ale
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lunedì 28 gennaio 2008
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meraviglioso
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E' una vita che mi ubriaco di film d'autore. Sono uno spettatore smaliziato (il rigore dei fratelli dardenne non mi incanta più e bollo i loro films come operazioni). Eppure di fronte a un film come questo torno a credere senza remore. E' un massaggio al cuore, fatto con la sapienza e la sensibilità di una mano esperta. Commuove.
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amata
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domenica 23 luglio 2006
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non male
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nerofelix
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giovedì 25 maggio 2006
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algido
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E' il meno "virtuosistico" dei films di Forster (un regista con la R maiuscola): è asciutto, lento, cadenzato, rigoroso. Stavolta lo spettatore non è spiazzato (come in "Stay"), non è sospeso in un mondo magivo (come in "Neverland")... si rimane semplicemente agghiacciati di fronte alle offese del destino, al suo accanimento barbaro e spietato.
Non mancano, è ovvio, i richiami sociali e civili contro il sistema giudiziario americano e i suoi metodi. Ma ciò che emerge è soprattutto la gelida provincia americana. La vicenda drammatica si snoda in pochi luoghi-simbolo: la casa del poliziotto, la casa di lei, il penitenziario, l'ospedale e il fast-food. Sono i cinque "topoi" essenziali di un mondo ristretto.
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E' il meno "virtuosistico" dei films di Forster (un regista con la R maiuscola): è asciutto, lento, cadenzato, rigoroso. Stavolta lo spettatore non è spiazzato (come in "Stay"), non è sospeso in un mondo magivo (come in "Neverland")... si rimane semplicemente agghiacciati di fronte alle offese del destino, al suo accanimento barbaro e spietato.
Non mancano, è ovvio, i richiami sociali e civili contro il sistema giudiziario americano e i suoi metodi. Ma ciò che emerge è soprattutto la gelida provincia americana. La vicenda drammatica si snoda in pochi luoghi-simbolo: la casa del poliziotto, la casa di lei, il penitenziario, l'ospedale e il fast-food. Sono i cinque "topoi" essenziali di un mondo ristretto. Brava e intensa Halle Berry. Efficace, nella sua espressività volutamente monocorde, Billy Bob Thornton. Unica pecca: manca un po' di ritmo. Film minimalista, algido... ma alla fine confortante. Non un capolavoro ma merita tre stelle ed il noleggio del dvd.
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anonimo
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venerdì 31 dicembre 2004
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non so che critici cinematografici ci siano in gir
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trovo che questo poteva essere un buon film. non lo è stato. gli attori principali non sono esplosi affatto ma hanno tenuto il film in uno stato di apatia e non hanno mai coinvolto intimamente. la recitazione è stata sciatta e non coinvolgente anche nei momenti più drammatici.
bill bob thorton ha mantenuto lo stesso sguardo anche nei momenti della "trasformazione" (anche se nella sceneggiatura era prevista): il licenziamento dal lavoro, l'amore, la liberazione dal padre, il ricordo del figlio... la maschera era sempre la stessa.
la berry bella ma inespressiva, poco convincente e finta: l'incontro in carcere con il marito, la perdita del figlio, il legame con con lui. comunque la sceneggiatura è sicuramente buona ma sprecata.
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trovo che questo poteva essere un buon film. non lo è stato. gli attori principali non sono esplosi affatto ma hanno tenuto il film in uno stato di apatia e non hanno mai coinvolto intimamente. la recitazione è stata sciatta e non coinvolgente anche nei momenti più drammatici.
bill bob thorton ha mantenuto lo stesso sguardo anche nei momenti della "trasformazione" (anche se nella sceneggiatura era prevista): il licenziamento dal lavoro, l'amore, la liberazione dal padre, il ricordo del figlio... la maschera era sempre la stessa.
la berry bella ma inespressiva, poco convincente e finta: l'incontro in carcere con il marito, la perdita del figlio, il legame con con lui. comunque la sceneggiatura è sicuramente buona ma sprecata.
thorton non può pensare di essere il nuovo bogart e la berry deve sicuramente migliorare come attrice...continuiamo a farle fare cat woman.
