che ci fa sorridere in un contesto dove predomina una realtà così violenta, capillarmente diffusa e un destino che sembra ineluttabile per chi ha la sfortuna di nascere in certe zone. Non a caso il film finisce con una risata, amara, isterica e che dice più di qualsiasi altro finale.
Sicuramente la recitazione di Lo Cascio sostiene tutto il film e se qualcosa si può obiettare è la facilità con cui il protagonista e la sua famiglia riescano a rifarsi una vita tranquilla e sicura.
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Nella scelta del film è stata determinante la presenza come inerprete di Lo Cascio che condiero un ottimo attore e uno dei miei preferiti. Il film è stata una piacevole sorpresa: realistico ma senza indulgere in scene truculente il tocco particolare è dato dall'ironia ( la scena della rapina con traduzione dal siciliano all'italiano ) che ci fa sorridere in un contesto dove predomina una realtà così violenta, capillarmente diffusa e un destino che sembra ineluttabile per chi ha la sfortuna di nascere in certe zone. Non a caso il film finisce con una risata, amara, isterica e che dice più di qualsiasi altro finale.
Sicuramente la recitazione di Lo Cascio sostiene tutto il film e se qualcosa si può obiettare è la facilità con cui il protagonista e la sua famiglia riescano a rifarsi una vita tranquilla e sicura.:non mi risulta sia così semplice... Il film comunque riesce a rendere perfettamente l'idea di come sia purtroppo facile trovarsi a compiere atti di ferocia inaudita o ad avvallarli ( l'uccisione a sangue freddo dei ragazzini tenuti per giorni nel pozzo).
L'ironia così difficle da inserire in certi contesti e sapientemente dosata ci ricorda come la vita sia complessa e come difficle sia dare un giudizio morale definitivo in molte situazioni.
Il tutto a sottolineare la compresenza del dolce e l'amaro, della felicità e della disperazione, della risata e dell'urlo presenti nell' esistenza di ciascuno.
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gianluca stanzani
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lunedì 19 gennaio 2009
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le due vie
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L'opera seconda di Andrea Porporati (Il sole negli occhi - 2001) in concorso al Festival di Venezia 2007, ci presenta la dolce ascesa e l'amaro declino di un picciotto della mafia. Uno dei tanti manovali del crimine organizzato, nati e vissuti nella cieca obbedienza del proprio padrino e con la massima aspirazione di “divenire qualcuno” al suo fianco o al suo posto (le due cose convivono di pari passo). Vent'anni di vita del picciotto Saro Scordia (Luigi Lo Cascio), si snodano tra i vicoli del quartiere palermitano della Kalsa, la conoscenza del carcere (e quindi anche dei suoi ingombranti boss) e l'affiliazione alla cupola mafiosa. Vent'anni di ascesa nella scala gerarchica del crimine organizzato, dove l'occhio del regista si posa, nel tentativo di mostrarci la muta quotidianità del mondo dell'illegalità.
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L'opera seconda di Andrea Porporati (Il sole negli occhi - 2001) in concorso al Festival di Venezia 2007, ci presenta la dolce ascesa e l'amaro declino di un picciotto della mafia. Uno dei tanti manovali del crimine organizzato, nati e vissuti nella cieca obbedienza del proprio padrino e con la massima aspirazione di “divenire qualcuno” al suo fianco o al suo posto (le due cose convivono di pari passo). Vent'anni di vita del picciotto Saro Scordia (Luigi Lo Cascio), si snodano tra i vicoli del quartiere palermitano della Kalsa, la conoscenza del carcere (e quindi anche dei suoi ingombranti boss) e l'affiliazione alla cupola mafiosa. Vent'anni di ascesa nella scala gerarchica del crimine organizzato, dove l'occhio del regista si posa, nel tentativo di mostrarci la muta quotidianità del mondo dell'illegalità. Facendoci scoprire quella facciata intinta di normalità di chi è nato e cresciuto in quei luoghi e si è ritrovato a dover vivere un destino già assegnato, una vita già calcolata all'interno del solo ambiente possibile e conoscibile. Ambiente nel quale riscattare la propria miseria innata. Dopo aver affrontato ruoli come quello di Peppino Impastato e del suo piccolo ma tenace contributo nella lotta alla mafia (I cento passi - 2000), ritroviamo Luigi Lo Cascio dall'altra parte della barricata impegnato nelle vesti di un eroe negativo, che nella sua interpretazione assume i contorni di una gravosa e più ampia presa di coscienza esistenziale del rapporto uomo - mafia.
