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robert
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martedì 25 marzo 2008
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fascino con noia e senza contenuti
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la bellezza di certe immagini e atmosfere non riscatta l'inconcludenza della trama, che procede noiosa e ripetitiva senza troppo pathos e senza in fondo contenuti, che non fossero altri rispetto a a quelli che si evincono dai primi 15 minuti!..il meccanismo dell'immaginazione della bambina con le bambole, con cui si difende dall'orrore e dalla morte, non regge per un intero film, nonostante la bravura della piccola interprete di JRose. inoltre il macabro e l'orrore degli adulti non trova un controaltare, e tutto sfocia in un delirio orrido con risvolti morbosi e nulla più. in definitiva il film pecca proprio in ciò in cui dovrebbe eccellere , cioè l'uso della fantasia per contrastare il reale, invece arriva ad essere noioso e stancante proprio perchè pecca di fantasia, ripetendo per un ora e emzza la stessa cosa.
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la bellezza di certe immagini e atmosfere non riscatta l'inconcludenza della trama, che procede noiosa e ripetitiva senza troppo pathos e senza in fondo contenuti, che non fossero altri rispetto a a quelli che si evincono dai primi 15 minuti!..il meccanismo dell'immaginazione della bambina con le bambole, con cui si difende dall'orrore e dalla morte, non regge per un intero film, nonostante la bravura della piccola interprete di JRose. inoltre il macabro e l'orrore degli adulti non trova un controaltare, e tutto sfocia in un delirio orrido con risvolti morbosi e nulla più. in definitiva il film pecca proprio in ciò in cui dovrebbe eccellere , cioè l'uso della fantasia per contrastare il reale, invece arriva ad essere noioso e stancante proprio perchè pecca di fantasia, ripetendo per un ora e emzza la stessa cosa.. In definitiva un quarto bello, tre quarti noia e incubo nero senza contenuto. ricorda certe fiabe a fumetti di Dave McKean o certi incubi di Miller, ma con meno armamentario simbolico. il finale non mi dispiace ma non riscatta il film. peccato perch+ la bimba , l'ambientazione e Jeff Bridges post-Drugo potevano dare vita un sogno o incubo notevole. Gillian si riserva la libertà di fare quelo che vuole, ma in realtà forse non osa veramente..oppure osa e queusto è il massimo che può. da vedere...con molte riserve... e se si ha spirito di sopportazione..
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dario lodi
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martedì 25 marzo 2008
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noioso
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Gilliam ha fatto molto meglio (Brazil ad esempio). Qui il suo talento visivo, a volte eccezionale, è rovinato da una storia stentata, difficile, problematica fuori dalle corde del regista. Realismo e fantasia, ma con un sottofondo quasi metafisico, alla ricerca dei principi primi dell'esistenza, ma con mezzi triviali.
Lungo, noioso, ripetitivo, con poche idee, prevedibile, irritante per le soluzioni di comodo in un contesto che comodo non è. Il finale sembra tratto da uno straordinario racconto di Yehoshua, questo sì meritevole della riduzione cinematografica.
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d-force
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sabato 22 marzo 2008
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vomitevole
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Due ore buttate via. Per essere trasgressivi, non basta stimolare le emozioni più nauseanti. Qual è lo scopo del film? Disgustare? Ci riesce perfettamente.
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deckard
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martedì 18 marzo 2008
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delirante
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Sostenere che il film non sia ben riuscito perchè "ben presto annoia" significa non aver assolutamente colto l'essenza del film.
Non si tratta di un film "normale", di un film "banale"; è tutt'altro, è un film allucinato, delirante, incredibile, dove realtà, fantasia e sogno si mischiano in un tutt'uno, un vortice indefinito di sensazioni.
Queste sensazioni sono quelle di una bambina; tutto il film è l'interpretazione del mondo visto con gli occhi innocenti ed ingenui di una bambina. E' un mondo di gioco, come è naturale che sia, un mondo dove la morte, la paura, l'amicizia, la curiosità sono solo dei giochi.