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anonimo
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venerdì 31 dicembre 2004
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non so che critici cinematografici ci siano in gir
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trovo che questo poteva essere un buon film. non lo è stato. gli attori principali non sono esplosi affatto ma hanno tenuto il film in uno stato di apatia e non hanno mai coinvolto intimamente. la recitazione è stata sciatta e non coinvolgente anche nei momenti più drammatici.
bill bob thorton ha mantenuto lo stesso sguardo anche nei momenti della "trasformazione" (anche se nella sceneggiatura era prevista): il licenziamento dal lavoro, l'amore, la liberazione dal padre, il ricordo del figlio... la maschera era sempre la stessa.
la berry bella ma inespressiva, poco convincente e finta: l'incontro in carcere con il marito, la perdita del figlio, il legame con con lui. comunque la sceneggiatura è sicuramente buona ma sprecata.
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trovo che questo poteva essere un buon film. non lo è stato. gli attori principali non sono esplosi affatto ma hanno tenuto il film in uno stato di apatia e non hanno mai coinvolto intimamente. la recitazione è stata sciatta e non coinvolgente anche nei momenti più drammatici.
bill bob thorton ha mantenuto lo stesso sguardo anche nei momenti della "trasformazione" (anche se nella sceneggiatura era prevista): il licenziamento dal lavoro, l'amore, la liberazione dal padre, il ricordo del figlio... la maschera era sempre la stessa.
la berry bella ma inespressiva, poco convincente e finta: l'incontro in carcere con il marito, la perdita del figlio, il legame con con lui. comunque la sceneggiatura è sicuramente buona ma sprecata.
thorton non può pensare di essere il nuovo bogart e la berry deve sicuramente migliorare come attrice...continuiamo a farle fare cat woman.
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(di billy)
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sid
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lunedì 5 agosto 2002
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tra "jungle fever" e "dead man walking".
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Il “ballo del mostro” è film toccante e profondo nella sua banalità.
La letteratura ci ha dato parecchi film negli ultimi anni sulla pena di morte, e il nostro vocabolario si è arricchito notevolemente dei termini propri della prigionia statunitense: “il miglio verde”, “uomo morto che cammina” e ora “il ballo del mostro”…
Ma questo film tocca ,e non sviluppa, diverse tematiche proprie di film di diversi generi, sentimentale, politico, grottesco, sociale…
E la pena di morte è solo una di queste tematiche, e a mio avviso, non è nemmeno la principale…
Nella trama fatalista, capita esattamente quello che ci si aspetta, ma con delle sfumature e dei risvolti sottili e crudamente veri.
Due persone SOLE - emotivamente sole - si ritrovano sole - materialmente sole.
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Il “ballo del mostro” è film toccante e profondo nella sua banalità.
La letteratura ci ha dato parecchi film negli ultimi anni sulla pena di morte, e il nostro vocabolario si è arricchito notevolemente dei termini propri della prigionia statunitense: “il miglio verde”, “uomo morto che cammina” e ora “il ballo del mostro”…
Ma questo film tocca ,e non sviluppa, diverse tematiche proprie di film di diversi generi, sentimentale, politico, grottesco, sociale…
E la pena di morte è solo una di queste tematiche, e a mio avviso, non è nemmeno la principale…
Nella trama fatalista, capita esattamente quello che ci si aspetta, ma con delle sfumature e dei risvolti sottili e crudamente veri.
Due persone SOLE - emotivamente sole - si ritrovano sole - materialmente sole.
Le “debolezze” dei rispettivi figli allontanano i protagonisti dal lavoro.
L'incontro casuale dei due, maldestro e "sorvolato", non è quello che si dice un colpo di fulmine. Ci mettono un po ad innamorarsi (cosa che ci si aspetta), ma più che altro ci mettono un po a farsi compagnia (cosa che ci spiazza), perchè è di questo che si parla, la necessità dello "stare con", del non morire soli.
Agghiacciante come il protagonista maschile finisca di rimpiazzare nella vita della protagonisca il marito che lui stesso aveva giustiziato, ma ancora più agghiacciante la scena in cui lei scopre questa verità, e l’accetta, piccolapiccola difronte ad un universo pieno di stelle.
Fantastiche nella loro cruda freddezza le scene di sesso.
Bellissima la protagonista (anche molto brava,vedi la morte del figlio), ma un grande grande bentornato al “mago” Peter Boyle è lui il vero “Monster”, nei panni di papà Grotovsky.
Da vedere.
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(di alice di montebelluna)
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