francesco bristot
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lunedì 4 aprile 2005
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tim burton docet
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Una divertente commedia surreale, tratta dalla serie di romanzi per ragazzi di “Lemony Snicket” da poco edita anche in Italia.
Di fortissimo impatto visivo (splendide scenografie e costumi, non a caso nominate all’Oscar), la pellicola palesa in alcuni momenti la longa manus del produttore Barry Sonnenfeld, già regista de “La famiglia Addams” e del suo sequel, due titoli che con il black humor tipicamente anglosassone di questo film hanno non poco in comune. Quella che però si sente ancor più è l’influenza non dichiarata di una certa estetica tipica delle pellicole di Tim Burton, benché col tempo divenuta parte dell’immaginario collettivo. Alcune soluzioni narrative, alcuni piccoli particolari, alcune atmosfere sono tipici di Burton: valga per tutti il finale, dapprima con la nevicata candida in contrasto col grigiore della città (“Edward mani di forbice”, “Batman il ritorno”, “Sleepy Hollow”) e poi con l’auto che s’infila in una macchia di alberi che pare uscita direttamente dalla locandina di “Big Fish”.
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Una divertente commedia surreale, tratta dalla serie di romanzi per ragazzi di “Lemony Snicket” da poco edita anche in Italia.
Di fortissimo impatto visivo (splendide scenografie e costumi, non a caso nominate all’Oscar), la pellicola palesa in alcuni momenti la longa manus del produttore Barry Sonnenfeld, già regista de “La famiglia Addams” e del suo sequel, due titoli che con il black humor tipicamente anglosassone di questo film hanno non poco in comune. Quella che però si sente ancor più è l’influenza non dichiarata di una certa estetica tipica delle pellicole di Tim Burton, benché col tempo divenuta parte dell’immaginario collettivo. Alcune soluzioni narrative, alcuni piccoli particolari, alcune atmosfere sono tipici di Burton: valga per tutti il finale, dapprima con la nevicata candida in contrasto col grigiore della città (“Edward mani di forbice”, “Batman il ritorno”, “Sleepy Hollow”) e poi con l’auto che s’infila in una macchia di alberi che pare uscita direttamente dalla locandina di “Big Fish”.
Riguardo al cast, gran mattatore è ovviamente un Jim Carrey in gran forma, gigione scatenato forse in alcuni momenti fin troppo sopra le righe. Espressivi e simpatici i ragazzi, capaci di non farsi rubare troppo la scena. Interventi anche da parte di Meryl Streep, Dustin Hoffman e Jude Law.
Come quasi ogni pellicola per ragazzi, anche questo film è attento a veicolare alcuni messaggi pedagogici, ma lo fa col tocco felice di una certa autoironia e con una dosata leggerezza durante passaggi che in altre mani sarebbero potuti risultare patetici. Nel complesso riesce quindi a farsi vedere con gradevole trasporto da un pubblico di tutte le età, e anzi la frecciatina finale lanciata dal Conte Olaf suona come critica proprio nei confronti di quegli adulti che si rifiutano di dare ascolto ai bambini.
Da non perdere infine i titoli di coda, omaggio a Méliès, riccamente illustrati e molto suggestivi.
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[+] guarda che ho il tuo stesso cognome!
(di pathos)
[ - ] guarda che ho il tuo stesso cognome!
[+] anch'io ho il vostro stesso cognome
(di ale)
[ - ] anch'io ho il vostro stesso cognome
[+] scusa...
(di bexi)
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[+] in effetti...
(di sibil vane)
[ - ] in effetti...
[+] uff!
(di stellina)
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fritz
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giovedì 31 marzo 2005
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non assolutamente!
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Tre stelle! Forse quattro, ma non di più! Sulla bravura di Jim Carrey non si discute, ne vale la pena di vederlo, le sue espressioni facciali sono veramente da capogiro! Gli altri attori, non sono stati tirati talmente poco in ballo da non poterli giudicare! Per quanto riguarda il film, è un po' noioso è scontato, sì, curato, bei costumi ma, per tutta la durata del film è un inseguimento ripetitivo, e come già detto prima, con il finale scontato.
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fred70
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martedì 29 marzo 2005
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scenografia, fotografia attori famosi
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Non manca proprio niente a Lemony Snicket's. E la magia? dov'e' la magia?
