athos
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lunedì 15 gennaio 2007
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umanità ormai spacciata
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Un film bellissimo che, purtroppo o per fortuna, ci fa aprire finalmente gli occhi sul mondo per quello che è realmente. Basta con le illusioni positiviste da ingenuo scienziato. Hopkins comprende che la vera vita ormai l'abbiam persa da troppo tempo. Contano solo il potere, il dominio e il dio Denaro. Il successo è equiparato al vivere. Niente di più ipocrita. La vita bisognerebbe godersela nella sua semplicità. Dico bisognerebbe perchè ormai questo è possibile solo individualmente..mentre la massa (il gregge) prosegue verso l'oblio. L'apocalisse verrà non dal Cielo, ma dalle mani degli uomini (armi di distruzione di massa, inquinamento di ogni tipo).
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noemi hannibal-lecter
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martedì 14 febbraio 2012
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rinunciamo al controllo!
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Ethan Powell (Anthony Hopkins), un famoso antropologo, viene ritrovato dopo due anni che vive con una famiglia di gorilla e viene arrestato per l'omicidio di due uomini. Creduto ormai un folle viene rinchiuso un un carcere psichiatrico.
Lo psichiatra Dr. Theo Calder (Cuba Gooding Jr.) si occupa del suo caso, in quanto gli permetterà di fare notevoli progressi per la sua carriera.
Lentamente Theo riesce a rompere il mutismo in cui si era rintanato Ethan e scopre che egli è tuttaltro che un folle.
Attraverso un viaggio immaginario nella giungla, Ethan gli mostra un mondo nuovo, gli fa riscoprire gli antichi valori che l'uomo, con la sua smania di controllo, ha perso.
I loro ruoli si invertono: ora è Ethan il maestro e Theo l'alunno.
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Ethan Powell (Anthony Hopkins), un famoso antropologo, viene ritrovato dopo due anni che vive con una famiglia di gorilla e viene arrestato per l'omicidio di due uomini. Creduto ormai un folle viene rinchiuso un un carcere psichiatrico.
Lo psichiatra Dr. Theo Calder (Cuba Gooding Jr.) si occupa del suo caso, in quanto gli permetterà di fare notevoli progressi per la sua carriera.
Lentamente Theo riesce a rompere il mutismo in cui si era rintanato Ethan e scopre che egli è tuttaltro che un folle.
Attraverso un viaggio immaginario nella giungla, Ethan gli mostra un mondo nuovo, gli fa riscoprire gli antichi valori che l'uomo, con la sua smania di controllo, ha perso.
I loro ruoli si invertono: ora è Ethan il maestro e Theo l'alunno.
In un film dal largo respiro e di una grande leggerezza (ma non superficialità) Hopkins riesce a far capire quanto valori ormai radicati nella nostra società, come il controllo che pensiamo di avere su ogni cosa, sia una mera illusione. Di cosa abbiamo veramente il controllo assoluto?
Poetico, commovente, interpretazioni straordinarie è un film che prende dai primi minuti e lascia solo alla fine con un velo di tristezza e tante cose su cui riflettere.
L'impostazione è simile al capolavoro de "Il Silenzio degli Innocenti", ma non è assolutamente un'imitazione, in quanto il significato è completamente diverso e anche lo sviluppo della storia: decisamente non si può parlare di un "tentato" ritorno agli antichi allori, piuttosto di una conferma.
Davvero uno tra i film più belli di Hopkins.
Come sempre un applauso al mitico Anthony.
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pietro viola
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venerdì 13 aprile 2012
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liberarsi delle illusioni
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Colonna sonora un po' troppo enfatica e invadente; alcuni eterni clichè del cinema americano "d'impegno" (la scena dei biglietti nominativi al posto delle carte da gioco, ad esempio); qualche concessione all'inverosimile qua e là. Tuttavia, nel complesso un film riuscito, una bella storiasul rispetto e soprattutto sull'amore, con dialoghi scintillanti e intelligenti e almeno una scena che non si dimentica: l'antropologo/primatologo che afferra lo psichiatra e gli commina una bella lezione di verità e di vita. Siamo quello che siamo perchè lo vogliamo o perchè così vuole qualcun altro?
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kondor17
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martedì 26 marzo 2013
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bello per 3/4
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Prima parte da 5* seconda, finale da 2*. Comunque tre stelle abbondanti restano, non fosse per le immagini, l'interpretazione e soprattutto il messaggio all'umanità, che dimostriamo di non voler capire, anche qui nel forum: noi esseri evoluti abbiamo molto da imparare dagli animali. Sono stati infatti LORO, i gorilla, a far entrare ed accettare il dott. Powell (Hopkins) nel loro gruppo. La nostra smania di DOMINIO e di prevaricazione spegne le ILLUSIONI, i SOGNI e stermina invece le specie animali, con cui abbiamo pacificamente convissuto per milioni di anni, fino a 10.000 annni fa. L'istinto primordiale, pur ancora nei nostri geni, è ormai una sorta di foto sgualcita, inguardabile, vergognosa, come pure il nostro rispetto per la Natura.
