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gabriele lugli
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venerdì 8 agosto 2025
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il "divin" grande lebowski
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Jeffrey Lebowski (Jeff Bridges) è un uomo di mezz'età che passa le sue giornate fumando, bevendo e giocando a bowling con i suoi compari Walter (John Goodman) e Donnie (steve Buscemi) quando, all'improvviso, due strozzini entrano in casa e gli "insozzano" il pavimento - che dava davvero un tono all'ambiente - a causa di un equivoco di omonimia tra lui e un milionario la cui moglie, una giovane ragazza, fa debiti a destra e a manca, coinvolgendo anche la malavita di Los Angeles.
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Jeffrey Lebowski (Jeff Bridges) è un uomo di mezz'età che passa le sue giornate fumando, bevendo e giocando a bowling con i suoi compari Walter (John Goodman) e Donnie (steve Buscemi) quando, all'improvviso, due strozzini entrano in casa e gli "insozzano" il pavimento - che dava davvero un tono all'ambiente - a causa di un equivoco di omonimia tra lui e un milionario la cui moglie, una giovane ragazza, fa debiti a destra e a manca, coinvolgendo anche la malavita di Los Angeles.
Il Drugo, così si fa chiamare il nostro "antieroe", si rivolge al milionario per il risarcimento del tappeto, ma senza volerlo viene coinvolto nel sequestro della moglie del "grande" Lebowski, che lo assume come corriere per consegnare il riscatto a chi ha rapito la giovane donna.
Seguono dunque delle strambe disavventure tra nichilisti, artiste che si esprimono nude, ninfomani, poliziotti corrotti e un veterano del Vietnam che funge da fedele, ma imbranato, compagno del Drugo, un eroe donchisciottiano le cui vicende si susseguono una dopo l'altra senza tregua come rotola il cespuglio non appena si apre il film e che ci accompagnano in una sottile e pungente rappresententazione, non priva di una certa malinconia, della Los Angeles folle e variegata, con tutte le sue contraddizioni.
Se c'è una cosa che impariamo dal Drugo è che accontentarsi di come vanno le cose a volte può essere la scelta più giusta, senza cercare assolutamente di migliorarle. Quando si tratta della vita - o la dannata commedia umana, che si perpetua di generazione in generazione - se sei l'uomo sbagliato nel momento sbagliato (vedi Donnie, che senza essere mai coinvolto in alcun fatto, è l'unico che muore in quello che sembra un crudele realismo) non si vince mai, ma che se si sa essersi pazienti, prima o poi le cose miglioreranno. In un finale che, filosoficamente, mi ricorda vagamente il Candido di Voltaire (entrambi sembrano avere come morale l'idea di apprezzare la semplicità), si conclude una montagna russa piena di battute esilaranti e dialoghi scritti in modo impeccabile con personaggi eccentrici e paradossalmente saggi.
Il "divin" grande Lebowski è senza dubbio uno tra i più grandi capolavori dei Coen, un’opera surreale con ironia amara e spirito tragicomico e una pellicola magistrale del cinema americano.
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giancarlo.rizzo
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sabato 7 giugno 2025
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grandissima minchiata
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Finalmente guardo, a ventotto anni dall'uscita, questo film cult, mitico, leggendario. Mi era capitato di vedere spezzoni isolati che non mi avevano mai spinto a guardarlo tutto intero, oggi finalmente l'ho fatto.
Ebbene, una stella indica un film "decisamente mediocre"; questo è meno che mediocre, è un film stupido, idiota, inutile, una specie di commedia con personaggi e situazioni insopportabili per la loro stupidaggine. Ho resistito fino a tre quarti di film, ma avrei spento già dopo venti minuti. Mi dispiace vedere dei bravi attori impegnarsi in quest'opera sicuramente frutto di stupefacenti tagliati male o di abuso di alcol.
I fratelli Cohen funzionano bene in coppia, Joel Cohen da solo farebbe meglio a dedicarsi ad altro.