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fortunato
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martedì 11 marzo 2008
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ma non se ne son fatti fin troppi...?
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ennesimo film sulla mafia siciliana, come se tale fenomeno ci fosse solo in questa regione! Va bene conoscere in tv tutti coloro che hanno lottato contro la mafia (Falcone, Borsellino ecc.) ma questo è ormai un tema troppo abusato. Il regista Porporati poi fa vedere una vicenda umana che ha dell'incredibile: come fa un malavitoso, seppur pentito, a trasfosmarsi in un onesto lavoratore e buon padre di famiglia? E c'è comunque una visione banale della mafia, lontana dalla realtà! Peccato per Lo Cascio, ottimo attore.
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sandra
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venerdì 1 febbraio 2008
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niente di nuovo
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Trovo questo film sgradevole e poco originale, se non scontato. Cerca inutilmente di richiamarsi a grandi registi come Giordana ma non ne tocca se non per qualche minuto lo spessore e la profondità. Alcune scene poi, inutilmente grottesche se non compiaciutamente goliardiche, ritornano ad un topos dell'uomo siciliano e del mafioso sorpassato ormai da circa un ventennio. L'argomento certamente non finirà mai di andare sviscerato ma a mio parere non è certo questo il modo e soprattutto il finale conciliante, quasi un "e vissero tutti felici e contenti" lo trovo incoerente e quasi offensivo.
Unica nota positiva l'interpretazione di Lo Cascio anche se eccessivamente caricata e a tratti caricaturale,coerentemente con quei tratti grotteschi di cui ho detto prima.
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pikwick
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mercoledì 23 gennaio 2008
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storia di un mafioso piccolo piccolo
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Si narra la storia di Saro Scordia, prima uomo d'onore poi uomo.Il film non è stato ben accolto in quanto sviluppa tematiche poco originali, ma a mio avviso è ben fatto e trovo interessante il punto di vista di Saro. Saro è persona semplice, e si getta a picco nella "famiglia" perchè divewnta la sua e la tradisce solamente quando sa di essere stato tradito, non c'è redenzione ma semplice istinto animale d isopravvivenza. Il regista ti fa ben comprendere che dove vive Saro tutto parla di Mafia e non ci sono scelte a parte andarsene.Bella colonna sonora e bravi attori, dove spicca Lo Cascio, sempre + bravo e maturo.
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vittorio
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lunedì 14 gennaio 2008
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interessante!!
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Film ben fatto e ben interpretato, con molti spunti profondi ed interessanti....
Non mi è piaciuto il finale, troppo accomodante e poco pungente....
Complessivamente un film da vedere ma non aspettatevi un capolavoro!!
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max.l
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lunedì 7 gennaio 2008
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un film come un whiskey!!!
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UN FILM ASCIUTTO ...LO DEFINIREI COME UN WHISKEY SECCO...CHE SCENDE PIANO...CHE LASCIA UN GUSTO AMARO E DOLCE ALLA FINE...UNA TRAMA CONVINCENTE PER DESCRIVERE QUELLO CHE E'UN MODO DI VIVERE...IL BUONO E IL CATTIVO...SI CONFONDE SI MESCOLA IN UN'AROMA UNICA...OTTIME LE INTERPRETAZIONI...DISCRETO IL TOCCO REGISTICO...POTEVA ESSER CURATA MEGLIO LA SCENEGGIATURA LA FOTOGRAFIA..E IL MONTAGGIO.
IN UN SOTTOFONDO MERAMENTE MALAVITOSO..CI SONO SFUMATURE D'AMORE....
...CHE ALZANO I TONI...E CHE FANNO ACCAREZZARE IL VERO SENSO DELLA VITA.
MAX.L
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liutprando
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sabato 5 gennaio 2008
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che c'entra la mafia con queste faccie?
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Se gli attori fanno i medici piccolo-borghesi alla tele poi non possono permettersi di fare film impegnati e poetici. Un po' come quello, lì, un certo Gasmanno, (e mettiti una vocale alla fine del cognome se sei italiano) che guadagnava con i film di avanspettacolo e poi si credeva un grande attore perchè faceva teatro in perdita.
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tony gambino attore
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sabato 29 dicembre 2007
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il dolce e l'amaro
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perche non inserite la foto di Tony gambino Grazie per per la vostra attenzione.
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