weach
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sabato 4 settembre 2010
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basta critiche non giustificate :bello,avvincente!
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Tim Barton , che normalmente non mi fa impazzire , con "The planet of the apes" fa la sua lettura del pianeta delle scimmie diversa da quella del film da cui trae ispirazione del 1968 di Franklin J.Schaffner con Charlton Heston.
Diciamolo chiaramente, è un buon film, sotto molteplici aspetti: ha una sua azione ben congegnata, tecnologie all'avanguardia .,senso scencio , originalità di alcuni spunti di trama ..c'è dentro un buon Tim Barton .
Non si comprende tanta critica feroce contro un prodotto di buon livello ; l'arcano nei remake è sempre il solito, quello di pretendere il confronto con l'originale.
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Tim Barton , che normalmente non mi fa impazzire , con "The planet of the apes" fa la sua lettura del pianeta delle scimmie diversa da quella del film da cui trae ispirazione del 1968 di Franklin J.Schaffner con Charlton Heston.
Diciamolo chiaramente, è un buon film, sotto molteplici aspetti: ha una sua azione ben congegnata, tecnologie all'avanguardia .,senso scencio , originalità di alcuni spunti di trama ..c'è dentro un buon Tim Barton .
Non si comprende tanta critica feroce contro un prodotto di buon livello ; l'arcano nei remake è sempre il solito, quello di pretendere il confronto con l'originale.!!Il confronte non è obbilgatorio potrebbe essere solo spunto e divenire altro!
Niene di più sbagliato!
Tim Barton che è regista intelligente, estroso e con personalità spiccata, mai avrebbe fatto un film senza anima , quasi la copia o il seguito del film di cui è remake .
Barton ha fatto ,con grande senso di libertà, il suo"The planet of the apes" "fregandosene" di ricalcare l'illustre predecessore!!!
Questo è il pianeta di Tim Barton e basta e paragoni sono inopportuni .
La dietrologia dei paragoni qui è inutile e sterile.
Barton non centra argomenti quali rischi nucleare , l'uomo guerrafondaio che cerca l'autodistruzione perchè son argomenti noti che non intende sviluppare e si concentra sulla creatività ,l'azione travolgente, sulla componente fiabesca ,sull'utilizzo di tecniche digitali che 33 anni prima non sarebbero stati possibili, addiruttura supera una certa staticità del primo film offrendo una trama più avvincente.
Bravo Barton di solito non mi piaci" qui " a noi cultori della fantascienza , fantasy hai fatto un bel regalo .
Quando sono uscito dalla sala cinematografica ho detto con amici ; bello, ben fatto , completamente diverso da quello con Charlton Heston; eravamo in sette appassinati di fim del" genere "e tutti concordavamo su tale giudizio .
Oggi confermiamo:bravo Barton , ben fatto, completamente diverso da quello con Charlton Heston .
voto 8.5
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ggmymovies
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martedì 7 luglio 2009
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non basta l'innovazione
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Con solo nuove tecniche di make-up e non si ottiene un buon remake che non ha niente da dire allo spettore, specialmente se ha già isto l'originale. Film che delude (oltre a lasciare un pò assonnatti).
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pompiere
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lunedì 23 febbraio 2009
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scimmie di tutto il mondo, disunitevi!
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Se ci si poteva aspettare che il "nuovo", attesissimo, Pianeta delle Scimmie non sarebbe stato una mera copiatura di quello girato nel '68 da Franklin J. Schaffner, di certo non avremmo pensato di trovarci di fronte a un prodotto con poca anima e rilevanza, lontano da qualsiasi forma di passatempo e, soprattutto, senza il benchè minimo senso dell'avventura.
Il Tim Burton che l'ha girato, infatti, risulta essere completamente anonimo, privo di qualsiasi fantasia e la scrittura è decisamente molle, insulsa e ai limiti del paradossale (vi si ritrovano solo accenni a un'eventuale parabola antirazzista).
