bobtheheat
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venerdì 15 dicembre 2006
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colpo di fulmine...ma solo per paula patton
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"Deja-vu - corsa contro il tempo", e' un action/thriller fantascientifico dal soggetto (solo) sulla carta interessante. Diretto dall'esperto Tony Scott ("Spy game", "Nemico Pubblico") con il consueto stile adrenalinico e con la macchina da presa sempre in costante e veloce movimento, il film ha in verita' un avvio letteralmente ...esplosivo. Poi pero' lentamente, via via si smarrisce, e questo nonostante un montaggio serrato ed alcune scene sul finire con una buona dose di tensione. A non funzionare e' soprattutto la commistione tra trhiller e science fiction. Ora, c'e' del buono, perche' l' idea iniziale, in cui si immagina sia possibile accedere al passato degli eventi, a distanza di soli quattro giorni, anche se un po' complicata, e' brillante e visivamente accattivante (lo spazio che si ripiega su se stesso).
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"Deja-vu - corsa contro il tempo", e' un action/thriller fantascientifico dal soggetto (solo) sulla carta interessante. Diretto dall'esperto Tony Scott ("Spy game", "Nemico Pubblico") con il consueto stile adrenalinico e con la macchina da presa sempre in costante e veloce movimento, il film ha in verita' un avvio letteralmente ...esplosivo. Poi pero' lentamente, via via si smarrisce, e questo nonostante un montaggio serrato ed alcune scene sul finire con una buona dose di tensione. A non funzionare e' soprattutto la commistione tra trhiller e science fiction. Ora, c'e' del buono, perche' l' idea iniziale, in cui si immagina sia possibile accedere al passato degli eventi, a distanza di soli quattro giorni, anche se un po' complicata, e' brillante e visivamente accattivante (lo spazio che si ripiega su se stesso). Poi pero' si esagera. Anche perche' le trovate servono solo (troppo banalmente) per alimentare il lato action e sentimentale del film, risultando prive delle benche' minime riflessioni filosofiche. Rimane dunque un po' di rammarico e di amarezza perche' nel soggetto questa volta erano presenti degli elementi validi su cui giocare. La possibilita' di vedere e manipolare il passato, conoscendo il futuro, avrebbe potuto regalare vere e sofferte emozioni. Per non parlare dell'ambientazione nella New Orleans post uragano Katrina, purtroppo anonima, priva di fascino e di qualsiasi sottotraccia socio politica. Dispiace, perche' poteva essere "il personaggio" piu' bello del film. Ma da un pop-corn movie con dietro la macchina da presa Tony Scott e alle spalle un "certo tipo" di produzione...era forse impossibile aspettarsi tutto cio'. Quanto alle interpretazioni, bisogna dire che Denzel Washington, protagonista assoluto del film, riesce a trasferire al suo (solito) personaggio un grande senso di umanita' ed onesta'. Ma questo e' comunque un ruolo che aggiunge poco alla sua carriera. Gli altri attori (esempio Val Kilmer, a dir poco appesantito, e' ora di iniziare la dieta...) recitano solo poche battute, incidono molto poco (compreso il monocorde Jim Caviezel nella parte del terrorista "patriota" ...contro il governo...) e sono senza vero interesse. Fatta eccezione per Paula Patton, la cui straordinaria bellezza buca letteralmente lo schermo. Difficile non innamorarsi di lei. O meglio, e' impossibile.
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flavio da
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giovedì 28 giugno 2007
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i bei tempi di zemackis e wachowski
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Noiosa all'inizio e elaborata fino all'eccesso nel finale, l'ultima opera di Scott lascia sgomento lo spettatore che diviene sempre più infastidito con lo scorrere della pellicola. Prendendo le mosse da una tematica sempre cara al regista ( ma non sarà un'ossessione!?), ovvero la sorveglianza non autorizzata del Governo USA fin nell'intimità dei suoi cittadini, il regista ci porta a conoscenza di una "macchina del passato" che fa rimpiangere il caro "ritorno al futuro" di Zemeckis; se il passaggio del foglietto attraverso la porta temporale appare non certo un colpo di genio, ma qualtomeno una trovata, il "viaggio" di denzel whashington non è altro che una patetica "baggianata". Le spiegazioni che gli autori offrono in tema di fisica, infinito, tempo e spazio lasciano sbigottito non solo l'agente Doug Carlin, ma soprattutto colui che guarda e cerca di capire: perché, ad esempio, lasciare irrisolta una domanda arguta dell'agente, ovvero perché non svelare a chi guarda perché si sente l'audio in ogni angolo di un'osservazione basata su informazini satellitari? Forse lo spettatore dovrebbe limitarsi ad osservare più che a guardare: la filosofia ardita dei fratelli Whachowski in "Matrix" sembra una banalità a confronto e ricorda bei tempi in cui lo spettatore aveva difficoltà a capire, si sforzava, ma alla fine arrivava al dunque!
