Sesto film del regista sul "Decalogo delle giovani vittime".Come nel precedente "Whisky,di via Nikolajevka",le odisee quotidiane di un atro perdente a suo modo orgoglioso e mai vittimista,che però non potrà sfuggire a un destino tragico.La confezione è più tradizionale,mancano le interviste a inframmezzare il tutto ma resta la rabbia sincera nella descrizione di un'umanità vuota e totalmente insensibile ai bisogni dell'altro.Funziona la messinscena irreale,con qualche sprazzo brechtiano e un paio di bozzetti grotteschi gustosi(la morte del preside,la scoperta del morto sul treno).I dialoghi ridondanti,un pò meno.Come gli altri film del regista,un lavoretto rudimentale ma degno di interesse,inusuale nel cinema nostrano.
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Sesto film del regista sul "Decalogo delle giovani vittime".Come nel precedente "Whisky,di via Nikolajevka",le odisee quotidiane di un atro perdente a suo modo orgoglioso e mai vittimista,che però non potrà sfuggire a un destino tragico.La confezione è più tradizionale,mancano le interviste a inframmezzare il tutto ma resta la rabbia sincera nella descrizione di un'umanità vuota e totalmente insensibile ai bisogni dell'altro.Funziona la messinscena irreale,con qualche sprazzo brechtiano e un paio di bozzetti grotteschi gustosi(la morte del preside,la scoperta del morto sul treno).I dialoghi ridondanti,un pò meno.Come gli altri film del regista,un lavoretto rudimentale ma degno di interesse,inusuale nel cinema nostrano.E come gli altri lavori del regista,distribuito da cani,e quasi introvabile.
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