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eugen
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domenica 3 novembre 2024
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demenziale, straordinaria eredita''del teatro dell''
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Demenziale, straordinaria eredita'del meglio del Witz ebtraico, ma anche del teatro dell'assurdo(tra Arrabal e "En attendant Godot" di Beckett, potremmo dire)"The Big Lebowski"di Ethan e Joel Coen(1998)rimane un capolavoro, mettendo alla berlina fanatiic, intollletanti, "fascisti"(uso il lemma polisemicamente)di ogni sorta, dove i"nichilisiti"sono intolleranti come anche gli anticnihisti etc. Se dee tambien poner mucha atencion a la capacida de usar el "idioma"metafilmico/(y de alguna manera"metateatral")para relativisar la historia contada en la pelicula. Es verdaderamente una antologia del espiritu gringo en su perjor forma, donde el mismo Lebowsky /hippy tipico, aragan, sin mucha idealidad y "bloqueado"en su vida anterior, si se quiere)es de toda manera mejor que los otros/las otras (co).
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Demenziale, straordinaria eredita'del meglio del Witz ebtraico, ma anche del teatro dell'assurdo(tra Arrabal e "En attendant Godot" di Beckett, potremmo dire)"The Big Lebowski"di Ethan e Joel Coen(1998)rimane un capolavoro, mettendo alla berlina fanatiic, intollletanti, "fascisti"(uso il lemma polisemicamente)di ogni sorta, dove i"nichilisiti"sono intolleranti come anche gli anticnihisti etc. Se dee tambien poner mucha atencion a la capacida de usar el "idioma"metafilmico/(y de alguna manera"metateatral")para relativisar la historia contada en la pelicula. Es verdaderamente una antologia del espiritu gringo en su perjor forma, donde el mismo Lebowsky /hippy tipico, aragan, sin mucha idealidad y "bloqueado"en su vida anterior, si se quiere)es de toda manera mejor que los otros/las otras (co).-protagonistas de la pelicula, Extraordinario Jeff Bridges, mur buenos interpretes John Goodman, Steve Buscmei, Julienne Moore, JOhn Turturrro y Philip Seymour Hoffman. Se dee tambien poner mucha atencion al uso de la musica o mejor dicho de"las musicas".... Eugen
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steffa
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venerdì 26 maggio 2023
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stile di vita
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Il grande Lebowski è un vero e proprio manifesto di uno stile di vita, un pura vida ad oltranza a livelli quasi religiosi, credo che sia l'unico messaggio del film
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figliounico
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domenica 9 aprile 2023
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liberatorio
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Un cult movie immortale, visionario, divertente, ironico, sarcastico, da incorniciare nella propria memoria come uno squarcio aperto nella tela della normalità dall’assurdo folle personaggio di Drugo-Bridges, che si muove libero in volute psichedeliche asimmetriche a disegnare un cerchio di fumo di marijuana, un tondo perfetto come una palla di bowling. Perdita del senso comune, messo alla berlina incarnato dal grosso Sobchak-Goodman veterano nostalgico, impacciato autoritario infantile, e riappropriazione dello spazio scenico reinventato attraverso collocazioni fantasy dei personaggi, sopra Los Angeles in un volo onirico all’inseguimento di un tappeto magico o dentro la sfera che rotola scivolando verso i birilli.
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Un cult movie immortale, visionario, divertente, ironico, sarcastico, da incorniciare nella propria memoria come uno squarcio aperto nella tela della normalità dall’assurdo folle personaggio di Drugo-Bridges, che si muove libero in volute psichedeliche asimmetriche a disegnare un cerchio di fumo di marijuana, un tondo perfetto come una palla di bowling. Perdita del senso comune, messo alla berlina incarnato dal grosso Sobchak-Goodman veterano nostalgico, impacciato autoritario infantile, e riappropriazione dello spazio scenico reinventato attraverso collocazioni fantasy dei personaggi, sopra Los Angeles in un volo onirico all’inseguimento di un tappeto magico o dentro la sfera che rotola scivolando verso i birilli. Il mondo visto da prospettive inusuali e fantastiche che rendono ridicola e per contrappasso maniacale, o demente come Donny-Buscemi, la realtà, compresa la guerra in Iraq con le macchiette oscene di Saddam e Bush, il danaro del riscatto scambiato con un mucchio di mutande sporche, il ricco paraplegico truffatore, il pornografo opportunista, l’artista d’avanguardia che imbratta le tele lanciandosi dall’alto in un volo d’uccello sopra le tele, la ricca ereditiera che vuole farsi ingravidare Julianne Moore. Fratelli Coen in stato di grazia. Cast stellare. Film rivisto dopo venticinque anni con lo stesso effetto liberatorio.
