alexander 1986
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venerdì 7 marzo 2014
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fantapolitica stereotipata e piatta
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Fluke Kelso (Daniel Craig) è un storico specializzato in storia sovietica, e in particolare nei crimini di Stalin. Un giorno viene a scoprire l'esistenza di un misterioso taccuino del dittatore andato perduto, e il cui disvelamento potrebbe riscrivere la Storia. Purtroppo sono in molti ad essere interessati al lascito del Baffone.
Tratto da un romanzo di Robert Harris, il film non accampa certo molte pretese di verisimiglianza. C'è fantapolitica piuttosto spicciola, unita a luoghi comuni sulla solita Russia misteriosa vista dagli occhi occidentali. Il vero problema sono la lentezza, la scrittura piatta e qualche sporadico plot-hole, tipico di un adattamento mal riuscito. Poca roba.
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gropius
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venerdì 28 dicembre 2012
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una russia squassata da lotte di potere.
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Durante una conferenza di storici sovietisti svolgentesi a Mosca,il professore inglese Fluke Kelso,(interpretato da Daniel Craig) entra in contatto diretto con un ex agente del KGB. Da subito tale individuo non appare essere il solito mitomane nostalgico ed anzi non appena se ne pone l'occasione rivelerà a Kelso l'esistenza di un diario molto particolare ed enigmatico riguardante proprio il dittatore Joseph Stalin.Benchè la pellicola sia tratta dall'omonimo romanzo di Robert Harris e per questo va preso storicamente come tale con annessi problemi di trasposizione cinematografica,il film ci presenta una Russia che non conoscevamo.Una madre patria che ha posto nell'oblio i propri figli,lasciandoli orfani del proprio passato.
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Durante una conferenza di storici sovietisti svolgentesi a Mosca,il professore inglese Fluke Kelso,(interpretato da Daniel Craig) entra in contatto diretto con un ex agente del KGB. Da subito tale individuo non appare essere il solito mitomane nostalgico ed anzi non appena se ne pone l'occasione rivelerà a Kelso l'esistenza di un diario molto particolare ed enigmatico riguardante proprio il dittatore Joseph Stalin.Benchè la pellicola sia tratta dall'omonimo romanzo di Robert Harris e per questo va preso storicamente come tale con annessi problemi di trasposizione cinematografica,il film ci presenta una Russia che non conoscevamo.Una madre patria che ha posto nell'oblio i propri figli,lasciandoli orfani del proprio passato.Un popolo che nella disperata ricerca di libertà da sempre negata,finisce per fare incetta della peggiore merce occidentale:alcol,prostituzione,droga, e che perdendo bruscamente i propri riferimenti sociali si trova a brancolare in un mondo cinico,in cui i più forti scrivono le regole,a volte persino più spietate di quelle appena rimosse.Seppur da un punto di vista cinematografico,regia e scenografia denotano alcune lacune e perciò lasciano un tantino a desiderare, ciò che sorregge tale opera(da non scordare che trattasi di una produzione per il piccolo schermo)è la ritmata sceneggiatura, capace di rendere questo spy-thriller godibile fino alla sua conclusione.Codesto film si presenta con qualità altamente superiori rispetto alle normali produzioni di genere che vengono realizzate ed immesse nel medesimo mercato televisivo.
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dadeluna
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giovedì 8 novembre 2012
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manifesto imperialista senza alcuna luce
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Uno dei più brutti film che abbia mai visto.
Ahimé nulla si salva:
Ricostruzione storica - inaffidabile e fantasiosa;
Scenografia - banale e scura;
Sceneggiatura - quanto di più formalmente aderente alla contrapposizione al socialismo con dialoghi scialbi e privi di qualunque dubbio o senso ironico o autoironico;
Regia - conforme ai prodotti più commerciali, perlatro a budget limitato, che si possono vedere;
Storyboard - privo di qualunque sorpresa e con andamento piatto e incolore;
Inrepretazione attoriale - scarsa e basata sulla monoespressività di Craig, ai minimi storici.
Una vera schifezza!
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ultimoboyscout
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lunedì 18 giugno 2012
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il figlio di stalin.
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Film estremamente presuntuoso e fastidioso, in cui salta all'occhio un Craig clamorosamente fuori ruolo, volenteroso ma che non ha per niente l'aria dell'intellettuale o del professore. La sceneggiatura appare pesante e macchinosa, infarcita di luoghi comuni sulla Russia post Glasnost perdendosi tra gli inutili e banali flashback sulla vita privata di Stalin e un'ambigua quanto claudicante pista fantapolitica. Pur essendo una produzione inglese solo per il piccolo schermo, mostra qualità ben al di sopra della media rispetto alle normali realizzazioni per il mercato televisivo, offre una trama poco innovativa il cui unico interesso è verso i famosi taccuini perduti di Stalin e tutto ciò che ruota attorno al loro segreto storico.
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Film estremamente presuntuoso e fastidioso, in cui salta all'occhio un Craig clamorosamente fuori ruolo, volenteroso ma che non ha per niente l'aria dell'intellettuale o del professore. La sceneggiatura appare pesante e macchinosa, infarcita di luoghi comuni sulla Russia post Glasnost perdendosi tra gli inutili e banali flashback sulla vita privata di Stalin e un'ambigua quanto claudicante pista fantapolitica. Pur essendo una produzione inglese solo per il piccolo schermo, mostra qualità ben al di sopra della media rispetto alle normali realizzazioni per il mercato televisivo, offre una trama poco innovativa il cui unico interesso è verso i famosi taccuini perduti di Stalin e tutto ciò che ruota attorno al loro segreto storico. Il prodotto appare in parte godibile, quantomeno accettabile, ma un buon ploto non può salvare un film complessivamente mediocre e poco coinvolgente, con un finale affrettatissimo e un senso di deja-vu disarmante. La regia non aiuta, incostante com'è, passa da momenti buoni ad altri in cui scade fortemente nel ridicolo. Per creare una spy story di livello ci sarebbe voluta una maggiore accuratezza e livelli di pathos e tensione più alti uniti a una migliore e più profonda caratterizzazione dei vari personaggi. Esordio da rivedere quindi per Jon Jones, che rimescola nella storia russa con confusione e una certa approssimazione, il quale voleva elevarsi ma non ha fatto altro che creare l'ennesimo thriller fatto di inseguimenti, mafia russa e morti.
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abo93
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martedì 14 aprile 2009
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bella la trama
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Una pellicola non troppo avvincente e coinvolgente ma fortunatamente salvata da una trama interessante(che non è stata resa tale dalla regia) e dall'interpretazione di Daniel Craig.
Una storia cosi era da affidare ad un grande staff.
Sprecata.
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