slasher master
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martedì 8 settembre 2009
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questi film hanno stufato!!
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Danny Boyle... Molti, me compreso, lo ricorderanno con piacere ripensando all'ormai mitico trainspotting, piccolo gioiello del cinema. Ma di sicuro non lo ricorderanno per questo film! Piatto, banale, inconcludente... Sembra una polpetta realizzata con tritati di vari film... Ormai appartiene a un genere in cui sono tutti uguali. Facciamo salvo Resident Evil (il primo) che l'ha consacrato; facciamo salvo Io Sono Leggenda, perchè era un film molto più intimista di quanto apparisse e gli zombi erano solo un contorno; facciamo salvo REC per la straordinaria angoscia che riesce a trasmettere grazie alla presa diretta... Ma poi basta! Batsa con questi film spazzatura, che non fanno altro che svilire un genere sottovalutato come l'horror!
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giamma69
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giovedì 21 maggio 2009
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bello per me
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Per me questo film è davvero riuscito, Danny Boyle crea un' atmosfera cupa e molto horror, aiutato da una colonna sonora bellissima riesce a creare un film che sicuramente non può non piacere, almeno agli amanti del genere, comunque la si pensi non si può assolutamente dire che sia un brutto film mio voto 4 su 5
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sky73
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giovedì 12 marzo 2009
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...un horror degno...
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Produzione a "basso costo" sorprende nel creare da subito una sensazione di angoscia e agorafobia....qualcosa è successo.....qualcosa di terribile.....ma.....cosa?....intanto...cominciamo a scappare...
Personalmente lo ritengo un buonissimo film che regge degnamente il confronto anche con produzioni più recenti e decisamente più costose.
Tra i miei 10 horror preferiti.....
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nino p.
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domenica 8 marzo 2009
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un horror nuovo
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Il film mi è piaciuto molto come idea di base: un virus che a contatto col sangue trasmette in colui che è stato contagiato un'infezione simile se non addirittura peggiore della rabbia. Ennesima variazione ammonitrice sulle conseguenze che può causare il progresso scientifico ai danni dell'umanità, ma che comunque regge nella sua concezione e riesce a far decollare un pò tutto il film come minimo su buoni livelli. L'unico problema per il quale non mi sono sentito di dare a questo film i voti "ottimo" o "capolavoro" è costituito dal fatto che la trama sfocia in una sorta di finale analogo al terzo capitolo della saga degli zombi di Romero, ove appunto il messaggio politico contro la mentalità guerrafondaia dell'America è ben rappresentato simbolicamente.
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antonio - venosa
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giovedì 5 marzo 2009
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28 + 28
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Svegliarsi in una citta' come Londra e scoprire/credere ke sei l'unica persona in vita mette gia' i brividi, ma a parte questo il film scorre abbastanza lentamente ma non annoia.
Nel complesso un film discreto.
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zio_titu
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venerdì 30 gennaio 2009
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fuori dai canoni zombie-mouvies
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Secondo me ha rivoluzionato il cinema zombie, di solito questi sono lenti e mantenuti in vita solo dalla voglia di mangiare, ed è proprio l'agonia di questi nel trasformarsi che ha caratterizzato questo genere ma, dopo tanti anni e tanti film, ci vuole una svolta, che mi aspettavo con Resident Evil, anche lì troppo "pesante" lento...questo è il giusto incrocio.
Gli zombi non sono Einstain, ma non sono stupidi da cadere in acqua mentre ti inseguono su un ponte per capirci (28settimane dopo...).
colonna sonora eccezzionale, anche qui fuori dagli schemi, niente musica classica come nei film anni 70/80 e ninte heavy metal degli ultimi, una giusta musica che da il senso della fuga e della vendetta (come in Trainspotting)
Film capolavoro.
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marasara
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lunedì 29 dicembre 2008
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oltre il vomito e il sangue...
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Questo film di Danny Boyle, a metà tra il genere horror e il cosiddetto survivor, si apre con la liberazione di alcune scimmie trattenute in un laboratorio, dove vengono costrette ad osservare di continuo immagini di violenza davanti ad un televisore (come i nosri telegiornali).
Gli animali, infetti da un virus sconosciuto, vengono dunque liberati da parte di un commando di ambientalisti, ignari del danno che stanno per compiere contro l'umanità intera. A differenza di altre pellicole del genere, come per esempio l'americana "Io sono leggenda", non viene fornita una spiegazione scientifica al diffondersi dell'epidemia. Solo le modalità del contagio appaiono abbastanza chiare: basta che l'organismo entri in contatto con un'unica goccia di sangue infetto e nel giro di 20 secondi la malattia si diffonde.
