telas
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martedì 21 agosto 2007
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l'arte di un genio...un genio e la sua arte...
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Poche parole....Gehry è un genio e Pollack lo ha raccontato perfettamente nel suo film/documentario.
A DIR POCO GENIALE!
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ivan
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mercoledì 8 agosto 2007
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grande gehry!!!!!
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Un film autobiografico sul genio Gehry... ben fatto, con tocchi pure di ironia e divertimento, capace di farne capire il personaggio e la potenza architettonica.... merito anche di Pollack sicuramente. Se siete del settore, andate a vederlo. Ciò dovrebbe essere di sprone anche per creare come detto altri documentari su altri geni dell'architettura. Ce ne fossero di film del genere, altro che le solite pancianate.....
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filippo
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martedì 7 agosto 2007
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risposta
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Certo, sarà un gran modo di dare al mondo la possibilità di conoscere un architetto che a mio giudizio dopo il nuseo di Bilbao ha semplicemente copiato se stesso vivendo della stessa immagine...
Tutti i commenti e le risposte sono molto giuste... ma perchè fare un documentario su di lui, e non sull'architettura contemporanea?!?!?!
Ritorno a pensare che è una grave carenza che il grande pubblico di massa conoscerà lui e non altri architetti e designer minori...
Per rispondere ad alcuni: Gaudì certamente un genio, che morì in miseria, forse anche perchè non aveva sfruttato strumenti di marcheting come questi... Invece in Italia non avremo mai architettura contemporanea di ogni tipo perchè i progetti non vegono valutati "per progetto" come ad esempio a Londra o a Parigi, ma vengono valutati SOLO in risposta a regole edilizie obsolete e ridicole e devono rispondere a parametri che non hanno nulla di moderno! In alcuni comuni dove ho lavorato, c'erano norme che IMPONEVANO alcune tipologie di coppi e tegole.
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Certo, sarà un gran modo di dare al mondo la possibilità di conoscere un architetto che a mio giudizio dopo il nuseo di Bilbao ha semplicemente copiato se stesso vivendo della stessa immagine...
Tutti i commenti e le risposte sono molto giuste... ma perchè fare un documentario su di lui, e non sull'architettura contemporanea?!?!?!
Ritorno a pensare che è una grave carenza che il grande pubblico di massa conoscerà lui e non altri architetti e designer minori...
Per rispondere ad alcuni: Gaudì certamente un genio, che morì in miseria, forse anche perchè non aveva sfruttato strumenti di marcheting come questi... Invece in Italia non avremo mai architettura contemporanea di ogni tipo perchè i progetti non vegono valutati "per progetto" come ad esempio a Londra o a Parigi, ma vengono valutati SOLO in risposta a regole edilizie obsolete e ridicole e devono rispondere a parametri che non hanno nulla di moderno! In alcuni comuni dove ho lavorato, c'erano norme che IMPONEVANO alcune tipologie di coppi e tegole... E' ovvio che Ghery o chi altro avrebbe ben poco da fare...!
In ogni caso grazie per i commenti! :)
bye!
Filippo
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daniele cesano
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venerdì 13 luglio 2007
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baccante invasata????
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Non capisco il significato della sua recensione,ma se proprio non vuole andare avedere il film le propongo di almeno aprire questo libro che le indico " FRANK GEHRY " Building and Project edito da Rizzoli NEW YORK By Mason Andrews.... nella speranza che non faccia male ........ omuncola...???!!! Bo....
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daniele cesano
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giovedì 19 aprile 2007
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e il miglior genio creativo al mondo
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L'Architetto Ghery è a mio parere il miglior genio creativo al mondo, in tutte le sue opere si riscontra ciò è un gran maestro di architettura moderna!!!!!!!!!!!!!!!!!!
[+] creatori di sogni o di fantasie?
