laurence316
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venerdì 1 agosto 2014
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fantascienza e animazione: il capolavoro di oshii
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Quando si parla di Ghost in the Shell ci si riferisce ad uno dei pilastri dell'animazione mondiale, ma anche di una pellicola di riconosciuta e incontestabile influenza nel panorama fantascientifico internazionale, una nuova e pessimista visione del mondo da cui moltissimi prenderanno ispirazione in seguito, a partire dei Fratelli Wachowski di Matrix, per non citare Cameron, Spielberg, Whedon e tanti altri. E quando si parla di Mamoru Oshii si parla di uno dei più importanti registi del genere, un vero maestro che al pari di Otomo e Miyazaki ha contribuito allo sdoganamento dell'animazione nipponica agli occhi del pubblico occidentale. E' un film di grandissima ricchezza figurativa e grafica, all'epoca la più efficace miscela di animazione tradizionale e computer-graphics, con scene di enorme impatto visivo, iperrealistiche e complesse, ottenute grazie a mesi e mesi di duro lavoro.
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Quando si parla di Ghost in the Shell ci si riferisce ad uno dei pilastri dell'animazione mondiale, ma anche di una pellicola di riconosciuta e incontestabile influenza nel panorama fantascientifico internazionale, una nuova e pessimista visione del mondo da cui moltissimi prenderanno ispirazione in seguito, a partire dei Fratelli Wachowski di Matrix, per non citare Cameron, Spielberg, Whedon e tanti altri. E quando si parla di Mamoru Oshii si parla di uno dei più importanti registi del genere, un vero maestro che al pari di Otomo e Miyazaki ha contribuito allo sdoganamento dell'animazione nipponica agli occhi del pubblico occidentale. E' un film di grandissima ricchezza figurativa e grafica, all'epoca la più efficace miscela di animazione tradizionale e computer-graphics, con scene di enorme impatto visivo, iperrealistiche e complesse, ottenute grazie a mesi e mesi di duro lavoro. Se poi si passa sul piano della trama è anch'essa di un'affascinante complessità, disconnessa, in cui emergono due temi principali: dov'è finita la differenza fra un uomo e una macchina in un mondo quasi completamente cybernetico? e soprattutto l'identità di genere, ovvero cosa distingue un robot da un altro, c'è qualcosa che gli rende unici e originali come ogni essere umano? E' possibile che abbiano un'anima? Insomma, alterna pause riflessive di intensi passaggi filosofici a sprazzi improvvisi di violenza, realtà e realtà virtuale in un inestricabile mosaico di citazioni e riferimenti, cinematografici quanto letterari, di fatto dando un'impronta decisamente personale rispetto al manga dal quale deriva di Masamune Shirow. In quanto è più lento e introspettivo, d'atmosfera, con evidenti rimandi a Blade Runner e alla letteratura di genere, cui da molto la colonna sonora di Kenji Kawai e in particolare l'evocativo tema musicale che si può ascolare in diverse occasioni, un'avvolgente composizione corale, abile fusione di armonie bulgare e tradizionali giapponesi, veramente di grande impatto. Il tutto conferisce al film un inimitabile stile visivo e sonoro, straniante agli occhi di un occidentale ma al contempo affascinante e attraente, interessante. Production I.G che cura l'animazione del film grazie al medesimo otterrà sempre maggior fama, collaborando con altri numerosi celebri studi d'animazione giapponesi, come lo Studio Ghibli, Gainax (Neon Genesis Evangelion), Sunrise ecc., tanto da essere chiamato anche a realizzare la sequenza animata all'interno di Kill Bill Vol.1, di Quentin Tarantino. Un film assolutamente imprescindibile per ogni appasionate dell'animazione giapponese ma consigliato anche a un qualsiasi spettatore attento e che lo guardi senza pregiudizi e immaginandolo non come un banale "cartone animato", ma come un'opera complessa e sofisticata. Da vedere.
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secundo
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mercoledì 5 giugno 2013
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anima virtuale
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In futuro saremo tutti connessi alla rete tramite impianti cibernetici nel nostro cervello. Molti saranno i benefici, ma cosa accadrebbe se qualcuno usasse questa rete per violare le nostre menti come si fa con un computer? E' questa la minaccia che la bella cyber-agente Motoko Kusanagi si troverà a dover affrontare. La storia raccontata in questo film d'animazione di Mamoru Oshii è complessa, ma pian piano che ci si avvicina alla fine tutto comincia ad acquistare significato. O meglio, quasi tutto. Vi è infatti la sensazione che il film sarebbe dovuto durare più di 83 minuti, così da sviluppare meglio la già affascinante trama e approfondire alcuni aspetti solo leggermente accennati, come lo stato d'animo della protagonista.
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In futuro saremo tutti connessi alla rete tramite impianti cibernetici nel nostro cervello. Molti saranno i benefici, ma cosa accadrebbe se qualcuno usasse questa rete per violare le nostre menti come si fa con un computer? E' questa la minaccia che la bella cyber-agente Motoko Kusanagi si troverà a dover affrontare. La storia raccontata in questo film d'animazione di Mamoru Oshii è complessa, ma pian piano che ci si avvicina alla fine tutto comincia ad acquistare significato. O meglio, quasi tutto. Vi è infatti la sensazione che il film sarebbe dovuto durare più di 83 minuti, così da sviluppare meglio la già affascinante trama e approfondire alcuni aspetti solo leggermente accennati, come lo stato d'animo della protagonista. Per quanto riguarda l'animazione, siamo su livelli eccellenti: disegni stupendi, colori azzeccatissimi e animazioni fluidissime. Anche le musiche sono eccezionali, mentre il doppiaggio in italiano ha alti e bassi: le performance recitative dei doppiatori sono molto buone, ma le parole sono spesso fuori sincrono con il labiale dei personaggi. Un film bello e ricco d'atmosfera, dunque, ma che non sviluppa tutti gli spunti narrativi al meglio.
