marcenaronano
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venerdì 31 maggio 2013
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"vedo la gente morta"
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film ansiogeno, misterioso e allo stesso tempo commovente, dal finale assolutamente inaspettato.
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leonus
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giovedì 15 novembre 2012
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rosso
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Un grandissimo film che non lascia trapelare nulla ad una prima visione, ma qualcosa c'è. Il continuo ritorno del colore rosso: il maglioncino di Cole, la sua tenda in camera con su scritto "non entrare!", il pomello della porta che accede allo scantinato, la coperta che ricopre la moglie di Malcom, la gemma incastonata nell'anello che rotola a terra, il palloncino che sale fino al soffitto e poi esplode, il tovagliolo poggiato sul tavolo. Se fate attenzione, noterete il ritorno di questo colore in tutto il film, in qualsiasi cosa.
La mia non è una vera recensione, lascio questo compito a chi ne ha le competenze, ma voglio porgervi questa domanda. Perchè il ritorno continuo di questo colore? Perchè quest'ossessione?
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4ng3l
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giovedì 13 settembre 2012
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genere fantastico? è un horror thriller stellare
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Riscrivo perchè ho appena letto nel genere, film Fantastico. Non c'è nulla del film fantastico, sarà un errore, comunque Horror Thriller 5 stelle.
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4ng3l
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giovedì 13 settembre 2012
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uno dei migliori horror thriller
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Il Sesto senso stupisce, coinvolge, affascina da morire e soprattutto viene girato eccelsamente. Le note della sceneggiatura sono sempre melodiche ed incantevoli nella loro successione. Il miglior Bruce Willis ed il bambino bravissimo ed adeguatissimo al ruolo, danno gli ultimi ritocchi a questo Horror Thriller d'elite. Scenografia a tratti da paura vera. Non si può non guardare.
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arwen88
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mercoledì 29 febbraio 2012
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meraviglioso e coinvolgente
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Questo film è bellissimo e il finale veramente inaspettato , nonostante uno sappia come finisce è sempre bello rivederlo .
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paolomiki
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domenica 5 febbraio 2012
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sorprendente
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Piace subito questo filmone che mette paura e incognite ad ogni fotogramma.Uno dei migliori thriller in circolazione.
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jayan
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lunedì 7 novembre 2011
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noir paranormale ben fatto e interpretato
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Ottimo film campione di incassi, con un finale inatteso e originale, da cui potrebbe aver tratto spunto un altro film venuto dopo, anche se con trama molto diversa, "The Others". Il regista riesce a creare ottime atmosfere plumbee e cariche di tensione. Bruce Willis interpreta egregiamente uno psicologo che aiuta un bambino, Haley Joel Osment (un grande attore nonostante l'età), che vede i fantasmi, persone morte recentemente o in un passato non tanto lontano e che continuano a vivere nei posti in cui hanno avuto esperienze traumatiche che li hanno portati alla morte. Dapprima il bambino ha paura di loro, poi, seguendo il consiglio dello psicologo, li ascolta e li aiuta, e in questo modo riesce a superare le sue paure e ad accettare la sua capacità paranormale di vedere e sentire ciò che gli altri non vedono e non sentono.
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Ottimo film campione di incassi, con un finale inatteso e originale, da cui potrebbe aver tratto spunto un altro film venuto dopo, anche se con trama molto diversa, "The Others". Il regista riesce a creare ottime atmosfere plumbee e cariche di tensione. Bruce Willis interpreta egregiamente uno psicologo che aiuta un bambino, Haley Joel Osment (un grande attore nonostante l'età), che vede i fantasmi, persone morte recentemente o in un passato non tanto lontano e che continuano a vivere nei posti in cui hanno avuto esperienze traumatiche che li hanno portati alla morte. Dapprima il bambino ha paura di loro, poi, seguendo il consiglio dello psicologo, li ascolta e li aiuta, e in questo modo riesce a superare le sue paure e ad accettare la sua capacità paranormale di vedere e sentire ciò che gli altri non vedono e non sentono. Interessante questa contiguità tra la vita terrena della nostra dimensione e l'altra dimensione, quella degli spiriti. M. Night Shyamalan dimostra il suo grande talento di regista di film oscuri, riesce a mantenere una suspense che inizia lenta e diviene sempre più forte e avvincente, tenendo lo spettatore legato alla visione del film, creando apprensione e angoscia. Credo sia ingiusto inserirlo nei film di orrore. Per me è un noir paranormale. Se ogni volta che si mette qualcosa di paranormale il film debba essere considerato horror, non credo sia una classificazione giusta. Recentemente è uscito il film di Clint Eastwood "Hereafter", in cui c'è il contatto con i defunti... e non è considerato horror!
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tiamaster
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mercoledì 28 settembre 2011
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badate a ogni dettaglio
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mentre guardate questo film badate a ogni singolo dettaglio...nulla è casuale.un film da subito coinvolgente il sesto senso è un film ricco di suspance e tensione con balzi sulla sedia frequenti.un film non molto originale ma molto bello,che vi terra incollati alla sedia grazie a una sceneggiatura trascinante.guardate il tavolo di bruce willis quando è al ristorante con la moglie.dico solo questo.
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giòòòòò
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mercoledì 23 marzo 2011
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non ne fanno più
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Mi ha sconvolto l'infanzia..ora per avere davvero Paura non si sà più dove guardare..al cinema solo spazzatura.
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giugy3000
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venerdì 28 gennaio 2011
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la morte ti fa...paura.
