arcangelo
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mercoledì 8 agosto 2007
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aria fritta ben confezionata
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Una mia amica pianista, sono anch'io musicista, sentendo parlare di 4 minuti mi ha detto: "sarà la solita menata su una pianista talentuosa fuori di testa..." Non c'è molto da aggiungere. Luoghi comuni a palate, dialoghi scontati con la profondità di una pozzanghera, situazioni talmente illogiche da eliminare ogni possibile coinvolgimento. Lasciamo stare i concorsi musicali nel film (ma perchè l'arte dev'essere sempre vista come competizione?...) e l'esibizione finale, talmente ridicoli e retorici che verrebbe da dire: "spendete due soldi per un consulente musicale",(una per tutte: il concerto di Schumann è per pianoforte e orchestra. In nessuna finale di concorso, anche il più scalcagnato, farebbero suonare a un concorrente solo la parte pianistica senza l'orchestra o almeno un altro pianoforte che possa suonare la riduzione delle parti orchestrali.
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Una mia amica pianista, sono anch'io musicista, sentendo parlare di 4 minuti mi ha detto: "sarà la solita menata su una pianista talentuosa fuori di testa..." Non c'è molto da aggiungere. Luoghi comuni a palate, dialoghi scontati con la profondità di una pozzanghera, situazioni talmente illogiche da eliminare ogni possibile coinvolgimento. Lasciamo stare i concorsi musicali nel film (ma perchè l'arte dev'essere sempre vista come competizione?...) e l'esibizione finale, talmente ridicoli e retorici che verrebbe da dire: "spendete due soldi per un consulente musicale",(una per tutte: il concerto di Schumann è per pianoforte e orchestra. In nessuna finale di concorso, anche il più scalcagnato, farebbero suonare a un concorrente solo la parte pianistica senza l'orchestra o almeno un altro pianoforte che possa suonare la riduzione delle parti orchestrali...) ma tutto il film é ingombro di scene e controscene inutili e retoriche che vorrebbero essere commoventi o drammatiche e invece risultano irritanti e spesso incomprensibili. La bravura degli attori,e la buona confezione del prodotto nei suoi aspetti tecnici, aumenta il disappunto per un'opera che non aggiunge nulla alla nutrita filmografia del genere e che purtroppo alimenta pericolosi luoghi comuni nei confronti dell'arte.
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ggg
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martedì 3 luglio 2007
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bellissimo
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Assolutamente da vedere, grande nuovo cinema tedesco.
Mai noioso (come qualcuno ha scritto) né retorico, ma spietato e ottimamente recitato.
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alina
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giovedì 28 giugno 2007
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sono rimasta senza fiato
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non riuscivo ad alzarmi dalla poltrona del cinema..ero senza fiato ,senza parole.sono rimasta li,ferma, per almeno dieci minuti,e stavo piangendo.
mi ha riempito.mi è entrato nel cuore,nelle vene,nell anima.
non ci sono davvero parole.
sarebbero inutili
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pat
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domenica 17 giugno 2007
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il talento di vivere
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Chi è andato a vedere questo film sfidando un diluvio universale scatenato da un clima impazzito, non poteva che essere premiato. Chris Kraus ci regala una speranza: non siamo condannati ad essere cattivi, violenti, volgari. Possiamo trasformare la rabbia in energia, il disincanto in speranza. La leggerezza non appartiene a questi anni, l'innocenza è perduta, non ci rimane che accettare la pesantezza. Non è altro che un'amalgama di atti non vissuti, di possibilità non colte, di sogni diventati bisogni. Liberarci dalle trappole delle giustificazioni e dei rimorsi significa perdonare e perdonarci. Liberi finalmente di affermare quel talento che ogni essere umano per sua natura possiede. L'inchino sarà l'ultimo sberleffo.
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Chi è andato a vedere questo film sfidando un diluvio universale scatenato da un clima impazzito, non poteva che essere premiato. Chris Kraus ci regala una speranza: non siamo condannati ad essere cattivi, violenti, volgari. Possiamo trasformare la rabbia in energia, il disincanto in speranza. La leggerezza non appartiene a questi anni, l'innocenza è perduta, non ci rimane che accettare la pesantezza. Non è altro che un'amalgama di atti non vissuti, di possibilità non colte, di sogni diventati bisogni. Liberarci dalle trappole delle giustificazioni e dei rimorsi significa perdonare e perdonarci. Liberi finalmente di affermare quel talento che ogni essere umano per sua natura possiede. L'inchino sarà l'ultimo sberleffo.
Patty, 50 anni, Livorno.
(5 Maggio 2007)
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dionea
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giovedì 31 maggio 2007
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film banale e retorico
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Sinceramente, pur notando il grande successo ottenuto nelle recensioni, ammetto che il film mi ha deluso molto..Brave le due attrici protagoniste e molto buona la fotografia.Del resto ho trovato la sceneggiatura debole, un finale retorico, flashback inutili, dispersivi ed inconguenti. Si salva la colonna sonora, anche se poteva essere molto più ricca e variegata.