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Questo film di Danny Boyle, a metà tra il genere horror e il cosiddetto survivor, si apre con la liberazione di alcune scimmie trattenute in un laboratorio, dove vengono costrette ad osservare di continuo immagini di violenza davanti ad un televisore (come i nosri telegiornali).
Gli animali, infetti da un virus sconosciuto, vengono dunque liberati da parte di un commando di ambientalisti, ignari del danno che stanno per compiere contro l'umanità intera. A differenza di altre pellicole del genere, come per esempio l'americana "Io sono leggenda", non viene fornita una spiegazione scientifica al diffondersi dell'epidemia. Solo le modalità del contagio appaiono abbastanza chiare: basta che l'organismo entri in contatto con un'unica goccia di sangue infetto e nel giro di 20 secondi la malattia si diffonde. Gli Infetti non sono zombie, quindi immortali, ma comunque sono dotati di forza selvaggia e di una velocità superiore al normale. Non ragionano e non sono in grado di nutrirsi da soli: ciò che li anima non è il puro e bestiale istinto di sopravvivenza, ma solo la smania di distruggere e ammazzare. Al di là del sangue e della deformazione del corpo, quindi, gli infetti sono una metafora del lato brutale e primordiale delle persone: quella violenza cieca e distruttiva che si annida nell'uomo.
Solo poche persone riescono a scampare l'epidemia; uno di questi è Jim, che si risveglia 28 giorni dopo lo scatenarsi dell'infezione in un letto d'ospedale: era in coma in seguito ad un incidente stradale. Ignaro di tutto, Jim si aggira per le strade di una Londra deserta e apocalittica senza credere ai proprio occhi, come in un incubo; riesce a sfuggire a degli infetti solo grazie al provvidenziale aiuto di Selena e Mark, due sopravvissitu come lui che lo mettono al corrente dell'accaduto. La trama da qui in poi si dipana con assoluta imprevedibilità mentre i protagonisti tentano di raggiungere una base militare, la classica ancora di salvezza e civiltà in ogni film apocalittico che si rispetti.
Suggestiva anche la colonna sonora, che non ha il solo scopo di prevedere l'ingresso di un infetto vomitante e bavoso,, ma commuove o diverte: nella scena del supermerato, per esempio, si servono di tutto ciò di cui hanno bisogno liberamente, come in un mondo alla rovescia, o nel paese della cuccagna, su una melodia buffa, da videogioco per bambini.
Molte persone sono rimaste affascinate davani alle suggestive immagini di una Londra senza anima viva e silenziosa, ma hanno trovato banale e lenta la seconda parte del film, ambientata in una villa in cui nove soldati ospitano Jim, Selena e Hana. Invece è proprio in queste scene finali che nulla può essere dato per scontato, dal momento che i soldati, costretti ad un'isolameto assai duro e senza prospettive futur,e dimostrano la brutalità della legge marziale portata ai suoi estremi, cancellando le idilliache speranze di salvezza.
Un'altro aspetto che è stato colto come poco coerente è il profondo cambiamento del protagonista, che da sensibile e spaventato si trasforma in una macchina da guerra, privo di pietà e assetato di vendetta, pur di liberare la sua compagna e la ragazzina, ossia la sua nuova famiglia.Jim che si aggira a torso nudo e coperto del sangue dei soldati che fa fuori uno dopo l'altro ha subito una trasformazione molto profonda ma necessaria, inevitabile per non soccombere. Alla fine risultan quasi irriconoscibile persino per la sua compagna, che scambia la sua foga assassina per quella di un infetto. Jim si disumanizza perchè è disposto a tutto pur di salvare Selena e Hana: il suo incubo non è morire, ma rimanere completamente, irreversibilmente solo.
Infine uno scioglimento felice, andiamo, per una volta , ci sta: non trovano una cura, non salvano il mondo, ma almeno loro ce la fanno. Del resto, la morte truculenta di tutti i protagonisti a volte diventa persino più scontata di un finale "felice", almeno nei film imprevedibili dall'inizio alla fine come questo.
Ciò che però mi ha colpito di più sono i sottintesi, gli spunti e le riflessioni che uno può cogliere, o no, decidendo di farsela un po' sotto e vedere come va avanti con leggerezza. In entrambi i casi è la mancanza di quella morale evidente, grossa come una casa, a dare un punto in più a questa economica produzione europea rispetto alle americanate a effetti specialispecialissimi, ma con poco rispetto per l'intelligenza dello spettatore, che se non gli spieghi in due parole la morale della favola si ricorda solo degli spari e dei mostri.
ultima cosa: scusate la lunghezza!!!
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adb92
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domenica 9 novembre 2008
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ottima riuscita
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La riuscita del film è ottima, riesce a conciliare bene l' horror all' azione, la trama non è molto originale e poco realistica, ma nel complesso non è un film stupido.