Per fare un bel film non se ne puo' fare a meno! Lemony Snicket's e' un film di buona manifattura ma non riesce a coinvolgere lo spettatore risultando lento e noioso. Forse perche' e' un film senza protagonisti (i 3 orfanelli non hanno una personalita' ma servono solo da spalla a Jim Carrey), o semplicemente perche' le magie non sempre riescono.
[+] bidibi bodibi....e un altra che non ricordo...
(di andrea)
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[+] vero
(di laurenzio)
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[+] guarda che è bibidi bobidi bu!
(di stellina)
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[+] weeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
(di puffettina94)
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fabrizio marcolongo
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domenica 27 marzo 2005
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le favole per ricchi sono serene.
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Tutte le storie si poggiano su assiomi che si danno per scontati e che costruiscono la serenita’ dei lettori/spettatori.
Nella realta’ umana no. Non c’e’ nulla di scontato.
E nessuno e’ al sicuro!
Così la storia di Violet, Klaus, e Sunny da’ per scontato che la fratellanza sia un valore che travalica ogni altra emozione ed e’ piu’ forte. Nella realtà può non essere così.
Il Disturbo Istrionico di personalità del Conte Olaf, che cela la struttura proteiforme e camaleontica della personalità multipla, non trova in nessuno dei fratelli orfani un alleato, il che è veramente disumano e la storia non e’ credibile! Ma proseguendo in questa favola triste per bambini ricchi, c’è posto per la depressione ansiosa interpretata egregiamente da Meryl Streep, e per il disturbo narcisistico di personalità di Montgomery Montgomery e per la sua difficile considerazione dell’outing gay (una vita no limits nell’erpetologia).
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Tutte le storie si poggiano su assiomi che si danno per scontati e che costruiscono la serenita’ dei lettori/spettatori.
Nella realta’ umana no. Non c’e’ nulla di scontato.
E nessuno e’ al sicuro!
Così la storia di Violet, Klaus, e Sunny da’ per scontato che la fratellanza sia un valore che travalica ogni altra emozione ed e’ piu’ forte. Nella realtà può non essere così.
Il Disturbo Istrionico di personalità del Conte Olaf, che cela la struttura proteiforme e camaleontica della personalità multipla, non trova in nessuno dei fratelli orfani un alleato, il che è veramente disumano e la storia non e’ credibile! Ma proseguendo in questa favola triste per bambini ricchi, c’è posto per la depressione ansiosa interpretata egregiamente da Meryl Streep, e per il disturbo narcisistico di personalità di Montgomery Montgomery e per la sua difficile considerazione dell’outing gay (una vita no limits nell’erpetologia).
In tutti i casi queste figure sono presenti nella realtà e possono essere contattabili in qualsiasi ambulatorio di qualsiasi pediatra, con la differenza che molto spesso queste persone non sanno di essere come il Conte Olaf, o Montgomery o Josephine.
Alcuni zii, i fratelli o presunti tali dei genitori, hanno sempre qualcosa di patologico, di non considerato nel loro cuore. E’ questa non considerazione e non rispetto verso le loro problematiche genera altre non considerazioni, questa volta nei loro nipoti o presunti tali in questo club del binocolo, un club che vorrebbe guardare lontano, guardare quasi intergenerazionalmente, di padre in figlio, via, via, fino alla radice del problema.
Il problema radicale è nel simbolo. Un occhio che brucia ed uccide. E’ l’invidia. L’invidia dei non amati è una brutta bestia, cova per anni nel cuore cupo, sovrastato da paesaggi simili a quelli di questo film, denso di livore e rancore.
L’invidia degli zii diseredati, costretti in povertà.
Così è piu’ semplice. Ed il finale nel film come nella vita non e’ mai sereno.
www.marcolongofabrizio.it
www.moviemotions.com
E' bello quello che viene raccontato quasi alla fine del film, ... il gran finale che non può essere "lieto".
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[+] bravo!
(di signorina felicita)
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checco
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mercoledì 23 marzo 2005
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non esageriamo
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Sono pienamente d'accordo con la recensione di Andrea Chirichelli ma a mio giudizio 4 stelle sono esagerate per un film che, a mio modesto parere, tempo un mese e andrà diritto nel dimenticatoio: il paragone con "Alice nel paese delle meraviglie" e "Il mago di Oz" non è destinato a reggere...
[+] 4 stelle sono proprio troppe
(di lucio)
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