mystic
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venerdì 1 febbraio 2013
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gli zombie di romero infettano anche danny boyle
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Jim (Cillian Murphy), ragazzo risvegliatosi dal coma dopo 28 giorni, scopre che la popolazione inglese è stata decimata dagli zombie, uomini infettati da un potente virus che a loro volta ne infettano altri. Cercherà di fuggire, anche grazie all'aiuto di nuovi amici, raggiungendo Manchester, ultimo baluardo per la salvezza.
28 giorni dopo è l'ennesima trasposizione cinematografica di una storia quasi scontata in cui gli scenari catastrofici si susseguono in un paesaggio di sconvolgente tristezza. Questa avventura, nuova e vecchia allo stesso tempo, diventa però esteticamente bellissima sotto l'egida di Danny Boyle, coronata dall'ottima fotografia che ha sempre distinto le realizzazioni del regista di The Millionaire.
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Jim (Cillian Murphy), ragazzo risvegliatosi dal coma dopo 28 giorni, scopre che la popolazione inglese è stata decimata dagli zombie, uomini infettati da un potente virus che a loro volta ne infettano altri. Cercherà di fuggire, anche grazie all'aiuto di nuovi amici, raggiungendo Manchester, ultimo baluardo per la salvezza.
28 giorni dopo è l'ennesima trasposizione cinematografica di una storia quasi scontata in cui gli scenari catastrofici si susseguono in un paesaggio di sconvolgente tristezza. Questa avventura, nuova e vecchia allo stesso tempo, diventa però esteticamente bellissima sotto l'egida di Danny Boyle, coronata dall'ottima fotografia che ha sempre distinto le realizzazioni del regista di The Millionaire.
E', senza troppi giri di parole, un classico moderno del genere. Boyle dipinge un Londra abbandonata a se stessa, che riprende con una telecamera sempre partecipe alla scena che descrive inquadrature ora grandangolari, ora oblique. Si tratta di una visione post-apocalittica indimenticabile che ha un impatto visivo più forte della Manhattan in ginocchio di molti disaster-movie hollywoodiani.
"28 Giorni dopo" è sanguinoso, violento, ricalca gli elementi tipici del genere e propone scene angoscianti, persino una chiesa infestata dai mostri di Romero dove anche il prete è stato contagiato dal virus.
La colonna sonora? Bellissima. Il finale? Soddisfa le aspettative. Il lato sconcertante? Il fatto di vedere come, anche dopo anni di cinema horror, sia ancora straziante considerare che i veri mostri non sono gli zombie: quel titolo spetterebbe di diritto all'uomo.
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alex41
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martedì 25 settembre 2012
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il capostipite di un nuovo genere zombie
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Fotografia sporca, effetti speciali splatter, riprese movimentate quasi da film tv, questo "28 giorni dopo" può piacere o non piacere: per molti è sembrato un buon film di zombie mentre per altri una bufala. Io mi trovo esattamente nel mezzo: non lo trovo un capolavoro, anzi in molte scene è piatto, e le scene con gli zombie (anche se volute) sono fatte abbastanza bene, anche se si poteva fare di più, ma tutto sommato è un film godibile con un'ottima atmosfera da film apocalittico, con un ottimo attore protagonista che è l'esordiente Cillian Murphy (vi ricordate lo spaventapasseri di "Batman Begins"?), e un cast di personaggi molto credibili e ben strutturati, da Frank, interpretato impeccabilmente da Brendan Gleeson fino ai marines, che a mio parere se la sono cavata molto bene.
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Fotografia sporca, effetti speciali splatter, riprese movimentate quasi da film tv, questo "28 giorni dopo" può piacere o non piacere: per molti è sembrato un buon film di zombie mentre per altri una bufala. Io mi trovo esattamente nel mezzo: non lo trovo un capolavoro, anzi in molte scene è piatto, e le scene con gli zombie (anche se volute) sono fatte abbastanza bene, anche se si poteva fare di più, ma tutto sommato è un film godibile con un'ottima atmosfera da film apocalittico, con un ottimo attore protagonista che è l'esordiente Cillian Murphy (vi ricordate lo spaventapasseri di "Batman Begins"?), e un cast di personaggi molto credibili e ben strutturati, da Frank, interpretato impeccabilmente da Brendan Gleeson fino ai marines, che a mio parere se la sono cavata molto bene. La colonna sonora è molto buona, e lo stesso vale anche per gli effetti speciali, anche se fatti al computer sono di grande effetto. Questo film inoltre è stato il capostipite di un nuovo genere di zombie: dopo che gli zombie di un certo Romero nel corso degli anni passarono di moda, ecco un esercito di feroci e spietati uomini infetti da una micidiale rabbia: corrono, saltano, urlano, sputano sangue.....fanno veramente paura. Danny Boyle crea un film originale e molto coinvolgente, che nel corso degli anni sarà d'ispirazione per altri film del genere quali "Grindhouse: Planet Terror" o "The Horde". Voto 7/10.