(di cesano luigi )
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ofelia
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giovedì 5 aprile 2007
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due creatori di sogni a confronto
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Considerato il genio dell’architettura moderna, Frank Gehry appare come uomo molto più piccolo delle sue immense opere. Una persona semplice, cresciuta in un ambiente di lavoratori, il cui destino sembra essere segnato in tutt’altra direzione. Ma il caso – molto importante nella vita di ogni genio - vuole che la passione per le costruzioni, comune a tutti i bambini, diventi lo spunto per quella che sarà la sua carriera. Non facendosi scoraggiare dalle critiche di un suo insegnante, il giovane studente – che ancora non si chiama Frank Gehry ma mantiene il suo nome ebraico – continua nella sua strada. “Non ti sei fatto scoraggiare?” gli chiede Pollack, come chiunque spontaneamente avrebbe fatto.
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Considerato il genio dell’architettura moderna, Frank Gehry appare come uomo molto più piccolo delle sue immense opere. Una persona semplice, cresciuta in un ambiente di lavoratori, il cui destino sembra essere segnato in tutt’altra direzione. Ma il caso – molto importante nella vita di ogni genio - vuole che la passione per le costruzioni, comune a tutti i bambini, diventi lo spunto per quella che sarà la sua carriera. Non facendosi scoraggiare dalle critiche di un suo insegnante, il giovane studente – che ancora non si chiama Frank Gehry ma mantiene il suo nome ebraico – continua nella sua strada. “Non ti sei fatto scoraggiare?” gli chiede Pollack, come chiunque spontaneamente avrebbe fatto. “No. Ho archiviato la cosa come persecuzione antisemita”. E questa è solo una delle tante battute scambiate tra i due interlocutori. Un cineasta come Pollack che, dopo una lunga e variegata carriera, decide di buttarsi sul documentario per raccontare la vita speciale di un caro amico; e un artista che vuole che sia proprio il suo amico cineasta a raccontarla. E se Pollack umilmente obietta: “Ma io non so niente di architettura e di documentari”, l’ironico architetto risponde: “Per questo sei perfetto.”
Ed ecco prendere forma il processo creativo, e mostrare questo percorso dall’esterno non è semplice. Come nascono le idee? Perché un cartoncino ondulato può cambiare tutto il senso di una cosa? Entriamo dentro la “fabbrica di Frank Gehry” come nella Fabbrica di cioccolato, o insomma, per dirla con il titolo, nella Fabbrica dei sogni. Modellini ovunque, gente che taglia e disegna, il disordine sembra regnare in un luogo di perfetto ordine. Gehry segue le sue idee come bambini, le alleva, le cura, i suoi assistenti lo aiutano nell’impresa, poi finalmente, il parto. È il malessere che diventa liquido, la creazione artistica che diventa “figlio”. Dal pittore, allo scrittore, al regista, tutti subiscono questo processo. I tanti intervistati cercano di spiegare questo mistero, di sondare nel profondo della creazione. Persino l’analista è consapevole del suo contributo allo sviluppo di quell’arte, ma sa anche di non poter fare un Frank Gehry di ogni architetto. Non ci sono soltanto elogi al grande artista, c’è anche chi è convinto che gli architetti facciano cose orrende e ci rovinino la vita: sarebbe lecito picchiarli, quando li incontriamo.
Il regista Pollack si perde nell’uomo Frank Gehry, nei labirinti della mente creativa. L’artista Gehry si perde nelle proprie creazioni – velieri di ghiaccio, dune di carta, pesci di vetro - che quando diventano realtà è difficile riconoscere; l’opera diventa appunto come un figlio, e quasi si vive una specie di “depressione post-partum”. Questa è la creazione.
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silvana
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giovedì 5 aprile 2007
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da frank gehry, architettura che vale per cento
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Fino ad un decennio fa ricordo che, alle lezioni universitarie, un’opera d’arte poteva considerarsi tale se l’artista era deceduto ed era passato un cinquantennio dalla realizzazione dell’opera stessa. Oggi non credo che le norme di settore siano tanto cambiate, almeno formalmente. Entrambi erano condizioni temporali necessarie affinché un’opera d’arte potesse essere conosciuta e, quindi, ri-conosciuta, accreditata come tale da una comunità, nello specifico italiana. Se l’architettura è una delle forme dell’arte, quali norme dovrebbe rispettare un’opera architettonica per essere elevata ad opera d’arte? Lo scorso anno un prezioso documentario ha celebrato l’architettura di Louis Kahn. Ho visto “My architect”,un film di Nathaniel Kahn - non una, ma tante volte - cercando di capire nella produzione completa delle sue opere e nelle interviste del figlio, di architetti a lui contemporanei, di quanti gli sono stati vicino, aspetti del portato di un maestro di architettura che ci ha lasciato.
