cinemalife
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domenica 21 agosto 2011
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un dramma verosimile
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Quest’originale pellicola di Pedro Almodóvar, che ha vinto il premio Oscar per la migliore sceneggiatura, narra il triste destino di due donne che, per motivi alquanto diversi, si trovano accomunate da un letto d’ospedale e dal coma nel quale sono cadute. L’aspirante ballerina Alicia, che vive in stato vegetativo da quattro anni in seguito a un incidente d’auto, è soggetta alle preziose cure dell’infermiere Benigno, innamorato di lei; Lydia, invece, famosa torera il cui amore è diviso fra due uomini – fra cui Marco – finisce in coma a causa di una corrida conclusasi malamente. Nasce, in questo contesto, una sorprendente amicizia tra Benigno e Marco, ma il corso degli eventi è imprevedibile.
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Quest’originale pellicola di Pedro Almodóvar, che ha vinto il premio Oscar per la migliore sceneggiatura, narra il triste destino di due donne che, per motivi alquanto diversi, si trovano accomunate da un letto d’ospedale e dal coma nel quale sono cadute. L’aspirante ballerina Alicia, che vive in stato vegetativo da quattro anni in seguito a un incidente d’auto, è soggetta alle preziose cure dell’infermiere Benigno, innamorato di lei; Lydia, invece, famosa torera il cui amore è diviso fra due uomini – fra cui Marco – finisce in coma a causa di una corrida conclusasi malamente. Nasce, in questo contesto, una sorprendente amicizia tra Benigno e Marco, ma il corso degli eventi è imprevedibile.
L’intreccio non è sicuramente dei più semplici; la linearità della regia, tuttavia, consente allo spettatore di seguire ogni singolo passo della vicenda, sino ad arrivarne alla duplice conclusione: quella tragica, da una parte, e quella carica di speranze in un futuro decisamente incerto.
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a17540
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venerdì 10 giugno 2011
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il migliore amodovar
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“Lydia e Marco”, “Alicia e Benigno”, “Marco e Alicia” sono il titolo dei tre capitoli di questo film straordinario e sono i nomi dei protagonisti e la linea dei rapporti che intercorrono o intercorreranno tra loro. Lydia, la torera atterrata nella Plaza de Toros, e Alicia, la ballerina vittima di un incidente, si ritrovano vicine di camera in coma ridotte ad uno stato puramente vegetativo nella clinica dove Benigno lavora come infermiere. Marco è un giornalista del “Pais” che, colpito dalla forte personalità di Lydia, se ne innamora e ne segue il tragico decorso in ospedale dopo la funesta corrida. Lì incontra Benigno che tutto il giorno, con una cura e una devozione che va ben al di la dei suoi doveri professionali, si prende cura di Alicia.
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“Lydia e Marco”, “Alicia e Benigno”, “Marco e Alicia” sono il titolo dei tre capitoli di questo film straordinario e sono i nomi dei protagonisti e la linea dei rapporti che intercorrono o intercorreranno tra loro. Lydia, la torera atterrata nella Plaza de Toros, e Alicia, la ballerina vittima di un incidente, si ritrovano vicine di camera in coma ridotte ad uno stato puramente vegetativo nella clinica dove Benigno lavora come infermiere. Marco è un giornalista del “Pais” che, colpito dalla forte personalità di Lydia, se ne innamora e ne segue il tragico decorso in ospedale dopo la funesta corrida. Lì incontra Benigno che tutto il giorno, con una cura e una devozione che va ben al di la dei suoi doveri professionali, si prende cura di Alicia. La lava, la friziona, la veste e soprattutto le parla. Benigno, ancora vergine e che finora si è sempre solo occupato della madre appena deceduta, ha conosciuto Alicia, prima dell’incidente, vedendola alle lezioni di ballo nella scuola di fronte a casa sua e se ne è innamorato. Ora che è affidata alle sue cure egli è “felice” perché, in un certo senso può averla tutta per se. Lentamente Marco e Benigno diventano amici finchè Lydia muore e Marco parte. Benigno, che ha coltivato la passione di Alicia per i film muti, una sera vede una pellicola che lo sconvolge. Forse suggestionato da questa, possiede la ragazza e la mette