elgatoloco
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martedì 7 aprile 2020
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violento ma non senza motivo. film notevole
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"Man on fire"(2004, Tony Scott), film dal tasso notevole di violenza, non è però un'opera peregrina, "casuale"e la violenza non è ingiustificata, rendendo la drammatica situazione esistente in Mexico, da vari decenni in qua(qualche miglioramente con il governo ormai in carica da due anni, ma la situazione è ancora molto grave). Dilm che è il remake di un film precedente, del 1987, di cui non si sa quasi nulla, comunque tratto anch'esso da un romanzo di A.J.Quinnell. Venendo al film, è la storia di un ex-agente(un killer, invero)Made in USA dei servizi segreti anti.gueeriglia(un"assassino", dice un funzionario ONU), che , depresso e in preda a dipendenza dall'alcol, in Mexico, diviene a malincuore ma per questione di soldi guardia del corpo della figlia bambina di un ricco imprenditore locale(Marc Anthony)sposato con un'Americana.
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"Man on fire"(2004, Tony Scott), film dal tasso notevole di violenza, non è però un'opera peregrina, "casuale"e la violenza non è ingiustificata, rendendo la drammatica situazione esistente in Mexico, da vari decenni in qua(qualche miglioramente con il governo ormai in carica da due anni, ma la situazione è ancora molto grave). Dilm che è il remake di un film precedente, del 1987, di cui non si sa quasi nulla, comunque tratto anch'esso da un romanzo di A.J.Quinnell. Venendo al film, è la storia di un ex-agente(un killer, invero)Made in USA dei servizi segreti anti.gueeriglia(un"assassino", dice un funzionario ONU), che , depresso e in preda a dipendenza dall'alcol, in Mexico, diviene a malincuore ma per questione di soldi guardia del corpo della figlia bambina di un ricco imprenditore locale(Marc Anthony)sposato con un'Americana. Tutto bene, per un certo tempo, finché il seuqetro della bambina viene effettuato proprio dalla stessa polizia mexicana o meglio da suoi membri corrotti(molti e di alto rango)affiliata all'"Hermandad", che è una sorta di setta segreta, di"mafia". Condizioni quasi insostenibili, per la famiglia e grave pericolo per la bambina(Dakota Fenning)e naturalmente per l'"uomo-guardia del corpo"(Danzel Washington, in un'interpretazione eccezionale), come anche per i suoi supporters(l'amico Christopher Wlaken e l'uomo-OnU Giancarlo Giannini, entrambi molto validi interpreti come di consueto), Suspense fino alla fine, ma soprattuttto il ritratto di una condizione"bloccata", perché completamente in mano alle strutture mafiose e a uno "Stato"in balia di spinte e controspinte date dalla confusione tra potere legale e criminalità. Uso eccelso dei flask-backs, in un"jeu au massacre"decisamente riuscito(non rimpiangeremo mai abbastanza la perddita, n condizioni tragiche, di Tony Scott), dove l'action movie sa essere anche altro, film drammatico ad alta tensione, dove un uomo"disperato"sa divenire empatico anche rsipettoa a una bambina molto lontana dal suo standard sociale e dalla condizione esistenziale nella quale egli si trova. Film interessante, che presenta varie chiavi di lettura, dove già la scelta della musiche(Mariachi ma anche rock angloamericano)rende la duplicità di culture(nello stesso Mexico, tra cittadini di quello Stato sono avvertibili tali elementI). Poco fortemnente incisiva l'inmtepretazione di Radha Michell(la moglie americana dell'imprenditore)mentre appare irriiconoscibile Mickey Rourke. El Gato
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lucap96
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sabato 11 aprile 2015
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tanto bello quanto sottovalutato
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John W. Creasy è un ex agente segreto, militare e assassino. Si rifà una vita in Messico, come guardia del corpo di una bambina. Plot apparentemente poco originale, già visto tante volte. Ma anche qui, l'abilità recitativa degli attori (e l'abilità del regista, il compianto e sottovalutatissimo Tony Scott) fa la differenza. Un Denzel Washington impagabile, unito ad una bravissima Dakota Fanning, confezionano un film fantastico, indescrivibile. C'è tutto: la dolcezza del rapporto che si crea tra i due inizialmente rende la violenza successiva non più qualcosa di fine a sè stesso, come in tanti film del genere, ma qualcosa di necessario, di dovuto.
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John W. Creasy è un ex agente segreto, militare e assassino. Si rifà una vita in Messico, come guardia del corpo di una bambina. Plot apparentemente poco originale, già visto tante volte. Ma anche qui, l'abilità recitativa degli attori (e l'abilità del regista, il compianto e sottovalutatissimo Tony Scott) fa la differenza. Un Denzel Washington impagabile, unito ad una bravissima Dakota Fanning, confezionano un film fantastico, indescrivibile. C'è tutto: la dolcezza del rapporto che si crea tra i due inizialmente rende la violenza successiva non più qualcosa di fine a sè stesso, come in tanti film del genere, ma qualcosa di necessario, di dovuto. Generalmente questi film si occupano poco del rapporto che c'è tra i personaggi. Tempo 10 minuti e si inizia con le sparatorie; non qui. L'amore paterno di John verso la bambina è centrale in questo film, curato nei minimi particolari.
Fantastico, imperdibile.