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Fino ad un decennio fa ricordo che, alle lezioni universitarie, un’opera d’arte poteva considerarsi tale se l’artista era deceduto ed era passato un cinquantennio dalla realizzazione dell’opera stessa. Oggi non credo che le norme di settore siano tanto cambiate, almeno formalmente. Entrambi erano condizioni temporali necessarie affinché un’opera d’arte potesse essere conosciuta e, quindi, ri-conosciuta, accreditata come tale da una comunità, nello specifico italiana. Se l’architettura è una delle forme dell’arte, quali norme dovrebbe rispettare un’opera architettonica per essere elevata ad opera d’arte? Lo scorso anno un prezioso documentario ha celebrato l’architettura di Louis Kahn. Ho visto “My architect”,un film di Nathaniel Kahn - non una, ma tante volte - cercando di capire nella produzione completa delle sue opere e nelle interviste del figlio, di architetti a lui contemporanei, di quanti gli sono stati vicino, aspetti del portato di un maestro di architettura che ci ha lasciato. Un maestro che non potremo più intervistare. Da due giorni, un nuovo documentario di architettura, il film di Sidney Pollack “Frank Gerhy creatore di sogni” è nelle sale cinematografiche . Quotidiani e riviste ne hanno pubblicizzato l’evento, con grande positività – ritengo – ogni qualvolta si lascia spazio informativo all’architettura. Stasera, mentre ero a cinema avevo una sensazione simile a quella che ho provato nel vedere “My architect”. Documentario l’uno e l’altro, interviste l’uno e l’altro. Maestose, eccelse, spiazzanti, uniche, le une e le altre opere. Ma l’aspetto più importante è un altro, al di là di una critica architettonica al suo operato. Capire la ragione della scelta di girare un film su Frank Gehry. Frank è sicuramente un “creatore di sogni”, un grande maestro, ma è un architetto che come altri lavora in mezzo a noi. Le sue contemporanee avveniristiche architetture sono osannate fino ad opere d’arte; resta da capire - secondo quali valutazioni - fino a tal punto. Se la memoria, la storia, non hanno ancora avuto ancora il tempo di giudicare e magari scegliere di ricordarlo rispetto ad altre archistar. Frank è un architetto presente tra noi e domani potrebbe, come tanti altri grandi architetti, avere una commessa di lavoro importante. Come convincersi, da quanto lascia trasparire il documentario, che “ il 99% dell’architettura prodotta è merda”, e la produzione di Gehry faccia, invece, parte del restante “1%” quasi a voler essere, in contrapposizione all’altra ingente percentuale, opera d’arte. Non dovrebbe chiamarsi architettura. Ogni architetto, animato da passione, responsabilità, competenze e ricerca può apportare - anche seppur piccolissimo - un contributo all’affermazione dell’architettura contemporanea. E il presente necessita di riconoscere questi professionisti, soprattutto gli architetti italiani. Nutrirci della linfa delle loro opere, dar loro la fiducia di sentirli “creatori di sogni”.
01.04.07
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baccante invasata
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mercoledì 4 aprile 2007
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frank gehry...architetto?!?
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Non ho ancora visto il documentario e non so se andrò mai a vederlo visto che incentiverei la pubblicità a questo omuncolo di nome Frank...
Un omuncolo che si spaccia per architetto che interpreta lo spirito del nuovo millennio. Beh se lo spirito del nuovo millennio è il caos, la non-regola, i facili guadagni, l'architettura della facile meraviglia e non della pura contemplazione, io sono allora troppo vecchia pur avendo 20 anni.
In fondo non c'è da stupirsi se hanno fatto un documentario proprio su questo omuncolo: è l'unico "architetto" (...risate in sottofondo...) che si presterebbe a diventare un oggetto così sfrenatamente mediatico pur di fare soldi a palate.
