Salvador - 26 anni contro |
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Un film di Manuel Huerga.
Con Daniel Brühl, Tristán Ulloa, Leonardo Sbaraglia, Leonor Watling, Ingrid Rubio.
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Titolo originale Salvador (Puig Antich).
Drammatico,
durata 134 min.
- Spagna, Gran Bretagna 2006.
- Cinecittà Luce
uscita venerdì 27 aprile 2007.
MYMONETRO
Salvador - 26 anni contro
valutazione media:
3,25
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'ultima esecuzione del Caudillodi Antonello VillaniFeedback: 0 |
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giovedì 17 maggio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vite spezzate. L’ultima esecuzione capitale nella Spagna franchista raccontata senza retorica né sentimentalismi in un film asciutto e commuovente. “Salvador – 26 anni contro-“ paga il suo tributo ad un catalano che decise di abbracciare le ideologie libertarie per cambiare le sorti di un Paese soffocato dalla dittatura. Nel 1974 il giovane Salvador Puig Antich fu incarcerato, processato da un Tribunale militare e condannato a morte per mano del Caudillo che non volle concedergli la grazia nemmeno sulle insistenze di Papa Paolo VI. Cortei, movimenti studenteschi, manifestazioni di piazza, gli avvenimenti del Maggio francese, la convinzione di dover imbracciare il fucile quando nel mondo si respira aria di rivoluzione, il regista Manuel Huerga evita accuratamente la trappola della retorica consegnandoci un manifesto contro la pena di morte. “Nessuno tocchi Caino”, lo slogan delle più importanti associazioni internazionali impegnate nell’abolizione della pena capitale, testimonia ancora oggi l’abominio di cui sono vittime perseguitati politici e comuni cittadini. Perché tra storia e denuncia “Salvador -26 anni contro” mostra senza giri di parole uno Stato dove la libertà di pensiero poteva costare la vita, un regime autoritario che portò il popolo spagnolo alla negazione dei più elementari diritti della persona. Vibrante l’interpretazione di Daniel Bruhl e molto anni ’70 la colonna sonora –Leonard Cohen, Bob Dylan e co.-, il film si affida ai flash back per alternare le vicende di un idealista alle operazioni sovversive; l’amata compagna di università ritrovata poco prima del matrimonio, il sesso libero con una figlia dei fiori, il delicato rapporto con la sorelle e la piccola di famiglia, il processo farsa ed il triste epilogo. Momenti concitati che restano congelati poco prima dell’esecuzione: una mezz’ora che sembra interminabile, dilatata oltremisura, perché la morte porta con sé un gran mistero, provoca paura in chi la guarda e suscita rispetto persino nei carnefici. Da brividi l’esecuzione con la garrota –antico strumento medievale che spezzava le ossa del collo-, pietas cristiana con il secondino che si commuove dinanzi a tanta barbarie manifestando la sua rabbia contro il regime. Un film crudo, bello e soprattutto necessario. Antonello Villani (Salerno)
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