Gilliam fa un patto con gli spettatori: lo spettatore deve essere disposto ad essere bambino, a guardare il film con gli occhi di un bambino.
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Sostenere che il film non sia ben riuscito perchè "ben presto annoia" significa non aver assolutamente colto l'essenza del film.
Non si tratta di un film "normale", di un film "banale"; è tutt'altro, è un film allucinato, delirante, incredibile, dove realtà, fantasia e sogno si mischiano in un tutt'uno, un vortice indefinito di sensazioni.
Queste sensazioni sono quelle di una bambina; tutto il film è l'interpretazione del mondo visto con gli occhi innocenti ed ingenui di una bambina. E' un mondo di gioco, come è naturale che sia, un mondo dove la morte, la paura, l'amicizia, la curiosità sono solo dei giochi.
Gilliam fa un patto con gli spettatori: lo spettatore deve essere disposto ad essere bambino, a guardare il film con gli occhi di un bambino. Lo spettatore si rende conto di questo quando si sorprende a pensare con repressa malizia cosa potrebbe succedere la scena successiva, ed invece non succede proprio nulla, perchè il mondo dei bambini è imprevedibile e trascende dalla malizia e dal modo di pensare degli adulti.
Gran film che conferma, ancora una volta, l'enorme talento di un regista che ha fatto, fa e farà la storia del cinema.
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davide procopio
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lunedì 10 marzo 2008
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l'infanzia impossibile raccontata da terry gilliam
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medel ferland alias jeliza rose nel ruolo di protagonista si rifugia in un mondo paradossale e visionario al limite tra realta e finzione dopo la morte dei genitori tossicodipendenti.da qui si iniziano a dipanare storie assurde di un'ombrosa strega che la perseguita e di un eroe epilettico e "bombarolo" di cui lei si innamora,il tutto arricchito da scene impossibili di un padre morto e imbalsamato con cui lei non può fare a meno di confidarsi.così terry gilliam mette a disposizione il suo incredibile genio creativo per dar vita ad un'ermetica storia di lutti e drammi familiari,la protagonista rimasta orfana inventa un mondo dove il padre e la nonna rimangono imbalsamati e immutati nella sua memoria,per poi tornare alla dura realtà di una solitudine forzata ed inaccettata che solo il finale del film cerca di intenerire tramite l'incidente del pullmann e l'incontro con la sua nuova,probabile madre adottiva.
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lucaboh
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lunedì 25 febbraio 2008
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un incubo in rosa, vuoto a perdere
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Chi si aspetti un altro "Brazil" rimarrà inevitabilmente deluso. Eppure, qui la forza visionaria del vecchio Gilliam c'è tutta: si esercita però su una vicenda tanto paradossale ed esile da scomparire nel nulla dopo pochi minuti di visione. Lo spettatore ingenuo attenderà di ritrovare il filo di un percorso narrativo coerente - al contrario, chi ricordi "Paura e delirio a Las Vegas" ringrazierà il cielo e la sceneggiatura di potersi perdere in un incubo psichedelico a tinte tutto sommato rosa, dove l'orrore si trasforma nel sogno di una bambina e il fantastico non provoca conati di vomito. Impagabile Jeff Bridges, nota di merito alla fotografia e al montaggio, che trasformano il niente in un'abbagliante haiku visivo.
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Chi si aspetti un altro "Brazil" rimarrà inevitabilmente deluso. Eppure, qui la forza visionaria del vecchio Gilliam c'è tutta: si esercita però su una vicenda tanto paradossale ed esile da scomparire nel nulla dopo pochi minuti di visione. Lo spettatore ingenuo attenderà di ritrovare il filo di un percorso narrativo coerente - al contrario, chi ricordi "Paura e delirio a Las Vegas" ringrazierà il cielo e la sceneggiatura di potersi perdere in un incubo psichedelico a tinte tutto sommato rosa, dove l'orrore si trasforma nel sogno di una bambina e il fantastico non provoca conati di vomito. Impagabile Jeff Bridges, nota di merito alla fotografia e al montaggio, che trasformano il niente in un'abbagliante haiku visivo. Un'occasione mancata, sì: come il pennello di un Magritte senza idee.