incinta. Arrestato e messo in carcere è sconvolto dalla forzata separazione da Alicia. Marco torna, va a trovare l’infermiere in carcere, si trasferisce nella casa di lui. Dalla finestra che da sulla scuola di ballo, scopre che Alicia si è svegliata e lentamente sta tornando alla vita. L’avvocato lo informa che il bambino è nato morto ma lei si è miracolosamente ripresa. Marco vorrebbe comunicare la notizia a Benigno ma, sconsigliato a farlo, non dice nulla. La tragedia, ancora una volta, è dietro l’angolo: l’infermiere, non riuscendo più a sopportare la separazione dalla ragazza, si suicida. Il terzo capitolo, quello tra Marco e Alicia è il futuro appena abbozzato; l’unica apertura di un quadro altrimenti disperato. La figura di Benigno può essere vista in molti modi: un ritardato, un maniaco ma anche un uomo bambino, che non capisce e non concepisce il male, vittima e strumento di una “malattia” che è connaturata col mondo che non permette ai “buoni” di rimanere tali, non concede loro un angolo protetto che li possa salvare. Non c’è nessun vero cattivo. Il dolore che percorre tutto il film è generato dal Caos e contro di esso i singoli sono impotenti. I loro tentativi di porvi un freno con l’affetto, il cuore, la parola sfociano in un mare cupo e incontrollabile. a17540
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conte di bismantova
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lunedì 7 giugno 2010
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c'e' solo almodovar - 2
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aggiungo che il momento di silenzio, lacrime e intensità spirituale nella sequenza in cui l'immenso Caetano Veloso canta "Cuccuruccuccù paloma" è per me uno dei più alti della storia del cinema.
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conte di bismantova
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lunedì 7 giugno 2010
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c'e' solo almodovar
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un film incredibile. Ma soprattutto un regista incredibile con mano sapiente da grande artista, grande comunicatore, grande veggente del cinema europeo.
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paride86
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sabato 13 febbraio 2010
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toccante
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"Parla con lei" è un film denso di sentimenti, una storia intima e lieve che sa emozionare lo spettatore, nonostante i risvolti talora "inaccettabili".
Oltre a questo, Almodovar si distingue per la regia perfetta e originale, e per le invenzioni e le metafore: una su tutte quella del film muto.
Un film da vedere.
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terragettata
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lunedì 1 febbraio 2010
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cambiamento
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Vive chi sceglie l'amore nuovo
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spino
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venerdì 13 marzo 2009
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help me
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Ho bisogno di sapere come si chiama il tango...o come posso trovare la colonna sonora
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a17540
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lunedì 10 novembre 2008
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un film doloroso e straordinario
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“Lydia e Marco”, “Alicia e Benigno”, “Marco e Alicia” sono il titolo dei tre capitoli di questo film straordinario e sono i nomi dei protagonisti e la linea dei rapporti che intercorrono o intercorreranno tra loro. Lydia, la torera atterrata nella Plaza de Toros, e Alicia, la ballerina vittima di un incidente, si ritrovano vicine di camera in coma ridotte ad uno stato puramente vegetativo nella clinica dove Benigno lavora come infermiere. Marco è un giornalista del “Pais” che, colpito dalla forte personalità di Lydia, se ne innamora e ne segue il tragico decorso in ospedale dopo la funesta corrida. Lì incontra Benigno che tutto il giorno, con una cura e una devozione che va ben al di la dei suoi doveri professionali, si prende cura di Alicia.
