Oscure presenze a Cold Creek |
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Un film di Mike Figgis.
Con Dennis Quaid, Sharon Stone, Stephen Dorff, Juliette Lewis, Kristen Stewart.
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Titolo originale Cold Creek Manor.
Thriller,
durata 118 min.
- USA 2003.
MYMONETRO
Oscure presenze a Cold Creek
valutazione media:
1,99
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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in definitiva quasi subito è tutto chiarodi elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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venerdì 8 dicembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mike Figgis, con questo"COld Creek Manor"di Mike Figgis(2003-fuorviante il titolo italiano, che fa pensare a fantasmi o simili), ha realizzato un film che ha un certo fascino, ma si fonda sul nulla: situazione di partenza nota(dalla città al paese"antico", anche se negli States il concetto di "antichità"è comunque relativo)e poi tutto lo sviluppo del plot è sostanzialmente inutile, dato che qausi subito, dall'irruzione di Dale, si capisce come si sono svolti i fatti pregressi, che pesano sulla storia della famiglia(non poi così tranquilla come sembra...)che si è insediata nel maniero. La dinamica(o dialettica)psicologica è oltremodo semplice e a tratti francamente rudimentale, tanto che non si capisce(concordo in pieno con la nota di recensione ufficiale)come due interpreti del lalibro di Dennis Quaid e Sharon Stone(ma c'è anche Christopher Plummer nel ruolo del padre del"vilain")si siano prestati a un'operazione complessivamente banale. Pochissima suspense, incentrata sull'aggressività a scatti violenti di Dale(Stephen Dorff), mentre gli altri/le altre(lo sceriffo, anzi la sceriffa, che è interpretata da Dana Eskelson)si limitano a una sorta di implicita connivenza, legata quasi certamente alla paura. Poco, in complesso, dove anche Juliette Lewis, in un ruolo che avrebbe potuto essere più interessante, ma viene quasi"silenziato"riesce a dare poco o meglio qualcosa a sprazzi. Il più che vecchio, diremmo meglio atavico, tema della casa(o del manor, meglio, qui)in cui si sente(haunted)non è sviluppato in modo coerente e si rimane, dunque, a un livello pre-tutto, per così dire: non siamo nel vero e proprio thriller o meglio siamo in un thriller sgangherato, non c'è psicologisa dei personaggi vera e propria, ma abborracciata, il tutto si muove dei canali del trito e ritrito, del prevedibile, non è un horror fantastico. Per dirla con una bella(o almeno felice)espressione di Cochi e Renato"non è un granché, ma pieno di presentimenti", questo film, ma i presentimenti rimangono tali e non sboccano in nulla di"consistente". El Gato
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