Il presidente USA G.W.Bush muore in un attentato. Vengono ricostruite le sue ultime ore di vita, con tutte le conseguenze fantapolitiche del caso: sono intervistate le persone addette alla sicurezza, quelle che lavoravano con lui a stretto contatto, quelle che devono risalire ai responsabili, ed altre persone. E'accusato, e ne viene letto il verdetto che ne sancisce la colpevolezza, un cittadino siriano. In effetti inizialmente sembra che molti elementi - uno molto grave - convalidino tale pista. Si simula pure una fortissima tensione a livello internazionale tra Siria ed Usa(c'era bisogno di simularla?)che sembra poi placarsi,sempre nei limiti del possibile, beninteso. Il film in questione non va visto naturalmente per il solo fatto che ha per oggetto la morte di un personaggio a tutt'oggi non solo esistente e vivente(e questa è una scelta che difficilmente non può non essere intesa di cattivo gusto) ma soprattutto per l'"intuizione" che in esso emerge: è qui che death of a president fa riflettere.
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Il presidente USA G.W.Bush muore in un attentato. Vengono ricostruite le sue ultime ore di vita, con tutte le conseguenze fantapolitiche del caso: sono intervistate le persone addette alla sicurezza, quelle che lavoravano con lui a stretto contatto, quelle che devono risalire ai responsabili, ed altre persone. E'accusato, e ne viene letto il verdetto che ne sancisce la colpevolezza, un cittadino siriano. In effetti inizialmente sembra che molti elementi - uno molto grave - convalidino tale pista. Si simula pure una fortissima tensione a livello internazionale tra Siria ed Usa(c'era bisogno di simularla?)che sembra poi placarsi,sempre nei limiti del possibile, beninteso. Il film in questione non va visto naturalmente per il solo fatto che ha per oggetto la morte di un personaggio a tutt'oggi non solo esistente e vivente(e questa è una scelta che difficilmente non può non essere intesa di cattivo gusto) ma soprattutto per l'"intuizione" che in esso emerge: è qui che death of a president fa riflettere. Questa intuizione è rappresentata dalla constatazione che nonostante si sia arrivati dinanzi alla verità - l'assassino del presidente sarà identificato senza ombra di dubbio - la "necessità" di dover trovare un capro espiatorio sia più forte della verità stessa. Questo atteggiamento diventa "assolutamente normale" in Paese terrorizzato come gli USA, il c.d. Paese della Libertà che si ritrova invece a dover applicare leggi che rinforzano l'esecutivo(bye bye democrazia...). Eloquente poi il commento, a titolo giustificativo ma in modalità controffensivo, del dirigente dell'FBI incaricato di risalire ai responsabili, che invece di ammettere semplicemente di aver sbagliato sul conto del siriano, afferma che qualsiasi altro inquirente avrebbe fatto lo stesso errore. Ma loro, soprattutto nei film, non sono i migliori?
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[+] sembrerebbe interessante....
(di alice)
[ - ] sembrerebbe interessante....
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