La messa in scena è grandiosa quanto funerea, inutilmente rissosa e guerresca. Niente a che vedere, dunque, con il suo nobile predecessore (il film con Heston resta un grande spettacolo, un racconto di fantascienza sottilmente angosciante, una metafora sui rischi della guerra fredda, una satira che ha saputo capovolgere i principi di Darwin).
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Se ci si poteva aspettare che il "nuovo", attesissimo, Pianeta delle Scimmie non sarebbe stato una mera copiatura di quello girato nel '68 da Franklin J. Schaffner, di certo non avremmo pensato di trovarci di fronte a un prodotto con poca anima e rilevanza, lontano da qualsiasi forma di passatempo e, soprattutto, senza il benchè minimo senso dell'avventura.
Il Tim Burton che l'ha girato, infatti, risulta essere completamente anonimo, privo di qualsiasi fantasia e la scrittura è decisamente molle, insulsa e ai limiti del paradossale (vi si ritrovano solo accenni a un'eventuale parabola antirazzista).
La messa in scena è grandiosa quanto funerea, inutilmente rissosa e guerresca. Niente a che vedere, dunque, con il suo nobile predecessore (il film con Heston resta un grande spettacolo, un racconto di fantascienza sottilmente angosciante, una metafora sui rischi della guerra fredda, una satira che ha saputo capovolgere i principi di Darwin).
Mark Walhberg, poi, dimostra che sa recitare meglio di uno scimpanzè ed è il solito piacentone da passerella plastificato, potendo suscitare, al più, la stessa pietà della scimmia con la gamba spezzata.
La mancanza di veri attori conduce la pellicola verso una deriva lontana, ahinoi, da quella visivamente provocante e filosoficamente sfuggente che accolse, una volta, la semisommersa Statua della Libertà.
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paride86
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mercoledì 11 febbraio 2009
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remake evitabile
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Per chi ha visto l'originale questo film non può che essere una bestemmia.
Il remake di Burton stravolge drasticamente il significato del film perché il suo centro non è più il contrasto tra due diversità che si conoscono, specchiandosi l'una nell'altra e vincendo dei pregiudizi scientifici; quello che conta qui è solo l'azione. Assenti anche le polemiche fede-scienza, che invece erano il perno del film originale; inoltre il doppio finale di Burton, più ironico ma meno sensato rispetto al precedente, non mi è piaciuto.
Insomma, se paragoniamo questo film al cult girato nel 1968, Burton non ha speranze; se lo consideriamo come una storia a se stante gli do la sufficienza se non altro per gli effetti speciali e tutto ciò che riguarda il versante tecnico.
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Per chi ha visto l'originale questo film non può che essere una bestemmia.
Il remake di Burton stravolge drasticamente il significato del film perché il suo centro non è più il contrasto tra due diversità che si conoscono, specchiandosi l'una nell'altra e vincendo dei pregiudizi scientifici; quello che conta qui è solo l'azione. Assenti anche le polemiche fede-scienza, che invece erano il perno del film originale; inoltre il doppio finale di Burton, più ironico ma meno sensato rispetto al precedente, non mi è piaciuto.
Insomma, se paragoniamo questo film al cult girato nel 1968, Burton non ha speranze; se lo consideriamo come una storia a se stante gli do la sufficienza se non altro per gli effetti speciali e tutto ciò che riguarda il versante tecnico.
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cleu1993
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domenica 28 dicembre 2008
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bel film
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per me non è stato brutto
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cavaliere
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martedì 9 dicembre 2008
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cavaliere
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ma per piacere, la sceneggiatura fa pena, tim si salva dai suoi fan incondizionati..cacchio. ma lo amano solo perche è diverso...razzismo
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freaks
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domenica 21 settembre 2008
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una delusione
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Uno dei pegiori film di Burton. Mi dispiace, ma questa volta il grande regista ha fallito. Un film alimentare per il grande Burton.
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franco manontroppo
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lunedì 28 luglio 2008
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imbarazzante
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Remake inutile e scadente.
L'unico scopo era di far pagare il biglietto del cinema alla folla di Burtoniani che gridano alla genialata ad ogni cosa prodotta da T.B.
Difficile fare un film di fantascienza peggiore con budget come questi
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