broda
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martedì 4 gennaio 2005
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e chi si muove?
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HO VISTO PRIMA IL FILM. LO HO VOLUTO ACQUISTARE SU SKY. NON AVEVO MAI ACQUISTATO NULLA. NE SU SKY, NE DA NESSUNA ALTRA PARTE. NULLA, MAI NULLA. CHISSA' PERCHE' HO VOLUTO ACQUISTARE NON TI MUOVERE QUELLA SERA. NON SO. CASTELLITTO CERTO, E' CERTAMENTE PER LUI CHE LO HO ACQUISTATO. CASTELLITTO: IL PIU' GRANDE ATTORE CONTEMPORANEO CHE ABBIAMO IN ITALIA. L' HO VOLUTO REGISTRARE. NON REGISTRO MAI NESSUN FILM SE PRIMA NON L' HO VISTO. L' HO VISTO E L' HO REGISTRATO. NON MI MUOVEVO MENTRE LO VEDEVO. NON MI MUOVEVO MENTRE LO RIVEDEVO REGISTRATO. SONO RIMASTA IMMOBILE IMMERSA IN UNA PROFONDA RIFLESSIONE. E LO HO AMATO. LO HO AMATO DAVVERO. PER NATALE HO RICEVUTO UN REGALO: IL LIBRO DELLA MAZZANTINI! Perché ? NO NE AVEVO PARLATO CON NESSUNO.
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HO VISTO PRIMA IL FILM. LO HO VOLUTO ACQUISTARE SU SKY. NON AVEVO MAI ACQUISTATO NULLA. NE SU SKY, NE DA NESSUNA ALTRA PARTE. NULLA, MAI NULLA. CHISSA' PERCHE' HO VOLUTO ACQUISTARE NON TI MUOVERE QUELLA SERA. NON SO. CASTELLITTO CERTO, E' CERTAMENTE PER LUI CHE LO HO ACQUISTATO. CASTELLITTO: IL PIU' GRANDE ATTORE CONTEMPORANEO CHE ABBIAMO IN ITALIA. L' HO VOLUTO REGISTRARE. NON REGISTRO MAI NESSUN FILM SE PRIMA NON L' HO VISTO. L' HO VISTO E L' HO REGISTRATO. NON MI MUOVEVO MENTRE LO VEDEVO. NON MI MUOVEVO MENTRE LO RIVEDEVO REGISTRATO. SONO RIMASTA IMMOBILE IMMERSA IN UNA PROFONDA RIFLESSIONE. E LO HO AMATO. LO HO AMATO DAVVERO. PER NATALE HO RICEVUTO UN REGALO: IL LIBRO DELLA MAZZANTINI! Perché ? NO NE AVEVO PARLATO CON NESSUNO. MI ERA RIMASTO IMPRESSO NEGLI OCCHI? FORSE. NON MI SONO MOSSA DOPO AVER SCARTATO IL REGALO. NON MI SONO MOSSA QUANDO LEGGEVO IL REGALO. NON MI SONO MOSSA QUANDO HO CHIUSO IL REGALO E L' HO FISSATO PER UN TEMPO INCALCOLABILE. E NEANCHE ORA, MENTRE SCRIVO, RIESCO A MUOVERMI!!!
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(di cino)
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philippe
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martedì 21 dicembre 2004
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teoria e tecnica dell'estorsione sentimentale
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Teoria e tecnica dell'estorsione sentimentale. Immaginiamo un biliardo. Collochiamo come sponde il cinema di Gabriele Muccino, Ferzan Ozpetek, Mimmo Calopresti e Marco Tullio Giordana. La palla che scivola sul tavolo è il film di Sergio Castellitto. Ironicamente, "Non ti muovere" schizza da un'estremità all'altra, rimbalza sulle sponde bisunte, si imbratta della strepitante isteria mucciniana, degli svenevoli virtuosismi registici di Ozpetek, del radicalismo ricattatorio di Calopresti e della compiaciuta medietà populista di Giordana. Ne esce una pellicola inaggettivabile, pregna delle più abominevoli lordure e bassezze morali che sia dato concepire da mente umana. Ma il dato più sconcertante è che il pubblico - ormai irrimediabilmente assuefatto all'estorsione sentimentale - si crogiola nell'abiezione, reclama il degrado, esige l'umiliazione.