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“Lydia e Marco”, “Alicia e Benigno”, “Marco e Alicia” sono il titolo dei tre capitoli di questo film straordinario e sono i nomi dei protagonisti e la linea dei rapporti che intercorrono o intercorreranno tra loro. Lydia, la torera atterrata nella Plaza de Toros, e Alicia, la ballerina vittima di un incidente, si ritrovano vicine di camera in coma ridotte ad uno stato puramente vegetativo nella clinica dove Benigno lavora come infermiere. Marco è un giornalista del “Pais” che, colpito dalla forte personalità di Lydia, se ne innamora e ne segue il tragico decorso in ospedale dopo la funesta corrida. Lì incontra Benigno che tutto il giorno, con una cura e una devozione che va ben al di la dei suoi doveri professionali, si prende cura di Alicia. La lava, la friziona, la veste e soprattutto le parla. Benigno, ancora vergine e che finora si è sempre solo occupato della madre appena deceduta, ha conosciuto Alicia, prima dell’incidente, vedendola alle lezioni di ballo nella scuola di fronte a casa sua e se ne è innamorato. Ora che è affidata alle sue cure egli è “felice” perché, in un certo senso può averla tutta per se. Lentamente Marco e Benigno diventano amici finchè Lydia muore e Marco parte. Benigno, che ha coltivato la passione di Alicia per i film muti, una sera vede una pellicola che lo sconvolge. Forse suggestionato da questa, possiede la ragazza e la mette incinta. Arrestato e messo in carcere è sconvolto dalla forzata separazione da Alicia. Marco torna, va a trovare l’infermiere in carcere, si trasferisce nella casa di lui. Dalla finestra che da sulla scuola di ballo, scopre che Alicia si è svegliata e lentamente sta tornando alla vita. L’avvocato lo informa che il bambino è nato morto ma lei si è miracolosamente ripresa. Marco vorrebbe comunicare la notizia a Benigno ma, sconsigliato a farlo, non dice nulla. La tragedia, ancora una volta, è dietro l’angolo: l’infermiere, non riuscendo più a sopportare la separazione dalla ragazza, si suicida. Il terzo capitolo, quello tra Marco e Alicia è il futuro appena abbozzato; l’unica apertura di un quadro altrimenti disperato.
La figura di Benigno può essere vista in molti modi: un ritardato, un maniaco ma anche un uomo bambino, che non capisce e non concepisce il male, vittima e strumento di una “malattia” che è connaturata col mondo che non permette ai “buoni” di rimanere tali, non concede loro un angolo protetto che li possa salvare.
Non c’è nessun vero cattivo. Il dolore che percorre tutto il film è generato dal Caos e contro di esso i singoli sono impotenti. I loro tentativi di porvi un freno con l’affetto, il cuore, la parola sfociano in un mare cupo e incontrollabile.
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lalli
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domenica 13 aprile 2008
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bello
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un film bellssimo. E nonostante lo schifo, l'orrore, per il gesto compiuto su quella povera ragazza, l'odio per quell'uomo così malato d'amore forse non vuole esserci, non c'è (ma non da parte mia)...non nascondo poi la contentezza per la torera incornata. odio la corrida, quella ripugnante tortura su un povero animale drogato , massacrato che continuano a chiamare cultura, e questo nel 2008 non dovrebbere più esistere. così chi tortura un animale in quel modo si merita quella fine. apparte questo complimenti a Pedro per uno dei film più belli di qusti ultimi anni.
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eddy
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mercoledì 16 gennaio 2008
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parla con lei
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Parla con lei racconta di due storie inizialmente separate che il destino fa incrociare. Benigno è un infermiere che si è offerto di prendersi cura, giorno e notte, di Alicia, una ragazza in coma da quattro anni presso una clinica privata. Marco è invece un giornalista di viaggi che, uscito da una difficile storia amorosa, si innamora di Lydia, una nota torera, vedendo in lei una nuova speranza di felicità. Ma durante una corrida, Lydia cadrà tragicamente in coma in seguito ad un feroce scontro con un toro, raggiungendo così Alycia nella stessa clinica privata. E qui Benigno e Marco si conosceranno. A tre anni di distanza da Tutto su mia madre, Pedro Almodovar ritorna alla regia regalandoci una pellicola che rientra, a pieno titolo, in quella ristretta categoria di film che per apprezzarli fino in fondo, bisogna guardare almeno tre volte.