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stenoir
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venerdì 5 marzo 2021
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pietra miliare della fantascienza d''animazione
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Film d’animazione fantascientifico, debitore di Blade Runner [1982] (e quale opera di fantascienza, almeno in parte, prodotta successivamente non lo è?) e precursore di Matrix [1999] (i fratelli, al tempo ancora uomini, Wachowski, hanno preso chiaramente spunto per la “grafica” -e non solo quella- da Ghost In The Shell). A Tokyo, nel 2029 (stesso anno in cui inizia a dipanarsi la trama di un altro cult di questo genere, Terminator), la tecnologia, l’informatica e la robotica hanno raggiunto un livello tale, che solamente qualche decennio prima, sarebbe stato impensabile. In mezzo agli esseri umani, i quali continuano ad essere la maggioranza della popolazione, vi sono i cyborg, entità che hanno subìto protesi e innesti robotici, ma nell’aspetto fisico sono in tutto e per tutto uguali a persone qualunque, dotati però di capacità di apprendimento fuori dall’ordinario e con la possibilità di connettersi/interagire tra loro.
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Film d’animazione fantascientifico, debitore di Blade Runner [1982] (e quale opera di fantascienza, almeno in parte, prodotta successivamente non lo è?) e precursore di Matrix [1999] (i fratelli, al tempo ancora uomini, Wachowski, hanno preso chiaramente spunto per la “grafica” -e non solo quella- da Ghost In The Shell). A Tokyo, nel 2029 (stesso anno in cui inizia a dipanarsi la trama di un altro cult di questo genere, Terminator), la tecnologia, l’informatica e la robotica hanno raggiunto un livello tale, che solamente qualche decennio prima, sarebbe stato impensabile. In mezzo agli esseri umani, i quali continuano ad essere la maggioranza della popolazione, vi sono i cyborg, entità che hanno subìto protesi e innesti robotici, ma nell’aspetto fisico sono in tutto e per tutto uguali a persone qualunque, dotati però di capacità di apprendimento fuori dall’ordinario e con la possibilità di connettersi/interagire tra loro. Il fattore che ancora tiene distinte le due “razze” è appunto il cosiddetto “Ghost”, cioè l’anima di un individuo. A capo della sezione antiterrorismo, per quanto riguarda le azioni sul campo, troviamo la cyborg Motoko Kusanagi: essa ha il compito di rintracciare il cosiddetto Marionettista, il quale ha la capacità di innestarsi nelle menti umane prendendone il controllo. Ghost In The Shell è un capolavoro Sci-Fi, con una qualità dei disegni, considerato il periodo, metà degli anni 90, incredibile; è un action che ‘abbraccia’ anche temi religiosi e filosofici e insinua nello spettatore il dubbio che lo accompagna da parecchi anni, forse proprio da quel 1982: un androide/replicante è un perfetto involucro quando in lui si riscontrano -anche e soprattutto- le tipiche debolezze umane?
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gianleo67
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giovedì 3 maggio 2012
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lo spirito della rete
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Nella futuristica Hong Kong del XXI secolo una ammaliante e letale cyber-poliziotta è impegnata a sventare i piani di una occulta ed eversiva macchinazione governativa. La sua intraprendenza la condurrà oltre le soglie della propria consapevolezza individuale.Suggestiva e visionaria opera cyberpunk sulla deriva evoluzionistica del progresso tecnologico.Dickiana nelle atmosfere ancor più che nelle tematiche (la precarietà ingannevole nella percezione del reale, l'occulta manipolazione di intelligente superiori, la consapevolezza etica di organismi cibernetici,etc.) ha qualche ambizione filosofica di troppo ed una certa prolissità verbosa che l'eccessiva e frenetica compressione narrativa non aiuta ad articolare compiutamente.
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Nella futuristica Hong Kong del XXI secolo una ammaliante e letale cyber-poliziotta è impegnata a sventare i piani di una occulta ed eversiva macchinazione governativa. La sua intraprendenza la condurrà oltre le soglie della propria consapevolezza individuale.Suggestiva e visionaria opera cyberpunk sulla deriva evoluzionistica del progresso tecnologico.Dickiana nelle atmosfere ancor più che nelle tematiche (la precarietà ingannevole nella percezione del reale, l'occulta manipolazione di intelligente superiori, la consapevolezza etica di organismi cibernetici,etc.) ha qualche ambizione filosofica di troppo ed una certa prolissità verbosa che l'eccessiva e frenetica compressione narrativa non aiuta ad articolare compiutamente. Rimangono sequenze di toccante grazia che la raffinatezza e la complessità del disegno ci restituiscono in momenti di affascinante e oscura ambiguità, anche grazie ad una colonna sonora ipnotica ed ossessiva. Il tema centrale , l'autocoscienza dei processi informatici ed il loro sviluppo come particolare deriva delle dinamiche evolutive (solo la struttutra dell'informazione viene trasmessa mentre la forma è solo un fenotipo transeunto) viene sviluppato in modo eccessivamente caotico ed autoreferenziale, generando una narrazione iperbolica che puo' essere lo spunto per un sequel oppure semplicemente l'adesione ad uno script che rivela la sua natura seriale (manga). Non mancano echi legati alla tradizione spiritistica nipponica ed ad una sua elaborazione in chiave postmoderna. Opera affascinante ed innovativa ma sostanzialmente monca; ottimo spunto per un remake che si avvalga uno sforzo artistico e produttivo di maggiori ambizioni.
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