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Teoria e tecnica dell'estorsione sentimentale. Immaginiamo un biliardo. Collochiamo come sponde il cinema di Gabriele Muccino, Ferzan Ozpetek, Mimmo Calopresti e Marco Tullio Giordana. La palla che scivola sul tavolo è il film di Sergio Castellitto. Ironicamente, "Non ti muovere" schizza da un'estremità all'altra, rimbalza sulle sponde bisunte, si imbratta della strepitante isteria mucciniana, degli svenevoli virtuosismi registici di Ozpetek, del radicalismo ricattatorio di Calopresti e della compiaciuta medietà populista di Giordana. Ne esce una pellicola inaggettivabile, pregna delle più abominevoli lordure e bassezze morali che sia dato concepire da mente umana. Ma il dato più sconcertante è che il pubblico - ormai irrimediabilmente assuefatto all'estorsione sentimentale - si crogiola nell'abiezione, reclama il degrado, esige l'umiliazione. Castellitto lo soddisfa pienamente. Non c'è passaggio narrativo che si sollevi un solo millimetro dal nauseante pantano del ricatto emotivo: basti pensare che l'intero film è raccontato mentre una ragazzina di quindici anni è sotto i ferri per un intervento al cervello in seguito ad una caduta dal motorino. Non una sola sequenza rinuncia al grido, alla recitazione sopra le righe, all'accompagnamento musicale sguaiatamente ruffiano (riuscite a tollerare Toto Cutugno a tutto volume nelle orecchie?), al montaggio volgarmente effettistico. Non una sola inquadratura si astiene dall'angolazione artificiosa (la plongée iniziale è una vera e propria dichiarazione d'intenti), dalla trovata pacchiana, dal simbolismo grossolano (il casco ricolmo d'acqua, la scarpetta rossa...). Non un solo fotogramma si salva da una tra le più agghiaccianti spettacolarizzazioni dei rapporti umani che gli schermi cinematografici abbiano mai ospitato nella loro lunga storia. Un primato da difendere.
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io
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mercoledì 17 novembre 2004
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alla larga!
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è un film assolutamente mediocre che si basa su 2 equivoci di fondo: castellitto non è un attore e men che meno un regista!particolarmente fastidiosa la smania di protagonismo del castellitto attore.Povera penelope cruz sacrificata per un ipocrita melodramma da 4 soldi.
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fabrizio
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mercoledì 6 ottobre 2004
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finalmente!
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Siamo di fronte ad uno di quei rari casi in cui il film supera il libro, Castellitto sfrutta appieno il vantaggio di avere vissuto la stesura dello scritto facendo sì che, pur nell'incolpetezza della trasposizione cinematografica, la fedeltà sia totale scremando le parti di autocompiacimento letterario nelle quali scivola la scrittrice. Il protagonista riesce ad affascinarci nel suo sdoppiamento di personalità nel quale fa dipanare la propria vicenda. Chirurgo di successo, marito e padre accettabile, inserito nel proprio entourage di conoscenze e ad un tempo stupratore, bugiardo e sadicamente maschilista. Sembra impossibile e fastidioso vedere quanto questo possa essere reso e, di conseguenza sembrare, normale.
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Siamo di fronte ad uno di quei rari casi in cui il film supera il libro, Castellitto sfrutta appieno il vantaggio di avere vissuto la stesura dello scritto facendo sì che, pur nell'incolpetezza della trasposizione cinematografica, la fedeltà sia totale scremando le parti di autocompiacimento letterario nelle quali scivola la scrittrice. Il protagonista riesce ad affascinarci nel suo sdoppiamento di personalità nel quale fa dipanare la propria vicenda. Chirurgo di successo, marito e padre accettabile, inserito nel proprio entourage di conoscenze e ad un tempo stupratore, bugiardo e sadicamente maschilista. Sembra impossibile e fastidioso vedere quanto questo possa essere reso e, di conseguenza sembrare, normale.
Castellitto è maiuscolo, Cruz plausibile mentre l'ottima prova di Gerini contrasta con la poca aderenza al personaggio del libro. Inquietante il finale dove la speranza, la forza per continuare, arriva dalla parte meno edificante di noi stessi. Il grande pregio del film è la totale assenza di sensazionalismo: la sciagura, lo stupro, il maltrattamento, la menzogna vengono rappresentate come le potremmo incontrare nella realtà della vita di una persona qualsiasi. La bugia finale della persistenza di un grande amore oltre ogni tempo stride con l'incapacità di averlo vissuto come si doveva, e diventa l'cona dell'uomo moderno che non essendo in grado di "curare" la propria imperfezione impara semplicemente ad incensarla ritagliandosi da ussa una fetta di immotivato autocompaicimento.
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fabrizio
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mercoledì 6 ottobre 2004
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finalmente!