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fabio 3121
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lunedì 5 aprile 2021
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si ride con il duo jeff bridges e john goodman
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il film è ambientato a Los Angeles e ha come assoluti protagonisti il duo Jeff Bridges (Jeffrey Lewbosky detto il Drugo) e John Goodman (Walter) che insieme al loro amico Donny passano le serate e a giocare a bowling. A causa della omonimia con il ricco Jeffrey Lewbosky, gli scagnozzi di Jackie Treehorn (Ben Gazzarra), produttore di film per adulti, fanno irruzione nella casa del Drugo e pisciano sul suo tappeto chiedendogli i soldi che la giovane Bunny - moglie del magnate e attricetta di film porno - deve a Treehorn. A quel punto il Drugo si rivolge al vero Lewbosky dal quale riceverà l'incarico di pagare il riscatto per il presunto rapimento di Bunny. Da qui nascono tutta una serie di situazioni grottesche del tutto spassose e divertenti.
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il film è ambientato a Los Angeles e ha come assoluti protagonisti il duo Jeff Bridges (Jeffrey Lewbosky detto il Drugo) e John Goodman (Walter) che insieme al loro amico Donny passano le serate e a giocare a bowling. A causa della omonimia con il ricco Jeffrey Lewbosky, gli scagnozzi di Jackie Treehorn (Ben Gazzarra), produttore di film per adulti, fanno irruzione nella casa del Drugo e pisciano sul suo tappeto chiedendogli i soldi che la giovane Bunny - moglie del magnate e attricetta di film porno - deve a Treehorn. A quel punto il Drugo si rivolge al vero Lewbosky dal quale riceverà l'incarico di pagare il riscatto per il presunto rapimento di Bunny. Da qui nascono tutta una serie di situazioni grottesche del tutto spassose e divertenti. Il pezzo forte della pellicola sta nella sceneggiatura originale dei fratelli Coen dove i continui dialoghi al vetriolo pieni zeppe di parolacce - a cui lo spettatore ad un certo punto non fa più caso - danno un gran ritmo alla commedia. Altro motivo che ha reso questo film un cult sono i personaggi della storia: Drugo, disoccupato e bevitore di cocktail White Russian, Walter, reduce del Vietnam, Mode Lewbosky (Julianne Moore) pittrice estravagante, Jesus Quintana (John Turturro) giocatore di boowling latino/americano, Brandt (P.S. Hoffman) segretario del ricco Lewbosky. Le incredibili e azzeccatissime interpretazioni e caratterizzazioni di Jeff Bridges e John Goodman valgono da sole la visione di questo film dove si ride per quasi tutta la sua durata. Voto: 8/10.
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marcloud
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venerdì 1 gennaio 2021
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capolavoro dei coen
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Elogio alla leggerezza e alla accettazione della vita per quello che è, di generazione in generazione. Capolavoro dei fratelli Coen, con una stupenda colonna sonora e pieno di momenti esilaranti. Da vedere assolutamente.
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marcobrenni
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venerdì 19 luglio 2019
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lebowski sopravvalutato ma a tratti divertente
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Non condivido affatto tutti gli osannamenti per questo film molto, troppo Yankee in senso solo negativo. Ho l'impressione che i fratelli Cohen qui hanno voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa contro gli USA del regno Bush. La storia appare disordinata-raffazzonata, ove si esaltano fannulloni, perdigiorno, criminali, drogati, grandi bevitori e anche delinquenti-criminali. Inutile riassumere il contenuto (se c'è) già esposto o immaginato da altri. I personaggi sono caricaturali sia pure con ottimi interpreti, va ammesso: però non dicono nulla di positivo; c'è solo del nichilismo sbocacciato a 360 gradi che dura quasi due ore. Di recente l'ho visto nella versione originale inglese, ma il linguaggio estremamente rozzo-volgare (!) alla fine mette addirittura nausea.