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Prima parte da 5* seconda, finale da 2*. Comunque tre stelle abbondanti restano, non fosse per le immagini, l'interpretazione e soprattutto il messaggio all'umanità, che dimostriamo di non voler capire, anche qui nel forum: noi esseri evoluti abbiamo molto da imparare dagli animali. Sono stati infatti LORO, i gorilla, a far entrare ed accettare il dott. Powell (Hopkins) nel loro gruppo. La nostra smania di DOMINIO e di prevaricazione spegne le ILLUSIONI, i SOGNI e stermina invece le specie animali, con cui abbiamo pacificamente convissuto per milioni di anni, fino a 10.000 annni fa. L'istinto primordiale, pur ancora nei nostri geni, è ormai una sorta di foto sgualcita, inguardabile, vergognosa, come pure il nostro rispetto per la Natura. Siamo diventati dei "prendi" e dei "Juà" e basta.
Film toccante, mitico, estremamente potente. Ottima fotografia e grande interpretazione di Cuba e Hopkins. Peccato per un finale tirato via e poco credibile. Un vecchio mezzo zoppo vola da una finestra di un carcere ed è subito in Africa? Ma come si può finire in tal modo un film così betto... che rabbia! Anche la colonna sonora è spesso sfasata e fuori luogo: i larghi ed i crescendo orchestrali si addicono più a film epici o mitologici, di cui questo film chiaramente non fa parte. Sarebbe bastato e avanzato un qualsiasi suono africano o tribale (percussioni, canto, strumenti artigianali). Di epico resta la rabbia per un capolavoro a metà, anzi tre quarti, e soprattutto l'insegnamento all'umanità. Assolutamente da vedere. E da capire.
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flyingfrank
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mercoledì 20 marzo 2019
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gorilla nella nebbia - il sequel?
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Stento a credere una tale sottovalutazione da parte degli "esperti". L'unica cosa che hanno saputo notare è una vaga somiglianza con "Il silenzio degli innocenti"... e poi?
La storia in realtà somiglia molto più di quanto si pensi alle vicende di Dian Fossey, che hanno ispirato il film "Gorilla nella nebbia" del 1988, interpretato da Sigourney Weaver. Infatti, il protagonista, il Dottor Ethan Powell (Anthony Hopkins) viene incarcerato in Ruanda per omicidio. Si saprà poi che le sue reazioni "animalesche" sono più che giustificate, in quanto le reali atrocità avvennero ad opera di assassini in divisa che sterminarono una colonia di gorilla, con la quale Powell si era ormai definitivamente amalgamato come uno di loro.
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Stento a credere una tale sottovalutazione da parte degli "esperti". L'unica cosa che hanno saputo notare è una vaga somiglianza con "Il silenzio degli innocenti"... e poi?
La storia in realtà somiglia molto più di quanto si pensi alle vicende di Dian Fossey, che hanno ispirato il film "Gorilla nella nebbia" del 1988, interpretato da Sigourney Weaver. Infatti, il protagonista, il Dottor Ethan Powell (Anthony Hopkins) viene incarcerato in Ruanda per omicidio. Si saprà poi che le sue reazioni "animalesche" sono più che giustificate, in quanto le reali atrocità avvennero ad opera di assassini in divisa che sterminarono una colonia di gorilla, con la quale Powell si era ormai definitivamente amalgamato come uno di loro. Rimpatriato negli USA, dovrà seguire un duro percorso di "riabilitazione" nell'ala psichiatrica di un degradato carcere dove vige la legge del più forte, ma questa volta sarà un brillante seppur inesperto pscichiatra ad aiutarlo (Cuba Gooding Jr)
Se la trama, come già detto, riprende molto dalla vita della zoologa statunitense, i temi trattati - sia nel film che nel romanzo a cui dovrebbe ispirarsi - vanno principalmente dalla psicologia umana allo sfociare in misatropia, sino all'ecologia. L'"ISTINTO" in realtà ha molteplici significati:la protezione della propria famiglia, il desiderio di libertà, l'uscire dai canoni imposti da una società fallimentare, e dunque ritrovare l'animale che c'è in noi: quello vero, che ha bosogno di poco per vivere, che non ha paura di una pioggia innocua, ma non abbandona mai un suo simile per scopi frivoli, quali carriera, successo o illusioni materiali.
Forse ci si aspettava qualcosa di più dal finale - un tantino "edulcorato" e frettoloso - ma sicuramente non è una visione inutile.
--Piccola curiosità: quando lo psichiatra intervista uno dei detenuti, questi afferma che una sorta di diavolo con le fattezze di "Alien" (film di Ridley Scott) lo ha costretto a commettere un omicidio e, stranamente, non aveva le fattezze di un viscido parassita, ma della stessa Sigourney Weaver che ho già citato prima.
Solo un caso o un chiaro omaggio?--
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