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readcarpet
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giovedì 4 settembre 2008
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28 giorni dopo. e vent'anni avanti
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Segnalo a tutti gli amanti di Io sono leggenda uno dei più recenti precursori del genere apocalittico che temo ci assillerà per un pò di tempo. Lo segnalo sperando che cambino idea…
Jim, ricoverato in ospedale, si risveglia in una Londra deserta, spazzata via da un virus (pare rabbia) che ha infettato quasi tutti. Con i tre superstiti che incontra si reca ad una base militare di Manchester dove risiedono una decina di soldati ben attrezzati alla difesa. Ma non sempre i pericoli sono solo esterni.
Il paragone con il film di Will Smith è inevitabile, dato che l’ispirazione per la trama è data chiaramente dallo stesso libro (“Io sono leggenda” di Matheson). Ma, pur avendo dato impietosamente la precedenza agli americani nella visione, devo dare atto a Boyle di aver disintegrato molto meglio la sua Inghilterra di quanto abbia fatto l’ex Man in Black con New York.
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Segnalo a tutti gli amanti di Io sono leggenda uno dei più recenti precursori del genere apocalittico che temo ci assillerà per un pò di tempo. Lo segnalo sperando che cambino idea…
Jim, ricoverato in ospedale, si risveglia in una Londra deserta, spazzata via da un virus (pare rabbia) che ha infettato quasi tutti. Con i tre superstiti che incontra si reca ad una base militare di Manchester dove risiedono una decina di soldati ben attrezzati alla difesa. Ma non sempre i pericoli sono solo esterni.
Il paragone con il film di Will Smith è inevitabile, dato che l’ispirazione per la trama è data chiaramente dallo stesso libro (“Io sono leggenda” di Matheson). Ma, pur avendo dato impietosamente la precedenza agli americani nella visione, devo dare atto a Boyle di aver disintegrato molto meglio la sua Inghilterra di quanto abbia fatto l’ex Man in Black con New York. Sarà perché a Londra piove sempre, ma gli scenari apocalittici sono molto più credibili di qua dall’Atlantico. Il cielo è grigio, ma non è finto, e diciamocelo, è molto più affascinante (e spettrale) una capitale europea di una metropoli americana deserta.
Partendo da queste premesse, non regge il confronto neanche la rappresentazione degli infetti, qui molto più simili a zombie di Romero (questa si legge dovunque ma cosa ci posso fare se l’ho pensato anche io?!), e quindi anche molto più inquietanti.
E ho anche un aggettivo che mi ronza in testa da quando ho finito di guardare 28 giorni dopo: punk. Sarà la colonna sonora (di livello!), sarà l’aria inglese che mi ricorda i Clash, saranno le esplosioni di violenza e le urla “diverse”… Ma questa è solo un’idea.
E’ sicuramente un prodotto valido, e io, come al solito, penso che il motivo principale sia che quando un regista fa quello che crede più giusto, e non quello che crede possa piacere, il lavoro è molto più valido.
Ad esempio: chi ha mai detto che in un film (horror?) non possano esserci momenti di distensione, quasi umoristici. E non sto parlando di vissuto sarcasmo alla John McClane, sto parlando di un po’ di idillio stile quel mazzolin di fiori!
Sembra che per fare felici gli sbarbi delle multisale, dietro ad ogni angolo si debba nascondere un infetto: con il risultato di rendere terribilmente noioso il tutto (ogni riferimento a Will è puramente casuale). Qui invece i colpi di scena sono veramente tali, in quanto imprevedibili.
In più abbiamo la componente sociale, rappresentata dai soldati, che qui non cito per non rovinare sorprese, anticipando solo che è forse l’unico aspetto che rallenta un po’ il film.
E’ una segnalazione, quindi, che metto più che per pubblicizzare questo film (guardatevelo, su rieducational channel!), per mettere in guardia i pochi superstiti da Io sono leggenda. Se non l’avete ancora visto statene alla larga almeno fino a quando non avrete visto questo. Poi confrontate. Sembra che stia parlando di un virus…
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(di francesco2)
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mari
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domenica 24 agosto 2008
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tre stelle..
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Forse avrebbero dovuto specificare l'origine di questo virus (sempre il solito virus, che, accanto alle mutazioni genetiche, è il protagonista numero uno di questo genere di film!). Trovo irrealistico che un branco di uomini pare non preoccuparsi della propria sopravvivenza ma di portarsi delle donne (ma anche "non ancora donne")a letto!!
Bella la colonna sonora.
Belle le immagini di Londra deserta.
Tutto sommato FILM PIU' CHE DISCRETO
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