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darkenry
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lunedì 2 luglio 2012
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un ottimo film
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Un film veramente fantastico che,oltre ad essere un horror, è anche un film molto drammatico che ci fa riflettere sulla violenza umana. Infatti il contaggio è avvenuto per via di alcune scimmie infette da un forte forma di Rabbia. Tutto ciò ha portato alla disperazione e nel film vediamo come i soldati, che dovrebbero essere l'ultima forma di civiltà rimasta, siano così disperati da comportarsi in un modo veramente disumano. Interessante la fotografia che ci da un quadro chiaro di come sia ridotta l'inghilttera dopo il contaggio e buona anche la regia. Veramente un film da guardare.
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stephend.
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lunedì 9 aprile 2012
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british zombies
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Nonostante il tema dell’infezione e degli zombie sia uno dei temi più usati (a volte anche abusati) nella storia del cinema horror (Basti solamente pensare al genio di Romero), 28 giorni dopo si caratterizza da subito per le sue inquadrature spettrali (e spettacolari) girate quasi interamente in digitale: da una Londra deserta e abbandonata in cui non può che fare da padrone il silenzio fino al palazzo neoclassico nella campagna di Manchester e alla casetta finale, tutto dà una generale sensazione di vuoto e solitudine.
Per quanto riguarda i personaggi, in generale non risultano particolarmente caratterizzati (ma neanche stereotipati), ma che comunque nei dialoghi sviluppano temi, seppur in modo superficiale, come l’assurdità della violenza in tutte le sue forme, l’insanità mentale causata dalla solitudine, la caduta delle istituzioni e la conseguente anarchia autodistruttiva, la condizione effimera dell’uomo nel contesto dell’universo.
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Nonostante il tema dell’infezione e degli zombie sia uno dei temi più usati (a volte anche abusati) nella storia del cinema horror (Basti solamente pensare al genio di Romero), 28 giorni dopo si caratterizza da subito per le sue inquadrature spettrali (e spettacolari) girate quasi interamente in digitale: da una Londra deserta e abbandonata in cui non può che fare da padrone il silenzio fino al palazzo neoclassico nella campagna di Manchester e alla casetta finale, tutto dà una generale sensazione di vuoto e solitudine.
Per quanto riguarda i personaggi, in generale non risultano particolarmente caratterizzati (ma neanche stereotipati), ma che comunque nei dialoghi sviluppano temi, seppur in modo superficiale, come l’assurdità della violenza in tutte le sue forme, l’insanità mentale causata dalla solitudine, la caduta delle istituzioni e la conseguente anarchia autodistruttiva, la condizione effimera dell’uomo nel contesto dell’universo.
Fiore all’occhiello del film, a mio parere, sono le emozionanti scene in cui Jim irrompe nella base dei soldati in preda al caos causato dagli infetti per salvare Selena e Hannah. Si caratterizzano infatti da un grande climax di inquadrature, rese molto bene con il montaggio, in cui il sangue, la pioggia e la tensione si fondono con il pregevole brano della colonna sonora (d’altra parte eccellente in tutto il film) John Murphy – “In The House – In A Heartbeat” a rendere il tutto una profonda e inesorabile avanzata della morte verso i soldati.
Sebbene quindi 28 giorni dopo non brilli per originalità, si può senz’altro definire un buon film in cui montaggio e colonna sonora immergono lo spettatore nell’atmosfera disastrata e cupa di una semi-apocalisse moderna.
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ultimoinquisitore
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giovedì 9 febbraio 2012
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finalmente tornano gli zombies!
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Ormai è un classico horror da rispolverare ogni tanto dalla videoteca per lasciarci inchiodare nuovamente alla poltrona. Si respira Romero, Io sono leggenda, Resident Evil, ma non è importante perchè questo è puro cinema d'intrattenimento, spettacolare da ogni punto di vista, dove gli zombie (ammalati di rabbia) corrono rapidi come mai s'era visto, e si risveglia finalmente un pubblico che è stanco di aspettare degli anni prima di poter vedere un prodotto horror decente. Dopo The Ring e 28 settimane dopo, gli horror decenti rimasti sono davvero pochi (e la serie Saw non è horror, fa schifo agli stomaci deboli e basta). C'è un finale alternativo, più pessimista e consiglio di vederlo!
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metalsoldier
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lunedì 21 novembre 2011
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non uniforme.
