Bad Brains |
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Un film di Ivan Zuccon.
Con Emanuele Cerman, Valeria Sannino, Matteo Tosi, Kristina Cepraga, Walter D'Errico.
continua»
Horror,
durata 83 min.
- Italia 2005.
MYMONETRO
Bad Brains
valutazione media:
2,30
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Brutale e sanguinario horror ma che convince pocodi Frank75Feedback: 4547 | altri commenti e recensioni di Frank75 |
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venerdì 12 marzo 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Davide (Emanuele Cerman) e Alice (Valeria Sannino) sono una coppia di giovani serial killer che cattura e tortura all’interno del loro isolato e tetro casolare ragazzi che hanno avuto la sola sfortuna di appartarsi in zone frequentate dai due psicopatici . Il loro particolare modus operandi comprende il filmare le loro atrocità su nastro attraverso una videocamera, nonché un anomalo accanimento sui corpi delle loro vittime nell’affannosa ricerca di qualcosa che li ossessiona con sempre maggior intensità. Una notte però qualcosa va storto. In seguito di un loro raid assassino, infatti, vengono seguiti in modo discreto da uno strano ragazzo di nome Mirco (Matteo Tosi) che però, una volta arrivati al casale, viene quasi immediatamente e maldestramente sorpreso e fatto prigioniero dai due. La sua cattura è il punto d’arrivo di una ricerca che il giovane conduceva ormai da parecchio tempo, ma mentre la sua morte sembra ormai vicina e scontata, il coraggio mostrato dal ragazzo e l’assenza di paura nei suoi occhi sembra mettere in difficoltà sia Davide che Alice. Il giovane inoltre sembra conoscere troppe cose dei due a tal punto da arrivare a spaventarli, ma ancora più inquietante il suo destino sembra simbiotico a quello del suo carnefice. Dal racconto “Prima del delirio” di Enrico Solvetti nasce questo film brutale e sanguinario ma che è allo stesso tempo piuttosto raffinato e con un discreto ritmo narrativo. Sono numerosi e a volte efficaci i salti improvvisi tra realtà e filmato, nonché tra realtà e incubo/immaginazione. Il frequente ricorso alla tecnica del feedback, avente per lo più ad oggetto episodi dell’infanzia dei due protagonisti, porta lo spettatore step by step alla comprensione della psicologia dei due serial killer e di quello che loro cercano nei corpi. Tuttavia, mentre si lascia apprezzare ad un livello stilistico, non riesce quasi mai ad appassionare e a creare un’atmosfera veramente avvincente, soprattutto a causa di stratagemmi in voga negli horror italiano anni ’70 e ’80 ma ormai oggi totalmente fuori tempo. L’eccessiva complicatezza della narrazione poi sembra essere più adatta ad un romanzo giallo che ad un film dell’orrore, dove sono altri gli elementi che dovrebbero prevalere. Infine, la brutalità soprattutto del protagonista maschile (Davide), l'unico elemento che avrebbe la potenzialità di far rabbrividire e provare emozioni forti allo spettatore, viene purtroppo maldestramente stemperata e quasi resa inverosimile da un copione troppo fitto di dialoghi.
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