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carla
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lunedì 4 febbraio 2008
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sgradevole e bello
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Non e' un paradosso. Gli adulti sono grotteschi, schizofrenici, egoisti, malati, pazzi. Ma anche la bambina mostra i prodromi per un futuro...
Gilliam e' magistrale nel filmare la fantasia, un Tim Burton piu' cccattivo? O e' Burton un Gilliam edulcorato?
Il film e' forse un po' accorciabile nella seconda parte, il finale lascia un certo non so che (ma qual e' quello del racconto da cui e' stato tratto?), pero' di certo e' indimenticabile.
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demien
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mercoledì 23 gennaio 2008
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l'immaginazione di gilliam a briglie sciolte.
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Chi critica questo stupendo film è perchè si aspetta dal cinema soltanto storie lineari e facilmente intellegibili. Questa favola oscura è stupenda, la forza visionaria che riesce a sprigionare appartiene soltanto a chi riesce ad essere se stesso, senza doversi rifuggiare in un mondo interiore lontano dalla omologazione, e Gilliam lo sa bene. Nessun freno all'immaginazione, anche se nella sua esternazione può essere astrusa e tortuosa. Stupenda la Jodelle Ferland. Un film che onsiglio vivamente.
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puppo
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sabato 12 gennaio 2008
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this is gilliam
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grande film, liberatorio (dopo le complicazioni legate ai Fratelli Grimm) e altamente visionario, come gilliam ci ha abituato negli anni. il paragone con tim burton è decisamente sterile (non potrebbero essere più diversi), aspettarsi un film per bambini "innocente" o "adolescienziale" da uno come gilliam è davvero ridicolo, e se il non-sense e l'inconcludenza vi ha disturbato allora proprio non sapevate di chi fosse il film, prima di entrare al cinema. questo è gilliam al 100%, i suoi film non sono da capire in senso stretto -almeno, il principale scopo non è quello-; è inutile cercarvi una qualche retorica o un "riflesso della società". ai film di gilliam bisogna prima di tutto abbandonarsi totalmente, come fanno i bambini quando gli si leggono le favole, perchè in fondo di questo stiamo parlando: di favole -vietate ai minori.
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grande film, liberatorio (dopo le complicazioni legate ai Fratelli Grimm) e altamente visionario, come gilliam ci ha abituato negli anni. il paragone con tim burton è decisamente sterile (non potrebbero essere più diversi), aspettarsi un film per bambini "innocente" o "adolescienziale" da uno come gilliam è davvero ridicolo, e se il non-sense e l'inconcludenza vi ha disturbato allora proprio non sapevate di chi fosse il film, prima di entrare al cinema. questo è gilliam al 100%, i suoi film non sono da capire in senso stretto -almeno, il principale scopo non è quello-; è inutile cercarvi una qualche retorica o un "riflesso della società". ai film di gilliam bisogna prima di tutto abbandonarsi totalmente, come fanno i bambini quando gli si leggono le favole, perchè in fondo di questo stiamo parlando: di favole -vietate ai minori.Gilliam è un folle creativo, ed è quindi logico che sia eccessivo in tutto quello che fa; ed è normale che a qualcuno questo non piaccia. ma a volte sarebbe meglio metter da parte un po' di schematismo e chiudere gli occhi per ritrovarsi a nuotare nelle praterie. onore a gilliam che ha costruito di nuovo una macchina quasi perfetta che ha le palle di non rispettare i canoni hollywoodiani; che riflette con leggerezza su temi spinosi -la sanità mentale, l'invecchiare- e che per l'ennesima volta ci pone davanti a un bivio: realtà o fantasia?
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al
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martedì 25 dicembre 2007
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la bambina è obelix, caduta nell'eroina.
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l'immaginario di una bambina per trasformare il suo crudele mondo in una incantevole fiabba.
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