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Prima parte bella. Seconda parte patetica. Ricorda molto "Demoni". All'inizio degli animalisti liberano delle scimmie che sono infette da un virus della rabbia, solo che questo virus è una variante che si trasmette anche all'uomo (come si presume per l'aviara....). Di li succede un macello. La regia è ben condotta. Uno dei primi film a riprendere il tema degli zombi secondo la variante contemporanea del virus.
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lucido71
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giovedì 7 luglio 2011
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10 anni dopo, il 28 giorni dopo è ok!
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Sì, visto dopo 10 anni, devo comunque ammettere che quest'horror ancora se la guadagna. Daccordo con la recensione di MyMovies in tutto, confermo che la pellicola tiene davanti lo schermo con il classico nodo in gola: buon ritmo, e buoni i dialoghi.. anche se il tutto già prevedibile e visto.. se amate il genere, suggerisco: L'ALBA DEI MORTI VIVENTI (remake), INVASION, LA CITTA' VERRA' DISTRUTTA ALL'ALBA, LE COLLINE HANNO GLI OCCHI, VACANCY, LA MASCHERA DI CERA...
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levo95
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martedì 14 giugno 2011
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il nuovo apocalypse now: boyle meglio di coppola
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28 giorni dopo l'nizio di un'epidemia Jim si sveglia in ospedale. Passeggia solitario per le strade di Londra in un sileno assordante. Viene a contatto con gli infetti, annebbiati mutanti cannibali, mentre scappa viene soccorso da due sopravvissuti con cui comincia un lungo viaggio alla ricerca di un senso alla sopravvivenza. Da questo punto di partenza, già notvole in quanto contiene un raginamento filosofico, ma dal soggetto già visto, Boyle costruisce una strada verso l'inferno. La tensione viene genialmente gicata con l'ausilio della colonna sonora, a dir poco perfetta. Bellissima la scena finale della casa dalla musica azzeccatissima. Il più grande film di Danny Boyle, regista anche del mitico"Trainspotting" e del buon "The Millionaire".
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sixy89
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giovedì 17 febbraio 2011
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mediocre
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Sinceramente mi è parso di vedere un film di 96 ore..Io sono un'appassionata di horror, thriller, ecc, ma questo è veramente anonimo. Esiste una così grande filmografia del genere zombie o epidemico che se un regista decide di farci un nuovo film deve puntare molto più in alto. Tutta roba già vista e rivista, senza nulla di nuovo, e senza contare la parte finale dove i amrines si convincono che devono portare loro 9 avanti la specie umana accoppiandosi con delle donne...ma su dai..non è credibile
voto:5
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livio de fabrizio
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lunedì 13 dicembre 2010
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quattro settimane da incubo
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Scimmie utilizzate per esperimenti scientifici, poste dinanzi a immagini violente, ammalatesi forse per questi motivi di una specie di rabbia che le rende terribilmente aggressive, vengono liberate da un gruppo armato di animalisti e scatenano il morbo per tutta la Gran Bretagna, che viene messa in quarantena. Alla fine del film, i superstiti potrebbero anche essere soltanto tre. Girato in digitale, con telecamera in spalla, inquadrature e montaggio frenetici, fotografia studiata, musiche utilizzate in maniera inusuale, questo film ha pregi registici e più in generale artistici di non poco conto. Soprattutto, rappresenta un prodotto diverso da ciò che normalmente si trova in giro, sufficientemente distante dai dettami commerciali che anche inconsciamente si tende a seguire.
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Scimmie utilizzate per esperimenti scientifici, poste dinanzi a immagini violente, ammalatesi forse per questi motivi di una specie di rabbia che le rende terribilmente aggressive, vengono liberate da un gruppo armato di animalisti e scatenano il morbo per tutta la Gran Bretagna, che viene messa in quarantena. Alla fine del film, i superstiti potrebbero anche essere soltanto tre. Girato in digitale, con telecamera in spalla, inquadrature e montaggio frenetici, fotografia studiata, musiche utilizzate in maniera inusuale, questo film ha pregi registici e più in generale artistici di non poco conto. Soprattutto, rappresenta un prodotto diverso da ciò che normalmente si trova in giro, sufficientemente distante dai dettami commerciali che anche inconsciamente si tende a seguire. E’ in effetti, e non solo per l’ambientazione, un film più europeo di quel che ci si aspetterebbe. Ha segnato una nuova strada che l’horror futuro farebbe bene a non ignorare. Peccato per i molti dialoghi prevedibili e per le espressioni spesso convenzionali degli attori, soprattutto durante i momenti di sentimento e di pathos; e in particolare nel segmento ambientato nel castello, fra i militari, anche certe trovate di sceneggiatura rischiano la banalità. Si tratta evidentemente del pegno che, nonostante tutto, il film paga alle produzioni hollywoodiane di questo tipo.
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