In fondo fanno quasi tenerezza Scott e Washington, vittime più che protagonisti di un soggetto che ha dell'incredibile; il primo cerca di rimediare con qualche trovata, ma risulta comunque colpevole: avrebbe dovuto e potuto far di più.
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Noiosa all'inizio e elaborata fino all'eccesso nel finale, l'ultima opera di Scott lascia sgomento lo spettatore che diviene sempre più infastidito con lo scorrere della pellicola. Prendendo le mosse da una tematica sempre cara al regista ( ma non sarà un'ossessione!?), ovvero la sorveglianza non autorizzata del Governo USA fin nell'intimità dei suoi cittadini, il regista ci porta a conoscenza di una "macchina del passato" che fa rimpiangere il caro "ritorno al futuro" di Zemeckis; se il passaggio del foglietto attraverso la porta temporale appare non certo un colpo di genio, ma qualtomeno una trovata, il "viaggio" di denzel whashington non è altro che una patetica "baggianata". Le spiegazioni che gli autori offrono in tema di fisica, infinito, tempo e spazio lasciano sbigottito non solo l'agente Doug Carlin, ma soprattutto colui che guarda e cerca di capire: perché, ad esempio, lasciare irrisolta una domanda arguta dell'agente, ovvero perché non svelare a chi guarda perché si sente l'audio in ogni angolo di un'osservazione basata su informazini satellitari? Forse lo spettatore dovrebbe limitarsi ad osservare più che a guardare: la filosofia ardita dei fratelli Whachowski in "Matrix" sembra una banalità a confronto e ricorda bei tempi in cui lo spettatore aveva difficoltà a capire, si sforzava, ma alla fine arrivava al dunque!
In fondo fanno quasi tenerezza Scott e Washington, vittime più che protagonisti di un soggetto che ha dell'incredibile; il primo cerca di rimediare con qualche trovata, ma risulta comunque colpevole: avrebbe dovuto e potuto far di più. Il secondo non ricorda neanche lontanamente l'agente temerario di "Out of time", anzi sembra la brutta copia (non certo per una cattiva interpretazione, ma a causa del ruolo in cui è costretto) di un agente CSI cinematografico. Quando lo si vede rannicchiato all'interno dell'improbabile "macchina del tempo" verrebbe quasi voglia a noi di tornare indietro di 4 giorni e tirare fuori questo paladino della giustizia convincendolo con un "ti prego non lo fare; non salvare Claire, salva noi"!
Non siete costretti a vederlo, ma, come direbbe una giovane mora dai capelli lisci come spaghetti "per criticare bisogna osservare". A voi la visione, a voi l'opinione
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pisuke
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sabato 13 gennaio 2007
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Film mediocre.
Quello che ci si aspetta da un cast come quello presente nel film di Scott, è un mix di adrenalina allo stato puro e polvere da sparo... ma invece sarebbe meglio un po' di citrosodina per aiutarne la digestione.
L'inizio del film sembra anticipare, quasi spudortamente, un disastro. Movimenti di macchina panoramici accompagnano lo spettatore alla visione di una grande festa! La rimpatriata dei Marines con le famiglie...ma troppi rallenti...troppi! Infatti anticipano la più grande tragedia di tutto il film: una bambina perderà la sua bambola in mare! TRAGEDIA!
Dopo pochi minuti, a tragedia compiuta (quella vera) arriva SuperDoug, probabile cugino di John Anderton (Tom Cruise in Minority Report)che per fato, destino, potere divino, riuscirà (forse) a risolvere il caso.
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Film mediocre.
Quello che ci si aspetta da un cast come quello presente nel film di Scott, è un mix di adrenalina allo stato puro e polvere da sparo... ma invece sarebbe meglio un po' di citrosodina per aiutarne la digestione.
L'inizio del film sembra anticipare, quasi spudortamente, un disastro. Movimenti di macchina panoramici accompagnano lo spettatore alla visione di una grande festa! La rimpatriata dei Marines con le famiglie...ma troppi rallenti...troppi! Infatti anticipano la più grande tragedia di tutto il film: una bambina perderà la sua bambola in mare! TRAGEDIA!
Dopo pochi minuti, a tragedia compiuta (quella vera) arriva SuperDoug, probabile cugino di John Anderton (Tom Cruise in Minority Report)che per fato, destino, potere divino, riuscirà (forse) a risolvere il caso.
Naturalmente la familiarità con il film di Spielberg, Minority Report è molto forte, per fortuna non è stato ambientato anche questo nel 2054...
Comunque, come tutte le recensioni, solo una è la migliore: la propria. Quindi s-consiglio di andare a vederlo...a meno che non riusciate a piegare il tempo per poi non ritornarci!
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[+] di dejavu,non ne ho avuti............
(di studdu)
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