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Siamo di fronte ad uno di quei rari casi in cui il film supera il libro, Castellitto sfrutta appieno il vantaggio di avere vissuto la stesura dello scritto facendo sì che, pur nell'incolpetezza della trasposizione cinematografica, la fedeltà sia totale scremando le parti di autocompiacimento letterario nelle quali scivola la scrittrice. Il protagonista riesce ad affascinarci nel suo sdoppiamento di personalità nel quale fa dipanare la propria vicenda. Chirurgo di successo, marito e padre accettabile, inserito nel proprio entourage di conoscenze e ad un tempo stupratore, bugiardo e sadicamente maschilista. Sembra impossibile e fastidioso vedere quanto questo possa essere reso e, di conseguenza sembrare, normale.
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Siamo di fronte ad uno di quei rari casi in cui il film supera il libro, Castellitto sfrutta appieno il vantaggio di avere vissuto la stesura dello scritto facendo sì che, pur nell'incolpetezza della trasposizione cinematografica, la fedeltà sia totale scremando le parti di autocompiacimento letterario nelle quali scivola la scrittrice. Il protagonista riesce ad affascinarci nel suo sdoppiamento di personalità nel quale fa dipanare la propria vicenda. Chirurgo di successo, marito e padre accettabile, inserito nel proprio entourage di conoscenze e ad un tempo stupratore, bugiardo e sadicamente maschilista. Sembra impossibile e fastidioso vedere quanto questo possa essere reso e, di conseguenza sembrare, normale.
Castellitto è maiuscolo, Cruz plausibile mentre l'ottima prova di Gerini contrasta con la poca aderenza al personaggio del libro. Inquietante il finale dove la speranza, la forza per continuare, arriva dalla parte meno edificante di noi stessi. Il grande pregio del film è la totale assenza di sensazionalismo: la sciagura, lo stupro, il maltrattamento, la menzogna vengono rappresentate come le potremmo incontrare nella realtà della vita di una persona qualsiasi. La bugia finale della persistenza di un grande amore oltre ogni tempo stride con l'incapacità di averlo vissuto come si doveva, e diventa l'cona dell'uomo moderno che non essendo in grado di "curare" la propria imperfezione impara semplicemente ad incensarla ritagliandosi da ussa una fetta di immotivato autocompaicimento.
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anonimo
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mercoledì 6 ottobre 2004
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ma era proprio necessario
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Si vede che ogni inquadratura è studiata con attenzione quasi maniacale, ma da tutto il film paradossalmente non traspare alcuna emozione.
E' una questione che riguarda Timoteo ( ma era proprio necessario si chiamasse così?), Italia ( c'è forse qualche significato nascosto, Italia brutta eppur seducente, malconcia eppur determinata ) e le loro nevrosi...ma da quì a diventare un discorso universale ne passa...
A me non è piaciuto perchè proprio nel momento in cui vuole essere vero, suona di una falsità imbarazzante.
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fabry
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mercoledì 4 agosto 2004
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emozioni fredde!
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una storia poco originale (peraltro tratta da un mediocre romanzo) che ha tuttavia qualche bella intuizione narrativa. Quel che manca sono le vere emozioni e tutto sembra freddamente calcolato. Tutto sembra accadere senza un vero perchè. Quale è il vero impulso che spinge timoteo ad amare Italia e perchè la ama?
E soprattutto perchè Italia(pur nella sua vita disperata e poco felice) accetta tutto ciò che gli accade con una sconvolgente impassibilità?
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non ti muovere
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sabato 24 aprile 2004
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meraviglioso!
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Un capolavoro del cinema italiano!
Un film che esprime la realtà dei nostri giorni!
Ottima la regia!
Bravissimi gli attori1
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barbara
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venerdì 26 marzo 2004
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bello!
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un film,un attore,un regista...l'emozione di rivedere trasportati sulla pellicola i velati sobbalzi del cuore provati leggendo un libro...qualche difetto(la canzone di Toto Cutugno suonata a gran volume,a volte poca fluidità narrativa)ma gli si concede! però sono poco obiettiva:adoro Castellitto e il libro della Mazzantini mi ha fatto piangere "di gusto"!
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massimo
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giovedì 25 marzo 2004
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rappresentativo
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Non ho letto il libro, e ho visto il film senza conoscere l'argomento, ma penso sia molto bello, Castellitto penso sia il nostro "De Niro italiano" a livello interpretativo e rappresentativo (vedi Fausto Coppi, Padre Pio, ecc.) comunque un grande. Penelope Cruz finalmente non valorizzata per la bellezza, ma per il suo talento e la sua grande espressivita'. Brava anche la Gerini, che comunque non ha bisogno di prove. Nel complesso quindi, un bel film da vedere.
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