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Non condivido affatto tutti gli osannamenti per questo film molto, troppo Yankee in senso solo negativo. Ho l'impressione che i fratelli Cohen qui hanno voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa contro gli USA del regno Bush. La storia appare disordinata-raffazzonata, ove si esaltano fannulloni, perdigiorno, criminali, drogati, grandi bevitori e anche delinquenti-criminali. Inutile riassumere il contenuto (se c'è) già esposto o immaginato da altri. I personaggi sono caricaturali sia pure con ottimi interpreti, va ammesso: però non dicono nulla di positivo; c'è solo del nichilismo sbocacciato a 360 gradi che dura quasi due ore. Di recente l'ho visto nella versione originale inglese, ma il linguaggio estremamente rozzo-volgare (!) alla fine mette addirittura nausea. Su cinque parole, almeno tre contengono l'onnipresente "F..." . I dialoghi, se così si possono chiamare, sono di un'elementarità disarmante, pure noiosa-ripetitiva. Qualche merito va solo alla sceneggiatura a volte di pregio, ma sono rari momenti. Mal si comprende perciò l'entusiasmo gregario della critica ufficiale, andato in crescendo solo negli anni, perché al suo esordio il film fu valutato per quel che effettivamente vale, cioè: non molto. Insomma: premi a go-go, ma perché? Azzardo delle ipotesi. Primo: il nome prestigioso dei fratelli Cohen, ma va anche ricordato che non tutte le ciambelle riescono col buco. Secondo: un sottostante motivo politico, cioè il sarcasmo contro gli USA repubblicani dell'era Bush (e accoliti), ritenuto un tipico pistolero Yankee-guerrafondaio. Terzo: l' indubbio piacere della "trasgressione" che è sempre pagante, anche se i conati di volgarità sono ormai cosa logora-scontata nel mondo del cinema postmoderno. Quarto: l' ammirazione per certi tizi dal look macho-selvaggio-criminale, a cui fa da contrasto il trasandato Lebowski, macho trasandato pure lui ma solo nell'aspetto, perché disarmante nella sua beata pigrizia del tutto imbelle. Quinto: si mette in risalto la pretesa nullità di certo ceto medio-basso primatista bianco USA, quello che vota repubblicano, che si riempie la pancia di alcol, patatine e hamburger e che ha la zucca sempre vuota; anzi: è un acefalo nel senso letterale del termine perché non produce mai nulla di sensato, quanto meno di costruttivo. Un film prossimo al nichilismo radicale che per contrasto può anche piacere, in quanto e ci rivaluta noi tutti quanti...non-Yankee.
Marco Brenni
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venerdì 5 ottobre 2018
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buon film
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Un buon film ma niente di più
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biso 93
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giovedì 8 settembre 2016
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un vero cult
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Parlando dei fratelli Coen e discorrendo del loro cinema particolare e terribilmente affascinante, non si puo' non citare il loro punto piu' alto in fatto di commedia, anche se quest' ultimo potrebbe essere un termine non appropriato per descrivere "IL GRANDE LEBOWSKI". Leggerezza e divertimento sono le caratteristiche essenziali di questo film, grazie alla presenza di personaggi fantastici, sceneggiati e caratterizzati in modo geniale. Un hippie, uno "sbandato" di turno si trova invischiato assurdamente in una sorta di giallo alla Chandler, da cui gli stessi autori hanno dichiarato di essersi ispirati. Dietro a tutto questo fumo e questa storia apparentemente senza senso, si cela davvero una grande profondita' di contesto e sottotesto, dalla politica alla filosofia passando per la guerra.
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Parlando dei fratelli Coen e discorrendo del loro cinema particolare e terribilmente affascinante, non si puo' non citare il loro punto piu' alto in fatto di commedia, anche se quest' ultimo potrebbe essere un termine non appropriato per descrivere "IL GRANDE LEBOWSKI". Leggerezza e divertimento sono le caratteristiche essenziali di questo film, grazie alla presenza di personaggi fantastici, sceneggiati e caratterizzati in modo geniale. Un hippie, uno "sbandato" di turno si trova invischiato assurdamente in una sorta di giallo alla Chandler, da cui gli stessi autori hanno dichiarato di essersi ispirati. Dietro a tutto questo fumo e questa storia apparentemente senza senso, si cela davvero una grande profondita' di contesto e sottotesto, dalla politica alla filosofia passando per la guerra. I Coen mantengono la loro ideologia nichilista che traspare spesso nei loro film e danno vita al loro secondo capolavoro assoluto insieme a " no country for old man". Il grande lebowski mostra un equilibrio praticamente perfetto tra banalita' e serieta', fra non sense e grande riflessione, fra grande risata e tristezza. Un grande cinema davvero, un livello di commedia difficilmente raggiungibile e di fatto con Burn After Riding non ci riusciranno a replicare il successo circa 10 anni a venire. Musiche, sceneggiatura, regia e recitazione da manuale tra i quali spicca la leggendaria interpretazione del ''Dude" di Jeff Bridges. Consigliatissimo!!
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