clarice29
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martedì 27 ottobre 2009
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bello e crudele
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"Essere il coltello e assieme la ferita". Frase chiave del film di Stephen Frears - lo amo molto, sarò obiettiva? - che afferra il libro di Stevenson, lo scuote e lo rivolta . Lei, una Julia Roberts che finalmente senza trucco e lustrini dà un'ottima prova di attrice, testimone inconsapevole di uno spericolato esperimento scientifico. Attonita ammiratrice dell'elegante Jekyll, amante quasi rassegnata del torbido Hyde. Come - ahimè - molte donne, chiude volutamente gli occhi di fronte alle tracce evidenti che portano alla soluzione dell'enigma maschile: vede e non vuol guardare, ascolta e non vuol sentire. Fino all'inevitabile verità, bisturi di una ferita a lungo rimandata.
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"Essere il coltello e assieme la ferita". Frase chiave del film di Stephen Frears - lo amo molto, sarò obiettiva? - che afferra il libro di Stevenson, lo scuote e lo rivolta . Lei, una Julia Roberts che finalmente senza trucco e lustrini dà un'ottima prova di attrice, testimone inconsapevole di uno spericolato esperimento scientifico. Attonita ammiratrice dell'elegante Jekyll, amante quasi rassegnata del torbido Hyde. Come - ahimè - molte donne, chiude volutamente gli occhi di fronte alle tracce evidenti che portano alla soluzione dell'enigma maschile: vede e non vuol guardare, ascolta e non vuol sentire. Fino all'inevitabile verità, bisturi di una ferita a lungo rimandata. L'inquadratura conclusiva, con Jekyll che trova la pace liberatoria morendo tra le braccia di Mary, ha quasi un rimando estetico con la Pietà michelangiolesca. Lui che si è fatto progressivamente fragile, lei forte e protettiva nell'ombra. Niente è mai come sembra.
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iva
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giovedì 16 marzo 2006
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lato oscuro
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Questo è uno di quei film che volentieri rivedo, non solo per la trama e l'ottima recita dei personaggi, ma per l'incredinile tensione presente dalla prima all'ultima scena tra tutti i personaggi, dove ogni parola ed ogni gesto vengo pesati. Mary pur essendo una semplice serva e pur sapendo di non poter esprimere le proprie opinioni, in presenza del padrone di casa questi vincoli cadono, in parte incoraggiata dallo stesso dottore, in parte perchè inconsciamente inizia a capire che l'affetto che prova nei suoi confroni aumenta e con esso la sua libertà di espressione. é decisamente l'interpretazione migliore della Roberts.
Paradossalmente, la frase che rivela la "vincita" dell'amore su ogni oscurità è il momento in cui Mr.
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Questo è uno di quei film che volentieri rivedo, non solo per la trama e l'ottima recita dei personaggi, ma per l'incredinile tensione presente dalla prima all'ultima scena tra tutti i personaggi, dove ogni parola ed ogni gesto vengo pesati. Mary pur essendo una semplice serva e pur sapendo di non poter esprimere le proprie opinioni, in presenza del padrone di casa questi vincoli cadono, in parte incoraggiata dallo stesso dottore, in parte perchè inconsciamente inizia a capire che l'affetto che prova nei suoi confroni aumenta e con esso la sua libertà di espressione. é decisamente l'interpretazione migliore della Roberts.
Paradossalmente, la frase che rivela la "vincita" dell'amore su ogni oscurità è il momento in cui Mr.Hyde le dice di aver sempre saputo che ella sarebbe stata la loro rovina...
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[+] imperdibile:letteratura filmata,splendio malkovich
(di ciukki)
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loraxy
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martedì 18 aprile 2006
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un film inquietante
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Nella prima scena scorgiamo il delicato viso avorio, i lunghi capelli raccolti rossi, l’aspetto emaciato e la delicatezza di Mary Reilly , quando già assistiamo alle prime avvisaglie del contrasto che domina questo film: la candida Mary trova sotto il materasso del letto, nella camera che sta riordinando, un fazzoletto bianco imbevuto di sangue, con su scritte le iniziali H. J. Mary è una ragazza estremamente semplice, virtuosa e rispettosa, riconoscente di quel poco che la vita le ha dato. Presta servizio presso la casa signorile del dottor Henry Jekyll (John Malkovich), subendo le prepotenze del duro e inflessibile maggiordomo Mr. Poole, ma svolge il suo duro lavoro con devozione, senza dimostrare insofferenza o insoddisfazione.
