matteo
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sabato 7 marzo 2009
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questa volta polanski "cicca" gravemente
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Il film in sè per sè non è da buttare. Parlo come potrebbe parlare lo spettatore che non ha letto il romanzo di Charles Dickens. Ma dopo averlo letto, cambio drasticamente opinione. Infatti il film appare schifoso, deprimente rispetto al libro. La cosa che mi ha stupito maggiormente è stata l'eliminazione di un personaggio come Mr. Bumble che è fondamentale all'interno della storia. Per non parlare di sua moglie. E' stato quindi tolto un personaggio primario che ha cambiato notevolmente la storia, dando una svolta alla fine. Non si parla di Harry Maile, dell'anziana signora che infine prende in custodia Oliver e di sua zia. E questo fatto non doveva accadere per un regista grande come Polanski.
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paleutta
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mercoledì 26 dicembre 2007
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polanski ha fatto di meglio
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ho sempre amato il cinema di Polansky, dal capolavoro Rosemary's Baby, L'inquilino del terzo piano, Luna di fiele, La nona porta per citarne qualcuno tra i più famosi. I suoi film hanno sempre un impatto particolare, specialmente i primi. Inquietano senza sconvolgere, si insinuano e dicono le cose tra le righe solo come un grande regista sa fare. Questo Oliver Twist mi ha lasciato un pò perplesso. Nonostante il mestiere e il talento siano evidenti nello spessore del lavoro, sembra che anche lui, si sia fatto un pò ammorbare dalla tendenza del cinema hollywoodiano degli ultimi tempi, più attento alla potenza dell'immagine che ai contenuti. Non ho mai letto il romanzo di Dickens ma so che è una lettura che veniva consigliata ai ragazzi delle scuole.
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ho sempre amato il cinema di Polansky, dal capolavoro Rosemary's Baby, L'inquilino del terzo piano, Luna di fiele, La nona porta per citarne qualcuno tra i più famosi. I suoi film hanno sempre un impatto particolare, specialmente i primi. Inquietano senza sconvolgere, si insinuano e dicono le cose tra le righe solo come un grande regista sa fare. Questo Oliver Twist mi ha lasciato un pò perplesso. Nonostante il mestiere e il talento siano evidenti nello spessore del lavoro, sembra che anche lui, si sia fatto un pò ammorbare dalla tendenza del cinema hollywoodiano degli ultimi tempi, più attento alla potenza dell'immagine che ai contenuti. Non ho mai letto il romanzo di Dickens ma so che è una lettura che veniva consigliata ai ragazzi delle scuole. Il ritratto del piccolo orfano è perlomeno approssimativo, la sua personalità durante tutto il film è piuttosto labile ed anche indecifrabile, è più importante il contorno che gli ruota attorno. Scene di violenza gratuita e fastidiosa come il massacro a bastonate della compagna del cattivone. Un film adatto ai ragazzi, come consigliato dalla emittente televisiva, non dovrebbe far vedere certe scene di cattiveria, cazzotti nei denti ad un bambino e schizzi di sangue. E ora per favore non venitevene fuori che nei film splatter si vedono spaccare le teste e tagliare le gambe, è un altra cosa, è una violenza fine a se stessa che lo spettatore adolescente, a volte molto più sveglio di quello che si pensi, sa come collocare e cioè alla stregua di videogioco.
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maura
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domenica 30 ottobre 2005
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stilisticamente impeccabile ma noioso
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Mi sono seduta in sala con la semi convinzione di vedere un bel film, giacché amo sia il Polanski di Repulsion che quello del Pianista. E invece alla scritta Intervallo ho addirittura sentito il desiderio di uscire e tornarmene a casa, ma sono rimasta perché volevo vedere la fine, poiché non avevo mai letto il libro di Dickens (una pecca, forse, ma tant'è). Quel che mi stupisce, ora, è leggere recensioni così positive! Mi sono fiondata davanti al computer per cercare opinioni varie, e invece mi trovo davanti a un coro all'unisono: il film di Polanski è bello e va visto. Sono amareggiata, e non poco, se penso a quanti hanno stroncato il film di Benigni, che a me è piaciuto molto. Tanto che voglio fare un paragone (anche se i due film non hanno nulla in comune) tra le sensazioni che ho provato vedendo prima l'uno poi l'altro.
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Mi sono seduta in sala con la semi convinzione di vedere un bel film, giacché amo sia il Polanski di Repulsion che quello del Pianista. E invece alla scritta Intervallo ho addirittura sentito il desiderio di uscire e tornarmene a casa, ma sono rimasta perché volevo vedere la fine, poiché non avevo mai letto il libro di Dickens (una pecca, forse, ma tant'è). Quel che mi stupisce, ora, è leggere recensioni così positive! Mi sono fiondata davanti al computer per cercare opinioni varie, e invece mi trovo davanti a un coro all'unisono: il film di Polanski è bello e va visto. Sono amareggiata, e non poco, se penso a quanti hanno stroncato il film di Benigni, che a me è piaciuto molto. Tanto che voglio fare un paragone (anche se i due film non hanno nulla in comune) tra le sensazioni che ho provato vedendo prima l'uno poi l'altro. Aggettivi come "stucchevole" o "didascalico" li ho visti affibiati a La tigre e la neve, quando io li affibierei a Oliver Twist. E ancora: Twist definito "film che intrattiene", mentre Benigni "ripete sè stesso e annoia". Anche qui sono stupefatta, per me è l'esatto contrario: La tigre mi ha tenuta sulla poltrona fino alla fine, mi ha coinvolta, mi ha divertita, mi ha commossa, mi ha dato tante emozioni diverse. Twist invece l'ho trovato subito poco accattivante, noioso, addirittura pesante. Sicuramente non è un film per bambini, a mio avviso. Coloro che si ostinano a dire "i bambini possono imparare molto da questo film" hanno una vaga idea di cosa sia un BAMBINO? Cosa lo diverte, cosa lo annoia? Un bambino non resiste più di un quarto d'ora di fronte a una pellicola simile. Sente l'irrefrenabile impulso di scappare il più lontano possibile e di non fare mai più ritorno in un cinema. Infine, un'osservazione che non posso esimermi dal fare: Twist è un film "che fa riflettere". Quello di Benigni no? Twist è un film "che ci parla anche dell'oggi". Perché, quello di Benigni?? Più attuale di così! Il film di Benigni è una favola, una vicenda pittoresca, una storia d'amore struggente e bellissima, che ha come sfondo la guerra in Iraq. Quindi inevitabilmente fa riflettere. Oliver Twist è una storia vecchia, che appartiene a un mondo vecchio, che difficilmente si cala nel nostro contesto. D'accordo che lo sfruttamento minorile esiste ancora, ma qui si parla di un orfano dell'800 che passa dalle mani di gente grassa e ottusa, a quelle di delinquenti da strada, fino a quelle di gente onesta,per approdare a un facile e stucchevole happy ending.
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