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Un capolavoro innovativo del genere fantastico-paranormale di norma o lo si ama o lo si odia a primo impatto. Nel mio caso una lettura a più livelli, da superficiali a sempre più profondi, ha scaturito in me un profondo amore per questa pellicola che scetticamente e sbadatamente all'inizio avevo reputato illogica e un tantino superba. Se tutt'oggi molti spettatori intravedono validi motivi per reputarlo un film di serie B penso che ve ne siano di altrettanti, se non superiori, per reputarlo una punta di diamante del sempre mal considerato genere del paranormale.
Uno psichiatra infantile di successo, con una bella moglie, celebra la sua onorata carriera in una sera d'autunno, ma nella stessa sera un suo ex paziente si vendica per averlo abbandonato nel suo percorso formativo contro i più temibili dei mali della mente: la paura.
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Un capolavoro innovativo del genere fantastico-paranormale di norma o lo si ama o lo si odia a primo impatto. Nel mio caso una lettura a più livelli, da superficiali a sempre più profondi, ha scaturito in me un profondo amore per questa pellicola che scetticamente e sbadatamente all'inizio avevo reputato illogica e un tantino superba. Se tutt'oggi molti spettatori intravedono validi motivi per reputarlo un film di serie B penso che ve ne siano di altrettanti, se non superiori, per reputarlo una punta di diamante del sempre mal considerato genere del paranormale.
Uno psichiatra infantile di successo, con una bella moglie, celebra la sua onorata carriera in una sera d'autunno, ma nella stessa sera un suo ex paziente si vendica per averlo abbandonato nel suo percorso formativo contro i più temibili dei mali della mente: la paura. Uno sparo lo colpisce e un anno dopo si ritrova, ovviamente preso dai sensi di colpa, ad aiutare un bambino di nove anni con i medesimi problemi del colpevole del suo incidente. Il ragazzino nasconde un temibile segreto, condiviso anche dal suo precedente paziente in tenera età: ha il Sesto senso, ovvero riesce a vedere e comunicare con gente morta che non sa di essere tale e senza preavviso gli si palesa dinnanzi giorno e notte. I due cominciano un percorso d'analisi, ma anche d'amicizia, di paure condivise, di ribellione contro la massa che li vede come due scemi, svelando alla fine una tragica verità.
Shayalaman, nella sua genialità più pura dopo un esordio forse non troppo felice con Unbreakable, ritorna in scena con Bruce Willis (un attore a mio avviso assai sopravvalutato) e ci confeziona una storia drammatica, soprendente, a tratti paurosa su tutto ciò che può generare la paura di un "dono" che quasi mai è veramente tale e che rischia sovente di condannarci ad un'esistenza tutt'altro che felice, di cui è difficile riconoscerne e farsi riconoscere per la propria unicità. Vedere la morte faccia a faccia, comunicare e vedere gente che ci prende come tramite per parlare con il mondo dei vivi, non è qui una passeggiata o una cosa di cui vantarsi, quanto un piede ciondolante sul baratro delle nostre paure più nascoste. Haley Joel Osment (il bambino protagonista, in questo film bravo come non mai) non chiede di essere aiutato a volere qualcosa, ma a non voler più avere paura. Ciò che conta è il potersi riconoscere normale nella propria a-normalità, in un lungo percorso di accettazione da parte non solo di se stesso ma dei altri, perchè non si può essere aiutati da nessuno se in primis non si è creduti. Credere è un atto fede, perchè lo psichiatra Malcolm nel film non vede e non sente le creature di cui parla il bambino, essendo lui stesso uno di loro ed ignorando la sua condizione. E' bellissima questa duplice strada di riconoscimento fra i personaggi, come se uno dicessi all'altro "Io aiuto te a capire chi sei e come fare a vivere una volta che avrai capito come accettarti con tutti i tuoi difetti e i tuoi pregi e tu aiuti me a capire perchè sono qui ad aiutarti a mia volta". Entrambi hanno paura,anche se di cose diverse ed entrambi non sono capaci in vita a parlare e afarsi ascoltare ai propri cari, perchè avvolti come in autismo di solitudine in cui è più semplice ignorare il problema piuttosto che esporsi ad inevitabili fraintendimenti o derisioni.
Sicuramente è da questa eccellente pellicola degli anni '90 che Eastwood ha tratto la sua ultima creazione Hereafter, non riuscendone però a cogliere i tratti più veri della storia fantastica, che qui eccezionalmente non è ovattata dalla pena e da uno struggente lieto fine ma al pari del The Others di Amènabar, ripercorre la linea sottile del divario fra due mondi, così vicini e così lontani al medesimo modo e nel medesimo tempo: i vivi e i morti. C'è chi impara le lezioni della vita solo quando è ormai nell'altro mondo e c'è chi ci riesce nel tempo terreno, aiutato da un "magico" dono. Non importa qui se il paranormale esista o meno, ciò che conta è che lo si impari ad amare e, cosapiù importante, a prendere sempre nel suo lato positivo: ascoltare chi è rimasto in bilico per le sue "faccende in sospeso" (per citare il celeberrimo Casper) e cambiarne prospettiva, per conviverci, un po' come si fa da sempre con l'idea di Dio e con i suoi (presunti) miracoli.
Il sesto senso rimane un film tutto da scoprire e da assaporare in tutta la sua semiotica e complessa interpretazione: dalla lampadina in soffitta che si accende all'inizio e che segnerà il passaggio dalla non-conoscenza alla conoscenza, fino al valore del silenzio e dell'amore conservatosi nel tempo per i nostri cari, che a volte ci sembra così irreale da mostrarci le cose come in realtà non saranno mai più.
Ci sono "angeli"mandati ad aiutarci in questa vita che devono, un po' ironicamente, scontare la loro pena con la legge del contrappasso dantesco?Beh, se da piccoli avevamo finito per appassionarci a Scrooge e ai suoi tre spiriti, perchè non farlo anche adesso davanti a questa storia?
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