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Nella prima scena scorgiamo il delicato viso avorio, i lunghi capelli raccolti rossi, l’aspetto emaciato e la delicatezza di Mary Reilly , quando già assistiamo alle prime avvisaglie del contrasto che domina questo film: la candida Mary trova sotto il materasso del letto, nella camera che sta riordinando, un fazzoletto bianco imbevuto di sangue, con su scritte le iniziali H. J. Mary è una ragazza estremamente semplice, virtuosa e rispettosa, riconoscente di quel poco che la vita le ha dato. Presta servizio presso la casa signorile del dottor Henry Jekyll (John Malkovich), subendo le prepotenze del duro e inflessibile maggiordomo Mr. Poole, ma svolge il suo duro lavoro con devozione, senza dimostrare insofferenza o insoddisfazione. Ha il dono della spontaneità ed è l’unica che, grazie alla sua scaltrezza, riesce ad esprimere i propri pensieri più sinceri al dottor Jekyll, senza peccare comunque di insolenza, e ciò le permette di intrattenere con lui insolite conversazioni, che ingenerano sconcerto ed invidia tra il resto della servitù. I loro dialoghi sono incantevoli, e un carismatico John Malkovich entra perfettamente nei panni di un elegante e signorile dottor Jekyll, che si esprime con parole suadenti e modi leziosi, ad emblema del tipico gentile signore dell’Inghilterra Vittoriana. Ed emerge fin dall’inizio come la candida Mary stimi e adori tanto il dottor Jekyll, che a sua volta dimostra una singolare disponibilità ed una lodevole ammirazione per la cameriera; proprio lui, che inquieta tutti, salvo Mary, per via delle sue strane abitudini e del suo estenuante impegno con la scienza, che lo tiene rinchiuso nel suo oscuro laboratorio per notti intere. In sintonia con l’atteggiamento del dottor Jekyll, la grande casa è avvolta da una lugubre ed inquietante atmosfera, nella quale l’innocente e candida Mery porta un bagliore di freschezza; tinte scure dominano le sequenze e le scene girate all’esterno sono avvolte in una leggera nebbia. Ed ecco apparire la figura dell’assistente del dottor Jekyll, Mr Edward Hide (John Malkovich), una presenza che all’inizio aleggia nella villa e non si lascia intravedere; si conosce soltanto la sua abitudine di utilizzare l’entrata principale per uscire (magari nella notte), ma non per entrare. Quando questa entità prende forma appare un giovane intrigante dalle tinte oscure, florido nell’aspetto e profondo nello sguardo; è un uomo tenebroso, sagace e spesso sfrontato, villano nei modi, che quando si imbatte nella dolce Mary Reilly non ha remore nel mostrarle il suo divampante e vorace ardore e non esita ad esprimerle il suo voluttuoso desiderio carnale.
Il mistero avvolge le vicende della villa e persino la trasparente personalità di Mary appare a tratti contrastata, poiché senza sapersi spiegare il perché, si trova a desiderare e a voler difendere il meschino Hide.
La vicenda trasfigura una inquietante lotta tra due poli, tra il Bene ed il Male, come d’altronde testimonia la duplice e opposta personalità di Dr Jeckyll e Mr. Hide. Alla bontà, al candore e alla gentilezza si contrappongono la malvagità, il desiderio meramente carnale, la brama di vivere con voracità la vita. Si potrebbe cogliere un messaggio che dimostra come il bene possa domare il male, come il perdono di occhi velati dall’amore riesca a trascendere le più efferate azioni, ma anche come l’amore possa essere malato, contagiato dall’ossessione, da un desiderio insaziabile.
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valequeen
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lunedì 17 giugno 2013
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essere insieme la lama che ferisce e la ferita
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La storia di Dottor Jekyll e Mister Hyde la conosciamo tutti. Inutili allora tutti i commenti sul fatto che questo film non aggiunga nulla alla storia se non la piccola cameriera Mary.
Il punto è proprio questo: questo film NON pretende di riscrivere il romanzo di Stevenson, ma soltanto di guardare la vicenda attraverso gli occhi di una ragazza inquieta e silenziosa, che nulla sa della luce ma tutto conosce dell'oscurità.
E allora sì, Dottor Jekyll e Mister Hyde sono la stessa persona, lo sappiamo. Forse sappiamo anche che ognuno di noi è contemporaneamente Henry Jekyll ed Edward Hyde, così come lo è la stessa Mary, innamorata, in fondo, di entrambi senza sapere nemmeno il perchè.
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La storia di Dottor Jekyll e Mister Hyde la conosciamo tutti. Inutili allora tutti i commenti sul fatto che questo film non aggiunga nulla alla storia se non la piccola cameriera Mary.
Il punto è proprio questo: questo film NON pretende di riscrivere il romanzo di Stevenson, ma soltanto di guardare la vicenda attraverso gli occhi di una ragazza inquieta e silenziosa, che nulla sa della luce ma tutto conosce dell'oscurità.
E allora sì, Dottor Jekyll e Mister Hyde sono la stessa persona, lo sappiamo. Forse sappiamo anche che ognuno di noi è contemporaneamente Henry Jekyll ed Edward Hyde, così come lo è la stessa Mary, innamorata, in fondo, di entrambi senza sapere nemmeno il perchè.
Ma, secondo me, questa pellicola qualcosa di nuovo lo introduce: da questa film emerge un concetto di amore altissimo, quello per cui esso non corrisponde al possesso dell'altro. Tanto Jekyll quanto Hyde, ognuno a modo suo, cercano di avere Mary, attraverso la violenza, attraverso le buone maniere, attraverso le domande sul passato, ma sono entrambi costretti a rendersi conto che volere a tutti i costi impossessarsi dell'altro non conduce alla tanto agognata felicità.
E dunque, se non si accetta questa realtà delle cose, l'inevitabile finale è quello che tutti conosciamo.
E' questo che, pur nella staticità e nella nebbia che lo avvolgono, mi ha fatto tanto amare questo film: mi ha dato da pensare.
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