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(di luca)
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[+] oh sfigata...
(di andrea)
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[+] se nn è un architetto lui gli architetti nn esisto
(di paky)
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phil
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mercoledì 21 marzo 2007
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architetto o genio del marketing?! mah!
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(scritto prima dell'uscita cinematografica)
Triste momento per l'architettura...
Poche settimane fa Foster ha messo in vendita il proprio studio per la modica cifra di 500 milioni di sterline... e ora Ghery si vende al pubblico, per farsi pubblicità....
In attesa di un film del genere... mi chiedo che senso abbia che un architetto di fama internazionale ci regali questa sua uscita cinematografica...
Mi spiego meglio...
Per chi apprezza un architetto che sicuramente ha scritto alcune pagine dello stile decostruttivista della fine del secolo scorso e inizio del nuovo millennio sarà un film/documentario assolutamente da non perdere, nel quale riscoprire quei piccoli dettagli che possono sfuggire studiando e leggendo sulle riviste la sua vita e le sue opere.
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(scritto prima dell'uscita cinematografica)
Triste momento per l'architettura...
Poche settimane fa Foster ha messo in vendita il proprio studio per la modica cifra di 500 milioni di sterline... e ora Ghery si vende al pubblico, per farsi pubblicità....
In attesa di un film del genere... mi chiedo che senso abbia che un architetto di fama internazionale ci regali questa sua uscita cinematografica...
Mi spiego meglio...
Per chi apprezza un architetto che sicuramente ha scritto alcune pagine dello stile decostruttivista della fine del secolo scorso e inizio del nuovo millennio sarà un film/documentario assolutamente da non perdere, nel quale riscoprire quei piccoli dettagli che possono sfuggire studiando e leggendo sulle riviste la sua vita e le sue opere.
Quello che almeno a me sfugge è perchè il mondo architettonico permetta che un personaggio del suo calibro possa essere al centro di un film in uscita...
Rappresenta a tutti gli effetti una pubblicità, per la quale gli spettatori per giunta dovranno pagare un biglietto !!!
Una pubblicità per innalzare e annoverare nei posteri un architetto che dovrebbe esserlo solo grazie alla sua vena creativa e alle sue opere, dal Gugghennheim di Bilbao fino ai progetti attuali.
Dovebbe essere quello il suo biglietto da visita!!!
Non voglio innalzare una polemica sulla sua architettura, ma per come sia possibile che venga accettata una simile pubblicità!
Di quanto accrescerà il fatturato dello studio di Ghery dopo questa uscita verso il grande pubblico? C'è da chiederselo...?
Invece che rubare spazio a grandi registi e attori che riescono ad emozionare il pubblico con la propria enorme capacità espressiva...forse è meglio che Ghery torni a mettersi dietro ad una scrivania a disegnare!
(Perchè è triste vedere come il prodotto della mente geniale di un architetto venga mercificata e si venda al grande schermo...)
Evidentemente questo dimostra che a volte non è l'architettura e il design a prevalere sulle persone, ma bensì....solamente una triste operazione commerciale di vendita di un logo...un marchio...
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[+] un film per chi ama la fantasia, l' arte e la vita
(di lauro)
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[+] un film da vedere
(di lisa)
[ - ] un film da vedere
[+] ne riparliamo dopo il film..
(di ilaria)
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[+] andrò a vederlo...con un architetto???
(di seta)
[ - ] andrò a vederlo...con un architetto???
[+] ben venga questo tipo di pubblicità
(di gaia23)
[ - ] ben venga questo tipo di pubblicità
[+] ben venga questo tipo di pubblicità 2
(di gaia23)
[ - ] ben venga questo tipo di pubblicità 2
[+] phil for president
(di baccante invasata)
[ - ] phil for president
[+] ma che vuol dire??
(di ipo)
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[+] ma quante cazzate scrivi phil!
(di el topo)
[ - ] ma quante cazzate scrivi phil!
[+] por el topo
(di baccante invasata)
[ - ] por el topo
[+] risposta
(di phil)
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