Non lo consiglio, se non da prendere a noleggio in mancanza di altro.
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ind-knight
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domenica 27 maggio 2007
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il talento di una ragazza
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Ho appena visto il film, e ho corso a scrivere il mio comento ... sono un chitarrista e stavo .... stavo cercando un secondo strumento per imparare ...vedendo questo film ho capito che il PianoForte è il più edecuato...
Questo film mi ha spirato a suonare di più ...perche secondo me la musica è la " scoperta" più grande dell'uomo.... io amo la musica.
la ragazza è bravissima !!... mi piace molto il suo stilo di suonare ...non sono molto bravo a scrivere... ma c'e solo una cosa che voglio dire su questo film : " DOVETE ANDARE A VEDERLO , PERCHE è MOLTO BELLO "
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(di eles)
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anto
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domenica 27 maggio 2007
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l'ingiustizia
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Mi ha agganciato in ogni minuto di proiezione.Si può leggerlo su diversi livelli.
Il perché della violenza.
L'inutilità del carcere come metodo educativo.
La necessità di cercare in tutti i modi un dialogo.
L'arte come metodo di recupero è la più efficace, ma potrebbe essere la scrittura o la pittura.La musica è certo più coinvolgente in un flm. In ogni caso un impegno di lavoro è indispensabile a ritrovare il senso della vita. A ognuno il proprio compito.
Pregevole: La sceneggiatura, il ritmo, l'interpretazione delle interpreti, la scenografia.
Assolutamente da vedere.
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fafa
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martedì 22 maggio 2007
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bello bello bello
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un come non si vedeva da tampo bello bello bello , stupendo il finale
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giovanna corchia
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lunedì 21 maggio 2007
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"quattro minuti" di musica straordinaria
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Ho esperienza, anche se breve, di presenza, come insegnante volontaria, in una sezione AS della casa circondariale di Como. Il film "Quattro minuti" mi ha coinvolta in modo profondo, come se mi trovassi anch'io all'interno di quelle mura: l'autolesionismo di Jenny, la violenza repressa e il rifiuto di qualsiasi contatto con gli altri, con una sola eccezione: la musica; il volto quasi impenetrabile di Traude, il suo eccessivo rigore: sembra quasi impossibile che un ponte possa esserci tra le due e poi, a poco a poco, s'intravede uno spiraglio, le due donne trovano un filo di comunicazione e questo grazie alla forza della musica. Film privo di retorica, essenziale, non scontato, commovente. Per me è stato un grande regalo.
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Ho esperienza, anche se breve, di presenza, come insegnante volontaria, in una sezione AS della casa circondariale di Como. Il film "Quattro minuti" mi ha coinvolta in modo profondo, come se mi trovassi anch'io all'interno di quelle mura: l'autolesionismo di Jenny, la violenza repressa e il rifiuto di qualsiasi contatto con gli altri, con una sola eccezione: la musica; il volto quasi impenetrabile di Traude, il suo eccessivo rigore: sembra quasi impossibile che un ponte possa esserci tra le due e poi, a poco a poco, s'intravede uno spiraglio, le due donne trovano un filo di comunicazione e questo grazie alla forza della musica. Film privo di retorica, essenziale, non scontato, commovente. Per me è stato un grande regalo.
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bob
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domenica 20 maggio 2007
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mi è piaciuto/ non mi è piaciuto
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Mi è piaciuto: la fotografia, gli ambienti,il montaggio, le inquadrature (alcune mi ricordavano Kubrick), l'effetto cornice spesso ricorrente, le due attrici, il televisore rosso.
Non mi è piaciuto: l'eccessività di alcune scelte narrative (il flashback dell'insegnante nel 1945 - convenzionale), il finale (non era meglio fermarsi prima?), la scena delle due donne in casa dell'insegnante (troppo melodrammatica).
Mi ha dato molto fastidio sentire: "quel mer..so di Schumann".
(Capisco che la si può considerare una risposta alla non meno bella definizione di musica ne.ra, però almeno non si erano fatti nomi ben specifici; anche se forse è peggio disprezzare un'intero genere di musica che un singolo autore.
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Mi è piaciuto: la fotografia, gli ambienti,il montaggio, le inquadrature (alcune mi ricordavano Kubrick), l'effetto cornice spesso ricorrente, le due attrici, il televisore rosso.
Non mi è piaciuto: l'eccessività di alcune scelte narrative (il flashback dell'insegnante nel 1945 - convenzionale), il finale (non era meglio fermarsi prima?), la scena delle due donne in casa dell'insegnante (troppo melodrammatica).
Mi ha dato molto fastidio sentire: "quel mer..so di Schumann".
(Capisco che la si può considerare una risposta alla non meno bella definizione di musica ne.ra, però almeno non si erano fatti nomi ben specifici; anche se forse è peggio disprezzare un'intero genere di musica che un singolo autore. Resta il fatto che non mi è piaciuto quell'insulto a Schumann).
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