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Parla con lei racconta di due storie inizialmente separate che il destino fa incrociare. Benigno è un infermiere che si è offerto di prendersi cura, giorno e notte, di Alicia, una ragazza in coma da quattro anni presso una clinica privata. Marco è invece un giornalista di viaggi che, uscito da una difficile storia amorosa, si innamora di Lydia, una nota torera, vedendo in lei una nuova speranza di felicità. Ma durante una corrida, Lydia cadrà tragicamente in coma in seguito ad un feroce scontro con un toro, raggiungendo così Alycia nella stessa clinica privata. E qui Benigno e Marco si conosceranno. A tre anni di distanza da Tutto su mia madre, Pedro Almodovar ritorna alla regia regalandoci una pellicola che rientra, a pieno titolo, in quella ristretta categoria di film che per apprezzarli fino in fondo, bisogna guardare almeno tre volte. Dico questo perché ad ogni nuova visione il film ci dirà sempre qualcosa di nuovo: ci accorgeremo così che ogni dialogo (direi quasi ogni battuta del film) nasconde alle sue spalle un mondo di temi, di rimandi e di significati, che anche ogni piccolo gesto dei personaggi ci rivela, in realtà, la fisionomia del loro essere interiore nonché le sofferenze, i desideri e le passioni che li animano. Già nella scena con cui si apre il film si possono rintracciare quelle tematiche che poi verranno affrontate, ampliate e analizzate nelle sequenze successive: il balletto delle danzatrici cieche diviene un po’ la metafora e lo specchio della vita, non solo delle due protagoniste femminili (come è facile intuire), ma anche dei personaggi maschili, anch’essi invischiati in un tunnel di difficoltà del quale Benigno, al contrario di Marco, sembra ignorare l’esistenza. Dirà Benigno in merito: “I quattro anni passati a prendermi cura di Alicia sono stati i più belli della mia vita”. Ed è proprio Benigno il personaggio meglio costruito del film, un personaggio dalle mille sfaccettature, insolito, complesso (non si capisce con chiarezza se sia omosessuale o eterosessuale), un personaggio per certi versi negativo, a tratti sprezzante. Eppure questi tratti negativi di Benigno sono sempre solo abbozzati, accennati; emergono ma non prendono mai il sopravvento e questo perché Almodovar vuole prima di tutto mostrare del personaggio la sua profonda umanità e il suo essere, in un certo senso, “innocente” pur essendo colpevole di aver compiuto atti moralmente impuri. Per questi motivi ci viene quasi voglia di perdonare Benigno, di schierarci dalla sua parte. Del resto come si fa a non provare ammirazione per un uomo che decide di passare la sua vita a prendersi cura di una ragazza in stato comatoso, trattandola come se fosse cosciente? Benigno parla continuamente con Alicia (cosa che invece a Marco non riesce di fare con Lydia), le parla perché il suo profondo senso della vita lo porta a credere che la ragazza, nonostante la malattia, lo possa sentire ugualmente, come se la realtà che egli ha davanti agli occhi fosse solo una realtà di superficie che ne nasconde una più vera che travalica i limiti della materialità e della ragione. Con Parla con lei, giudicato dalla rivista “Time” fra i cento migliori film di tutti i tempi, Almodovar ci racconta una parabola, una fiction, perché di questo si tratta, appositamente costruita per diffondere un messaggio: e allora, quel’è il messaggio di questa storia? cosa vuole dire Almodovar al suo spettatore? Vuole semplicemente dire, e sottolineare, quanto sia sottile e labile la linea di confine che separa la ragione dalla follia quando ad essere in ballo sono i sentimenti d’amore. Concludendo, attraverso questa chiave di lettura è ora ancora più semplice capire per quale motivo Benigno, nonostante le sue colpe, appaia ai nostri occhi non solo una persona innocente e pura, ma anche piena di umanità.
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