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jayan walter
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martedì 5 febbraio 2008
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un film stupendo, fatto e interpretato benissimo
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Bravissimo il regista Mike Leigh, che ha saputo trasformare una storia relativamente semplice, di cui sentiamo parlare ogni giorno, in un film capolavoro, con inquadrature lente che permettevano di penetrare nella psiche dei personaggi, di scavare nel fondo di una comune famiglia londinese. Il lavoro di procuratrice di aborti viene qui presentato come una missione, perché chi lo fa è una donna molto ingenua, che vuole aiutare "queste povere ragazze" che non possono permettersi di avere un figlio. E' vero che l'aborto è sempre un assassinio, e che personalmente credo che quelle donne, poche, che hanno il coraggio di portare avanti la gravidanza e poi affidare il figlio a un orfanotrofio siano molto più coraggiose di quelle che preferiscono abortire, per paura di non riuscire più a disfarsi di "quel coso".
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Bravissimo il regista Mike Leigh, che ha saputo trasformare una storia relativamente semplice, di cui sentiamo parlare ogni giorno, in un film capolavoro, con inquadrature lente che permettevano di penetrare nella psiche dei personaggi, di scavare nel fondo di una comune famiglia londinese. Il lavoro di procuratrice di aborti viene qui presentato come una missione, perché chi lo fa è una donna molto ingenua, che vuole aiutare "queste povere ragazze" che non possono permettersi di avere un figlio. E' vero che l'aborto è sempre un assassinio, e che personalmente credo che quelle donne, poche, che hanno il coraggio di portare avanti la gravidanza e poi affidare il figlio a un orfanotrofio siano molto più coraggiose di quelle che preferiscono abortire, per paura di non riuscire più a disfarsi di "quel coso". Quello che è un lavoro cinico, viene qui presentato come un lavoro umanitario, sociale. E infatti Vera Drake non prende soldi per farlo. Forse non esistono personaggi del genere. La maggior parte delle donne che procurano aborti lo fanno per soldi. Ma qui non è un argomento importante. Quel che conta è che si porti l'attenzione su questo problema. Infatti ci sono quelle donne che possono permettersi di pagare cifre consistenti, e che possono rivolgersi a cliniche specializzate private, semmai all'estero. E allora, ripeto, pur non essendo per niente d'accordo alla pratica dell'aborto, ho apprezzato molto la qualità di questo film, che merita in pieno il premio come miglior film al Festival di Venezia. E lo merita in pieno anche l'attrice protagonista, Imelda Staunton, che si è immersa in pieno nel personaggio ed ha saputo usare non solo le parole, il tono della voce, ma anche la mimica del corpo. Brava, proprio brava. Un film da non perdere!
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[+] se non capisci l'aborto non lodare il film..prete!
(di mary)
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ultralag
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giovedì 15 gennaio 2009
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l'aborto e l'ignoranza
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Dal punto di vista della realizzazione trovo il film tecnicamente valido e la palette di colori rispetta la tradizione dell'epoca in cui è ambientato. Anche i personaggi sono credibili ed in me, in alcuni casi, hanno generato un forte dispiacere/rifiuto: in particolare la figlia di Vera ed il futuro marito Reg sono ben rappresentati nella loro triste realtà di persone sole e mentalmente ritardate.
Per quanto riguarda il senso del film ognuno risponda in base alla sua coscienza. In particolare io, pur essendo completamente a favore dell'aborto, non ho provato compassione per Vera, anzi il finale mi ha lasciato soddisfatto, in fondo era giusto così. Era una donna piccola in un mondo piccolo che praticava aborti senza alcuna forma di igiene o di attenzione alla salute delle donne, 5 minuti e via.
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Dal punto di vista della realizzazione trovo il film tecnicamente valido e la palette di colori rispetta la tradizione dell'epoca in cui è ambientato. Anche i personaggi sono credibili ed in me, in alcuni casi, hanno generato un forte dispiacere/rifiuto: in particolare la figlia di Vera ed il futuro marito Reg sono ben rappresentati nella loro triste realtà di persone sole e mentalmente ritardate.
Per quanto riguarda il senso del film ognuno risponda in base alla sua coscienza. In particolare io, pur essendo completamente a favore dell'aborto, non ho provato compassione per Vera, anzi il finale mi ha lasciato soddisfatto, in fondo era giusto così. Era una donna piccola in un mondo piccolo che praticava aborti senza alcuna forma di igiene o di attenzione alla salute delle donne, 5 minuti e via.
Fermare la discussione dividendosi tra favorevoli e contrari all'aborto è troppo semplicistico.
La sua colpa non era morale ma di ignoranza, la sua colpa era credere che bastasse sapone ed acqua calda per aiutare donne di cui nemmeno conosceva le ragioni. Si tratta di una donna abituata ad obbedire senza chiedere il perchè e questo, come spesso accade, può portare a disastri.
Un film che non dimenticherò facilmente, che ha il ritmo ed il sapore dei vecchi film, teatrale quasi, non banale che pone sullo sfondo il problema delle differenze sociali e delle possibilità di istruzione per le fasce meno agiate. Se è pur vero che nel film ad abortire sono donne di varie estrazioni sociali,in fondo a provocare il problema giuridico è proprio l'ignoranza (nel senso di "non conoscenza")e la semplicità mentale di Vera (fino quasi a farla apparire disturbata), donna senza istruzione e di estrazione sociale povera.
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