Caterina va in città

Una dissacrante commedia di costume sulla società Italiana, vista dal punto di vista di una giovane adolescente che si trasferisce dalla provincia alla Metropoli. Un film satirico, forse un po' troppo macchiettistico e disarticolato, come nella migliore tradizione della commedia all'italiana, con la figura del tipico professore frustrato ed un po' paranoico, piuttosto che con i vari personaggi dell'alta società romana o dei vari modelli di studenti inesorabilmente ignoranti. Dal confronto tra ambiente di provincia ed ambiente di Città, il primo, malgrado tutti i complessi di inferiorità ed una propria genuina modestia, ne esce con una statura culturalmente titanica rispetto ad un ambiente malato, falso, corrotto, debosciato, decadente e socialmente depauperato come quello cittadino. Molte ma inutili (se non a fini di cassetta) le partecipazioni di vari attori importanti come Roberto Benigni o Michele Placido interpreti di se stessi. Non saprei come giudicare (se buffi scimmiottamenti o citazioni dotte), le varie rievocazioni cinematografiche come quella di "la finesta sul cortile" di Alfred Hitchcock. Nel complesso questo film risulta un prodotto piacevole ed intelligente, specie se lo mettiamo a confronto di molti altri prodotti cinematografici e televisivi italiani degli ultimi anni.