Ho visto Lacapagira la prima volta a Milano, poi a Dublino, presso l'Irish Film Center, dove ogni anno si svolge una rassegna internazionale di film d'autore, e poi tante altre volte a casa.
Sono di Bari, quindi c'e' sicuramente un legame affettivo con questa pellicola, ma il giudizio di Pino Farinotti mi sembra molto limitativo: giudicare questo film come una storia di droga e piccoli delinquenti e' a dir poco miope.
A Dublino in sala c'era gente di tutto il mondo e c'era anche Alessandro Piva. Molti, anche di oltre oceano, hanno riconosciuto i sobborghi della propria citta' e i comportamenti dell'underground metropolitano di Citta' del Messico, o di Detroit o di Mosca.
La Capagira e' Bari, o meglio la Bari di cui tutti i baresi percepiscono quotidianamente l'esistenza ma che non vogliono vedere; uno spaccato di vita di gente che non ha mai avuto alternative e che ormai non sa vederne altre.
La scelta del dialetto era l'unica possibile, forse questo ha penalizzato il film nei confronti del grande pubblico e dei critici.
Chissa' perche' in italia si apprezzano film francesi, come "l'Odio" (bellissimo film noir con un giovane Vincent Cassel), che con la lingua ha avuto gli stessi problemi e si e' cosi' critici nei confronti di registi e attori locali.
La regia di Lacapagira e' sanza dubbio brillante, la colonna sonora e' certamente azzeccata e gli attori hanno alle spalle lunghe esperienze di teatro nel sud italia.
Lacapagira ha fatto il giro del mondo, raccogliendo sempre giudizi positivi; il suo destino non si ferma alla recensione di Ciak, ne' a quella di Farinotti.
Vedetelo e capirete.
[+] lascia un commento a marcello »
[ - ] lascia un commento a marcello »
|