giakigiaki
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venerdì 28 dicembre 2007
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woody non si smentisce
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tragicomico alla woody, il ritmo è il solito, ed è per questo che è favoloso
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greanagio
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martedì 4 dicembre 2007
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l'amore tra canali di venezia e valzer sulla senna
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Non si può parlare di declino quando si tratta di Woody Allen, sopratutto se per declino si intende un piccolo gioiello di regia come Tutti dicono I love you, certo non è Manhattan o Io e Annie, ma non si può certo dire di trovarsi di fronte all'inizio della fine. Tutti dicono I love you è una splendida commedia che riesce a far innamorare anche se la narrazione è puntualmente interrotta dalle canzoni cantate dagli attori. In ogni caso, anche la colonna sonora è fantastica, capace di far tornare all'amore coloro che ne sono rimasti delusi. Le situazioni comiche e farsesche riescono a rendere buffa una trama all'apparenza superficiale, ma in realtà tanto complessa e magistralmente resa dal grande regista che riesce ad aggiungere un tocco di magica ironia anche nelle situazioni meno allegre o nei film erroneamente considerati minori.
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Non si può parlare di declino quando si tratta di Woody Allen, sopratutto se per declino si intende un piccolo gioiello di regia come Tutti dicono I love you, certo non è Manhattan o Io e Annie, ma non si può certo dire di trovarsi di fronte all'inizio della fine. Tutti dicono I love you è una splendida commedia che riesce a far innamorare anche se la narrazione è puntualmente interrotta dalle canzoni cantate dagli attori. In ogni caso, anche la colonna sonora è fantastica, capace di far tornare all'amore coloro che ne sono rimasti delusi. Le situazioni comiche e farsesche riescono a rendere buffa una trama all'apparenza superficiale, ma in realtà tanto complessa e magistralmente resa dal grande regista che riesce ad aggiungere un tocco di magica ironia anche nelle situazioni meno allegre o nei film erroneamente considerati minori. Tutti dicono I love you è una sorta di album di famiglia vivente, sempre pronto a ricordarci di come l'amore e il dolore siano sempre accompagnati da quel pizzico di assurdità che la vita ci regala.
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francesco
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giovedì 26 ottobre 2006
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il tramonto di woody
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Utile per comprendere l'idea che gli yankee hanno di Venezia - un posto dove si puo' fare footing come a Central Park - questo film segna forse il tramonto dell'impero di Woody Allen. Che infatti, in seguito, azzecca solo il viscerale 'Harry a pezzi'. Certo, c'e' l'intero repertorio del genio di Brooklyn - i giochi d'amore e il culto per un cinema che non c'e' piu', la malattia e la morte, l'ironia per (illudersi di) farsi beffe di entrambe, la psicanalisi e l'alta borghesia newyorkese - ma quasi tutto ha il sapore di un bicchiere d'acqua sgasata e tiepida se paragonato al Woody di qualche anno prima. Chi per anni si è abbeverato, per esempio, ai dialoghi del miglior Allen, restera' assetato.
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Utile per comprendere l'idea che gli yankee hanno di Venezia - un posto dove si puo' fare footing come a Central Park - questo film segna forse il tramonto dell'impero di Woody Allen. Che infatti, in seguito, azzecca solo il viscerale 'Harry a pezzi'. Certo, c'e' l'intero repertorio del genio di Brooklyn - i giochi d'amore e il culto per un cinema che non c'e' piu', la malattia e la morte, l'ironia per (illudersi di) farsi beffe di entrambe, la psicanalisi e l'alta borghesia newyorkese - ma quasi tutto ha il sapore di un bicchiere d'acqua sgasata e tiepida se paragonato al Woody di qualche anno prima. Chi per anni si è abbeverato, per esempio, ai dialoghi del miglior Allen, restera' assetato. Si salvano i numeri musicali (l'ospedale, il funerale, il finale), incuriosisce la galleria di volti noti del cinema americano, stimolano (vabbè...) le autocitazioni (la paziente della psicanalista spiata come nel notevole 'Un'altra donna') ma per il resto si vola bassino. Si', al cinema 'basta crederci'. Ma 'far credere' e' un'arte che richiede ispirazione. Qui rimasta in gran parte sulla carta. Terrificante il doppiaggio del gondoliere innamorato della ragazza-narratrice. Julia Roberts sembra un'attrice: che ricordi c'e' riuscito solo Soderbergh in 'Erin Brockovich'.
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