"Il perdono è qualcosa fra loro e Dio. Io provvedo a organizzare l'incontro"
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levo95
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martedì 10 maggio 2011
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strano esperimento emotivo
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Particolare pellicola con protagonista Denzel Washington in veste action. John Creasy è una guardia del corpo che si può definire tutt'altro che socievole: silenzioso, vive nel suo mondo e affoga la deprssione nell'alcool. Per lavoro gli viene affidata una bambina, Pita (Dakota Fanning), che si intestardisce sulla questione taciturno, riuscendo a stringere amicizia con la burbera guardia del corpo. Per circa un'ora il film fila così. Una commedia dai buoni sentimenti che tratta anche argomenti importanti come l'alcolismo. Poi avviene la svolta, Pita viene rapita e le trattative per il rilascio prendono una brutta piega e la bambina viene uccisa. Così tutto volta completamente registro e diventa una vendetta violenta e senza scrupoli, dove non mancheranno i colpi di scena.
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Particolare pellicola con protagonista Denzel Washington in veste action. John Creasy è una guardia del corpo che si può definire tutt'altro che socievole: silenzioso, vive nel suo mondo e affoga la deprssione nell'alcool. Per lavoro gli viene affidata una bambina, Pita (Dakota Fanning), che si intestardisce sulla questione taciturno, riuscendo a stringere amicizia con la burbera guardia del corpo. Per circa un'ora il film fila così. Una commedia dai buoni sentimenti che tratta anche argomenti importanti come l'alcolismo. Poi avviene la svolta, Pita viene rapita e le trattative per il rilascio prendono una brutta piega e la bambina viene uccisa. Così tutto volta completamente registro e diventa una vendetta violenta e senza scrupoli, dove non mancheranno i colpi di scena. Un riuscitissimo esperimento emotivo che ci fa prima calare nella parte di Creasy, per poi provare esattamente ciò che lui stesso prova: rancore, desiderio di giustizia. In più "Man on fire" per tutta la sua durata ci riesce a far sperare in ogni secondo che ci sia ancora una speranza per la piccola Pita. Immagini e suoni strazianti contribuiscono alla resa finale, il più grande film di Tony Scott.
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dario
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martedì 21 settembre 2010
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scorretto
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E' una storia che non sta in piedi, pretestuosa e banalmente violenta. Nel segno di quest'ultima, il film si scatena con riprese di buona scuola, senza le quali andrebbe del tutto cestinato. La vendetta privata ha stancato, se funziona ancora al botteghino, se costringe talenti a rifugiarsi lì, c'è da pensare seriamente al grado civile della nostra società. La violenza attrae ancora molto? Beh è sicuramente una tragedia culturale. Sconsigliato ai diabetici il rapporto fra la bambina e il gigante buono (un Washington di maniera, ripetitivo, scontato) e semplicemente allucinante la scena finale: da vedere per non credere ai propri occhi e alla propria intelligenza. Crudelissima, ricattatoria, la presenza della bambina a tanta stupida nefandezza.
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E' una storia che non sta in piedi, pretestuosa e banalmente violenta. Nel segno di quest'ultima, il film si scatena con riprese di buona scuola, senza le quali andrebbe del tutto cestinato. La vendetta privata ha stancato, se funziona ancora al botteghino, se costringe talenti a rifugiarsi lì, c'è da pensare seriamente al grado civile della nostra società. La violenza attrae ancora molto? Beh è sicuramente una tragedia culturale. Sconsigliato ai diabetici il rapporto fra la bambina e il gigante buono (un Washington di maniera, ripetitivo, scontato) e semplicemente allucinante la scena finale: da vedere per non credere ai propri occhi e alla propria intelligenza. Crudelissima, ricattatoria, la presenza della bambina a tanta stupida nefandezza.
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ronny
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lunedì 12 dicembre 2005
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improponibile.
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Io non capisco come Denzel Washington sia finito in un film del genere.
Bella storia, ma brutto film.
Non c'è un minimo di tensione, Pathos, sentimento, importanti in un film del genere, quindi il film nn coinvolge.
Montaggio stile videoclip, che avrebbe fatto meglio a restare in un videoclip, Scott qui si sopravvaluta, cercando di creare uno stile moderno, ma le scritte, il montaggio frenetico, sono da buttare.
Giancarlo Giannini poteva anche nn esserci, ripeto, la storia e bella, e qui che spesos la gente si confonde, nn bisogna considerare un film bello quando la storia e bella, qui di bello c'è solo quello, il resto e puro cinema per estimatori dell'action e basta.
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vedelia
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lunedì 6 giugno 2005
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tanta violenza per nulla...
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Se, secondo Farinotti, un film risibile come "Saw!" dovrebbe spingerci al sadismo, il ben più realistico "Man on fire" dovrebbe convincerci a ripristinare la pena di morte, almeno per punite tutti i reati di violenza ai minori o, peggio ancora, a farci vendetta da soli, come nel far west...
Da "man on fire" trapela sfiducia nelle istituzioni (tutti sono corrotti), mancanza di fede (gli assassini pregano davanti a esotici altaroni), assenza di calore materno (ma quella mamma soffriva solo se non aveva la piega a posto?) e soprattutto è un film grondante di inutile violenza...Meglio vedere uno stupido e improbabile horror...
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(di giacomo)
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